giovedì 31 marzo 2022

letture di marzo

 Non era riuscito a togliere tutto il sangue. Una linea scura come una parentesi gli era rimasta sotto l'unghia mediana della mano sinistra.

Career of evil è il terzo romanzo scritto sotto pseudonimo da JK Rowling che vede come protagonista l'investigatore privato Cormoran Strike. Questa volta egli si trova nel mirino di una sua vecchia conoscenza che lo vuole distruggere e che, per farlo, sta pianificando di uccidere e mutilare la sua segretaria Robin, prendendo così i proverbiali due piccioni con una fava perchè ammazzare gli piace e di vittime ne ha già fatte. Infatti tutto ha inizio quando proprio a Robin viene spedito un pacco che contiene la gamba amputata di una ragazza. Cormoran sospetta ben tre persone, ma la polizia di concentra su una quarta che si rivelerà estranea ai fatti. Gli tocca così di investigare in prima persona e ad un certo punto gli viene anche meno quel po' di collaborazione con la polizia che aveva perchè l'ispettore incaricato del caso viene sostituito da un altro che non lo può vedere. Intanto Robin, come se non bastasse essere nel mirino di un serial killer, ha problemi con il fidanzato alla vigilia delle nozze. Devo dire che questa serie di libri continua a stupirmi, ogni volta mi viene da pensare che il libro che sto leggendo sia migliore del precedente. La Rowling ha fatto proprio un gran bel lavoro, la trama gialla è sempre controbilanciata dalle vicende private di Strike e di Robin e l'equilibrio tra i due filoni è mantenuto perfettamente, tanto che il lettore è ugualmente curioso di scoprire chi è l'assassino e di sapere se Robin si sposerà a no.

Buia, l'acqua batte contro il molo. La settimana di pioggia ha fatto bruna l'ansa del fiume. Il fango smorza il riverbero del cielo chiaro, frena le ruote dei carri, impasta il passo dei buoi e delle donne, strappa bestemmie agli scaricatori dalle scarpe pesanti.

Per la prima e ultima volta nella storia di Venezia, nel 1480 tre ebrei vennero bruciati sul rogo in Piazza San Marco, accusati di aver ucciso un bambino e di avere usato il suo sangue per impastare le focaccine pasquali. Andrea Molesini parte da questo fatto realmente accaduto per costruire il suo romanzo, in cui la vicenda è vista attraverso gli occhi di Boris da Candia, studioso e assassino. Costui infatti ha già ucciso diverse volte in nome del bene comune della Repubblica; in questo caso gli si chiede di verificare la spinosa situazione che si è venuta a creare con l'arresto degli ebrei. Venezia infatti gli ebrei li considerava preziose risorse - lo erano certamente dal punto di vista economico - e il fatto che questi fossero stati riconosciuti colpevoli di un reato tanto odioso, benchè confessato sotto tortura, non poteva che portare a una condanna a morte, rischiando l'inimicizia della comunità ebraica. Il processo viene dunque trasferito a Venezia stessa, dove alcuni avvocati di Padova si assumono la difesa dei tre ebrei che sono chiaramente innocenti. Tuttavia la ragion di stato ha la meglio sulla giustizia, perchè dichiararli innocenti implicherebbe riconoscere la malafede delle autorità che per prime li avevano arrestati e accusare di falsa testimonianza metà della popolazione di Portobuffolè. Interessante ricostruzione storica; mi piace molto questo genere di romanzi perchè mi fanno conoscere qualcosa di nuovo.

La tempesta era cessata.

Saltellando lungo il limitare delle rocce, con i piedi che trovavano scarsi appigli, Pug stava frugando nelle piccole polle d'acqua con lo sguardo che saettava di qua e di là alla ricerca delle minuscole creature sospinte in secca dalla tempesta appena finita.

