Tricolore perchè siamo partiti arancioni, siamo diventati quasi subito arancione scuro e in breve siamo finiti rossi. Questo mese ha continuato a essere benedetto dal bel tempo e da temperature a tratti fin troppo miti. Ovviamente non sono andata in giro nemmeno nelle ultime settimane, per cui ho proseguito con i miei pastrocchi casalinghi. Confesso che ultimamente sto provando una certa insofferenza per gli arresti domiciliari, però non mento quando dico che avevo dato per perso anche il 2021. In realtà quando lo dicevo, probabilmente pensavo di più all'impossibilità di fare viaggi seri, non al fatto che ci rinchiudessero in casa di brutto. Che poi a volte ho l'impressione che rinchiusi in casa ci stiamo solo noi coglioni, visto che in giro c'è un sacco di gente e la situazione non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella dell'anno scorso. Meno male che un po' di primavera me la sono potuta godere lo stesso senza infrangere le regole, visto che ho del verde proprio dietro casa.
mercoledì 31 marzo 2021
domenica 28 marzo 2021
letture di marzo
«Mi servono dieci euro».
Si volta dal lavello ed eccolo, accigliato, all'altro lato della stanza. Quando è stato l'ultima volta che lo ha visto sorridere?
Grazie a Kindle Unlimited sto leggendo libri che normalmente non leggerei. D'accordo che in certi casi si tratta di un ciò che passa il convento più che di una scelta in base ai miei gusti, ma cambiare genere non è necessariamente un male. Difatti questo libro mi è piaciuto e in alcuni punti mi ha pure commosso. The Reunion è opera dell'irlandese Roisin Meaney e ha come protagoniste due sorelle. Caterine, la maggiore, è studiosa, seria e poco appariscente; Eleanor invece è bella ed esuberante. Le due non sono mai state particolarmente affiatate per via della differenza di carattere, per giunta a Caterine accade qualcosa che la porta ad allontanarsi dalla famiglia: viene violentata da un amico di famiglia e rimane incinta. L'uomo, che oltre ad essere già sposato è ricco e potente, la minaccia di ritorsioni se rivelasse qualcosa e le dà i soldi perchè vada ad abortire. Caterine si confida con la madre che, anziché sostenerla, ossessionata com'è dalle apparenze, a sua volta spinge la figlia ad abortire e arriva quasi a giustificare lo stupro dicendo che forse lei ha involontariamente provocato l'uomo. La ragazza, disgustata e ferita, parte per l'Inghilterra con l'intenzione di far perdere le proprie tracce e avere il bambino. Anni dopo, Eleanor che nel frattempo si è sposata, rimane traumatizzata quando la figlia minore cade in una piscina e annega. Entrambe le donne si portano dunque dentro una ferita profonda, però non comunicano se non in modo superficiale, fino a quando infine non si ritroveranno a distanza di vent'anni. Le storie di Caroline ed Eleanor sono entrambe toccanti e reali, del tipo che potrebbero succedere a chiunque. L'autrice fornisce a entrambe un happy ending che è giusto per questo genere di romanzo.
Gli insegnanti non dovrebbero avere dei preferiti, ma io una ce l'ho. Lo scorso autunno, all'inizio del trimestre, la piccola Sadie Johnson mi ha preso la mano, ha puntato su di me i suoi intensi occhi azzurri e con una pronuncia leggermente blesa ha dichiarato: «Anche per me è il primo giorno».
Questo libro è il seguito, ambientato dieci anni dopo e a guerra civile americana finita, de Il Primo Fiore di Zafferano. Ritroviamo quindi sia la famiglia di Lisbeth che quella di Mattie. Entrambe le donne devono tornare in Virginia; Lisbeth perchè suo padre sta morendo e lei vuole rivederlo un'ultima volta, Mattie perchè vuole convincere la sua ultima parente ad andare a vivere con lei in Ohio. Sia Lisbeth che Mattie si portano dietro i figli, ma se per quelli di Lisbeth il viaggio serve solo ad aprire loro gli occhi su un mondo diverso, per quelli di Mattie c'è molto di pià a rischio in quanto in Virginia i neri sono liberi solo sulla carta. Di chiaro intento didascalico, questo libro mi è piaciuto meno del precedente che aveva almeno una parvenza di realismo; per questo mi pare che ci sia arrampicati parecchio sugli specchi arrivando a picchi di involontario umorismo con una scena finale. Parere personale, eh! Rispetto l'intento dell'autrice che mira appunto a diffondere un certo messaggio.
