martedì 31 gennaio 2023

letture di gennaio

Mi sa che questo mese ho battuto il mio record personale di pagine lette! Devi però precisare che il primo libro recensito l'ho letto quasi tutto in gennaio, che quello della Yoshimoto è piuttosto un racconto e che ho guardato poco Netflix, dedicando perciò più tempo alla lettura.

 

Di ritorno alla civiltà dopo anni passati a cacciare elefanti nell'entroterra, Sean Courtney ha una brutta sorpresa: convinto di sistemarsi da uomo ricco, scopre che è scoppiata la guerra tra inglesi e boeri, il che significa che il suo conto in banca è stato congelato e che non è salutare per lui restare a Ladybird. Venduta per una cifra irrisoria la sua merce e  dopo aver pagato gli uomini, di fatto è di nuovo poco più che in braghe di tela e non gli resta altro da fare che andare ad arruolarsi. Lungo la strada però trova il modo di perdere la testa per una donna già sposata, con la quale concepisce una figlia in un'unica notte di passione. Una buona metà di questo libro è ambientata durante la guerra del 1899-1902, ma non ci sono certo solo storie dal fronte. Ai personaggi di Smith ne succedono sempre di tutti i colori, e anche qui a Sean non mancano sorprese e traversie. Mi sembra un buon modo per cominciare l'anno di letture proseguendo con questa saga; in questo inizio d'anno con temperature da primo autunno, ho pensato che dovesse fare più freddo in Sudafrica (almeno la notte).

Eccellente come al solito, con questo romanzo Qui Xialong affronta il problema dell'inquinamento che affligge la Cina. L'equazione è semplice: c'è un tacito patto fra il popolo e il governo, patto che consiste nell'accettare uno stato che è tutt'altro che democratico in cambio del benessere economico. Il problema è che il forte sviluppo economico della Cina passa anche attraverso le violazioni delle più basilari regole ambientali, ad esempio sversare in fiumi e laghi i rifiuti industriali consente alle fabbriche di registrare utili molto più alti rispetto a una gestione che predilige depuratori e corretti metodi di smaltimento. L'ispettore Chen si trova davanti esattamente questo tipo di scenario; invitato a trascorrere un periodo di vacanza sulle sponde del lago Tai, da sempre noto per le acque chiare e pulite, scopre che è molto meglio evitare di mangiare pesce lì pescato e che anche solo immergere i piedi è sconsigliato. Lo mette al corrente della situazione una giovane chimica che lavora in una fabbrica dove è stato appena commesso un omicidio. Ed ecco che la vacanza di Chen si trasforma nell'ennesima caccia all'assassino. 

Il titolo originale di questo romanzo è In Pursuit of the Proper Sinner e credo che in questo caso sia giusto sottolinearlo perchè non vi è traccia nè di morsi nè di serpenti. D'accordo, col senno di poi si potrebbe pensare a un senso figurato, ma lo trovo comunque un titolo che non c'entra nulla. La ricerca del giusto colpevole invece ha molto più senso, visto che ci sono diversi possibili responsabili per il duplice omicidio al centro della trama, e che si arriva fin quasi alla fine prima di capire finalmente qual è quello giusto. Perfino Linley si fa fuorviare ed è merito di Barbara Havers se la verità viene alla luce. Barbara però è caduta in disgrazia a causa della grave insubordinazione della quale si è macchiata nel romanzo precedente, quando è arrivata a puntare la pistola contro la sua superiore che non voleva fermarsi a soccorrere la piccola Hadiyyah; tornata in servizio dopo una lunga sospensione e degradata a semplice agente, spera nella comprensione di Linley, che invece non la sostiene e vuole relegarla a un lavoro d'ufficio. Lei però non ci sta e preferisce seguire le proprie intuizioni, anche se questo significa disobbedire nuovamente agli ordini. Linley a sua volta nel corso del caso si troverà in una situazione tale in cui il cuore avrà più peso del dovere. Non delude mai questa autrice, che anche qui riesce a costruire una storia complicata e semplice allo stesso tempo, dimostrandosi un'acuta osservatrice dell'animo umano.