Raymond E. Feist è uno scrittore di libri fantasy di successo che, stranamente, non ho mai approfondito. Avevo letto un suo libro diversi anni fa, ignorando che si trattava dell'ultimo di una trilogia; francamente non ricordo che impressione mi avesse fatto, ma forse se avessi conosciuto meglio i mondi immaginari da lui inventati, avrei apprezzato di più. Per questo motivo parto ora dall'inizio, ovvero da questo Magician che non solo apre le porte di Midkemia, ma è anche il suo primo lavoro, a quanto pare ispirato al famoso gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Magician segue le vicende che avvengono in una parte di Midkemia nell'arco di circa nove anni. Inizia con un tredicenne Pug che sgambetta sulle sponde del mare e si conclude con lo stesso Pug che nel frattempo è diventato il mago più potente che si sia visto da secoli. Nel mezzo ci sta una guerra portata da soldati di un altro mondo, che arrivano a Midkemia tramite una porta dimensionale. Ci si difende come si può, ma la lotta si rivela comunque impari perchè i soldati alieni arrivano in continuazione mentre quelli di Midkemia sono in numero limitato. Non mancano i personaggi tipici del fantasy, ovvero elfi, nani, draghi e tutta una serie di altre creature. Di sicuro Feist ha messo un bel po' di carne al fuoco, ma la lettura del tutto si è rivelata molto piacevole. Peccato che di questo autore in italiano sia stata tradotta solo una minima parte dei suoi libri; mi dedicherò a questa e poi valuterò se procurarmi gli altri in lingua originale.

Ci sono giorni in cui te lo senti nelle ossa. Ti svegli e hai la certezza che niente girerà per il verso giusto, che faresti bene a restare a letto, voltarti verso il muro e tirarti il piumone sopra la testa.

Dopo aver finito di vedere la serie tratta da questo romanzo, ho deciso di leggere il romanzo stesso. La serie da principio mi era sembrata carina, poi è diventata progressivamente più lessa, e quindi ero curiosa di vedere l'originale. Per carità, non mi metto a fare paragoni tra libro e serie, dico solo che se avessero fatto un film invece, avrebbero potuto mantenere di più il brio e il divertimento del libro. Siamo infatti dalle parti di Bridget Jones, con una protagonista ironica e pasticciona, che in più ha il fatto di credere all'astrologia dopo aver conosciuto Tio, un attore che ne è appassionato. Alice ha alle spalle una relazione di lunga data e una serie di storie, tutte ugualmente finite, e nella sua ricerca del vero amore si butta in altre relazioni fallimentari mentre finisce per innamorarsi di un consulente assunto dalla rete televisiva per cui lavora. Lo stile in cui è scritto è pieno di ironia e riferimenti a film - per esempio, i titoli dei capitoli sono parafrasi di film famosi - e risulta molto piacevole e divertente. Mi ci voleva una parentesi così, con una storia che tanto sai che andrà a finire bene malgrado premesse e incidenti di percorso, e che è romantica senza essere smielata.

Non erano più uomini, erano i detriti della guerra sospinti dall'oceano Indiano sulle sabbie rosse dell'Africa.

The Golden Lion è stato scritto diciotto anni dopo il primo libro del ciclo dei Courtney, ma si colloca cronologicamente subito dopo, per cui mi è sembrato giusto e logico procedere con la lettura di questo, anche perchè pure i successivi di questa serie sono stati scritti ad anni di distanza e l'ordine di scrittura è diverso da quello della storia. Dunque qui siamo a poca distanza dalla fine del romanzo precedente, Uccelli da preda. Sembrerebbe che tutto vada per il meglio per Hal e Judith, se non fosse per l'infelice idea di ripassare da Zanzibar. Ignari che il loro mortale nemico si è salvato dall'incendio della sua nave e che, benchè gravemente mutilato, sia ancora in grado di fare danni, essi in generale sottovalutano il pericolo e si ritrovano così separati e a rischio della vita. Dopo il primo libro però mi sono fatta l'idea che Smith è il tipo di scrittore che tende a salvare sempre i suoi eroi e quindi non mi sono preoccupata più di tanto XD

Non c'era più nessunissimo motivo per alzarsi la mattina. 

