venerdì 30 aprile 2021

aprile (im)prevedibile

Il mese è cominciato con una catastrofe fantozziana che ha coinvolto il figlio maggiore. Superato l'iniziale momento di shock, abbiamo deciso che, siccome non si era fatto male nessuno, tanto valeva farsene una ragione e cercare di raccogliere i cocci. Per il resto, tutto è proseguito con la consueta flemma. Ho deciso di ricominciare a fare un po' di attività fisica, ma da quando c'è la pandemia e i miei concittadini hanno capito che passeggiare in collina è una delle poche occasioni per farla in barba ai divieti, i miei posti preferiti sono diventati troppo affollati per i miei gusti. Per me camminare infatti significa soprattutto passare del tempo da sola in mezzo alla natura; mi rilassa e mi aiuta a rendere fluidi i pensieri. Tuttavia se devo camminare in fila indiana o incrociare continuamente i soliti giulivi salutatori seriali, più che rilassarmi mi incarognisco XD Alla fine se ne salva solo uno, quello più lontano, frequentato prevalentemente da ciclisti che mi sorpassano ignorandomi. Mi mancavano quei momenti di serenità circondata dalla bellezza della primavera, anche se non mi faccio illusioni sulla durata di questo mio proposito: sono troppo pigra!!


mercoledì 28 aprile 2021

letture di aprile

There are so many different clichés in the story about how this whole thing started that I'm embarrased to revisit them.

Sono passati vent'anni da quando Carly ha sposato colui che pensava essere la sua anima gemella, ma la ritroviamo separata e in attesa di divorzio, oltre che in sovrappeso e madre di due adorabili figli adolescenti. Soprattutto la ritroviamo molto diversa dalla persona esuberante e impulsiva che avevamo conosciuto; non solo Carly ha accantonato le proprie priorità per occuparsi della famiglia, ma si sente anche responsabile per la morte di una delle sue più care amiche. Ci penseranno le altre tre amiche, insieme all'eccentrica zia (personaggio inserito per la prima volta) a restituirle in pieno la gioia di vivere. Molto carino anche questo libro, anche se mi è piaciuto di più il primo. Chissà se l'autrice scriverà il terzo libro della sagra fra altri vent'anni, una Carly settantenne potrebbe essere interessante XD

Un lungo sospiro. L'uomo si sveglia.

Qualcosa non va. Si sente debole, intorpidito. La testa gli gira, come se si fosse appena svegliato dopo una sbronza colossale.

Questo giallo per me è un grande mah. Cominciamo dalla trama: un serial killer si aggira per Milano strangolando le proprie vittime e lasciandole stese a terra con al collo una cravatta dorata. Due delle prima tre vittime sembrano avere un elemento in comune, ed è su quello che si concentra l'attenzione della polizia, ma poi si rivela un errore. Il vero colpevole è un insospettabile ed ha pure un complice (che avrà il suo momento di gloria nel seguito di questo libro). Allora: io non sono una di quelli che cercano di capire chi è il colpevole mentre leggono un giallo, ma qui ad un certo punto sembra che te lo spiattellino su un vassoio. Contemporaneamente continuavo a chiedermi se i poliziotti potessero essere davvero così stupidi. Un bel lavoro di editing (leggi: una dose massiccia di tagli) avrebbe fatto un gran bene, soprattutto per i molti dialoghi inutili, alcuni dei quali pure insensati. Soprattutto però mi chiedo una cosa: a che tipo di pubblico si rivolgono certi autori? Ad altri uomini di mezza età come loro, presumo, sennò non si spiega il fatto che le donne presenti siano tutte terribilmente stereotipate e quasi sempre descritte solo in base ai loro attributi fisici. Stendiamo anche un velo pietoso sulla solita storia d'amore tra il detective e la gran figa di turno: se non ce la mettono, sembra che non stiano bene. Insomma, l'idea di base poteva anche essere buona, è lo svolgimento che non mi è andato giù.

Ormai mi staranno cercando.

Mi fermo sulla scalinata di granito del museo, appoggiandomi al corrimano per sostenermi. Il dolore, più intenso che mai, mi attraversa l'anca sinistra, non del tutto guarita da quando me la sono rotta l'anno scorso.