Se non ci fosse il buio, non si potrebbe apprezzare la luce. Se nella mia lista dei brani preferiti su Spotify non ci avessi messo anche canzoni che mi piacciono così così, non mi perderei così tanto in quelle che adoro. Allo stesso modo, se a volte non leggessi questo genere di romanzi che hanno successo popolare ma che, stringi stringi, poco ti lasciano in mano, non mi godrei ancora più a fondo ogni pagina scritta dai miei giallisti preferiti. Difatti mi chiedo se quelli che esaltano Bryndza hanno mai letto un libro della George o di Indriðason, perchè c'è veramente un abisso di stile e di tematiche. Che poi, sì, volendo restare sui libri da leggere mentre si viaggia in treno, questo qui va benissimo. Stavolta la detective Erika Foster deve affrontare un cold case e la vittima non è una ragazza, come suggerisce il titolo italiano (quello originale è Dark Water), bensì una bambina di sette anni scomparsa e ritrovata ormai in forma di scheletro ventisei anni dopo. Mi pare che sia tutto un po' esagerato, ma questa è la caratteristica dei successi popolari (uh, come suono snob perfino a me stessa nel dirlo!). Insomma, alla fin fine è tutta questione di gusti.

Ed eccolo qui, il mio islandese preferito, con un romanzo particolarmente introspettivo e dolente che mi è piaciuto moltissimo. Erlendur si trova fra le mani un caso di suicidio e molto tempo libero perchè sul lavoro non c'è granchè da fare. Il suicidio è quello di una donna di mezza età che viene trovata impiccata nella sua casa vacanze sulle rive di un lago. Da principio non sembra esserci niente di strano, ma una sua amica consegna a Erlendur la registrazione di una seduta spiritica alla quale la defunta, ossessionata dall'aldilà, aveva partecipato; Erlendur s'incuriosisce e decide di investigare in maniera ufficiosa. Contemporaneamente riprende in mano anche i vecchi casi di due ragazzi scomparsi decenni prima e mai ritrovati. Penso che una volta tanto l'altisonante affermazione sulla copertina corrisponda al vero, ma secondo me questo libro va ben oltre il suo genere e tocca argomenti che chiunque di noi prima o poi nella vita ha certamente affrontato. E poi ci si meraviglia se faccio la snob riguardo ai romanzi di successo popolare come quello precedente XD

Alla fine non ho capito bene che cosa cavolo ho letto. Ovvero: pare che ci dovrebbero essere cinque racconti sotto questo titolo, ma nell'ebook che ho acquistato ne ho trovato solo su una ragazza che scopre di essere stata rimpiazzata dal fidanzato storico. デッドエンドの思い出 - Deddoendo no omoide è stato pubblicato nel 2003 ed ha l'unico difetto di essere troppo breve, per il resto è la Yoshimoto al suo meglio. Con la sua usuale leggerezza, ci viene presentata Mimi, apparentemente passiva e insulsa, della quale un altro dei personaggi dice che: 

Pensare che una persona, solo perchè sta sempre in casa e non si muove molto, o perchè fa una vita regolare e a vederla sembra tranquilla, è una persona semplice, chiusa e limitata anche internamente, riflette una mentalità incredibilmente meschina.

E io vorrei ringraziare pubblicamente la Yoshimoto per questa riflessione perchè mi ci ritrovo in pieno. Comunque sia, Mimi scopre la doppia vita del fidanzato e capisce che ha bisogno di elaborare la cosa da sola, lontano dalla famiglia che la tratterebbe come un fragile bambola. In questo breve periodo di solitudine conosce il gestore del bar sopra il quale abita ed è in fondo grazie a questa amicizia se riesce a rimettere le cose in prospettiva e a procedere poi con la propria vita in modo sereno. Tutto qui? Tutto qui, ma è una di quelle storie che fanno bene al cuore.