Robert Capa è stato uno dei fotografi di guerra più famosi del novecento e mi è sembrato che il periodo attuale si prestasse a leggere la sua autobiografia; essa si apre e si chiude con la stessa frase. Si tratta in realtà di un'autobiografia parziale perchè il racconto copre un periodo di tre anni scarsi, dall'estate del 1942 a quando viene dichiarata la fine sella Seconda Guerra Mondiale. Capa divenne fotografo per caso, infatti voleva fare il giornalista, ma immagino che se invece delle immagini avesse usato le parole, sarebbe comunque stato in prima linea. In queste pagine fa spesso capolino il suo senso dell'umorismo e s'intuisce una certa sensibilità; non era un cinico, insomma. Del resto per riuscire a emozionare con una foto occorre avere una buona dose di empatia. Leggo delle sue peripezie e mi dico che certe persone sono davvero speciali e hanno destini particolari; il suo è stato quello di essere al posto giusto al momento giusto, e nel suo caso non si è trattato solo di fortuna, ma anche di coraggio e intraprendenza. Credo che questa particolarità sia comune ai grandi fotografi che preferisco, perchè la tecnica e l'occhio non sono tutto. Perderlo all'età di quarantuno anni, quando avrebbe potuto fotografare per altri quarant'anni, è stata una vera tragedia.

«Per favore, Koi-san, vuoi aiutarmi? »

Sachiko vide nello specchio il volto della sorella che si era avvicinata e, smettendo di incipriarsi le spalle, le tese subito il piumino.

Benvenuti a casa di Sachiko. In realtà la storia riguarda non solo lei, ma anche le sue tre sorelle, però Sachiko sembra il punto di riferimento principale. La vicenda si svolge tra il 1936 e il 1941 ed è la descrizione di precisione quasi chirurgica delle dinamiche familiari e dei rapporti interpersonali di un gruppo di persone molto legate alla tradizione. La famiglia di origine delle quattro sorelle è stata ricca e potente; ora decaduta, mantiene però gli stessi standard di decoro e si comporta come se la propria posizione sociale fosse rimasta invariata. La vera rogna è il fatto che non si riesce a trovare marito per la terzogenita, Yukiko. Prima della decadenza c'erano stato diversi pretendenti più che adatti, tutti però respinti. Ora Yukiko ha passato la trentina e si deve accontentare delle briciole sia per l'età che per la nuova situazione della famiglia. I candidati che le vengono proposti però hanno tutti qualcosa che non va, che si tratti di una madre malata di mente - non sia mai che la follia sia genetica e possa trasmettersi ad eventuali figli - o di eccessiva devozione verso la prima moglie deceduta - e quindi come potrebbe un uomo così amare altrettanto la seconda moglie? E ci sono conoscenti da non offendere, obblighi da rispettare, le buone maniere - quelle sempre! Sasame yuki 細雪 cita diversi avvenimenti accaduti in quel periodo - vedi la grave alluvione di Kobe nel 1938 - e pare che Tanizaki si sia liberamente ispirato a persone di sua conoscenza per creare alcuni personaggi. La pubblicazione a puntate su una rivista nel 1943 venne interrotta dalla censura poichè le autorità ritennero che il libro si focalizzasse su argomenti che in tempo di guerra andavano maggiormente evitati, ovvero le vite molli, effeminate e grossolanamente individualistiche delle donne. Anni dopo, quando vene pubblicato per intero, ebbe grande successo e ricevette un premio; ne sono state tratte diverse versioni cinematografiche e televisive.

sabato 26 marzo 2022

dodicesima settimana

 

