Non era riuscito a togliere tutto il sangue. Una linea scura come una parentesi gli era rimasta sotto l'unghia mediana della mano sinistra.
Career of evil è il terzo romanzo scritto sotto pseudonimo da JK Rowling che vede come protagonista l'investigatore privato Cormoran Strike. Questa volta egli si trova nel mirino di una sua vecchia conoscenza che lo vuole distruggere e che, per farlo, sta pianificando di uccidere e mutilare la sua segretaria Robin, prendendo così i proverbiali due piccioni con una fava perchè ammazzare gli piace e di vittime ne ha già fatte. Infatti tutto ha inizio quando proprio a Robin viene spedito un pacco che contiene la gamba amputata di una ragazza. Cormoran sospetta ben tre persone, ma la polizia di concentra su una quarta che si rivelerà estranea ai fatti. Gli tocca così di investigare in prima persona e ad un certo punto gli viene anche meno quel po' di collaborazione con la polizia che aveva perchè l'ispettore incaricato del caso viene sostituito da un altro che non lo può vedere. Intanto Robin, come se non bastasse essere nel mirino di un serial killer, ha problemi con il fidanzato alla vigilia delle nozze. Devo dire che questa serie di libri continua a stupirmi, ogni volta mi viene da pensare che il libro che sto leggendo sia migliore del precedente. La Rowling ha fatto proprio un gran bel lavoro, la trama gialla è sempre controbilanciata dalle vicende private di Strike e di Robin e l'equilibrio tra i due filoni è mantenuto perfettamente, tanto che il lettore è ugualmente curioso di scoprire chi è l'assassino e di sapere se Robin si sposerà a no.
Buia, l'acqua batte contro il molo. La settimana di pioggia ha fatto bruna l'ansa del fiume. Il fango smorza il riverbero del cielo chiaro, frena le ruote dei carri, impasta il passo dei buoi e delle donne, strappa bestemmie agli scaricatori dalle scarpe pesanti.
Per la prima e ultima volta nella storia di Venezia, nel 1480 tre ebrei vennero bruciati sul rogo in Piazza San Marco, accusati di aver ucciso un bambino e di avere usato il suo sangue per impastare le focaccine pasquali. Andrea Molesini parte da questo fatto realmente accaduto per costruire il suo romanzo, in cui la vicenda è vista attraverso gli occhi di Boris da Candia, studioso e assassino. Costui infatti ha già ucciso diverse volte in nome del bene comune della Repubblica; in questo caso gli si chiede di verificare la spinosa situazione che si è venuta a creare con l'arresto degli ebrei. Venezia infatti gli ebrei li considerava preziose risorse - lo erano certamente dal punto di vista economico - e il fatto che questi fossero stati riconosciuti colpevoli di un reato tanto odioso, benchè confessato sotto tortura, non poteva che portare a una condanna a morte, rischiando l'inimicizia della comunità ebraica. Il processo viene dunque trasferito a Venezia stessa, dove alcuni avvocati di Padova si assumono la difesa dei tre ebrei che sono chiaramente innocenti. Tuttavia la ragion di stato ha la meglio sulla giustizia, perchè dichiararli innocenti implicherebbe riconoscere la malafede delle autorità che per prime li avevano arrestati e accusare di falsa testimonianza metà della popolazione di Portobuffolè. Interessante ricostruzione storica; mi piace molto questo genere di romanzi perchè mi fanno conoscere qualcosa di nuovo.
La tempesta era cessata.
Saltellando lungo il limitare delle rocce, con i piedi che trovavano scarsi appigli, Pug stava frugando nelle piccole polle d'acqua con lo sguardo che saettava di qua e di là alla ricerca delle minuscole creature sospinte in secca dalla tempesta appena finita.
Raymond E. Feist è uno scrittore di libri fantasy di successo che, stranamente, non ho mai approfondito. Avevo letto un suo libro diversi anni fa, ignorando che si trattava dell'ultimo di una trilogia; francamente non ricordo che impressione mi avesse fatto, ma forse se avessi conosciuto meglio i mondi immaginari da lui inventati, avrei apprezzato di più. Per questo motivo parto ora dall'inizio, ovvero da questo Magician che non solo apre le porte di Midkemia, ma è anche il suo primo lavoro, a quanto pare ispirato al famoso gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Magician segue le vicende che avvengono in una parte di Midkemia nell'arco di circa nove anni. Inizia con un tredicenne Pug che sgambetta sulle sponde del mare e si conclude con lo stesso Pug che nel frattempo è diventato il mago più potente che si sia visto da secoli. Nel mezzo ci sta una guerra portata da soldati di un altro mondo, che arrivano a Midkemia tramite una porta dimensionale. Ci si difende come si può, ma la lotta si rivela comunque impari perchè i soldati alieni arrivano in continuazione mentre quelli di Midkemia sono in numero limitato. Non mancano i personaggi tipici del fantasy, ovvero elfi, nani, draghi e tutta una serie di altre creature. Di sicuro Feist ha messo un bel po' di carne al fuoco, ma la lettura del tutto si è rivelata molto piacevole. Peccato che di questo autore in italiano sia stata tradotta solo una minima parte dei suoi libri; mi dedicherò a questa e poi valuterò se procurarmi gli altri in lingua originale.
Ci sono giorni in cui te lo senti nelle ossa. Ti svegli e hai la certezza che niente girerà per il verso giusto, che faresti bene a restare a letto, voltarti verso il muro e tirarti il piumone sopra la testa.