Fa ancora abbastanza freddo perchè io possa riuscire a leggere un libro in cui non passa pagina senza che ci siano temperature eccessive, afa e sudore che cola. Non ho mai nutrito un particolare interesse per andare a fare del turismo in Africa, ma Ballario di certo contribuisce a farmene passare ogni voglia XD Comunque sia, questa seconda indagine del Morosini mi è piaciuta più della precedente. Il nostro viene inviato a Mogadisco per cercare di risolvere alcuni omicidi misteriosi dei quali il locale nucleo dei Carabinieri non è riuscito a venire a capo. Insieme a due fidi collaboratori, comincia a indagare su casi apparentemente scollegati ma che egli invece riesce a legare tra loro. Questo non significa che sia vicino a scoprire l'identità dell'assassino, anche se alla fine ovviamente ci arriverà. In effetti il movente per i delitti è forse la cosa più debole di questo romanzo, che però è uno di quelli che si apprezzano per l'ambientazione e per i quali si può chiudere un occhio se la trama gialla è traballante. Il garbo della scrittura e la simpatia per il protagonista sono elementi sufficienti ad apprezzare il tutto.

Molto carino anche il secondo volume di questa serie, pure in questo caso l'ho forse apprezzato più del primo. Isabelle ha preso la decisione che tutti si aspettavano e ha rinunciato alla carriera nella Police Nationale per una rilassante vita in Provenza. Grazie all'influenza del suo potente superiore, è stato creato un ruolo ad hoc per lei: investigherà su crimini irrisolti. In questo modo si potrà tenere occupata e non pesterà i piedi alle forze di polizia locale. Peccato che, durante una passeggiata notturna in spiaggia, motivata dall'insonnia causata dal mistral, i piedi li pesti davvero, ma ad un cadavere. Rilasciate le dichiarazioni del caso e tornata a Fragolin, comincia a interessarsi a un vecchio omicidio commesso proprio lì in paese, mentre il suo ex-capo le affibbia la protezione di un testimone chiave in un processo importante. Insomma, per una che si vuole rilassare la vita si fa sempre può frenetica. Direi che Pierre Martin ci ha proprio azzeccato con questo personaggio e con questa serie, che risulta leggera e piacevole malgrado effettivamente i crimini descritti non lo siano. 

Avendo messo gli occhi su un'altra trilogia dedicata a una scuola di assassini, ho deciso che fosse il caso di completare questa, in modo da avere margini di manovra in futuro. Difatti mi sarebbe scocciato cominciare una nuova trilogia avendone già a mezzo un'altra, così mi sono tolta il pensiero. A dire la verità, ero anche piuttosto curiosa di sapere come sarebbe andata a finire la storia di Mia. In questo volume conclusivo appaiono evidenti due cose: la corruzione della Chiesa Rossa e il fatto che Mia sia la prescelta a riportare equilibrio nei cieli. Per non incorrere in spoiler, mi limiterò a dire che anche in questo libro non mancano linguaggio scurrile, scene di sesso e troppe note (il problema di queste ultime l'avevo già risolto al secondo volume) e che malgrado la costante nota di autocompiacimento dell'autore, la lettura si è rivelata nuovamente scorrevole e divertente, per non dire che per uno che dice di non credere nel lieto fine, la conclusione non poteva esserlo di più, nonostante la scia di cadaveri che Mia si è lasciata alle spalle - per sua o altrui opera.