Questa settimana ho individuato il tragitto perfetto per fare diecimila passi (in realtà abbondanti), ma contrariamente alle indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che suggerisce di farli giornalmente, li ho fatti una volta sola e mi sa che anche in futuro non li farò più di due volte a settimana - nella migliore delle ipotesi. Quelli che cerco di fare sono almeno seimila passi ogni volta, che per me significano comunque un'ora di camminata visto che non sono in grado di procedere a grande velocità. E' davvero un peccato che i sentieri lungo il fiume siano tutti al sole, per me è molto comodi raggiungerli da casa mia e li trovo piacevoli, soprattutto nei tratti più bassi, affiancati da orti e canne. Nei giorni scorsi comunque sono andata a camminare solo tre volte perchè eravamo di nuovo in periodo di compleanni: entrambi i miei figli hanno avuto la loro festa dedicata, più una collettiva. Per l'occasione naturalmente è venuta anche la fidanzata del figlio piccolo, ma tra una sessione di cucina e l'altra sono riuscita anche ad andare a trovare una mia cara amica che non vedevo da un po'.

mercoledì 23 marzo 2022

mezzanotte a Istanbul

 

In realtà la mezzanotte è più specificatamente al Pera Palas, come dice il titolo originale - Pera Palas'ta Gece Yarısı. Il quale Pera Palas è uno storico hotel di Istanbul costruito nel 1892 per ospitare i viaggiatori dell'Orient Express. Se vi interessa, vi potete soggiornare (a patto di avere il portafoglio bello gonfio) oppure lo potete visitare perchè, essendo considerato l'hotel più vecchio della Turchia, è a disposizione del pubblico anche non residente. Comunque sia, il Pera Palas funge da sfondo lussuoso per questa seria ed è perfetto perchè gli interni sono stati lasciati invariati e così non c'è soluzione di continuità tra le scene ambientate nelle diverse epoche storiche. Infatti in questa serie si viaggia nel tempo. A farlo sono soprattutto due personaggi, Esra e Ahmet. Esra è una giornalista appassionata di gialli (si è letta tutti quelli di Agatha Christie, per dire); lei spera sempre che le vanga affidato un caso interessante da seguire, invece la capo-redattrice la spedisce al Pera Palas per un articolo sui 130 anni dalla sua fondazione. Qui le fa da cicerone il direttore Ahmet che, siccome si fa tardi tra le tante chiacchiere, le offre di fermarsi a dormire lì... solo che Esra si risveglia nel 1919. L'hotel è infatti una gigantesca macchina del tempo, ma una imprevedibile perchè si sa solo che si può viaggiare da certe stanze, tenendone la chiave originale in mano, dallo scoccare della mezzanotte fino all'una, ma non si sa mai dove si va a finire. Esra comunque comincia a combinare guai fin dal suo arrivo, salvo cercare di rimediarli con l'aiuto di Ahmet che l'ha raggiunta. Come più volte notato in passato, le storie di viaggi nel tempo sono sempre rognose: si rischia il pasticcio, come minimo. In questi otto episodi il pasticcio l'ho intravvisto spesso, anche se poi alcune cose sono andate al loro posto, ma altre sono rimaste pasticciate e non so se così resteranno o se verranno risolte in una probabile stagione successiva. La storia infatti si conclude relativamente, nel senso che Esra riesce a evitare che Mustafa Kemal Atatürk venga assassinato, sventando così uno stravolgimento totale della storia della Turchia, però poi si ritrova nel 1995 invece che nel 2022. E' una serie che si lascia guardare per curiosità, visto che io non so resistere a un rompicapo, per quanto pasticciato, ma che non mi ha particolarmente entusiasmato.


sabato 19 marzo 2022

undicesima settimana

 

