Non presto attenzione agli oroscopi, li leggo più che altro per farmi una risata, ma mi viene da dire che le previsioni di dicembre per il mio segno ci hanno azzeccato in pieno perchè è stato un mese abbastanza meh. C'è da dire che il periodo delle feste per me è più fonte di stress che di piaceri. Anche se nel corso degli anni sono riuscita a ridurre al minimo le incombenze inevitabili, il solo sapere che siamo in quel particolare periodo dell'anno mi crea una sorta di irritazione latente e mi porta a fare il conto alla rovescia per il 7 gennaio. Sarebbe andato tutto meglio se non fossi nel mezzo di una crisi creativa. Niente di grave, nel senso che non sono completamente bloccata, però non mi vengono nemmeno le buone idee che mi venivano tempo fa. Ci sta che nella vita si abbiano degli alti e bassi perciò non sono preoccupata, spero solo che passi presto, anche perchè gennaio e febbraio sono due mesi noiosi per definizione dato che è invero e fa freddo e quest'anno abbiamo più cieli grigi che sole. Ultimamente stavo anche pensando che mi piacerebbe fare qualche cambiamento qui sul blog, ma per ora ho deciso solo di tornare alla filosofia con la quale lo iniziai anni fa. Niente, non mi resta che augurarvi un Felice Anno Nuovo - malgrado le prospettive future non siano esattamente rosee per nessuno - e ci vediamo qui l'anno prossimo! ^___^
venerdì 31 dicembre 2021
mercoledì 29 dicembre 2021
letture di dicembre
Il brusio si levava dalla strada come un ronzio di mosche. I fotografi erano ammassati contro le transenne presidiate dalla polizia, i lunghi zoom delle macchine fotografiche puntati, i respiri che si condensavano come vapore.
A volte mi sembra proprio di arrivare con l'ultimo treno. Per esempio, non avevo idea che J.K. Rowling avesse scritto una serie di libri gialli con lo pseudonimo di Robert Galbraith. A parte la saga di Harry Potter, avevo letto un altro suo libro al di fuori di essa, ovvero Il Seggio Vacante, che mi era piaciuto molto, di conseguenza sapevo che non sarei rimasta delusa nemmeno questa volta perchè, polemiche sulla sua presunta avversione alle persone transessuali a parte, credo che nessuno possa mettere in dubbio la sua bravura come scrittrice. Tra l'altro ho anche saputo che dai libri dedicati al detective privato Cormoran Strike è pure stata tratta una serie TV, passata però su canali che non frequento. Dunque, questo Cormoran Strike in questa sua prima avventura parte maluccio: ha rotto con la fidanzata e di conseguenza si è trovato senza casa, visto che viveva a casa sua, non ha quasi clienti e quindi non può ripagare il prestito per l'ufficio, rischiando di perdere pure quello. Grande e grosso e con una protesi a una gamba - conseguenza del suo ferimento quando era militare in Afghanistan - si porta dietro una scomoda discendenza, in quanto figlio illegittimo di un famosissimo cantante. Le cose cambiano quando nel suo ufficio entrano prima Robin, la segretaria che gli ha spedito l'agenzia di lavoro interinale, e John Bristow, fratello adottivo di una top model recentemente suicidatasi, il quale vuole assumerlo per indagare in quanto convinto che la sorella sia in realtà stata uccisa. Cormoran dimostra di essere un investigatore abile e scrupoloso, tanto quanto Robin si rivela competente e intelligente; peccato che lui non abbia ancora abbastanza soldi per permettersi di tenerla a lavorare per lui, e lei abbia un fidanzato che non vede per nulla di buon occhio che lavori per Cormoran. Quanto al caso, verrà brillantemente risolto rivelando un colpevole del tutto inaspettato. Visto che il libro mi è piaciuto, penso proprio che proseguirò nella lettura dei successivi.
Era una fresca mattina di novembre. Dal soffitto di vetro della grande stazione piovevano saette di luce chiara e abbagliante sul frenetico andirivieni dei passeggeri e dei facchini, che correvano con i carrelli carichi di bagagli sui pavimenti di marmo bianco.