La Finlandia è il paese col maggior numero di suicidi in Europa e se la cava bene anche nella classifica mondiale. Verrebbe da dire che se già il suicidio non è un argomento su cui scherzare, da quelle parti lo è ancora di più. Invece Paasilinna, autore che in patria è molto popolare e del quale ho fatto la conoscenza proprio con questo libro, si è inventato una storia su di un gruppo di aspiranti suicidi che decidono di riunirsi per porre fine alle proprie vite tutti insieme. L'idea parte da un colonnello e da un imprenditore fallito; i due s'incontrano quando il primo, recatosi in un granaio per impiccarsi, viene sorpreso dal secondo che si è recato nello stesso granaio per spararsi. Interrotto momentaneamente l'intento di uccidersi, i due cominciano a parlare e hanno l'idea di mettere un annuncio sul giornale, perchè sanno bene anche loro che nel paese ci saranno senz'altro molti come loro. All'annuncio rispondono più di seicento persone, quindi si organizza un convegno. Alla fine il gruppo di quelli che hanno deciso di suicidarsi insieme partono alla volta di Capo Nord sul pullman di lusso di proprietà di uno di loro. E' l'inizio di un viaggio che, manco a dirlo, rimetterà tutto in prospettiva. A Paasilinna non fa certo difetto il senso dell'umorismo ed ho molto apprezzato questo suo lavoro, nel quale sono presenti alcuni tocchi surrealisti che però risultano sempre perfettamente verosimili. Un altro autore che vorrò incontrare anche in futuro.

Dobbiamo ringraziare il fratellino dell'autrice che nel 1919 si è ammalato se questo romanzo ha visto la luce. La Heyer infatti lo scrisse per intrattenerlo mentre era costretto a letto, e due anni dopo venne pubblicato riscuotendo molto successo e avviando così la sua prolifica carriera di scrittrice. Ambientato nel Settecento - prima della Rivoluzione Francese - vede protagonisti alcuni nobili inglesi. La Falena Nera del titolo è il soprannome di un duca degenere, dedito al gioco d'azzardo e al libertinaggio; il nostro eroe però è John Carstares, un conte che alcuni anni prima degli eventi narrati ha lasciato l'Inghilterra con ignominia dopo essersi preso al posto del fratello minore la colpa di aver barato a carte. Ah, il senso dell'onore di questa gente! Carstares ha girovagato per l'Europa mantenendosi con le vincite al gioco e con le lezioni di scherma; al ritorno in patria, si mette invece a fare il bandito in stile Robin Hood a tempo perso. Proprio così si imbatte nel fratello e poco dopo viene rintracciato dall'avvocato di famiglia che lo informa della morte del padre, ma lui rifiuta l'eredità sempre per via della vecchia storia d'onore. Poi entrerà ovviamente in gioco una fanciulla. La lettura di questo romanzo è sicuramente divertente e mi ha riportato alla dimensione dei libri della Invernizio, con la differenza che i personaggi della Heyer appaiono tutti più sani di mente. Sarà che sono inglesi e non italiani, ma i loro sentimenti provocano meno crisi isteriche XD 

In occasione del Giorno della Memoria ho letto questo libro che ricostruisce la storia di Giorgio Perlasca, l'uomo che nel 1944 si spacciò per il console generale spagnolo a Budapest e riuscì così a salvare la vita di più di cinquemila ebrei. Il testo è interessante perchè parla anche del contesto in cui venne alla luce la sua storia, oltre che a spiegare un certo atteggiamento culturale che vorrei definire dell'epoca - inizio anni '90 - ma che non sono sicura non resista ancora. Ho scelto questo libro perchè di nefandezze naziste ho già letto molto in passato e ho preferito una storia di umanità e di coraggio. La cosa particolare di Perlasca è che egli era stato un fascista convinto e in realtà non si è mai dichiarato antifascista; era però un uomo che evidentemente ragionava con la propria testa e che aveva il cuore al posto giusto. Del resto anche il più noto Oskar Schindler era stato membro del partito nazista, ennesima dimostrazione che gli esseri umani sono sempre più complicati di quello che sembrano.


sabato 28 gennaio 2023

quarta settimana

in questi giorni sto riordinando le cose delle bambole, questi
sono alcuni dei vestiti che ho fatto negli ultimi tre anni