Questa settimana era stato preannunciata la chiusura di Instagram agli utenti russi, tant'è che tutti i profili russi che seguo (nel mondo delle bambole) già da giorni postavano recapiti alternativi su Telegram e su Vero. E così ho conosciuto qualcosa di nuovo, visto che non avevo nemmeno mai sentito nominare questo social network inventato nel 2015 da un libanese e che è un vero e proprio clone di Instagram. Da quanto mi dicono, ha un feed cronologico e nessun annuncio sponsorizzato. Il paradiso, insomma. Questo però non significa che io abbia intenzione di iscrivermi a Vero, di certo non lo faccio per continuare a seguire quella dozzina di persone che, tra l'altro, sono ancora su Instagram senza problemi, segno che anche all'estero applicano il detto italico fatta la legge, trovato l'inganno. Da che è scoppiata la guerra in Ucraina ci sono state ripercussioni anche nel mondo delle bambole che, del resto, non può che essere lo specchio della realtà, visto che i profili sono gestiti da esseri umani XD E così ci sono state moltissime manifestazioni di solidarietà verso gli ucraini e alcuni hanno trattato i russi da cattivi. Tra quelli che seguo, la maggioranza ha detto che vorrebbe la pace, un paio hanno mantenuto la più completa assenza di commenti e quindi non è dato sapere come la pensano, solo una ha inneggiato alla gloria della grande patria russa affermando che vinceranno loro - ed è stata prontamente defollowerata dalla sottoscritta. Ad ogni modo, prendersela con qualcuno solo per via della sua nazionalità mi sembra cretino, ma in fondo è come quando all'inizio della pandemia la gente boicottava i ristoranti cinesi perchè i primi casi di Covid erano avvenuti in Cina. Fare di ogni erba un fascio non è mai stato saggio e ci sono stati già numerosi esempi del fatto che molti russi sono contro questa guerra e contro Putin; non bisogna dimenticare che da anni sono sottoposti al lavaggio del cervello, che c'è una forte censura, che la stampa indipendente viene imbavagliata - quando non eliminata a colpi d'ama da fuoco - così come vengono eliminati o perseguitati gli oppositori. Perciò no, io non me la prenderò mai con i russi solo perchè sono russi, visto che in larga misura sono vittime pure loro di questo folle. 

Intanto continuo a camminare lungo il fiume, con il tempo che si mantiene fin troppo buono. Mi chiedo per quanto vedrò dell'acqua e non un deserto arido. Sono molti anni che, per fortuna, il fiume non si secca, ma quest'anno temo che sarà uno di quelli, considerato che già da settimane il Po è in sofferenza, con livelli d'acqua da agosto, non certo da fine inverno. Meno male che gli ultimi giorni sono stati nuvolosi, questo continuo brillare di sole mi stava stancando. Sì, lo so che non sono normale, però preferivo quando si poteva contare sulle stagioni e sulla normale alternanza di periodi di tempo freddo e piovoso e altri di sole e caldo. Anche l'eterna primavera stufa, come mi stufò anni fa la merenda a base di pane, burro e marmellata di fragole che, benchè fosse la mia preferita, dopo tot giorni in cui la mangiavo ininterrottamente finì per smagarmi.

mercoledì 16 marzo 2022

Inspector Koo

 