L'estate indiana è come una donna: morbida, calda, appassionata, ma incostante. Viene e se ne va, come e quando le pare e nessuno sa se verrà davvero né per quanto tempo resterà.
Ecco un altro libro che alla sua uscita – nel 1956 – suscitò scandalo e, al contempo, divenne molto popolare. Non solo vendette 60.000 copie in dieci giorni, ma rimase anche nella lista dei best sellers per 59 settimane, essendo considerato ancora adesso uno dei maggiori successi editoriali della storia. Si tratta del romanzo d'esordio di una casalinga nata e vissuta in povertà (almeno fino a che non raggiunse la fama), e deceduta per cirrosi epatica all'età di trentanove anni. Il romanzo destò scandalo perchè non ha peli sulla lingua; ambientato in una piccola città del New England, descrive la vita dei suoi abitanti, con le loro vite fatte di gioia e dolore, bassezza e generosità, speranze e illusioni; come sempre, quello che domina su tutto è l'imperativo di salvare la faccia, per cui non è tanto importante il fatto di essere veramente delle brave persone, quanto di apparirlo. Per esempio, la madre della protagonista non è mai stata sposata e ha concepito la figlia essendo l'amante di un uomo sposato molto più vecchio di lei; alla morte dell'amante, prima di tornare al paesello si premura di far credere a tutti che a New York si è sposata e che il marito è morto, arrivando perfino a prendere illegittimamente il cognome dell'amante. Capisco che per i tempi in cui il libro uscì l'attenzione del pubblico si focalizzò sulle scene pruriginose, ma in realtà si tratta di una storia a tutto tondo che vuole mostrare i vari aspetti di un microcosmo provinciale e che dimostra quando l'autrice fosse una brava conoscitrice di caratteri. Moltissimi anni fa ne vidi anche il film che ne fu tratto nel 1957 con Lana Turner, però non ricordo che impressione mi fece né quanto sia fedele all'originale. Non ricordo nemmeno se avevo mai letto questo libro, che comunque si è dimostrato una piacevole sorpresa.
Nel New England settentrionale, l'inverno a volte arriva per gradi, con un susseguirsi logico e ordinato di mutamenti, nel tempo e nella stagione, e quando viene la prima neve, non si è sorpresi, perchè l'attesa dura da molto.
Tre anni dopo Peyton Place, ecco arrivare il seguito, che riprende poco tempo dopo rispetto alla fine del primo romanzo e che naturalmente rimette in pista gli stessi personaggi. Una curiosità: nella versione originale di Peyton Place uno dei protagonisti si chiama Tom Makris; l'autrice si ispirò a un collega del marito del quale non solo mantenne la descrizione fisica, ma pure il nome, tanto che il Tom Makris originale la portò in tribunale e vinse la causa, ottenendo che il suo personeggio venisse chiamato con un altro nome, Michael Rossi. La cosa buffa è che nell'edizione de I Peccati di Peyton Place in mio possesso Tom Makris è ancora Tom Makris, mentre in quella del seguito è diventato Michael Rossi. Meno male che avevo già letto di questa controversia su Wikipedia o mi sarei chiesta che diamine fosse successo XD Dunque, Ritorno a Peyton Place non ebbe nemmeno lontanamente il successo del primo libro, anche se pure di questo ne venne fatto un film. Effettivamente questo sequel non funziona al 100%; piuttosto che dare l'idea di un insieme coeso come il primo libro, questo appare piuttosto come una serie di scene appiccicate un po' casualmente. Resta comunque una lettura valida, soprattutto per chi, come me, si è affezionata ai personaggi e vuole sapere cos'altro succede loro. Ancora una volta, ho avuto l'impressione che l'autrice attingesse alle proprio esperienze personali, il che ha senso, visto che l'ha scritto dopo aver raggiunto il successo.
Mercy thought it was a deer.
But it was a girl who burst out of the brush along the dark road and into the headlight beams of her SUV.
Mi sa che mi sono presa una cotta per Mercy Kilpatrick e per l'ambientazione di questi romanzi! Eccomi al terzo della serie, che mi è piaciuto tanto quanto i precedenti. La bambina che corre davanti al SUV di Mercy rischiando di farsi tirare sotto è in cerca di aiuto: svegliatasi per andare a fare pipì, ha trovato la nonna in un lago di sangue. Mercy non ci pensa due volte e la segue nella casa ben nascosta nel bosco, dove però non c'è più niente da fare per l'anziana. A parte indagare, visto che chiaramente è stata assassinata. Ancora una volta a Mercy farà comodo la sua preparazione da prepper che l'aiuta a sopravvivere a un finale letteralmente pirotecnico.
Oh, bollocks.