Questa è stata la tipica settimana di gennaio: noiosa e nullafacente. Che è poi quello che speravo fosse tutto il mese, non avesse esordito come ha fatto. Domenica sembrava che dovesse nevicare, invece ha solo piovuto; le colline però si sono imbiancate. Abbiamo comunque di nuovo qualcosa che assomiglia all'inverno. Il figlio minore ha dato il terzo esame di questa sessione, ha rispettato la tabella di marcia e ora si potrà godere il fine settimana insieme al figlio maggiore e a un amico che lo vanno a trovare a Milano. Stasera abbiamo amici a cena, ma ai fornelli si esibisce il marito e quindi non ho molto da fare. Insomma, giornate in cui non è successo niente, ma ne avevo bisogno!

giovedì 26 gennaio 2023

the good cop

 

Da principio ci fu l'omonima serie israeliana, trasmessa dal 2015 al 2017 e molto apprezzata, al punto che Netflix decise di comprarne i diritti per farne una propria versione. L'operazione, malgrado un notevole stravolgimento della trama, è riuscita molto bene perchè questa serie mi è piaciuta molto; è ironica e divertente, sembra di stare in una di quelle tipo "La Signora in giallo" dove è tutto più deduttivo che scientifico - non che anche qui non vengano usati i metodi più moderni, ma non è certo C.S.I. - e certamente al centro di tutto c'è il rapporto tra padre e figlio. Anthony Caruso, detto Big Tony, è un ex-poliziotto da poco uscito di galera, dove ha scontato alcuni anni per corruzione; il figlio T.J. invece, proprio per reazione ai modi disinvolti del padre, è un poliziotto integerrimo, che rispetta le regole fin nei minimi dettagli ed è quindi piuttosto rigido. Big Tony si trova spesso coinvolto nei casi di T.J., a volta causandogli problemi; è però evidente che i due si vogliono bene e che certamente Big Tony, per quanto ami i soldi, è comunque una persona di buon cuore. Anche i comprimari sono interessanti, dalla detective Cora Vasquez della quale T.J. è innamorato, al sergente Loomis che è prossimo alla pensione e che perciò se la prende molto comoda, al nerd Domki che nottetempo fa entrare gli amici per giocare ai videogiochi coi computer della polizia. L'unici problema in tutto ciò è che Netflix ha cancellato la serie dopo la prima stagione. Come al solito l'algoritmo non ha considerato che fosse abbastanza di successo, e così questo gioiellino consta di soli dieci episodi.


martedì 24 gennaio 2023

20th century girl

 

Ho letto di recente che Netflix intende aumentare il numero di produzioni coreane presenti nel suo catalogo, cosa che non può che farmi piacere. Non so quando troverò il tempo di vedere tutto quello che ho in lista e quello che ci aggiungerò prossimamente, per il momento ho visto questo film che è uscito da pochi mesi e che è adatto per chi ama le polpette romantiche. Oddio, non che questo sia il mio genere preferito, difatti non sapevo bene a che cosa andavo incontro. La storia comincia quando Yeon-Doo s'innamora di un ragazzo che entra nel negozio di sartoria di sua madre; il problema è che lei è malata di cuore e in procinto di partire per gli Stati Uniti per farsi operare. Sapendo che l'oggetto del suo amore frequenterà la stessa scuola superiore della sua amica del cuore Bo-Ra, le chiede di tenerlo d'occhio e di informarla costantemente su di lui. Bo-Ra esegue, anche se salta fuori che la scuola divide le classi in base al sesso e non ci sono molti modi di interagire fra ragazzi e ragazze. Uno è iscriversi allo stesso club; le indagini di Bo-Ra la portano a scoprire quale il ragazzo ha intenzione di frequentare, ma al momento della selezione lei viene ammessa e lui no. In compenso entra il migliore amico di lui, Woon-Ho, e così Bo-Ra comincia a stargli addosso nella speranza di potere in questo modo stare vicina anche alla cotta della sua amica. Bè, ci vuol poco a immaginare che ne uscirà fuori un triangolo, quello che non mi aspettavo è la sorpresa finale. Mi viene da pensare che anche per i coreani il primo amore abbia una sfumatura intrinseca di sfiga. Dei protagonisti principali ho riconosciuto solo Byeon Woo-Seok che avevo visto qualche tempo fa in Record of Youth, mentre tra i comprimari c'è Jung Suk-Yong (il padre di Bo-Ra) e Han Hyo-Joo che interpreta la versione adulta di Bo-Ra. Un film carino che ad alcuni ha fatto versare fiumi di lacrime, ed effettivamente sul finale diventa commovente.