Germania, 1944: Noa partorisce nell'istituto per ragazze madre dove ha trovato rifugio da quando i genitori (olandesi) l'hanno cacciata di casa perchè è rimasta incinta di un SS. La ragazzina, nell'ingenuità dei suoi sedici anni, ha visto solo un giovane attraente e non ha pensato a tutto il resto. Il bambino sarebbe destinato all'adozione, ma è bruno e ha gli occhi scuri, per cui medico e infermiere scuotono il capo perchè non corrisponde all'ideale ariano. Noa deve lasciare l'istituto e trova lavoro come inserviente presso una stazione; continua a pensare al bimbo che ha abbandonato senza nemmeno avere più la certezza che sia finito in buone mani. Una sera sente dei gemiti provenire da un vagone. Non è la prima volta che in stazione passano i convogli carichi di ebrei deportati, ma questa volta all'interno del vagone vi sono solo bambini piccoli. Quasi tutti sono già morti di freddo o in stato di incoscienza; Noa afferra l'unico che piagnucola ancora e lo nasconde, decidendo di tenerlo con sè anche perchè gli ricorda suo figlio. E' questo l'inizio di una storia che si basa su elementi reali: vera è l'esistenza del vagone pieno di bambini piccoli, così come vera è la vicenda del circo tedesco che diede rifugio a diversi ebrei durante la guerra. Noa infatti si unirà ad un circo condividendone le sorti. Questo The Orphan's Tale è dunque un romanzo con una base solida benchè personaggi e situazioni siano inventati. Com'è facile intuire, non si tratta certo di una trama allegra e leggera, ma in mezzo a tanta sofferenza c'è comunque posto per la forza d'animo dei protagonisti e per l'amore.

New York, 1946

Se non fosse stato per il secondo errore più grande della sua vita, Grace Healey non avrebbe trovato la valigia.

Anche questo secondo romanzo di Pam Jenoff, The Lost Girls of Paris, mi è piaciuto molto, direi anche più del precedente. Non fatevi ingannare dalla frivola copertina: siamo di nuovo in tempo di guerra e, ancora una volta, l'autrice si è ispirata a fatti realmente accaduti. Nella Francia del 1944 gli agenti del Special Operations Executive britannico (SOE) lavorano a stretto contatto con la Resistenza e i partigiani per sabotare i tedeschi e favorire lo sbarco in Normandia. Un ruolo non indifferente lo ebbero le donne, appartenenti al cosidetto Settore F creato da Vera Atkins. Nel libro ha un nome diverso e si tratta di un personaggio inventato, ma reale è il ruolo fondamentale che questa donne svolse, insieme alle agenti che riuscì a infiltrare in territorio nemico. La trama segue tre tracce: il punto di vista di Eleanor (la Vera Atkins reinventata), quello di Marie (una delle ragazze che lavora come spia in Francia) e quello di Grace (una giovane americana). Grace trova la valigia che Eleanor ha dimenticato in stazione a New York e, incuriosita, la apre; trova una busta con dentro dei ritratti di giovani donne e, senza pensare, la porta con sè. In seguito cercherà di capire prima a chi restituire le foto, poi chi rappresentano. Nel libro si parla di un tradimento che si scopre poi voluto; ovvero gli inglesi, dopo aver scoperto che le loro comunicazioni erano compromesse, decisero di stare al gioco e di continuare a inviare messaggi radio come se nulla fosse, in un misto di verità e menzogne per depistare i tedeschi. Non sono riuscita a capire se questo sia storicamente avvenuto, ma è vero che ci furono moltissime perdite tra gli agenti sul campo, incluse le donne. Alla fine della guerra Vera Atkins, così come il personaggio di Eleanor, si diede da fare per cercare di scoprire che ne fosse stato del centinaio di agenti dei quali non si ebbe più notizie, arrivando perfino a interrogare il famigerato Josef Kieffer, l'ex-capo dell'intelligence delle SS in Francia.

Remagen – l'antica Ricomagus dei romani – è una cittadina di circa 5000 abitanti, situata sul Reno a metà strada tra Colonia e Coblenza.