I love that word. It has a "don't mess with me, I'm an hormonal lethal weapon" ring to it. I've been muttering it dementedly since I got out of bed this morning, because I can't think of a single thing that's right with the world today.
Questo mese ho letto ben due libri in inglese! Segno che l'esercizio paga, ma anche che ho trovato delle letture gradevoli. Per esempio questo romanzo, che festeggia i vent'anni proprio nel 2021. Si tratta di un genere di libro che mi piace perchè è scritto con brio e senso dell'umorismo. Siamo nel campo della commedia romantica alla Bridget Jones, con una protagonista altrettanto pasticciona e divertente. Carly Cooper ha quasi trent'anni ed è single; alla vigilia dell'anno duemila decide che è ora di trovare l'anima gemella a sistemarsi e si chiede se per caso l'anima gemella non l'abbia già incontrata senza rendersene conto. Prende quindi una drastica decisione: si licenzia, disdice l'affitto del suo appartamento e parte alla ricerca dei suoi ex per capire se può esserci ancora qualcosa tra loro. Il libro procede quindi raccontandoci sia le sue storie passate che gli incontri nel presente, e lo fa suscitando un sacco risate. Ho letto che l'autrice, proprio per festeggiare il ventennale di questo che è stato il suo primo libro, ha deciso di scrivere il seguito a vent'anni di distanza e penso proprio che leggerò anche questo perchè sono molto curiosa di vedere cos'altro combinerà Carly.
mercoledì 24 marzo 2021
Mary Shelley
Una grandissima polpetta questa biografia di Mary Shelley, personaggio molto interessante che avrebbe meritato di meglio. L'unica cosa buona del film è l'ottima recitazione di Elle Fanning che almeno le ha reso onore, per il resto delle vicende personali di questa scrittrice vengono enfatizzati solo i lati negativi, per non dire che Percy Bysshe Shelley ci fa la figura dello stronzo e Lord Byron è talmente insopportabile che fa passare la voglia di leggere un qualunque suo libro. Peccato perchè se la materia fosse stata trattata diversamente ne sarebbe potuto uscire un gran bel film, ma questa pellicola sembra essere stata girata per sostenere la tesi che la stesura di Frankenstein sia stata unicamente il frutto di una serie di tragedie e frustrazioni piuttosto che delle suggestioni di una mente curiosa e intelligente. Poi sì, io non ero lì a vedere come sono andate effettivamente le cose e quindi chissà chi ha ragione...
lunedì 22 marzo 2021
Il segreto
sabato 20 marzo 2021
Noir in festival - seconda parte
Gatecrash
Un uomo, mentre sta litigando in auto con la moglie, investe un passante. Due volte. Dopodichè accelera e torna a casa. Qui la coppia ha un violento litigio, con l'uomo che accusa la donna perchè secondo lui è stata colpa sua, visto che litigavano e si è distratto. Intanto arriva un poliziotto, che però comincia a comportarsi stranamente e rivela poi di essersi imbucato alla festa da dove venivano i due coniugi e di avere assistito all'incidente. E così via, con cose strane che accadono. Questo film inglese del 2020 è tratto da un lavoro teatrale, cosa della quale mi ero accorta anche prima di leggerlo perchè la messa in scena è infatti molto teatrale. E niente, a me non è proprio piaciuto; all'inizio sì, poi basta. Non ho capito il succo, mi è sembrato uno sfoggio di scene violente e monologhi assurdi e basta. Posso solo dire che almeno gli attori erano bravi.
Unidentified
Florin è un uomo privo del senso dell'umorismo. E' la prima cosa che ho pensato di questo personaggio, davanti alla sua espressione patologicamente serie e anche perchè in fondo le barzellette del suo capo non erano così male. Un uomo privo del senso dell'umorismo, per come lo vedo io, è uno che vive male. Difatti Florin appare ossessionato dal caso di due hotel, proprietà dello stesso uomo, che sono andati distrutti in incendi dolosi causando la morte di due persone. Vuole assolutamente strappare il caso al suo collega che, a parer suo, non ci si sta impegnando. Come prima cosa, rivede il principale indiziato, benchè non ci siano prove concrete contro di lui; si tratta di uno zingaro che faceva il guardiano part-time negli hotel bruciati. Poi Florin si mette a pedinare un tale che non si sa chi è, tanto che tra questo e i successivi incontri con lo zingaro sono stata un'ora a domandarmi che cosa diavolo stesse facendo. E alla fine è stato tutto chiaro, perchè questo è uno di quei film che hanno la loro ragione d'essere sul finale. Se si ha la pazienza di arrivarci, perchè è un po' lentino. Però bello, eh. Meritava! Il film è rumeno ed è uscito nel 2020.