sabato 21 gennaio 2023

terza settimana

 

Domani comincia l'anno del coniglio d'acqua; secondo l'oroscopo cinese il coniglio è simbolo di pazienza e fortuna/successo, di conseguenza questi sono gli elementi che dovrebbero caratterizzare i mesi a venire. Non so la pazienza, ma di fortuna sicuramente ce n'è un gran bisogno! Anche se l'anno del coniglio non è ancora ufficialmente cominciato, un po' di fortuna comunque da queste parti è già arrivata. Mio zio è stato trasferito nel posto definitivo nella casa di riposo e l'avvocata mi ha chiamato per dire che fra poco più di due settimane riceverà l'investitura ufficiale quale amministratore di sostegno, finalmente! Io sto cercando di spingere perchè mi svuotino il garage. Non so se ho raccontato di come da molti anni 3/4 di questo garage è occupato dalla roba di mio zio, che l'aveva trasferita lì con la benedizione di mia madre. Una volta che la casa è stata ristrutturata e che i miei figli sono andati ad abitarci, questo fatto ha causato non pochi problemi e diverse multe per divieto di sosta a loro e agli amici, in quanto in garage c'è posto per un'auto sola e la casa è in centro storico, dove trovare parcheggio è un incubo. Naturalmente mio zio non ha mai nemmeno preso in vaga considerazione il fatto di rimuovere le sue inutili cose per fare spazio ai legittimi proprietari e mi ero messa il cuore in pace che avremmo potuto sgombrare solo una volta che lui non ci fosse più stato. Adesso che c'è di mezzo l'avvocata perciò magari riuscirò a cambiare le cose; sarebbe anche ora! La mia politica da diversi anni a questa parte - in base alle esperienze negative che mi sono successe - è non dire gatto se non ce l'hai nel sacco, quindi di positivo considero giusto il fatto di avere un'interlocutrice ragionevole, e per il resto terrò le dita incrociate. Per continuare con la fortuna, il server di posta elettronica che utilizzo da sempre ha deciso di rifarsi il look - e non so che altro - con il risultato ben noto di peggiorare la fruizione. Ormai lo abbiamo notato in molti: ogni volta che cambiano qualcosa su un social o un sito, lo fanno in peggio. Viene da chiedersi il motivo, peccato che nessuna sa fornire una risposta. E no, non penso che dipenda dal fatto che sono una boomer!

A parte tutto però oggi sono triste perchè il figlio piccolo è tornato a Milano...

mercoledì 18 gennaio 2023

makanai (maiko san chi no makanai san)

 