Era il 1991 quando uscì il film Pomodori Verdi Fritti, tratto dal best seller di Fannie Flagg; ricordo che il film mi piacque molto e successivamente lessi anche il libro. Questo The Wonder Boy of Whistle Stop, ultimo lavoro della Flagg, ci riporta in quei luoghi e, parzialmente, in quei tempi. Formato da molti brevi capitoli, non ha una struttura cronologicamente normale, in quanto saltella disinvoltamente tra diversi anni e diversi personaggi, anche se il filone più consistente riguarda Buddy Threadgoode, il figlio di Ruth. Diversi capitoli servono più che altro per farci sapere che fine hanno fatto gli abitanti di Whistle Stop, ormai abbandonata e in rovina, e per completare la storia di Buddy. Egli, ormai anziano, vive in una casa di riposo di lusso, è vedovo e gli resta solo la figlia Ruthie, vedova pure lei. Un giorno, vinto dalla nostalgia, Buddy fugge dalla casa di riposo per tornare a rivedere Whistle Stop, ma si perde; è grazie a questo incidente però che Ruthie conosce Evelyn e insieme le due donne s'imbarcano nel progetto di restauro e recupero della vecchia cittadina. Che dire? Niente a che vedere con il primo libro; i lettori americani l'hanno molto apprezzato soprattutto perchè è il sequel dell'altro, ma io l'ho trovato piuttosto inconsistente, per non dire che non ho gradito l'alto livello di zuccherosità.
I Cotswold, nelle Midlands, sono rinomati per la loro bellezza. Sono considerati tra i pochi luoghi dove la bellezza è opera dell'uomo, perchè la loro attrattiva risiede nei giardini e nei cottage con il tetto di paglia.
Ritrovo con piacere Agatha Raisin, la sboccata investigatrice privata cinquantenne con un debole per gli innamoramenti improvvisi e totalizzanti della quale avevo fatto la conoscenza un anno fa. Problema: il libro letto allora era il terzo della serie, questo è il ventinovesimo! Mi manca tutto ciò che sta nel mezzo, anche se ciò non ha influito sulla comprensione della presente storia. Qui Agatha si trova alle prese con alcuni appassionati suonatori di campane e un vescovo tanto attraente quanto truffaldino. Ci scappa più di un morto e la stessa Agatha - che non manca di innamorarsi perdutamente di un giornalista ahimè già sposato - finisce sepolta viva. Come un personaggio afferma ad un certo punto, il suo più che talento è culo, infatti non sembra mai impegnarsi più di tanto nell'indagare, ma gli indizi le piovono addosso. La gradevolezza di questo libro è data dall'insieme dei personaggi, molto British, dal senso dell'umorismo e naturalmente dal comportamento di Agatha.
It was a grey cold day in late November. The weather had changed overnight, when a backing wind brought a granite sky and a mizzling rain with it, and altough it was now only a little after two o'clock in the afternoon the pallor of a winter evening seemed to have closed upon the hills, cloaking them in mist.
Daphne du Maurier è una scrittrice che mi piace moltissimo perchè unisce alle trame interessanti e coinvolgenti uno stile elegante e aggraziato. Naturalmente la cosa migliore è leggerla in originale, cose che a questo giro ho fatto, anche perchè era da un po' che non sottoponevo il secondo (o era il terzo?) neurone ad allenamento. Da questo Jamaica Inn è stato tratto uno sfortunato film diretto da Alfred Hitchcock - distribuito da noi col titolo Taverna alla Giamaica. Pure i migliori sbagliano, e pare che di questa pellicola si salvi solo l'interpretazione di Charles Laughton; io non ricordo di averla mai vista, malgrado il titolo suggestivo che con la Giamaica non ha nulla a che vedere. L'ambientazione è infatti quella della Cornovaglia; siamo all'inizio dell'Ottocento e Mary, rimasta orfana e costretta a vendere casa e proprietà per pagare i debiti, si reca a vivere con la zia Patience. Da parecchio non la vede e il ricordo della donna piena di vita viene sostituito dalla presente versione sottomessa e dall'aria di fantasma; Mary non tarda a capire che la colpa di questa trasformazione è del marito di Patience, nonchè padrone della taverna, Joss. Costui è uno strano misto di fascino e rudezza; dalla corporatura quasi da gigante, innamorato più della bottiglia che della moglie, sembra però provare una sorta di rispetto per Mary, che gli tiene testa. Joss è però anche un criminale; Mary pensa che sia dedito solo al contrabbando, ma poi salta fuori che è a capo di una banda di assassini che provocano naufragi e uccidono le persone a bordo delle navi per derubarle. Il libro dovrebbe ricadere nel genere gotico, e difatti le atmosfere sono spesso lugubri, le situazioni e i personaggi descritti con una buona dose di drammaticità, il paesaggio tormentato dal maltempo rispecchia l'umore di Mary, ma soprattutto è un libro che si legge d'un fiato, per la curiosità di sapere come andrà a finire. Grandissima nuovamente dunque la Du Maurier.
