The Woman Who Ran (A woman who ran away)
Domangchin yeoja 도망친 여자

Questo film è l'ennesima dimostrazione che è una gran fortuna per il mondo che io non pretenda di fare il critico cinematografico visto che molto spesso le pellicole osannate dalla critica ufficiale sono quelle che a me piacciono di meno. Difatti questo film è stato presentato alla Berlinale del 2020 e Hong Sang-soo ha pure vinto l'Orso d'Oro come miglior regista. Prima di aver letto tutto ciò, quello che avrei detto io di questo film é: stile amatoriale, movimenti di camera praticamente inesistenti, il tutto si riduce a un continuo dialogo tra gli attori, cosa che potrebbe in certa misura far venire in mente Eric Rohmer che spesso era tutto dialogo e poca azione, solo che almeno Rohmer mi divertiva. Probabilmente sarò tarda, ma in questa storia non ci ho trovato nulla di interessante e mi ha anzi fatto slogare la mascella dagli sbadigli per arrivare alla fine (ed è pure breve). La trama? Una donna, interpretata da Kim Min-hee, per la prima volta in cinque anni di matrimonio se ne va in giro da sola a trovare le amiche mentre il marito è in viaggio d'affari. La teoria del marito infatti è che due che si amano devono sempre restare insieme. Non ho trovato alcuna morale o profonda verità rivelata nelle chiacchiere tra la donna e le altre, dimostrando ancora una volta che il mio livello è quello della casalinga di Voghera XD
I don't fire myself
Naneun Nareul Haegohaji Anneunda 나는 나를 해고하지 않는다
Nel caso aveste voglia di spararvi nei maroni, ecco il film adatto. Sessismo, mobbing e, più in generale, le dure condizioni di lavoro che si devono accettare per sopravvivere. Jeong-Eun fa l'impiegata in una ditta in cui le donne vengono regolarmente discriminate; a causa del suo voler far rispettare i propri diritti, viene trasferita presso una ditta subappaltatrice, con la speranza che si creino i presupposti per licenziarla. Qui viene accolta con ostilità e messa a fissare il muro, fino a che non insiste per andare a lavorare sul campo. Il lavoro però consiste nella manutenzione dei tralicci dell'alta tensione; pericoloso dunque, e lei per giunta soffre di vertigici. Però non si arrende e trova l'aiuto di un collega. Questo significa che la storia finisce bene? Assolutamente no. Unico volto noto Oh Jung-Se, nei panni del collega gentile.
Oasis
Oasiseu 오아시스

Questo film del 2002 è uno di quelli che ha contribuito a consacrare Moon So-Ri, che qui interpreta una ragazza affetta da paralisi cerebrale, e va detto che è dannatamente brava. Al suo fianco Sol Kyung-Gu che non è da meno. Uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna per omicidio colposo avendo investito e ucciso un uomo mentre guidava ubriaco, Jung-Do è pronto a ricominciare a fare danni. Egli infatti è leggermente ritardato; non è cattivo, ma è come un bambino cresciuto che ne combina una dopo l'altra. Recatosi presso la casa del figlio dell'uomo ucciso col quale vuole scusarsi, incontra la di lui sorella handicappata e comincia a frequentarla anche perchè il fratello ha traslocato, lasciandola a vivere da sola e affidandola alle cure della vicina. I due continuano a vedersi di nascosto da tutti, è chiaro che s'innamorano, ma una storia così può avere un lieto fine? Un film bello e intenso che vale sicuramente la pena di vedere. Nel ruolo del fratello maggiore di Jung-Do c'è Ahn Nae-Sang, mentre il regista Lee Chang-Dong è lo stesso di Poetry e Burning.
New Year Blues (New Year's Eve)
Saehaejeonya 새해전야