Siccome non c'è due senza tre, ma senza averlo fatto apposta, ecco che questo mese mi trovo a leggere il terzo libro che ha a che fare con la Seconda Guerra Mondiale. Questa volta però non si tratta di un romanzo, bensì di una vera e propria cronaca di guerra. L'autore, di origine tedesca, nel 1944 venne inviato in Germania in qualità di storico per documentare la guerra. Si trovava insieme alla 9° Divisione Corazzata quando questa ebbe l'opportunità di prendere il ponte di Ludendorff che attraversava il Reno in prossimità di Remagen. Siamo all'inizio di aprile 1945 e gli Alleati cercavano da tempo di impossessarsi di un ponte per attraversare il Reno, ma fino ad allora i tedeschi erano riusciti a farli saltare tutti. A Remagen una serie di circostanze fecero sì che il ponte non esplodesse, così che gli Alleati poterono servirsene per fare passare quanti più mezzi e truppe possibili, cosa che dal punto di vista strategico fu molto importante. Hechler dunque narra eventi vissuti in prima persona; in seguito egli riuscì a intervistare anche alcuni soldati e ufficiali tedeschi così da poter ricostruire la vicenda da entrambi i punti di vista. Devo dire che la lettura di questo libro si è rivelata avvincente, malgrado fossi un po' scettica al riguardo; temevo infatti un noioso elenco di battaglioni e cose così, invece anche solo il fatto di poter vedere le cose attraverso gli occhi sia dei tedeschi che degli americani è stato molto interessante.


lunedì 26 aprile 2021

tenebre e ossa

Shadow and Bone è il primo di una trilogia di romanzi fantasy di Leigh Bardugo. Ne ignoravo l'esistenza fino a quando non ho adocchiato questa serie su Netflix. Ambientata nel mondo di Ravka, terra immaginaria costruita a somiglianza della Russia zarista, ha come protagonista la giovane Alina, orfana mezzosangue. Alina lavora per l'esercito come cartografa insieme al suo amico per la pelle Mal, cresciuto insieme a lei all'orfanotrofio e ora impiegato come tracker. Ravka ha un serio problema: al centro del suo territorio si trova una spaccatura provocata da un potente mago del passato; si tratta di una sorta di barriera perennemente immersa nelle tenebre, al cui interno vivono dei mostri alati che attaccano e uccidono chiunque tenti di attraversarla. Oltretutto la parte di territorio che è oltre la spaccatura e che dà sul mare sta sviluppando idee secessioniste. Per eliminare la spaccatura occorrerebbe l'intervento di una figura leggendaria, un mago in grado di evocare la luce del sole. In effetti i maghi sono ampiamente impiegati per le loro capacità di manipolare gli elementi, tant'è vero che i bambini vengono testati per capire chi di loro ha qualche potere. Alina e Mal però hanno sempre fatto in modo di evitare di essere controllati perchè non volevano essere separati. Durante la traversata della spaccatura, l'equipaggio della nave, del quale fanno parte anche Mal e Alina, viene attaccato dai mostri; Mal viene afferrato e Alina, per la disperazione di volerlo salvare a tutti i costi, improvvisamente manifesta il potere del quale non è a conoscenza e, guarda un po', evoca la luce del sole. Iniziano così le peripezie della fanciulla, ignara di essere al centro di interessi e brame. Ecco, questa serie mi è piaciuta un sacco. Spero veramente che prosegua col materiale tratto dai due libri successivi. Detto questo, ho il solito dilemma: leggere o no i libri? Magari potrei leggere il primo, sempre con il solito dubbio che sia migliore della serie.


sabato 24 aprile 2021

Sisyphus: the myth

 

Il geniale scienziato Han Tae-Sul ha inventato il teletrasporto; quello che ignora è che nel futuro la sua macchina verrà usata per spostare cose e persone nel tempo anzichè nello spazio. Infatti già da vent'anni molti sono arrivati dal futuro; appena sbarcata dall'anno 2035 è invece Gang Seo-Hae. L'abbiamo vista mentre, prima di entrare nella macchina, prometteva al padre che si sarebbe tenuta il più possibile alla larga da Han Tae-Sul e invece non appena si rimette un minimo in sesto cerca di contattarlo. Tae-Sul sta partecipando a una conferenza quando Seo-Hae irrompe e gli salva la vita da un attentatore che cerca di sparagli. Da questo incontro i due diventeranno inseparabili, in quanto la missione di Seo-Hae sembra appunto essere quella di salvare la vita di Tae-Sul da tutta una serie di minacce. Ma perchè in tanti lo vogliono morto? E perchè invece altri vogliono che consegni la chiave della cassaforte dove anni prima aveva chiuso i progetti della macchina per il teletrasporto? Questa serie è incentrata sui viaggi nel tempo e sul solito interrogativo: cambiando il passato, si può cambiare il futuro? Dinamica e avvicente (anche se in qualche occasione qualche sforbiciata l'avrei data) non fa certo annoiare lo spettatore, anzi. Caso mai, non è proprio semplicissimo seguire tutti i vari passaggi, per non dire che è meglio evitare di fare tornare tutti i conti. Del resto mi sono fatta convinta che le storie che trattano di viaggi nel tempo vadano affrontate più come un atto di fede che come un esercizio di logica XD Il motivo per cui ho deciso di vederla è la presenza della mia adotata Park Shin-Hye nel ruolo di  Seo-Hae; Tae-Sul invece è interpretato da Cho Seung-Woo. 