Mi ha lasciato. Quest'ultimo colpo, il più tremendo di tutti, mi ha messo al tappeto. Non riesco a soffermarmi su questo pensiero abbastanza a lungo da farmi un'idea pur vaga del perchè sia accaduto.
Grazie a questo romanzo ho fatto la conoscenza di Elizabeth Jane Howard, autrice che sicuramente frequenterò anche in futuro. Questo Falling, pubblicato nel 1999 e dal quale è stato tratto un film per la TV, mi è infatti piaciuto molto. Il romanzo viene narrato a due voci: quella in prima persona di Henry e quella in terza di Daisy. I due vengono analizzati con precisione chirurgica, che detto così potrebbe far pensare qualcosa di freddo e impersonale, ma ciò che intendo è che i loro pensieri sono esplicitati in modo da permetterci di capire che cosa alberga nei loro cuori. Entrambi non più di primo pelo, avviano una relazione. Una storia romantica quindi? Lo sarebbe, se Henry non fosse uno psicopatico che si è sempre servito delle sue relazioni con le donne per campare senza dover lavorare; ha dalla sua la capacità di individuare i punti deboli, l'abilità di sfruttare queste debolezze in un gioco che somiglia a una caccia orchestrata con grande abilità. In questo caso riesce a penetrare la corazza di Daisy, che invece ci appare fragile e umanissima nella sua iniziale rinuncia a relazioni future dopo che è stata lasciata dal compagno più giovane di lei. Il suo bisogno di amore però è troppo grande e così la vediamo cadere nella trappola di Henry. La storia è interessante proprio per la contrapposizione di questi due caratteri; è un po' come se leggessimo i pensieri di un serial killer e della sia vittima. E' uno di quei libri che da un lato si divorano e dall'altro non si vorrebbe che finissero.
Loro sono le figlie del fiume. Avanzano in punta di piedi verso le rapide durante le ultime ore della notte, mentre cantano i merli. Quando la terra è bagnata e soffice. Una fitta nebbia aleggia sulla superficie scura e tutto a un'aria magica.
A un certo punto mi sono accorta che i libri letti fino ad allora erano tutti opera di donne, quindi ho deciso di concludere il mese con un'altra scrittrice, la finlandese Elina Backman, e con il suo romanzo di esordio Kun kuningas kuolee (quando muore il re). La storia avanza su due binari paralleli che a un certo punto convergono; da un lato c'è Saana, da poco licenziata ed esaurita, che decide di passare l'estate a casa della zia, ad Hartola; dall'altro c'è Jan, detective con la madre sul letto di morte, che si trova per le mani un delitto bizzarro. Per ingannare il tempo, Saana si interessa alla morte di una quindicenne avvenuta trent'anni prima in circostanze mai chiarite; pensando di ricavarne un libro o un podcast, comincia a indagare in giro. Jan invece s'interessa di un altro cadavere comparso proprio ad Hartola, visto che le caratteristiche dell'omicidio sono le stesse del primo. E' facile intuire che i due casi sono collegati. Allora: parlare di nuova regina del giallo scandinavo è certamente esagerato, però la Backman ha fatto un buon lavoro. Quello che non mi ha convinto al 100% è stato l'indulgere nel finalino romantico, anche se non è certo la prima che farcisce le trame gialle di dettagli sulla vita privata dei suoi investigatori.
venerdì 24 dicembre 2021
auguri!