Dopo aver finito di vedere la serie tratta da questo romanzo, ho deciso di leggere il romanzo stesso. La serie da principio mi era sembrata carina, poi è diventata progressivamente più lessa, e quindi ero curiosa di vedere l'originale. Per carità, non mi metto a fare paragoni tra libro e serie, dico solo che se avessero fatto un film invece, avrebbero potuto mantenere di più il brio e il divertimento del libro. Siamo infatti dalle parti di Bridget Jones, con una protagonista ironica e pasticciona, che in più ha il fatto di credere all'astrologia dopo aver conosciuto Tio, un attore che ne è appassionato. Alice ha alle spalle una relazione di lunga data e una serie di storie, tutte ugualmente finite, e nella sua ricerca del vero amore si butta in altre relazioni fallimentari mentre finisce per innamorarsi di un consulente assunto dalla rete televisiva per cui lavora. Lo stile in cui è scritto è pieno di ironia e riferimenti a film - per esempio, i titoli dei capitoli sono parafrasi di film famosi - e risulta molto piacevole e divertente. Mi ci voleva una parentesi così, con una storia che tanto sai che andrà a finire bene malgrado premesse e incidenti di percorso, e che è romantica senza essere smielata.
Non erano più uomini, erano i detriti della guerra sospinti dall'oceano Indiano sulle sabbie rosse dell'Africa.
The Golden Lion è stato scritto diciotto anni dopo il primo libro del ciclo dei Courtney, ma si colloca cronologicamente subito dopo, per cui mi è sembrato giusto e logico procedere con la lettura di questo, anche perchè pure i successivi di questa serie sono stati scritti ad anni di distanza e l'ordine di scrittura è diverso da quello della storia. Dunque qui siamo a poca distanza dalla fine del romanzo precedente, Uccelli da preda. Sembrerebbe che tutto vada per il meglio per Hal e Judith, se non fosse per l'infelice idea di ripassare da Zanzibar. Ignari che il loro mortale nemico si è salvato dall'incendio della sua nave e che, benchè gravemente mutilato, sia ancora in grado di fare danni, essi in generale sottovalutano il pericolo e si ritrovano così separati e a rischio della vita. Dopo il primo libro però mi sono fatta l'idea che Smith è il tipo di scrittore che tende a salvare sempre i suoi eroi e quindi non mi sono preoccupata più di tanto XD
Non c'era più nessunissimo motivo per alzarsi la mattina.
Robert Capa è stato uno dei fotografi di guerra più famosi del novecento e mi è sembrato che il periodo attuale si prestasse a leggere la sua autobiografia; essa si apre e si chiude con la stessa frase. Si tratta in realtà di un'autobiografia parziale perchè il racconto copre un periodo di tre anni scarsi, dall'estate del 1942 a quando viene dichiarata la fine sella Seconda Guerra Mondiale. Capa divenne fotografo per caso, infatti voleva fare il giornalista, ma immagino che se invece delle immagini avesse usato le parole, sarebbe comunque stato in prima linea. In queste pagine fa spesso capolino il suo senso dell'umorismo e s'intuisce una certa sensibilità; non era un cinico, insomma. Del resto per riuscire a emozionare con una foto occorre avere una buona dose di empatia. Leggo delle sue peripezie e mi dico che certe persone sono davvero speciali e hanno destini particolari; il suo è stato quello di essere al posto giusto al momento giusto, e nel suo caso non si è trattato solo di fortuna, ma anche di coraggio e intraprendenza. Credo che questa particolarità sia comune ai grandi fotografi che preferisco, perchè la tecnica e l'occhio non sono tutto. Perderlo all'età di quarantuno anni, quando avrebbe potuto fotografare per altri quarant'anni, è stata una vera tragedia.
«Per favore, Koi-san, vuoi aiutarmi? »
Sachiko vide nello specchio il volto della sorella che si era avvicinata e, smettendo di incipriarsi le spalle, le tese subito il piumino.
Benvenuti a casa di Sachiko. In realtà la storia riguarda non solo lei, ma anche le sue tre sorelle, però Sachiko sembra il punto di riferimento principale. La vicenda si svolge tra il 1936 e il 1941 ed è la descrizione di precisione quasi chirurgica delle dinamiche familiari e dei rapporti interpersonali di un gruppo di persone molto legate alla tradizione. La famiglia di origine delle quattro sorelle è stata ricca e potente; ora decaduta, mantiene però gli stessi standard di decoro e si comporta come se la propria posizione sociale fosse rimasta invariata. La vera rogna è il fatto che non si riesce a trovare marito per la terzogenita, Yukiko. Prima della decadenza c'erano stato diversi pretendenti più che adatti, tutti però respinti. Ora Yukiko ha passato la trentina e si deve accontentare delle briciole sia per l'età che per la nuova situazione della famiglia. I candidati che le vengono proposti però hanno tutti qualcosa che non va, che si tratti di una madre malata di mente - non sia mai che la follia sia genetica e possa trasmettersi ad eventuali figli - o di eccessiva devozione verso la prima moglie deceduta - e quindi come potrebbe un uomo così amare altrettanto la seconda moglie? E ci sono conoscenti da non offendere, obblighi da rispettare, le buone maniere - quelle sempre! Sasame yuki 細雪 cita diversi avvenimenti accaduti in quel periodo - vedi la grave alluvione di Kobe nel 1938 - e pare che Tanizaki si sia liberamente ispirato a persone di sua conoscenza per creare alcuni personaggi. La pubblicazione a puntate su una rivista nel 1943 venne interrotta dalla censura poichè le autorità ritennero che il libro si focalizzasse su argomenti che in tempo di guerra andavano maggiormente evitati, ovvero le vite molli, effeminate e grossolanamente individualistiche delle donne. Anni dopo, quando vene pubblicato per intero, ebbe grande successo e ricevette un premio; ne sono state tratte diverse versioni cinematografiche e televisive.