Non amarmi
Seriamente? D'accordo che era fuori concorso, ma mettere questo film accanto agli altri di questo Noir in Festival mi è sembrato una barzelletta... Il film è opera prima di un avvocato marchigiano che ama il cinema e il teatro. Pare che abbia anche fatto il regista teatrale e spero per il pubblico che se la sia cavata meglio che con questa pellicola il cui livello è a dir molto amatoriale. Non basta avere una storia che sulla carta suona interessante nè lavorare su un territorio dalle molte bellezze se poi ci si trova davanti a scene piatte e a volte mal recitate (specialmente sul fronte degli attori che interpretano tedeschi e polacchi è meglio stendere un velo pietoso). La trama, come dicevo, sarebbe anche interessante e piena di potenzialità, quindi è davvero un peccato averla ammosciata per mancanza di talento; si tratta di un'ossessione amorosa sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. La vicenda è ricostruita dal figlio del protagonista che, trovata una foto del padre insieme a una donna sconosciuta, si mette a fare delle ricerche sul suo passato. Insomma, mi dispiace molto per questa recensione negativa perchè si tratta di un film italiano e una volta tanto mi piacerebbe parlare bene di un'opera nostrana, ma ho fatto fatica ad arrivare alla fine (pensare che era pure corto!).
Karnawal
Siamo ad Abra Pampa, una città argentina al confine con la Bolivia. L'adolescente Patricio, detto Cabra, ha come unica passione il malambo, un ballo tradizionale che si esegue con degli stivali particolari dal tacco rinforzato. Per procurarsene un paio accetta di contrabbandare attraverso il confine una pistola per conto di una gang locale. Il padre di Cabra è in carcere, ma ha appena ottenuto un permesso e vuole la sua auto; la madre quindi accetta di portargliela cogliendo anche l'occasione di fargli incontrare il figlio che non vede da anni. L'uomo finisce per coinvolgerli nei suoi casini, ma quando scopre che Cabra ha contrabbandato la pistola, cerca di tenerlo fuori perchè la sua fedina penale non venga sporcata. Cabra intanto pensa solo alla gara di malambo alla quale deve partecipare a breve. Il bello del cinema è che ci viaggiare in posti sconosciuti, difatti di questo film ho apprezzato molto l'ambientazione. E' una storia a tratti amara, di quelle in cui hai l'impressione che i personaggi siano talmente impantanati da non poter riuscire a migliorare e cambiare le proprie vite, però al contempo il personaggio di Cabra, con quel suo forsennato ballo finale, sembra invece affermare che ci può essere anche un futuro luminoso all'orizzonte. Un bel film, anche se in realtà non si tratta di un noir.
Apperances
Les apparences, tratto da un libro, è un film francese del 2020 ambientato a Vienna tra la comunità di francesi che vive e lavora lì. Non parliamo di gente qualunque, infatti la protagonista è moglie di un famoso direttore d'orchestra. E' dunque un circolo di persone ricche e decisamente snob. La nostra Eve però comincia a sospettare che il marito la tradisca e non le ci vuole molto a capire che si tratta della maestra del loro figlio. Per combinazione è riuscita a vedere la password dell'email della donna, perciò pensa di giocarle un tiro mancino: invia alla mailing list della classe un messaggio di amore che la donna ha scritto a suo marito. Prima di questo però esce ad affogare i dispiaceri nell'alcool e si fa rimorchiare da un uomo molto più giovane col quale passa la notta in un albergo (ma senza farci sesso). Quello che non sa è che il tipo è uno stalker seriale, e difatti ecco che si incapriccia di lei e comincia a seguirla ovunque. A me questo film è piaciuto molto, è uno di quelli che mi è piaciuto di più di questa selezione. Il finale ci lascia con un interrogativo che ognuno può risolvere come preferisce, perchè in fondo è impossibile capire l'animo umano.
giovedì 18 marzo 2021
Noir in festival - prima parte
Devo dedurre che è ricominciata la stagione dei festival cinematografici online e non posso che esserne felice. Dopo il Japanese Film Festival, ecco alcune pellicole viste grazie al Noir in Festival alla sua 30° edizione.
