sabato 6 marzo 2021

Japanese Film Festival - seconda parte

 Railways

Reiruweizu: 49-sai de densha no untenshi ni natta otoko no monogatari

RAILWAYS 49歳で電車の運転士になった男の物語

Ecco un altro film che mi è piaciuto un sacco. E' del 2010 e, come recita il titolo originale, si tratta della storia un un uomo che è diventato conducente di treno a 49 anni. Tsutsui Hajime è manager in un'importante società; è uno di quegli uomini che non fa altro che lavorare e passa poco tempo con la famiglia. Due accadimenti però gli fanno rivedere le sue priorità: la madre si sente male e si scopre che è malata di cancro, mentre un suo caro amico muore in un incidente stradale. Hajime da bambino voleva guidare i treni; e allora perchè non provare a mettere in pratica quel sogno? Dopotutto la vita è breve, ha senso viverla facendo quello che davvero amiano. E così lui corona il suo sogno, i rapporti con moglie e figlia migliorano e il film è servito. Raccontato così non sembrerà un granchè, ma si tratta di una pellicola diretta con grande garbo e con la giusta misura, difatti non cade mai nel melodramma malgrado qualche scena commovente, e soprattutto trasmette un messaggio che non dovremmo mai dimenticare.

Peace

Questo documentario del 2010 ha ricevuto tre premi ed è opera di un regista, Soda Kazuhiro, che è appunto specializzato in documentari. Qui segue una coppia di settantenni che lavorano per un centro socio-sanitario che si occupa di assistenza ad anziani e disabili. Benchè le persone che ci lavorano ricevano una paga, in realtà la cifra è così bassa che copre a malapena le spese e quindi tutti si considerano volontari. Mentre l'uomo svolge principalmente la mansione di autista con un'auto adatta a trasportare le sedie a rotelle, la moglie fa assistenza anche a casa. Entrambi ci vengono mostrati nelle loro attività quotidiane; la moglie si prende cura di un novantenne malato di cancro ai polmoni che però continua a fumare imperterrito (ed ha tutta la mia comprensione, visto che ad un certo punto dice che nella vita non gli è rimasto praticamente nulla, se gli tolgono anche il gusto di una sigaretta che cosa rimane?), mentre il marito ama i gatti e da circa vent'anni si prende cura di almeno 4-5 felini per volta nel giardino di casa. Ma perchè "pace"? Intanto il documentario ci mostra un Giappone molto diverso dall'immaginario del paese moderno e tecnologico; le persone riprese sembrano piuttosto rilassate e vivono godendo di piccole cose e dell'aiutare gli altri. Forse loro hanno davvero trovato la "pace"?

Tora-san in Gotou

Gotô no torasan 五島のトラさん

Bellissimo dumentario che segue per ben ventidue anni - partire dal 1993 - la famiglia Inuzuka, concentrandosi soprattutto sul capofamiglia, Torao, il Tora-san del titolo. L'arcipelago di Gotou si trova nel sud del Giappone e fa parte della prefettura di Nagasaki. Ci sono cinque isole principali abitate più tutta una serie di isolotti intorno; si tratta di luoghi paesaggisticamente interessanti, però sono il genere di posti dai quali i giovani scappano non appena diplomati perchè sono pur sempre remoti e non offrono molte opportunità lavorative. Tora-san, che ha incontrato la sua anima gemella sui banchi di scuola e, sposatosi a ventitre anni, ha messo al mondo sette figli, ha messo su una fabbrichetta in cui produce udon, un tipo di pasta molto poplare nella cucina giapponese (a me piace un sacco!). La fabbrichetta è a gestione famigliare nel senso più letterale del termine, in quanto Tosa-san ci ha messo ad aiutare tutti i figli, compreso Sebun, il minore, che ha addirittura iniziato a due anni. Per lui l'educazione dei figli include trasmettere loro valori anche attraverso il lavoro e crede che prendere buoni voti a scuola non sia la cosa principale. I figli hanno sentimenti diversi rispetto al lavoro di famiglia; c'è chi si adegua appunto per amore della famiglia, chi invece non vede l'ora di andarsene. E' il caso di una delle figlie, Hanae, che a diciannove anni se ne va malgrado il padre si opponga; i due finiscono per ignorarsi per alcuni anni. Tora-san mette anche su un piccolo impianto per l'estrazione del sale marino. Nel corso degli anni che il documentario ci mostra vediamo i figli crescere e a loro volta sposarsi e procreare, mentre Tora-san lavora come un mulo, beve troppo e finisce per rovinarsi la salute causa il diabete, tant'è che si spegne a soli sessantadue anni, circondato da moglie e figli. Ne esce fuori il ritratto di un uomo di soliti principi e convinzioni, che tira dritto per la sua strada facendo sempre quello che ritiene più giusto; i suoi modi rigidi e severi a volte sono sopportati a fatica dai figli, che però lo rispettano e gli vogliono bene. Ne esce fuori anche la descrizione di una vita semplice, che sfrutta le risorse del territorio in modo non invasivo e rispettoso. E' il tipo di storia che a raccontarla non rende; molto meglio passare un po' di tempo con Tora-san e rendersene conto di persona.


2 commenti:

  1. Ecco gli immancabili film tristi... ahahahah!
    In verità non mi dispiace il genere. :p

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    1. Ti dirò che ho visto di peggio... nel senso che sono comunque film che mantengono un equilibrio, non sono stati scritti con l'intento del melodramma a tutti i costi, perciò alla fine li ho apprezzati molto.

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