The Great Passage
Fune wo Amu 舟を編む
Da principio ci fu 舟を編む Fune o Amu, il romanzo di successo di Miura Shion distribuito in Italia col titolo La Grande Traversata; è tra quelli sulla mia wishlist e sicuramente la visione di questo film che ne è stato tratto ha fatto aumentare la mia voglia di leggerlo. Successo, dicevo; al punto che i giapponesi oltre che un film ne hanno tratto pure una serie anime. Pur essendo a digiuno dell'originale, mi viene da dire che una volta tanto la trasposizione su pellicola è all'altezza del libro, infatti questo film ha ricevuto premi ed è stato proposto anche per l'Oscar come miglior film straniero, benchè non sia poi entrato nella rosa dei prescelti. Mi dilungo un attimo sul titolo originale che gioca con le parole; il termine amu infatti significa sia lavorare a maglia che compilare un dizionario, mentre fune significa barca. C'è quindi chi ha tradotto lavorare a maglia una barca, mentre l'autrice dice di aver voluto fare riferimento al fatto che "un dizionario è una nave che ci porta attraverso il mare delle parole" (l'immagine del mare di parole tra l'altro è presente anche nel film). E difatti proprio di un dizionario si parla in questa storia, o meglio delle persone che si occupano di crearlo. Siamo nel 2005 e l'ambizione è quella di produrre una lista di parole moderne; a questo scopo gli editori vanno anche in giro ad annotarsi termini gergali e appena introdotti. Purtroppo il braccio destro del capo del progetto è sulla soglia della pensione; occorre quindi cercare qualcuno che lo possa degnamente sostituire. La scelta cade sul timido e taciturno Majime che finirà per dedicarsi con tutto sè stesso al progetto che impiegherà quindici anni per vedere la luce. Il film secondo me è profondamente giapponese sia per lo stile che per i valori che esprime; il cast stellare vede Matsuda Ryuhei nel ruolo del protagonista e Miyazaki Aoi in quello di sua moglie, mentre Odagiri Joe è il collega caciarone Nishioka, Kobayashi Kaoru il collega che va in pensione, Tsurumi Shingo il direttore della casa editrice e Kuroki Haru la collega di fresca nomina. Molto bello!
Lady Maiko
舞妓はレディ Maiko wa Lady
La giovane Haruko si reca a Kyoto con l'intento di diventare maiko. Il problema è che, essendo stata allevata dai nonni perchè i genitori sono morti quando lei era molto piccola, parla con un forte accento dialettale. Ad aiutarla si offre un professore di linguistica, il quale assicura che in sei mesi la farà parlare con un perfetto accento di Kyoto. Oltre a ciò naturalmente la fanciulla dovrà imparare le buone maniere, il portamento e le arti tipiche delle geiko. Questo musical molto carino è del 2014 e mi è piaciuto, anche se confesso che le canzoni non mi sono piaciute granchè, a parte quella che apre e chiude la pellicola. E' stato comunque molto divertente immergersi nel dietro alle quinte di un mondo che resta in parte ancora misterioso per noi occidentali. La protagonista, Kamishiraishi Mone, l'ha spuntata su ben 800 aspiranti al ruolo e aveva sedici anni all'epoca; in effetti dimostra di avere talento da vendere. Sono presenti nel cast Hasegawa Hiroki (il professore), Hamada Gaku (l'assistente del professore), Kishibe Ittoku e Kohinata Fumiyo (due clienti della casa da tè), e Takenaka Naoko (l'assistente di maiko e geiko). Quello che nessuno ha notato è la chiara ispirazione che il regista/sceneggiatore ha tratto da My Fair Lady. Da bambina e ragazzina ho adorato questo celebre film musical, l'ho visto più di una volta e ancora adesso lo ricordo bene, per cui ho riconosciuto alcune scene che, pur con qualche modifica, sono pari pari ad altrettante di My Fair Lady.
Little Nights, Little Love
Aine Kuraine Nahatomujiku アイネクライネナハトムジーク
Ecco un film che attraverso una semplice rappresentazione del quotidiano ci mostra i fili sottili che legano le persone e i gesti che ci permettono di andare avanti o di capire che qualcuno per noi è speciale. E' tratto da una serie di racconti di Isaka Koutarou, autore che in Giappone è popolare e ha vinto alcuni premi. Ambientato in due segmenti temporali a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, ci mostra una serie di personaggi legati tra loro: tre amici dai tempi dell'università, due dei quali hanno abbandonato gli studi e si sono sposati quando lei è rimasta incinta, mentre il terzo è ancora single e non riesce a trovare una ragazza. Ci sono poi colleghi di lavoro, altri amici e, nel futuro, i figli ormai adolescenti. Storie semplici dalle quali si comprende che il destino ha un grosso peso nelle nostre vite, ma se ci diamo una spintarella è pure meglio. Confesso che vedere questo film per me è stato anche doloroso perchè uno dei protagonisti, Satou, è interpretato da Miura Haruma, uno dei migliori giovani attori giapponesi e uno dei miei preferiti, morto suicida l'anno scorso. Altri volti a me noti sono Tabe Mikako (la sua fidanzata), Yamoto Yuma e Mori Erika (i suoi amici) e Harada Taizo (il suo collega).
Concludo dicendo che secondo me a questo festival hanno presentato una selezione di film davvero buona; quelli che non ho visto (perchè li avevo già visti al Far East Film Festival) erano tutti altrettanto validi. Spero che in futuro si replichi!
Ho già visto The Great Passage.. davvero bello!
RispondiEliminaPensare che molta gente penserebbe che è un film noioso, visto che parla di un dizionario...
EliminaCredo che preferirei il terzo, perché sarebbe più facile immedesimarmi in uno dei personaggi.
RispondiEliminaOltretutto, sono sempre stata moooooolto fatalista.
Mi dispiace per il suicidio del giovane attore.
A presto.
Ci sono rimasta troppo male. E guarda che io non sono una di quelle persone che quando muore qualcuno famoso soffre. Lui però lo seguivo fin dal suo debutto da ragazzino, mi ci ero affezionata.
Elimina"The great passage" l'ho visto in versione anime a episodi, anch'io sono rimasto curioso di leggere il romanzo.
RispondiEliminaLa cosa buffa è che quando lessi la prima volta il titolo del romanzo, quel "la grande traversata" mi fece pensare a una storia di immigrati XD
EliminaMi meravigliò un sacco sapere che parlava di un dizionario!