Favolacce
Era da parecchio che volevo vedere questo film perchè alla sua uscita aveva ricevuto molte recensioni positive. Non sono una frequentatrice assidua del cinema italiano e in passato le recensioni positive in fondo non hanno avuto peso davanti a film che mi hanno deluso, però questo qui merita le lodi ricevute anche se è il tipo di storia che mi fa stare male. Siamo da qualche parte nei dintorni di Roma; la vicenda gira intorno ad alcune famiglie che vivono in villette con giardino, ostentando un benessere economico e personale che non corrisponde al vero. Ci sono infatti molto disagio, molto marciume e molta ipocrisia che corrono come un fiume sotterraneo, corrodendo perfino i bambini. E alla fin fine questa è una storia che ha al centro i bambini; bambini che vengono ignorati e non compresi dai propri genitori, bambini che addirittura subiscono abusi, bambini che in certi casi mostrano una precocità e una maturità sorprendenti, e che però sono già stati irrimediabilmente corrotti. Insomma, davvero un gran bel lavoro ma che, come dicevo, mi ha fatto stare male perchè quando vedo situazioni del genere mi viene una grandissima tristezza...
Wildland
La diciassettenne Ida viene affidata alla zia dopo che sua madre è morta in un incidente stradale. Malgrado la parentela, le due sorelle non si frequentavano da moltissimo tempo, tanto che per Ida sia la zia che i tre cugini sono degli sconosciuti. Ben presto la ragazza apprende che l'attività di famiglia è lo strozzinaggio, con la zia che tiene i conti e i cugini che vanno in giro a rinfrescare la memoria ai debitori (per usare un eufemismo). Dallo sguardo silenzioso di Ida non si capisce che cosa pensi della situazione; assiste imperterrita a un pestaggio, senza lasciare mai trapelare se l'attività criminosa dei parenti la turbi o no. La zia la tratta con affetto, tutti la fanno sentire parte della famiglia, ed è chiaro che tutti sono in qualche misura succubi della zia. La prova del nove per Ida arriva il giorno in cui ci scappa il morto. Ecco un film dove ci si aspetta la redenzione e invece arriva un contrappasso inaspettato. Questo Kød & blod (carne e sangue) film danese del 2018, ha debuttato l'anno scorso alla Berlinale nella sezione Panorama; direi che quanto a livello di tristezza in me suscitato si difende bene, anche se non arriva a Favolacce XD
The Spellbound
martedì 16 marzo 2021
intervallo
Tea Tree Oil
Se ne imparano sempre delle nuove, anche alla mia veneranda età! XD Per esempio, non fosse stato per le Barbie, avrei continuato a ignorare l'esistenza di questo tea tree oil, ovvero l'olio essenziale ottenuto dalla melaleuca alternifolia, un albero australiano. Qualche tempo fa avevo preso delle teste di Barbie che avevo poi intenzione di montare su dei corpi made to move; due di queste teste però avevano i capelli appiccicosi da fare schifo. Ho proceduto a fare un bello shampoo, dopo il quale una è andata a posto, l'altra è rimasta appiccicosa. Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che la cosa dipendeva dalla colla che trattiene i capelli, che in certi casi si scioglie e cola fuori. Come liberarsene però non sembrava una cosa semplice. Una tizia canadese che seguo su Instagram ha allora suggerito questo tea tree oil; un'ulteriore ricerca su Internet mi ha portato al blog di una tipa che forniva istruzioni molto chiare su come procedere (dosi, altri materiali necessari, ecc.) e così sono potuta intervenire sulla Barbie appiccicosa. Ho poi scoperto che questo olio ha un sacco di altre applicazioni che spaziano dalla cura di piccoli disturbi alla pulizia della casa, dalla protezione contro zanzare e formiche alla disinfezione. Non sto a fare la lista completa perchè è davvero lunga! L'unica controindicazione è che ha un odore molto forte; per il mio naso non è sgradevole, ma ognuno ha i suoi gusti e magari a qualcuno potrebbe invece dare fastidio.
Pure io sono in questa fase da un pezzo!
Foto animate
Mi divertono sempre i software che permettono di manipolare in vario modo i ritratti, anche se il più delle volte non ho molta fortuna. L'invenzione più recente sembra essere quella che si trova sul sito MyHeritage.it e che è stata chiamata Deep Nostalgia. Basta caricare una foto e viene creato un breve video in cui il volto viene fatto muovere dando l'impressione che si tratti di una persona viva.
I creatori hanno pensato al fatto che si voglia per esempio animare la foto del nonno, ma basta qualunque viso, difatti io ci ho provato con le foto delle Barbie; ho fatto qualche tentativo perchè non tutte sono venute bene, ma in alcuni casi il risultato è sbalorditivo.
Chi l'avrebbe mai detto...