giovedì 22 aprile 2021

Capitani

Il Lussemburgo fa un doppio esordio con questa serie: è infatti la prima serie di genere giallo prodotta dalla TV lussemburghese e anche la prima prodotta per Netflix. In patria ha avuto un successo tale che il 90% degli spettatori ha sperato in una secondo stagione, per fortuna confermata. Le puntate sono dodici e durano circa mezz'ora ciascuna, quindi si vede rapidamente. Protagonista è Luc Capitani, un detective che nel suo giorno libero viene richiamato in servizio perchè è stato trovato il cadavere di una quindicenne. Capitani per combinazione è già sul posto; vi si era recato per motivi personali, come poi scopriremo. L'uomo inizia a indagare con la collaborazione di due poliziotti locali, ma sbatte contro il muro dell'omertà del piccolo paese che è pieno di segreti e per nulla desideroso di condividerli con lo straniero. Mentre si cerca di capire le cause della morte della ragazzina, c'è un altro problema da risolvere: la sua sorella gemella è scomparsa. Quando infine si ripresenta in paese, non dice dov'è stata e che cosa ha fatto. Capitani però non molla e riesce a venire a capo del mistero, pur dovendo contemporaneamente affrontare i fantasmi del suo passato. Decisamente ben riuscita questa serie, vedrò sicuramente anche la prossima stagione.


martedì 20 aprile 2021

vampiri: due variazioni sul tema

 

In questo film la situazione è un po' alla Van Helsing (la serie): i vampiri hanno invaso la terra, anche se non viene spiegato il motivo, e l'umanità decimata è allo sbando. Sopravvivono piccole enclavi che si difendono come possono e c'è la speranza di una terra libera dai mostri nella quale cercare rifugio, anche se arrivarci è molto difficile perchè occorre attraversare il territorio governato da una setta di fanatici religiosi per i quali tutti quelli che non sono con loro sono contro di loro, umani compresi. L'adolescente Martin viene salvato da uno sconosciuto quando i vampiri attaccano e sterminano la sua famiglia; si mette in viaggio insieme all'uomo, apprendendo con lui le tecniche di combattimento. Man mano che procedono verso la terra promessa, dovranno affrontare molte sfide e incontreranno nuovi compagni di viaggio. Un road movie quindi, oltre che un film in cui si combatte parecchio; anche se non brilla per originalità (l'unica genialata è l'idea della setta di fanatici) è però una pellicola molto godibile, infatti nel 2011 ha vinto il premio del pubblico al Trieste Science+Fiction Festival.

Ancora più vecchio è questo film svedese: uscito nel 2006, è considerato il primo film sui vampiri prodotto in Svezia. La pellicola ha ricevuto recensioni contrastanti; accolto tiepidamente all'uscita in patria, venne invece apprezzato al festival di Cannes e distribuito in quaranta paesi tra cui la Corea del Nord, guadagnandosi così un secondo primato, quello di primo film horror proiettato in tale paese. In Russia ha avuto grande successo, inoltre ha finito per vincere diversi premi. Personalmente l'ho apprezzato soprattutto per la vena umoristica; alcune scene mi hanno fatto morire dal ridere. La storia ha inizio in Ukraina durante la Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di volontari scandinavi in supporto all'esercito tedesco si perdono in un bosco innevato; alla ricerca di un riparo per non morire assiderati, trovano una casa abbandonata, ignorando che vi vivono alcuni vampiri. Succede così che vengono uccisi uno ad uno fino a che uno di loro non sopravvive diventando vampiro egli stesso. Ai giorni nostri, una dottoressa fresca di divorzio e la figlia si sono appena trasferite in una piccola città; la donna infatti sa che nell'ospedale locale lavora un esimio genetista del quale ammira il lavoro. Peccato che il medico sia dedito a ricerche molto particolari che hanno a che fare con il nutrirsi di sangue. La figlia intanto cerca di inserirsi a scuola e si trova a partecipare a una festa molto movimentata. 