Questo è il genere di film con parecchi personaggi che, più o meno superficialmente, interagiscono gli uni con gli altri. Ci sono alcune coppie, alcune già consolidate, altre in divenire. Per esempio c'è un poliziotto (interpretato da Kim Kang-Woo) che viene incaricato di fornire protezione a una donna (Yoo In-Na) spaventata dal marito che non le vuole concedere il divorzio; c'è una ragazza (Lee Yeon-Hee) che viene mollata da fidanzato e che, per vendicarsi, decide di spendere i soldi che avevano risparmiato insieme per un viaggio, partendo per Buenos Aires dove incontra un coreano che si è trasferito lì (Lee Yeon-Hee); c'è il manager di un'agenzia di viaggi (Lee Dong-Hwi) in procinto di organizzare il proprio matrimonio con una cinese, se non che il suo impiegato svuota il conto corrente aziendale e scappa; infine c'è un atleta (Yoo Teo) che si sente inadeguato rispetto alla fidanzata (Sooyoung). Moltissimi i volti noti nel cast, uno per tutti Choi Si-won che fa un cameo. Penso che questo genere di film sia ad altissimo rischio polpetta, tuttavia, benchè abbastanza prevedibile, è stato piacevole da vedere.
Young adult matters (Adults don't know)
Eoleundeul-eun Mollayo 어른들은 몰라요

Che palle questo film! Sono empatica, ma ci sono alcune categorie di persone per le quali provo solo la grandissima voglia di riempirle di scapaccioni. E' il caso dell'irritante protagonista di questo film. Da principio non capivo se era stupida perchè soffriva di ritardo mentale o se era stupida e basta. Era vera l'ultima. Per più di due ore si è trascinata sghignazzando come una cretina, tagliandosi un braccio col cutter, vagabondando con lo skateboard e cercando tutti i modi possibili – tranne un onesto lavoro – per procurarsi i soldi per abortire. Sì certo, il disagio adolescenziale e blablabla... Quattro scapaccioni, altrochè!! Di tutti i personaggi, l'unico con un po' di sale in zucca era la sorellina tredicenne. Gli unici attori a me noti avevano ruoli minori, come Kim Kang Hyun che ha fatto un cameo nei panni di un agente immobiliare, Heo Jun Seok che era il padrone di un locale, Jo Sung Ha e Lee Seung Yeon (la coppia che si prende in casa la cretina).
Me and Me (Time gone)
Sarajin Shigan 사라진 시간

Il maestro di campagna Soo-Hyeok (Bae Soo-Bin) ha un segreto, che è anche il motivo per cui si è allontanato da Seoul: la moglie viene posseduta ogni notte da uno spirito diverso. Abitando in una casa isolata e avendo pochi contatti con la gente del luogo, lui spera che la cosa non si risappia, però succede che un vicino assiste a una delle possessioni della donna e lui deve confidarsi per calmarlo. In breve, malgrado l'uomo avesse promesso di mantenere il segreto, tutto il villaggio ne è al corrente. Per risolvere la cosa, gli abitanti decidono di montare dei cancelli di ferro davanti e porte e finestre della casa di Soo-Hyeok, col vicino incaricato di chiudere dentro la moglie ogni sera e andare ad aprire la mattina. Un giorno Soo-Hyeok chiede di essere chiuso insieme alla moglie per poterle stare accanto, ma durante la notte scoppia un incendio e naturalmente i due non possono fuggire e muoiono. Arriva il poliziotto Hyeong-Goo (Cho Jin-Woong) a investigare, trovandosi davanti a un muro di omertà in quanto le persone temono di essere incriminate per la morte della coppia, visto che avevano suggerito di rinchiuderla. Alla fine riesce a farsi raccontare l'incredibile verità, ma qualcosa di ancora più incredibile sta per accadere; il giorno dopo, tutti si comportano come se fosse lui il maestro. Film dallo spunto interessante che però finisce nella maniera per me più irritante, ovvero: non ci ho capito un cavolo! Il regista è quel Jung Jin-Young del quale ho visto altre cose che mi sono piaciute molto (un film su tutti: A Taxi Driver).