...che sarei diventata una star su Google Maps? Di solito non lascio recensioni. Per dire, su Tripadvisor ne ho lasciata solo una a un B&B perchè la padrona, visto che ci eravamo trovati bene, mi aveva chiesto espressamente di farlo. Tuttavia lo scorso dicembre ne ho lasciata una riguardante l'ufficio postale della mia città. Avevo la necessità di chiedere un chiarimento riguardo una raccomandata, perciò ho telefonato e chi mi ha risposto (una delle cassiere) mi ha fornito due numeri del reparto raccomandate. Ho chiamato a intervalli di mezz'ora entrambi per tutta una mattina e mi devono ancora rispondere. Se non fossimo nel mezzo di una pandemia, mi sarei limitata alle mie solite madonne e buonanotte, ma visto che con le poste italiane non ho esattamente un rapporto sereno (mi hanno perso tre pacchetti solo negli ultimi mesi) questa cosa mi ha fatto davvero imbufalire. Perchè non provvedere a un servizio di risposta telefonica costringendo invece la gente a recarsi fisicamente allo sportello? Ripeto: non ci fosse una pandemia in corso è quello che avrei fatto al 99%, però situazioni eccezionali richiedono soluzioni altrettanto eccezionali. Insomma, ho scritto questa recensione nella quale, senza insulti e parolacce, mi limitavo a spiegare l'accaduto: Ho passato l'intera mattina chiamando due numeri (che mi sono stati forniti dall'impiegata alle casse) e nessuno mi risponde. In tempi di Covid mi sembra geniale costringere le persone a recarsi di persona agli sportelli quando magari la cosa si sarebbe potuta risolvere al telefono. E niente, Google Maps continua a mandarmi notifiche su quanto sia stata apprezzata tale recensione XD
domenica 14 marzo 2021
Il gatto che voleva salvare i libri - Natsukawa Sousuke
Tanto per cominciare, il nonno non c'era più.
So che è un modo piuttosto brusco per iniziare una storia, ma è un dato di fatto che sarebbe comunque difficile mettere in altri termini.
Il giovane Rintarou, che è stato cresciuto dal nonno in quanto orfano, resta solo quando il vecchietto passa a miglior vita. Rintarou ha la vocazione a fare l'hikkikomori, difatti smette di andare a scuola e passa le giornate all'interno del negozio di libri usati del nonno. A vedere come sta ci vanno un suo senpai, fedele cliente della libreria, e la capoclasse, ma la cosa più stupefacente è l'apparizione di un grosso gatto parlante che chiede a Rintarou aiuto per salvare dei libri. Insieme affronteranno alcuni strani personaggi e dei labirinti. Questo 本を守ろうとする猫の話 Hon o mamorou to suru neko no hanashi è opera di un medico di Osaka che si dedica anche alla scrittura ed è chiaramente una favola, non fosse altro per via del gatto parlante. E' un libro che piacerà sicuramente a tutti quelli che amano leggere perchè lo scopo è appunto di ricordarci qual è il reale valore dei libri e a che cosa servono. Si tratta di una storia carina che personalmente vedrei più rivolta a un pubblico giovanile. Fossi nei giapponesi, ne ricaverei un lungometraggio a cartoni, penso che sarebbe adatto!
venerdì 12 marzo 2021
AJ and the Queen
Robert, che è una drag queen professionista, è contento: dopo aver risparmiato per tutta una vita, finalmente ha abbastanza denaro per aprire il proprio club ed ha pure incontrato l'uomo della sua vita. Peccato che l'uomo della sua vita sia un truffatore professionista, specializzato nel circuire drag queen di una certa età e derubarle. Robert si trova dunque al verde, la sua unica occasione di tirare su un po' di soldi è partire per quella che avrebbe dovuto essere la sua ultima tournée. AJ è una bambina di dieci anni, figlia di una prostituita tossicodipendente, e al momento si trova da sola e senza una casa alla quale tornare perchè è fuggita dalla famiglia affidataria e l'appartamento dove viveva è sotto sequestro. Questo non le impedisce di entrarci abusivamente tramire la scala antincendio. AJ è molto sveglia per la sua età e per sopravvivere compie piccoli furti; è così che s'imbatte in Robert, ma soprattutto, dopo aver sentito che la tappa finale della sua tournée è il Texas, si nasconde sulla sua roulotte perchè vuole raggiungere il nonno che vive lì. Robert quando la scopre deve fare buon viso a cattivo gioco, ma la convivenza forzata ovviamente si trasformerà in un rapporto di profondo affetto. Molto carina questa serie in modalità road movie nella quale il talentuoso RuPaul ci regala tanti indimenticabili numeri (spesso disastrosi XD). Ci sono però due note negative: la prima è che Netflix ha deciso di non rinnovare la serie malgrado il finale aperto; la seconda è che il personaggio di AJ è troppo sopra le righe. Capisco che si voglia rappresentare una ragazzina indurita dalla vita, ma in certi momento è talmente odiosa che verrebbe solo da prenderla a calci XD