Koo Kyung-yi 구경이 è una di quelle serie che promette molto e che, di conseguenza, rischia di deludere. A me è piaciuta malgrado alcune imperfezioni, anzi in certi tratti mi ha divertito molto. La primo promessa è quella della protagonista, interpretata dall'iconica Lee Young-Ae, una delle attrici coreane più popolari e nota anche al pubblico occidentale per il suo ruolo in Lady Vendetta; lei di certo mantiene la promessa della bravura nella recitazione e si presta ad abbruttirsi per vestire i panni di Koo Kyung-yi, ex-poliziotta ed ora ispettrice per una compagnia di assicurazioni. La sua ex-collega in polizia e ora sua capa in ufficio Na Je-Hui le affida il caso di un uomo scomparso da casa; la moglie avrebbe diritto a riscuotere la cospicua polizza sulla vita, ma Koo Kyung-yi scopre che egli è vivo e vegeto e che ha orchestrato tutto per essere appunto dichiarato morto e beccarsi i soldi. Con sua grande sorpresa però poco dopo l'uomo muore in circostanza strane; si opta per l'incidente, ma lei si convince che si sia trattato di un omicidio e, procedendo con le indagini, scopre che nello stesso piccolo paese ci sono state di recente altre morti sospette. Mentre Koo Kyung-yi inizia a sospettare che un serial killer sia all'opera, viene contattata da una donna potente che dice di voler formare una task force segreta per catturare questo misterioso assassino. Detta così, potrebbe sembrare una trama da thriller classico, ma qui si è scelto di prendere la strada dell'umorismo - alla coreana, ben inteso. Tra battaglie tra cervelli e continui colpi di scena/cambi di gabbana, non c'è modo di annoiarsi, caso mai bisogna stare attenti e non perdersi per strada. Nel cast ho riconsciuto Kim Hae-Sook (la donna potente), Jung Suk-Yong (il suo braccio destro) e Kim Gang-Hyun (l'uomo che si è finto scomparso).

sabato 12 marzo 2022

decima settimana

Due cose mi sorprendono sempre quando ricomincio a camminare dopo un lungo periodo di inattività: che riprendo il ritmo molto più velocemente di quanto penso e che d'improvviso le mie gambe sembrano impazienti di uscire e muoversi. Sono entrambe ottime notizie, e tra l'altro aver ripreso a camminare mi porta anche un benessere psicologico perchè da sempre ho trovato giovamento nel distrarre la mente dai pensieri tramite i passi. Mi sono ricordata di una massima di Kierkegaard che avevo letto per la prima volta molto tempo fa e che trovo sempre molto adatta: le idee fisse sono come i crampi ai piedi, la cura migliore è camminarci sopra. Non che abbia esattamente delle idee fisse al momento, però di sicuro c'è il rischio di farmi prendere dalla paranoia. Quindi ben venga un modo ulteriore di mantenere la mia preziosa serenità! 

In tutto lo sfacelo che ci circonda, almeno ho avuto modo di farmi grasse risate per la colossale figura di merda rimediata da Salvini in Polonia; evidentemente abituato agli standard nostrani, dove chiunque ormai dice e fa quello che vuole e poi si difende affermando che stava scherzando o che è stato frainteso, non gli sarà passata nemmeno per l'anticamera del cervello che esistano persone per le quali le azioni portano a delle conseguenze (il concetto di responsabilità, ormai alieno a molti dei miei connazionali, ahimè).

giovedì 10 marzo 2022

il giovane Wallander

 

Per come la vedo io, il titolo di questa serie è deliberatamente fuorviante. Potranno anche essersi ispirati alla creatura di Henning Mankell, ma essendo ambientata ai giorni nostri è evidentemente impossibile che il protagonista sia Kurt Wallander alle prime armi, essendo il personaggio originale nato nel 1948. L'altra cosa sulla quale si potrebbe trovare da ridire è che la serie sia stata girata in inglese benchè sia ambientata in Svezia, ma questo lo trovo un peccato veniale. Dunque, liberatici dal fardello dell'originale, basta guardare al tutto come a un prodotto a sé stante. Le due stagioni, composte entrambe da sei episodi, s'incentrano ognuna su un caso diverso. Il giovane Wallander è appassionato e fatica a mantenere il distacco emotivo coi casi che segue; malgrado ciò si guadagna la fiducia del suo capo (nella prima serie). A me è sembrato un prodotto ben fatto, anche se magari non mi ha entusiasmato come altre cose che ho visto; il personaggio di Wallander mi sembra ben costruito.


martedì 8 marzo 2022

gli ansiosi

 