Devo dire che questi due film sono stati i miei preferiti tra quelli che ho visto in questa breve rassegna.


domenica 18 aprile 2021

meglio il virus o gli alieni?

 Embers

In un futuro imprecisato, l'intera umanità è stata colpita da un virus che causa l'amnesia. Non solo: gli smemorati si risvegliano ogni mattino come se fosse il primo giorno della loro vita e trascorrono le giornate muovendosi spaesati, come fantasmi in un mondo di macerie. Il film segue alcuni di loro; c'è una coppia che ha avuto l'idea di legarsi al polso lo stesso pezzo di stoffa, sotterfugio che gli permette almeno di capire che stanno insieme; c'è un uomo, un ex professore, che si organizza con appunti e altri espedienti in modo da non dover partire da zero ogni giorno; ci sono anche padre e figlia scampati al disastro generale e rinchiusi da quasi dieci anni dentro un bunker. Questa pellicola lascia una discreta dose di amaro in bocca, anche perchè è di quelle in cui non c'è redenzione, non esiste soluzione. Tutti continuano a vagare senza memoria, sopravvivendo come possono. Eppure anche così si vede la differenza tra chi cerca di combinare qualcosa di buono e chi invece si abbandona alla violenza insensata.

Monsters

Sei anni prima dell'inizio della storia, gli alieni sono sbarcati sulla terra, trasportati da un velivolo spaziale, e si sono insediati nel Messico settentrionale, proprio al confine con gli Stati Uniti. Si tratta di esseri enormi, dotati di molti tentacoli, che attaccano e uccidono. Il fotografo Kaulder viene spedito ad assicurarsi che la figlia del suo capo stia bene, in quanto si trova in una città messicana che è stata attaccata. Constatato che la fanciulla ha solo una ferita poco grave a un braccio, vorrebbe tornare alla sua caccia fotografica all'alieno, però il capo gli intima di riaccompagnare la ragazza a casa. Comincia così un viaggio difficoltoso, a tratti avventuroso, che porta i due ad avvicinarsi e a vedere come stanno le cose nella zona infestata dai mostri. Questo film è stato distribuito anche in Italia nel 2011 ed ha vinto alcuni premi; il regista è Gareth Edwards che in seguito ha diretto GodzillaRogue One: A Star Wars Story. Il film secondo me si può leggere in modi diversi; ci ho visto per esempio anche una certa critica alla mania americana di costruire muri per fermare i migranti, nonchè una volontà di denuncia appunto nei confronti dell'immigrazione messicana. E' comunque una pellicola gradevole con un finale che lascia un po' a bocca aperta.


venerdì 16 aprile 2021

intervallo

Lost in translation

Sono il genere di persona che concede il beneficio del dubbio e la seconda possibilità, ma ci sono argomenti sui quali non transigo. Sarà che da sempre mi appassionano le lingue straniere e che per un certo periodo mi sarebbe piaciuto tradurre libri come mestiere, non sopporto di vedere traduzioni sbagliate. Non sono una talebana delle traduzioni letterali, so benissimo che in molti casi occorre prendersi delle libertà per rendere il senso di espressioni, battute o giochi di parole; quello a cui mi riferisco è proprio l'errore generato da ignoranza. Quello di distrazione che non causa danni alla comprensione si può perdonare (per esempio in Gli irregolari di Baker Street un "Sunday market" è diventato il "mercato del sabato"), ma nei sottotitoli in italiano di RuPaul's Drag Race ho riscontrato una serie vergognosa di strafalcioni che non hanno nulla a che fare con il particolare gergo usato o i giochi di parole. Nei due screenshot qui sopra per esempio mostro come "you need to dig in your trunks" (dovete scavare nei vostri bauli) è diventato "dovete nascondere il vostro tronco", frase tra l'altro completamente priva di senso, ma ci sarebbero molti altri esempi. Si tratta di una vergognosa mancanza di professionalità da parte di chi ha tradotto e di una grande mancanza di rispetto nei confronti degli spettatori da parte di chi paga lo stipendio a qualcuno che evidentemente è incapace di fare decentemente il proprio lavoro; tra l'altro stiamo parlando di tradurre dall'inglese, non dallo swahili.