mercoledì 10 marzo 2021
Japanese Film Festival - quarta parte
The Great Passage
Fune wo Amu 舟を編む
Da principio ci fu 舟を編む Fune o Amu, il romanzo di successo di Miura Shion distribuito in Italia col titolo La Grande Traversata; è tra quelli sulla mia wishlist e sicuramente la visione di questo film che ne è stato tratto ha fatto aumentare la mia voglia di leggerlo. Successo, dicevo; al punto che i giapponesi oltre che un film ne hanno tratto pure una serie anime. Pur essendo a digiuno dell'originale, mi viene da dire che una volta tanto la trasposizione su pellicola è all'altezza del libro, infatti questo film ha ricevuto premi ed è stato proposto anche per l'Oscar come miglior film straniero, benchè non sia poi entrato nella rosa dei prescelti. Mi dilungo un attimo sul titolo originale che gioca con le parole; il termine amu infatti significa sia lavorare a maglia che compilare un dizionario, mentre fune significa barca. C'è quindi chi ha tradotto lavorare a maglia una barca, mentre l'autrice dice di aver voluto fare riferimento al fatto che "un dizionario è una nave che ci porta attraverso il mare delle parole" (l'immagine del mare di parole tra l'altro è presente anche nel film). E difatti proprio di un dizionario si parla in questa storia, o meglio delle persone che si occupano di crearlo. Siamo nel 2005 e l'ambizione è quella di produrre una lista di parole moderne; a questo scopo gli editori vanno anche in giro ad annotarsi termini gergali e appena introdotti. Purtroppo il braccio destro del capo del progetto è sulla soglia della pensione; occorre quindi cercare qualcuno che lo possa degnamente sostituire. La scelta cade sul timido e taciturno Majime che finirà per dedicarsi con tutto sè stesso al progetto che impiegherà quindici anni per vedere la luce. Il film secondo me è profondamente giapponese sia per lo stile che per i valori che esprime; il cast stellare vede Matsuda Ryuhei nel ruolo del protagonista e Miyazaki Aoi in quello di sua moglie, mentre Odagiri Joe è il collega caciarone Nishioka, Kobayashi Kaoru il collega che va in pensione, Tsurumi Shingo il direttore della casa editrice e Kuroki Haru la collega di fresca nomina. Molto bello!
Lady Maiko
舞妓はレディ Maiko wa Lady
La giovane Haruko si reca a Kyoto con l'intento di diventare maiko. Il problema è che, essendo stata allevata dai nonni perchè i genitori sono morti quando lei era molto piccola, parla con un forte accento dialettale. Ad aiutarla si offre un professore di linguistica, il quale assicura che in sei mesi la farà parlare con un perfetto accento di Kyoto. Oltre a ciò naturalmente la fanciulla dovrà imparare le buone maniere, il portamento e le arti tipiche delle geiko. Questo musical molto carino è del 2014 e mi è piaciuto, anche se confesso che le canzoni non mi sono piaciute granchè, a parte quella che apre e chiude la pellicola. E' stato comunque molto divertente immergersi nel dietro alle quinte di un mondo che resta in parte ancora misterioso per noi occidentali. La protagonista, Kamishiraishi Mone, l'ha spuntata su ben 800 aspiranti al ruolo e aveva sedici anni all'epoca; in effetti dimostra di avere talento da vendere. Sono presenti nel cast Hasegawa Hiroki (il professore), Hamada Gaku (l'assistente del professore), Kishibe Ittoku e Kohinata Fumiyo (due clienti della casa da tè), e Takenaka Naoko (l'assistente di maiko e geiko). Quello che nessuno ha notato è la chiara ispirazione che il regista/sceneggiatore ha tratto da My Fair Lady. Da bambina e ragazzina ho adorato questo celebre film musical, l'ho visto più di una volta e ancora adesso lo ricordo bene, per cui ho riconosciuto alcune scene che, pur con qualche modifica, sono pari pari ad altrettante di My Fair Lady.