Buone Feste a tutti! Oggi devo fare i miei tradizionali biscotti di Natale, poi passerò domani e dopodomani a mangiare come un troll e collassare per metà pomeriggio XD
mercoledì 22 dicembre 2021
Coyotes
Un gruppo di boyscout belgi si reca in Lussemburgo per un campo di due settimane. I ragazzi sono divisi per gruppi; quelli che interessano a noi sono i Coyotes. Ai quattro membri storici si unisce Kevin, migliore amico di uno di questi. Kevin è un ragazzo che ama sballarsi, ragion per cui il fratello - anch'egli scout - è incaricato di tenerlo sott'occhio continuamente dal padre. Malgrado ciò, già la prima sera del campo egli sgattaiola nella città vicina e passa la notte tra alcol e droga insieme a Marie, una ragazza del posto. E' ancora sballato quando si tuffa in un lago, trova una grotta sotto la superficie e quella che gli appare come una sirena gli regala una busta piena di diamanti. Naturalmente questo è l'inizio di tutti i guai, perchè la sirena in realtà è il cadavere di Toni, un altro ragazzo che un paio di giorni prima i diamanti li ha rubati a un doganiere che traffica in merci di valore contrabbandate e che è disposto a tutto per riaverli. Lo spunto di questa mini-serie è interessante, la realizzazione è invece un po' incartata, però malgrado questo non è certo da buttare. L'epilogo poi è di quelli che non ti aspetteresti, anche se una storia così sai comunque che non può finire bene.
lunedì 20 dicembre 2021
Lucifer
Finalmente ho finito di vedere Lucifer, ed è un finalmente che sta a significare che non ne potevo più! Ho rimandato la visione di questa serie per via della sua popolarità - per il solito motivo per cui le lodi altrui elevano le mie aspettative e per contro finisco delusa - e mi sono decisa a guardarla dopo aver saputo che la sesta stagione sarebbe stata quella finale: già che è una serie lunga, non volevo anche correre il rischio di restare ulteriormente in sospeso. La trama è nota: il diavolo si prende una vacanza dalle sue attività infernali e si trasferisce a San Francisco dove vive gozzovigliando e gestendo un locale di lusso, tutto ciò fino a quando non incontra la detective Chloe Decker della quale s'innamora. Allora: io sono una di quelle persone a cui i vampiri piacciono cattivi, non erbivori (tanto per fare un esempio), perciò finchè Lucifer è stato uno spensierato libertino, la cosa mi ha divertito. Certo, il piacere era dato dalle divertenti interazioni tra lui e gli altri personaggi, mentre la trama gialla era un flebile pretesto - fino alla quarta stagione i casi erano talmente semplicistici che bastava cercare il colpevole più improbabile: era sempre quello. La storia però si è evoluta, cosa certamente positiva perchè si è arrivati a un finale ragionato nel quale tutto torna; a me però continuava a piacere il Lucifero spensierato e libertino, per cui a mano a mano che le cose si complicavano ho cominciato a provare molta insofferenza. Insomma, sono arrivata alla fine per lo stesso motivo già descritto QUI: Tom Ellis, che interpreta Lucifer, è un gran bel pezzo di diavolo. Ha contribuito moltissimo a farmelo piacere la sua bella voce e l'accento british che sfoggia; tra l'altro, per curiosità, ho voluto sentirlo in versione doppiata e ho compreso che non sarei mai arrivata alla fine delle sei stagioni se l'avessi sentito parlare in italiano, con una voce del tutto anonima. Insomma, ancora una volta devo concludere che soffro della stessa sindrome di Wanda!