Chi ama il Giappone a la sua cultura non deve perdersi questa deliziosa serie da poco sbarcata su Netflix. Tratta dal manga omonimo, questa la cuoca della casa delle maiko (舞妓さんちのまかないさん) è ambientata nel quartiere di Gyon a Kyoto, appunto in una casa di maiko - che, per chi non lo sapesse, sono le apprendiste geisha. Kiyo e Sumire, due sedicenni della prefettura di Aomori, hanno deciso di diventare maiko dopo una gita scolastica a Kyoto, durante la quale sono rimaste conquistate. Sumire dimostra subito di avere grande talento, mentre Kiyo purtroppo è negata. Per questo dopo tre mesi le due madri della casa in cui le ragazzine risiedono la informano che è meglio che torni a casa e scelga un altro mestiere. Il destino però aiuta Kiyo che è bravissima a cucinare; quando la cuoca si fa male alla schiena e non può venire a lavorare, lei inizia a preparare da mangiare per tutti e così si decide che può rimanere in veste appunto di cuoca. La serie ci mostra la vita quotidiana delle ragazze della casa e a me ha fatto venire la solita acquolina in bocca. Alla regia avrebbe partecipato anche Kore-eda Hirokazu, ormai cocco riconosciuto del festival di Cannes e dei cinefili occidentali, avendo surclassato il precedente cocco Kitano Takeshi. Nel cast ho riconosciuto solo Hashimoto Ai (la geisha Momoko), Lily Franky (il barista Ren) e Iura Arata (Tanabe, un cliente abituale) in quanto mi sono sconosciute le due attrici protagoniste, Mori Nana (Kiyo) e Deguchi Natsuki (Sumire).


sabato 14 gennaio 2023

seconda settimana

 

Domenica, con qualche accenno di sole e le solite temperature da primaverno, si è svolto il mercatino dell'antiquariato nella piazza della mia città. Mi sono fatta la solita vasca, acquistando due miniature per le mie bambole alla folle cifra di € 5,70. Ho anche incontrato uno degli amici coi quali ero stata a cena la sera prima e così ho avuto un supplemento di chiacchiere.

A proposito, ho fatto questa immagine comparativa che dice tutto su quanto sia anomalo questo gennaio.

Malgrado l'arterio, anzi, proprio per via di quella, mi sono tenuta occupata con le bambole. Ho finito un nuovo diorama e cucito un po', oltre a fare foto da molte delle quali ho ricavato delle scenette. A distrarmi hanno contribuito anche i figli, infatti il minore ha deciso di fermarsi ancora un po' perchè tanto non ha lezione e può studiare sia qui che a Milano; anche se si è trasferito a casa del maggiore dopo la partenza della fidanzata, sono venuti spesso a mangiare da me. Una sera sono anche uscita per una pizza con la mia amica F.


mercoledì 11 gennaio 2023

the pale blue eye

 

Tratto dall'omonimo romanzo di Louis Bayard, ecco un film con una forte vena gotica. Del resto non potrebbe essere diverso, visto che uno dei protagonisti è niente meno che Edgar Allan Poe, qui rappresentato ventunenne durante la sua breve carriera a West Point. Poe diventa in segreto il braccio destro dell'ex-detective Landor, un bravo e noto investigatore che viene chiamato appunto a West Point per investigare sul caso di un cadetto che è stato trovato impiccato e a cui in seguito è stato asportato il cuore. Ben presto appare evidente che alla base del crimine c'è un elemento soprannaturale e che forse vengono compiuti dei rituali satanici. Quando tutto però alla fine viene svelato, sarà proprio Poe ad accorgersi di una seconda verità. Molto bravo Christian Bale nei panni di Landor, la sua sola presenza sarebbe un motivo sufficiente per vedere questo film. C'è anche, in un ruolo minore ma non per questo poco notevole, Gillian Anderson. Si tratta, a mio parere, di un bel film, inoltre penso che la rivelazione finale lo renda ancora più interessante interessante (non ne avevo il minimo sentore ed è sempre bello venire sorpresi).

sabato 7 gennaio 2023

prima settimana

il momento clou della Nott de Bisò: in Niballo viene bruciato

Come a ogni inizio d'anno, una scorsa all'oroscopo è giusto darla. Quest'anno voglio credere a quello pubblicato da IlLibraio, che ho letto incuriosita dal fatto che per ogni segno viene suggerito un libro da leggere. Quello consigliato al mio segno si trova infatti nella lista di romanzi che intendo leggere in futuro, quindi da questo punto di vista ci ha preso, anche se aver specificato che si tratta di una storia ad alto livello di pianti indotti nel lettore al momento non mi è di stimolo. Ho letto anche altri oroscopi e pare che quest'anno molto dipenda da Saturno, che si muove in posizione favorevole al mio segno e dovrebbe portare cambiamenti esistenziali. Vada come vada, qualunque cosa che mi riscuota dall'inerzia dell'ultimo periodo è la benvenuta...