Mini me

Nel magico mondo di quelli che giocano con le bambole come me ci sono alcune persone con bambole a loro immagine e somiglianza, che chiamano appunto mini me. Confesso che anche a piacerebbe avere una mini me, però finora non sono ancora riuscita a trovare una bambola che mi somigli. Invece volevo segnalare questo profilo Intagram che per me è geniale: iretaro è una fotografa giapponese che si ritrae insieme alla sua mini me, e la cosa bella è che sono sempre vestite uguali e spesso uguali sono anche le pose.

Rido per non piangere



Il vero problema non è certo quello della sedia negata alla Von der Leyen, quanto quello di un paese in mano a un soggetto del genere. E non è nemmeno l'unico, purtroppo.


mercoledì 14 aprile 2021

La locanda del Gatto nero - Yokomizo Seishi

 


Caro Y,

è passato un po' di tempo dalla nostra ultima conversazione in cui mi accennava dei suoi problemi di salute. Giudicando, però, dalla pubblicazione puntuale del suo romanzo, devo presumere che abbia superato la malattia velocemente.

Torna il detective Kindaichi con un altro caso intricato. Questa volta la difficoltà sta nel fatto che non si conosce con certezza l'identità della vittima. Nel cortile della locanda del Gatto Nero viene sorpreso un monaco mentre sta scavando. Egli dice di aver visto affiorare una gamba dal terreno e di essersi incuriosito, e difatti viene ritrovato il cadavere di una donna, ma il viso è così decomposto che non è possibile capire chi sia. Visti i trascorsi degli ex-proprietari della locanda, la polizia propende per la tesi che la padrona abbia ucciso l'amante del marito. Come al solito però le cose sono molto più complicate di così e ci vuole un uomo con il fiuto soprannaturale di Kindaichi per scoprirle la verità. Questo Kuronekoteijiken 黒猫亭事件 (il caso della locanda del gatto nero) è il secondo romanzo che lo vede come protagonista. Seishi costruisce nuovamente una trama complicata che mette alla prova anche il lettore più astuto.


lunedì 12 aprile 2021

fantascienza polacca

Lo Sci-Fi Club è un'inziativa del Trieste Science+Fiction Festival in collaborazione con Mymovies; vengono riproposte le pellicole che sono state selezionate per il festival negli anni passati, il tutto naturalmente per un periodo di tempo limitato, ma gratis. In questi giorni non avevo tempo di stare davanti al computer tutto il giorno, così ho visto qualcosa qua e là. Per cominciare, questi due film polacchi...

The Man with the Magic Box  

Człowiek z magicznym pudełkiem

Nella Polonia del 2030 le cose vanno male: è uno stato di polizia che, grazie alla tecnologia digitale, tiene sotto controllo tutta la popolazione. Che dire poi del trattamento riservato agli oppositori? A loro viene cancellata la memoria, così da reinserirli, mansueti e innocui, nella società. Un uomo, che non si sa bene se è stato resettato o no, viene mandato a lavorare come factotum in una grossa ditta; qui avvia una relazione con una delle impiegate. Nella fatiscente casa in cui abita, l'uomo trova una vecchia radio che trasmette degli strani programmi; la cosa è chiaramente illegale, ma questo non lo ferma. E poi ecco che ci troviamo nella Polonia del 1952 e quello stesso uomo è appena tornato da un esperimento che avrebbe dovuto mandarlo nel futuro. Questo è il tipo di film in cui si avanza capendoci poco, poi per fortuna il finale fa luce sulle stranezze precedenti. Cinica ma divertente l'idea di voler scappare dall'oppressione della Polonia del 1952 per ritrovarsi in quella ancora peggiore del 2030; il film però vuole anche avanzare una tesi riguardo a quella che chiamiamo anima gemella. Ognuno può trarre la propria conclusione in proposito. A me il film è piaciuto, anche se c'è un grosso interrogativo che non sono riuscita a risolvere; lo lascio dov'è, perchè se ci mettiamo a cercare il pelo nell'uovo è fatta.