venerdì 17 dicembre 2021
intervallo natalizio
I am not a Christmas person
Da diversi anni sono diventata insofferente alle festività natalizie. Il fatto che si comincino a vedere decorazioni natalizie in giro già a fine novembre è qualcosa che mi fa venire regolarmente la nausea, lo stesso dicasi per la precoce apparizione di panettoni e pandori al supermercato. Quando ero giovane, l'albero si faceva l'8 dicembre, per dire. Insomma, per me è difficile sopportare tutto l'ambaradan natalizio, per cui cerco di comprare i regali con doveroso anticipo in modo da dover uscire solo per le normali commissioni a ridosso delle feste - e già così non è facile. Ho detto spesso che vorrei trasferirmi in cima a un monte fino al 7 gennaio, dato che non riesco a farlo supplisco restando ancora di più chiusa in casa. Per fortuna ho pochi parenti e pochi amici, per cui il giro degli auguri e dei regali si risolve velocemente, e anche i tradizionali pranzi delle feste sono limitati alla cerchia più stretta.
Il regalo perfetto
I regali sono una dolente nota ai giorni nostri, visto che noi viziati abitanti del primo mondo abbiamo già tutto. Per questo in famiglia abbiamo due opzioni: il regalo su richiesta - che almeno ci si prende - e/o il regalo cretino - quella è una mia specialità, perchè mi piace vedere la faccia che fanno quelli che lo ricevono. A me però regali cretini non ne fanno mai, quindi volevo proporre una piccola selezione di cose che mi piacerebbero:
mercoledì 15 dicembre 2021
Basta un caffè per essere felici - Kawaguchi Toshikazu
Erano ventidue anni che Gotaro Chiba mentiva alla figlia.
Come ha scritto Fëdor Dostoevskij: «La cosa più difficile nella vita è vivere senza mentire».
Non ho molto da dire su questo libro, seguito di Finchè il caffè è caldo, perchè ripropone la stessa ambientazione e le stesse dinamiche di quello. Siamo ancora nel bar dove si trova la sedia speciale dalla quale è possibile viaggiare nel tempo; in questo secondo libro sono quattro le vicende narrate, accomunate dal fatto che c'è una bugia dietro ogni storia. Difatti il titolo originale è この嘘がばれないうちに kono uso ga barenai uchi ni, ovvero prima che questa bugia sia rivelata. Chiaramente il titolo dell'edizione italiana ha voluto giocare sulla continuità col primo libro. Penso che a chi è piaciuto quello, piacerà anche questo. Personalmente l'ho trovato gradevole, ma mi è venuto meno l'effetto sorpresa, per così dire. Preparatevi, perchè ne è stato scritto un terzo.
lunedì 13 dicembre 2021
Earwig e la strega
アーヤと魔女 Aaya to majo è una produzione dello Studio Ghibli per la televisione, diretta da Gorou Miyazaki (il figlio di Hayao) e tratta dall'omonimo libro postumo di Diana Wynne Jones. Realizzato con l'animazione di tipo 3D - dunque molto diverso da ciò a cui ci ha abituati lo Studio Ghibli - questo film ha come protagonista una bambina, Erica nell'edizione italiana, che viene abbandonata davanti alle porte di un orfanotrofio quando è ancora in fasce. Anni dopo Erica, che è tanto furbetta quanto carina, in pratica fa il bello e il cattivo tempo all'orfanotrofio, dove spera di restare sempre in compagnia del suo amichetto del cuore. Un giorno però arriva una strana coppia che l'adotta; lei è una strega e lui un demone, ed Erica in realtà dovrà fare da serva per la strega. La ragazzina però ha altri piani e, a furia di brigare, prenderà il potere anche a casa dei due. Allora: se non avessi visto il familiare logo dello Studio Ghibli in apertura non avrei mai e poi mai immaginato che questo film sia uscito da lì, se non altro appunto per il discorso dell'animazione. Di sicuro non è ai livelli dei lavori migliori, si colloca piuttosto tra quelli riusciti peggio - con tutto che il peggio dello Studio Ghibli è relativo. Resta comunque un prodotto carino, ma senza particolari meriti, appartenente alla categoria dei senza infamia e senza lode. Quanto al cast dei doppiatori, abbiamo la giovane attrice Hirasawa Kokoro nel ruolo di Erica, Terajima Shinobu (la strega), Toyokawa Etsushi (il demone) e Hamada Gaku (il gatto).