Mi è piaciuta molto questa mini-serie svedese che è tratta dal romanzo omonimo di Fredrik Backman, edito anche in Italia. Non ho mai letto nulla di Backman benchè in patria sia molto popolare, e non solo: i suoi libri sono stati tradotti in venticinque lingue, a quanto mi dice Wikipedia. Ma veniamo ai nostri ansiosi: è una giornata come tante in una piccola e sonnacchiosa cittadina. Alcune persone si recano a visitare una casa in vendita; c'è una coppia lesbica con una delle due donne molto incinta e l'altra inspiegabilmente brontolona, c'è una coppia che ha secondi fini, un'anziana che finge di essere in visita ma che in realtà è la padrona di casa, la dirigente della banca locale, un uomo vestito da coniglio e l'agente immobiliare. Dopo un po' c'è anche un rapinatore che è in fuga da un tentativo di rapina fallito e che, rifugiatosi nell'appartamento, prende tutti in ostaggio. Dopo diverse ore e un paio di strane richieste, gli ostaggi vengono liberati, ma quando la polizia fa irruzione, del rapinatore non c'è traccia. Dov'è finito? Mentre il veterano capo della polizia locale vorrebbe lasciare perdere perchè alla fin fine non è accaduto nulla di grave, il suo zelante figliolo insiste e interroga più volte gli ostaggi, convinto che stiano nascondendo qualcosa. Una storia che parla di rapporti umani e di quanto sia importante ascoltare il nostro prossimo per capire che ognuno di noi porta una croce.


sabato 5 marzo 2022

nona settimana

 

Conclusosi il Japanese Film Festival, mi sono ritrovata con il tempo libero necessario per mantenere il proposito di due settimane fa e sono stata a camminare per ben quattro volte. Sono stata quasi sempre lungo il fiume; è un percorso che mi piace perchè anche nel tratto che attraversa la città si è lontani dal traffico, ma ancora una volta si è completamente sotto il sole e quindi per me è possibile andarci solo quando le temperature sono basse. Mi sono divertita a fare foto ai graffiti che ho trovato sotto i ponti. Ho anche ricominciato a cucire per le bambole, dopo una pausa di alcune settimane dovuta più che altro alla pigrizia. L'anno scorso ho provato diversi modelli, ma non tutti hanno funzionato (e non solo per colpa mia), quindi quello che ho in mente di fare ora è una cernita di tutti i vestiti fatti finora per eliminare quelli che non mi soddisfano. Malgrado la situazione internazionale, o forse proprio a causa di essa, vivo il più serenamente possibile. Ci ho messo un bel po' di anni a impararlo, ma adesso il fatto di non potere fare nulla per cambiare certe cose anzichè provocarmi rabbia o ansia mi spinge a godermi il più possibile il presente.


giovedì 3 marzo 2022

Japanese film festival - terza parte

ReLIFE 

リライフ

Questa volta il punto di partenza della storia è un manga; ne è stata tratta anche una serie anime. Non conosco nessuno dei due e quindi non so quanto questo film sia simile a precedenti, quello che posso dire è che mi è sembrato molto carino, anche se molto spesso i film tratti dai manga lasciano piuttosto a desiderare. Il protagonista è Kaizaki, un ventisettenne che si sente fallito. L'inizio dei problemi è stato il suo prendersi a cuore i maltrattamenti subiti da una collega d'ufficio, cosa che lo ha portato poi a licenziarsi per finire incapace di trovare un altro lavoro. Una sera gli si presenta davanti un uomo che gli propone di partecipare a un esperimento: se accetta, dovrà ingerire una pillola che lo farà ringiovanire di dieci anni, così tornerà a scuola e in qualche modo avrà modo di ricominciare. Dapprima scettico, Kaizaki accetta soprattutto per via dei vantaggi economici dell'offerta, e così si ritrova all'ultimo anno delle superiori dove farà amicizia con alcuni compagni ma soprattutto scoprirà la sua vocazione, cosa che gli permetterà di rimettersi in carreggiata una volta concluso l'esperimento. Non manca la vena romantica che si conclude un po' alla Kimi no na wa. Il protagonista è interpretato da Nakagawa Taishi, mentre tra i compagni di classe c'è Takasugi Mahiro; l'uomo che ingaggia Kaizaki è Chiba Yudai.