I am REN - Jestem REN

Di nuovo una tristezza e un'amarezza per questo film che è tratto dal libro scritto dalla stessa regista e che ha come protagonista un'androide. REN è stata progettata per essere moglie e madre perfetta; difatti il film ce la mostra sorridente e felice insieme a marito e figlio adolescente. REN tuttavia ha un malfunzionamento del quale non ricorda nulla; si risveglia sul divano e sente il marito che parla con alcuni tecnici, i quali suggeriscono di dismetterla e sostituirla con un modello più recente. Lei però non ci sta perchè, come ogni androide cinematografico che si rispetti, ha dei forti sentimenti nei confronti di quella che considera la sua famiglia. Accetta di andare in cura presso un centro specializzato dove un'altra androide cerca di recuperare la memoria che ha perduto. Il film è davvero amaro per via del contrasto tra questa creatura artificiale che ha sviluppato un'anima ed è quindi disposta a tutto per guarire, e gli uomini che invece vedono in lei solo una macchina che si può sostituire senza problemi.


sabato 10 aprile 2021

The serpent

Davvero molto bella questa miniserie inglese che ricostruisce le infami gesta di Charles Sobhraj, criminale attivo negli anni Settanta. Di padre indiano e madre vietnamita, Sobhraj venne adottato dal secondo marito della madre, un ufficiale francese. A Parigi cominciò a delinquere fin da adolescente, sentendosi anche trascurato dai genitori che nel frattempo avevano avuto altri figli. Già dalla sua prima condanna in prigione, dimostrò talento nell'accattivarsi le simpatie dei secondini, ottenendo favori speciali. Dopo una serie di furti e truffe con le quali si arricchì, sposò una donna di buona famiglia con la quale si trasferì in Asia per sfuggire all'ennesimo mandato d'arresto, ma anche in India riprese a delinquere e venne arrestato di nuovo. Da lì in poi, una volta fuggito dal carcere, fu un'apoteosi. Da principio con la collaborazione della moglie e poi con quella di altri complici, Sobhraj cominciò a derubare i turisti (pare che odiasse particolarmente gli Hippies che a quei tempi arrivavano in Asia a frotte). La sua routine prevedeva che li drogasse e li rapinasse, spesso poi utilizzando i loro passaporti falsificati per muoversi indisturbato tra vari paesi. Si calcola che abbia ucciso una dozzina di persone, secondo lui accidentalmente per overdose, ma è più probabile che lo facesse per non lasciare testimoni. Il primo a nutrire sospetti nei suoi confronti fu un diplomatico dell'ambasciata olandese di Bangkok, Herman Knippenberg, che insieme alla moglie investigò e accumulò diverse prove a suo carico; malgrado ciò, Sobhraj riuscì a sfuggire alla cattura ancora per qualche tempo, durante il quale addirittura si recò in Europa. Infine venne catturato nel luglio del 1976 dopo aver tentato di narcotizzare un'intera comitiva di turisti francesi ai quali si era presentato come guida turistica. Se ve lo state chiedendo, al momento si trova in carcere in Nepal, dopo aver scontato circa ventidue anni in prigione in India ed essere tornato da uomo libero a Parigi per qualche tempo. La serie ricostruisce principalmente il suo periodo thailandese perchè si concentra anche sulla figura di Knippenberg e sulla sua indagine. Il ritratto di Sobhraj che ne esce è quello di un uomo freddo e cinico, abile manipolatore e privo di scrupoli, talmente odioso che davvero non si spera altro che venga beccato.


giovedì 8 aprile 2021

Gli irregolari di Baker Street

Nella vita e su Netflix quelle che fregano in genere sono le aspettative; do questa spiegazione alla valanga di recensioni pessime che questa serie sta ricevendo su IMDb e che io ritengo immeritate. E' una serie perfetta? No. Però non è nemmeno la schifezza che sembra uscire dai commenti degli spettatori. Premessa: Arthur Conan Doyle, l'inventore di Sherlock Holmes, aveva creato anche i ragazzi di strada che con le loro soffiate facevano da informatori per il famoso detective. La serie parte da questi personaggi e ci lavora di fantasia, non solo inserendo il solito mix razziale a fini politicamente corretti, ma costruendo dei personaggi a tutto tondo che si trovano a interagire prima con Watson e poi con Holmes in un'indagine sovrannaturale. Sono dunque loro i protagonisti, anche se gli altri due celebri investigatori fanno la loro parte e sono a loro volta rivisitati e, in parte, reinventati. Mi rendo conto che i puristi storzeranno il naso, ma se prendiamo questa serie come un omaggio e una variazione sul tema – un po' come Bates Motel, che è l'esempio che mi viene per primo – non è certo un fallimento. Io infatti mi sono divertita a vedere questa miniserie; ripeto, non sarà un capolavoro, ma il suo lavoro di onesto intrattenimento televisivo lo fa.