sabato 11 dicembre 2021
Bright: Samurai Soul
Ho saputo dell'esistenza di questo anime perchè seguo Miyavi su Facebook e lui l'ha segnalato in quanto ha prestato la voce a uno dei personaggi, il malvagio Kouketsu. Ispirato al film Bright (di cui avevo parlato QUI), ripropone un'alleanza tra un umano e un orco, ma a questo giro gli elfi sono dalla parte dei buoni. Ambientato in epoca Meiji, ha come protagonisti l'ex-samurai Izou e l'orco Raiden (doppiato da Hirakawa Daisuke); entrambi si trovano a proteggere una ragazzina elfa, Sonya, dalle mire di una setta che vuole sfruttare il potere di Sonya per i propri fini. Se devo dire la verità, questo anime non mi ha entusiasmato. Non è nemmeno che mi abbia fatto schifo, per carità, solo che non mi ha trasmesso niente a livello emozionale. La trama è abbastanza prevedibile e non mi ha coinvolto. L'animazione invece lascia un po' a desiderare, si è visto di molto meglio. Sul fronte dei doppiatori invece, oltre ai due già citati, ci sono diversi nomi noti, anche se in ruoli minori: Sakamoto Maaya (Chihaya), Tsuda Kenjiro, Miyano Mamoru e Suzumura Kenichi.
mercoledì 8 dicembre 2021
true story
Lo confesso: ultimamente un grosso peso nel decidere quali serie guardare è costituito dalla durata delle stesse, infatti mi sono impelagata nella visione di una che ha sei stagioni con molti episodi e non finisce più, per cui alterno con cose brevi. Questa qui per esempio è di soli sette episodi di mezzo'ra, a parte il pilot; non sapevo bene che cosa aspettarmi e sono felice di poter dire che è stata un'altra bella sorpresa. La potremmo definire una commedia nera, anche giocando sul fatto che neri sono i protagonisti. The Kid è un popolarissimo comico che torna a Philadelphia, sua città natale, per una serie di impegni di lavoro. The Kid ha un passato burrascoso e incontrare il fratello maggiore Carlton lo riporta subito indietro. Tanto per cominciare, Carlton ha di nuovo bisogno di soldi perchè il suo ristorante è fallito, poi spinge Kid a bere benchè egli sia sobrio da diverso tempo. Il risultato è che Kid si sveglia con accanto la ragazza che aveva rimorchiato morta per overdose. Che fare? Se denunciasse la cosa, la sua carriera ne risentirebbe pesantemente, per non dire che i neri a Philadelphia non hanno vita facile. Ecco quindi che Carlton trova la soluzione; chiama un suo conoscente, appartenente alla mafia greca, per sbarazzarsi del corpo. E' solo l'inizio della catastrofe. Davvero molto bella questa serie e ottimi gli attori, da Kevin Hart (che è realmente un comico e per giunta nato a Philadelphia) a Wesley Snipes e a tutti i comprimari.
lunedì 6 dicembre 2021
elves
La protagonista di questa mini-serie danese sarebbe stata da prendere a sberloni e/o calci nel sedere dalla prima all'ultima puntata. So di essere una persona empatica, eppure c'è una categoria di individui che proprio non riesca a sopportale; in genere sono quelli che agiscono deliberatamente contro il buon senso, non perchè abbiano qualche nobile causa da difendere, ma semplicemente perchè non accettano che esistono regole da rispettare. Ovviamente però se la protagonista fosse stata una persona ragionevole e obbediente, non ci sarebbe stata la serie XD Dunque: la storia è quella di una famiglia di Copenhagen che si reca a trascorrere le vacanze su un'isola per allontanarsi dal caos cittadino e godersi la pace della natura e la reciproca compagnia. Ciò che ignorano è che su quest'isola vive da sempre una comunità di elfi, che non sono i pucciosi personaggi con le orecchie a punta dell'immaginario comune nè quelli fighi dell'immaginario fantasy, bensì delle creature che sembrano ricoperti di corteccia e che fono forniti di denti affilati, oltre ad avere una netta predilezione per la carne cruda. I pochi abitanti dell'isola li tengono chiusi all'interno di una recinzione elettrificata e offrono loro qualche mucca da sgranocchiare per tenerli tranquilli; l'arrivo dei quattro forestieri però romperà questa fragile tregua e tutto per colpa di Josephine, la ragazzina di cui sopra. Ragazzina che, trovandomela davanti, uno scapaccione e/o un calcio nel sedere glielo darei volentieri...