La settimana è stata più leggera della precedente perchè figlio piccolo e fidanzata sono stati spesso dagli amici, per cui ho dovuto cucinare di meno, inoltre io non avevo impegni mondani (sarò giusto a cena da amici stasera). La sera del 5 si è svolta la Nott de Bisò per la prima volta dopo la pandemia; io non ci sono andata, mentre i figli ci tenevano a rendere partecipe di questa tradizione la fidanzata del minore e quindi sono rimasti fino al rogo del Niballo (in questo caso rappresenterebbe l'anno vecchio che viene bruciato per lasciare posto al nuovo). Anni fa andavamo sempre a cena presso gli stand dei rioni, abbiamo smesso da quando l'inizio del cosidetto intrattenimento musicale è stato anticipato a ora di cena, impedendo ogni tentativo di conversazione. Come al solito comunque siamo noi a non essere normali, difatti la piazza era gremita.

Tanto per cominciare bene l'anno, lunedì mi ha scritto l'avvocata per dire che martedì alle 8.30 avrebbero proceduto con lo sgombero dell'appartamento di mio zio; mi sono prontamente data malata, compiacendomi con me stessa per aver evitato l'ennesima rottura di palle. Peccato non aver staccato pure il telefono già che c'ero, visto che a seguire hanno chiamato l'assistente sociale e la direttrice della casa di riposo, infatti si sarebbe liberato un posto definitivo in una struttura qui in città e la settimana prossima c'è l'intenzione di trasferirlo. Il problema è che non ho idea se lui ci vuole andare o no; rinunciare comunque non è un'opzione, sia perchè dov'è adesso non può più rimanere, sia perchè è così difficile trovare un posto in casa di riposo che sarebbe stupido non approfittarne. La cugina di cui si fida è in Austria in ferie, l'avvocata è ancora in attesa di nomina ad amministratore di sostegno (grazie ai soliti templi biblici italiani) e io sono l'ultima persona che può decidere, anche se ovviamente "le autorità" continuano a fare riferimento a me. Ho rimandato tutto alla prossima settimana, ma poi? Anno nuovo merda vecchia, insomma.

mercoledì 4 gennaio 2023

nessuno ci guarda (Ninguém Tá Olhando)

 

A volte ho l'impressione che Netflix sia un po' come la soffitta della nonna, che ci hanno buttato dentro tanta di quella roba che è difficile notarla tutta. Così se da un lato le cose nuove vengono messe in vetrina e promosse a suon di trailer, quelle che stanno lì da tempo bisogna avere la fortuna di scovarle. Io credo nella serendipity ed è grazie ad essa se sono incappata in questa serie brasiliana molto divertente e dai tratti a volte geniale, serie distribuita nel 2019 e, ahimè, interrotta alla prima stagione. La storia ha inizio quando finalmente, dopo trecento anni, viene creato un nuovo angelo. Ulysses viene immediatamente informato su quali sono i suoi doveri e, cosa ancora più importante, su quali sono le regole da non violare mai. Il problema è che lui invece fa tutto quello che non deve (sennò dove starebbe il divertimento?). Non solo viola le regole, ma riesce a traviare anche i due angeli veterani che gli sono stati affiancati per insegnargli il mestiere, oltre a mostrarsi ad alcuni umani - arriva addirittura a innamorarsi. Il tono è ironico e dissacrante, ed è un vero peccato che non sapremo mai cosa sarebbe potuto succedere, visto che l'ultima puntata si interrompe con l'apparizione di un personaggio che potrebbe stravolgere tutto. Ma che ci possiamo fare? Sono le regole dell'economia: si produce ciò che rende, e i fan in piccolo numero si attaccano e tirano forte.