martedì 6 aprile 2021

RuPaul's Drag Race

Niente, sono entrata in una spirale dalla quale non so se riuscirò mai più ad uscire XD Ho cominciato a guardare RuPaul's Drag Race dalla prima stagione, visto che tanto per me era tutto inedito, e mi sto divertendo moltissimo. Quasi certamente sono venuta a sapere dell'esistenza delle drag queen nel 1994, anno in cui uscì il mitico Priscilla la Regina del Deserto e RuPaul andò a Sanremo a duettare insieme a Elton John. E' buffo come certe cose mi sono rimaste in mente malgrado siano passati moltissimi anni; di questa esibizione ricordavo infatti che Pippo Baudo aveva affermato che RuPaul era un ex giocatore di pallacanestro. Mi chiedo dove se la sia tirata fuori questa, visto che RuPaul in vita sua ha fatto solo la drag queen... Che fosse una battuta per via della sua altezza? 1,93 più il tacco dodici in effetti può far pensare a un giocatore di pallacanestro XD

Comunque sia, tornando a RuPaul's Drag Race: la cosa buffa è che io odio i reality show fin dai tempi in cui provai a vedere un episodio della prima stagione de Il Grande Fratello. Da allora li ho sempre evitati come la peste. Questo però mi ha conquistata fin dal primo episodio. Quello che ogni volta mi lascia a bocca aperta è la differenza fra prima e dopo. Alcuni dei concorrenti hanno lineamenti delicati, non ci vuole un quintale di trucco per renderli credibili come donne, ma altri sono decisamente virili, quando non piuttosto brutti, e non ti aspetteresti mai di vederli trasformati in strafighe.

Io che sono una persona creativa poi apprezzo sempre molto vedere le sfide in cui i concorrenti devono creare degli outfit partendo da materiale che viene fornito; a volte si tratta di roba dalla quale verrebbe da dire che non potrebbe uscire mai niente di decente, invece ci sono persone che riescono a creare dei vestiti belli e originali.

L'altro aspetto che mi piace è scoprire il carattere dei partecipanti e assistere alle loro interazioni. Premesso che tutto è editato e quindi non va preso come oro colato, è interessante capire chi sta dietro le tre dita di fondotinta di prammatica. Alcuni hanno delle storie molto drammatiche alle spalle, altri dimostrano di essere delle zucche vuote; c'è chi è talmente pieno di sè che quando viene eliminato ti viene da applaudire e chi, dietro a battute salaci e atteggiamenti cinici, è una persona di buon cuore.

Un'altra cosa che mi diverte moltissimo vedere è la trasformazione di persone normali (nel senso che non hanno mai fatto le drag queen); in questo caso i concorrenti devono renderli credibili con trucco e vestiti e la differenza tra prima e dopo è abissale.

Insomma, non so come farò quando questo reality sarà finito! L'altra cosa preoccupante è che ho cominciato a cantare in playback davanti allo specchio...

venerdì 2 aprile 2021

un mese in quattro foto: marzo

Questa è quella che ho enfaticamente battezzato la collina dei ciliegi. Si tratta di una collinetta artificiale costruita anni fa come barriera antirumore tra la circonvallazione e una fila di villette. Non so chi ha avuto la brillante idea di piantarci dei ciliegi, ma ha tutta la mia gratitudine perchè a ogni primavera posso andare a godermi questa meraviglia che sta a pochi passi da casa mia.

Sicuramente esiste una sindrome che descrive chi, come me, fa foto ai pelouche dei vicini XD Il Pikachu tra l'altro penso abbia almeno vent'anni, è da un sacco di tempo che fa la sua regolare apparizione sullo stendipanni.

In occasione dell'8 marzo mio marito mi ha regalato un coniglietto di cioccolata invece della mimosa. Conosce i suoi polli, come si suol dire XD

A marzo hanno compiuto gli anni sia Barbie sia Ken: Barbie il 9 e Ken l'11. Ken in particolare ha compiuto sessant'anni e quindi merita una menzione particolare. Io non ne ho di così vecchi, ma due dei nuovi membri della famiglia sono andati a fare gli auguri al Ken di inizi anni Settanta, quello con cui giocavo da bambina. I suoi quasi cinquant'anni li porta benissimo perchè anche da piccola avevo molta cura dei miei giocattoli.