sabato 4 dicembre 2021
sexify
Ecco una di quelle serie che comincio a vedere senza sapere che cosa aspettarmi e che si rivelano delle belle sorprese. Sono anche contenta di sapere che verrà prodotta una seconda stagione perchè sono molto curiosa di vedere che cos'altro combineranno le tre protagoniste. Natalia, Paulina e Monika frequentano la stessa università, ma non potrebbero essere più diverse di così. Natalia è bravissima negli studi, nei quali ha risposto tutte le sue energie dando retta alla madre che da sempre le raccomanda di tenersi alla larga dai ragazzi; Paulina, la sua migliore amica, è invece fidanzata da tempo immemore e convive col suo ragazzo all'insaputa dei genitori che la credono risiedere negli alloggi per gli studenti; Monika, viziata figlia di papà, ha abbandonato gli studi da sei mesi per dedicarsi a una sfrenata vita sessuale dopo che si è lasciata col suo ragazzo. Le ragazze finiscono per collaborare al progetto di Natalia, un'app che concorrerà per essere finanziata dal Ministero e che potrebbe cambiarle la vita, se vincesse. E di cosa si tratta? Di trovare le condizioni giuste per agevolare l'orgasmo femminile. Chiaramente occorre fare delle ricerche sul campo per impostare i parametri necessari, e qui cominciano i problemi. Questa non è solo una serie molto divertente e che, al contempo, fa riflettere; questo è un manifesto politico. E mi fa ancora più piacere che si tratti di una produzione polacca, visto che negli ultimi anni il governo polacco non è stato amico nè delle donne nè della comunità LGBT. Non solo questo: infatti i problemi sollevati dalle ragazze sono universali, benchè più difficili da affrontare nelle società più maschiliste.
giovedì 2 dicembre 2021
un mese in quattro foto: novembre
Qua in famiglia continuiamo ad aumentare: dopo Cicci è arrivato Titti. Colpa della pappagallina di mio suocero che continua a sfornare uova come se non ci fosse un domani. Non tutte si schiudono e non tutti i pulcini sopravvivono. Titti ce l'ha fatta malgrado le beccate che si è preso sulla testa, forse per via del colore chiaro. Non è albino, ma è di un giallo tanto pallido da sembrare bianco. Sinceramente temevo che anche Cicci non ne gradisse la compagnia, ma ora sembra che la convivenza proceda senza problemi.
Novità anche a casa del figlio maggiore che, dopo i due gatti maschi presi l'anno scorso, ha deciso di adottare questa micina che ha chiamato Amelie. La piccola è stata trovata insieme al suo fratellino dentro a un cassonetto. E qui ci sarebbe da aprire una parentesi sulla crudeltà di gente che getta i gattini nel cassonetto, ma lasciamo perdere...
Approfittando degli sconti del Black Friday, ho comprato questa luce circolare che sto trovando molto comoda. Prima usavo due faretti, cosa che richiedeva il doppio del tempo per trovare l'angolazione giusta, e uno dei due aveva cominciato a darmi dei problemi, spegnendosi a tradimento quando pareva a lui. Questa luce la trovo molto comoda, sono soddisfatta del mio acquisto.
Questa bellissima Cinquecento famigliare l'abbiamo vista parcheggiata in stato d'abbandono in un granaio in collina. Che gran peccato lasciarla in queste condizioni! Meriterebbe di essere restaurata e magari rimessa su strada.