The chef of South Polar

Nankyoku Ryurinin 南極料理人

Uscito nel 2009, questo film è basato sull'autobiografia di Nishimura Jun e ci mostra uno spaccato di vita nell'Antartico. Il cuoco Jun viene assegnato a una missione scientifica che dovrà rimanere tra i ghiacci per oltre un anno; con lui ci sono altri sette uomini. Jun è partito controvoglia perchè è stato scelto per rimpiazzare un collega infortunatosi all'ultimo minuto, ma prende comunque il suo lavoro molto seriamente, preparando una serie di piatti che non sfigurerebbero in un ristorante stellato. Intanto i compagni di avventura passano da momenti di allegra convivialità ad altri di crisi, perchè la vita in quelle condizioni non è certo facile. Pellicola molto gradevole con diverse scene divertenti, il cui regista è quell'Okita Shuichi che ho incrociato e apprezzato diverse volte in passato. Quanto al cast, Sakai Masato interpreta Jun e tra i suoi compagni ci sono Namase Katsuhisa, Kora Kengo e Toyohara Kosuke.

Bread of happiness

Shiawase no Pan しあわせのパン

Quando è uscito nel 2012 questo film ha avuto grande successo al botteghino, forse perchè il genere non era ancora inflazionato. Si tratta infatti della tipica storia in cui c'è gente che (ri)trova la felicità attraverso i sapori della cucina casereccia e una vita semplice. Rie e Nao hanno aperto un locale in Hokkaido, presso il lago Toya. Lui è un panettiere, lei cerca un uomo che incarni il suo ideale di amore romantico di bambina. Passano le stagioni, i clienti vanno e vengono e alla fine sono tutti felici e contenti. Non dico che non sia un film carino, ma mi sa che ciò che ho apprezzato di più sono stati l'ambientazione e la gastronomia. Oizumi Yo (che conosco più come doppiatore) interpreta Nao e ha dovuto fare un corso da panettiere per essere più credibile durante le riprese; nel cast ci sono anche Hiraoka Yuta, Kimiko Yo e Mitsuishi Ken.

Time of Eve

イヴの時間 Ivu no jikan

Inizialmente Time of Eve era una serie di sei episodi che poi sono stati fusi e integrati da brevi parti inedite per ottenere questo lungometraggio. La storia è ambientata in un futuro prossimo in cui i robot sono usati comunemente e da pochi anni sono stati introdotti anche gli androidi, generalmente utilizzati come baby-sitter o servitori. Gli androidi si distinguono dagli essere umani solo per una sorta di aureola; malgrado vi siano alcune persone che interagiscono con loro come se fossero veri e propri esseri umani, prevalgono diffidenza e disprezzo generalizzato. Rikuo, controllando il registro delle attività della sua androide domestica, scopre che si è recata di nascosto in un posto e, insieme ad un amico, decide di scoprire che posto è. Finisce così in un bar, il Time of Eve, dove vige la regola che umani e androidi devono essere trattati allo stesso modo (infatti gli androidi presenti hanno l'aureola spenta e così è impossibile capire chi si ha di fronte). Continuando a frequentare il posto, Rikuo a mano a mano comincia a conoscere gli avventori abituali e a capire che gli androidi sono molto più umani di quanto avesse mai creduto. Una bella riflessione sul rapporto su uomini e macchine che ai giorni nostri può forse apparire datata, ma bisogna considerare che questo film ha già dodici anni sul groppone. Tra i doppiatori sono presenti Fukuyama Jun (Rikuo) e Tanaka Rie (Sammy, la sua androide); il regista Yoshiura Yasuhiro è lo stesso di Patema inverted.