Little Nights, Little Love
Aine Kuraine Nahatomujiku アイネクライネナハトムジーク
Ecco un film che attraverso una semplice rappresentazione del quotidiano ci mostra i fili sottili che legano le persone e i gesti che ci permettono di andare avanti o di capire che qualcuno per noi è speciale. E' tratto da una serie di racconti di Isaka Koutarou, autore che in Giappone è popolare e ha vinto alcuni premi. Ambientato in due segmenti temporali a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, ci mostra una serie di personaggi legati tra loro: tre amici dai tempi dell'università, due dei quali hanno abbandonato gli studi e si sono sposati quando lei è rimasta incinta, mentre il terzo è ancora single e non riesce a trovare una ragazza. Ci sono poi colleghi di lavoro, altri amici e, nel futuro, i figli ormai adolescenti. Storie semplici dalle quali si comprende che il destino ha un grosso peso nelle nostre vite, ma se ci diamo una spintarella è pure meglio. Confesso che vedere questo film per me è stato anche doloroso perchè uno dei protagonisti, Satou, è interpretato da Miura Haruma, uno dei migliori giovani attori giapponesi e uno dei miei preferiti, morto suicida l'anno scorso. Altri volti a me noti sono Tabe Mikako (la sua fidanzata), Yamoto Yuma e Mori Erika (i suoi amici) e Harada Taizo (il suo collega).
Concludo dicendo che secondo me a questo festival hanno presentato una selezione di film davvero buona; quelli che non ho visto (perchè li avevo già visti al Far East Film Festival) erano tutti altrettanto validi. Spero che in futuro si replichi!
lunedì 8 marzo 2021
Japanese Film Festival - terza parte
Ecotherapy Getaway Holiday
Taki wo Mini Iku 滝を見にいく
Molto divertente questo film del 2014, il cui titolo originale significa andiamo a vedere la cascata. Un gruppo di casalinghe e pensionate partecipa a un viaggio che, tra le altre cose, prevede una corroborante passeggiata tra i monti, attraversando i boschi nei magnifici colori autunnali, per andare ad ammirare una cascata. Il problema è che la loro guida è alla sua prima esperienza e ad un certo punto non si raccapezza più con l'approssimativa cartina che sta usando. Chiede allora alle donne di aspettarlo mentre va in avanscoperta lungo un sentiero; passa il tempo, loro si scocciano di attendere e decidono quindi di dividersi. Tre restano lì, le altre vanno a cercare la guida. Non lo trovano, ma intanto una di loro ha un attacco di mal di schiena e, visto che devono aspettare che si riprenda, si fanno raggiungere dalle altre tre, dopodichè si perdono e devono passare la notte all'addiaccio, nutrendosi di funghi, noci e del poco rimasto nei loro zaini. Se da principio ci sono contrasti tra di loro, l'esperienza finisce per unirle. Mi è proprio piaciuto questo film, e ci ho ravvisato anche una bella dose di wabi-sabi. Il regista Okita Shuichi lo conosco da altri suoi film che ho visto e apprezzato; di questo ha scritto anche la sceneggiatura.
Our 30 Minute Sessions
Sayonara made no 30 pun サヨナラまでの30分
E' invece del 2020 questo film che dalla trama temevo sarebbe stato una polpetta e che invece meritava. Sota è un giovane introverso e solitario; un giorno trova un walkman con dentro una cassetta, ma quando spinge il tasto play viene immediatamente posseduto dal fantasma del suo proprietario, Aki. Questi è morto l'anno precedente in un incidente stradale; era un ragazzo suo coetaneo, ma dal carattere opposto, ed era anche il leader di una band emergente scioltasi dopo la sua dipartita. Aki può possedere il corpo di Sota solo per il tempo che impiega un lato della cassetta a finire, in questo caso mezz'ora. Egli usa questo tempo per ricontattare i suoi vecchi amici e alla fine rimette insieme la band. Questo scambio però finisce per cambare anche Sota. Molto bella anche la colonna sonora, che è stata distribuita sotto il nome della band del film, ovvero Echoll. Non sono riuscita a reperire informazioni più dettagliate, ma da quel po' che ho trovato ho letto che entrambi gli attori principali cantano veramente nel film; quello che interpreta Sota del resto fa parte di una band anche nella vita reale.
Tsukiji Wonderland
Tsukiji Wandarando 築地ワンダーランド
Ci tenevo particolarmente a vedere questo documentario uscito nel 2016 perchè la visita a Tsukiji è stata un delle cose più interessanti che ho fatto a Tokyo. Ho avuto la fortuna di godermelo nella sede storica, quella inaugurata nel 1935 che viene mostrata nel documentario, in quanto di recente è stato spostato per via delle Olimpiadi. Col senno di poi, vista la pandemia, forse lo si poteva lasciare dov'era... Comunque sia, il documentario l'ho trovato molto interessante perchè mostra quella che è l'anima del più grande mercato ittico mondiale, ovvero la rete di rapporti/relazioni sociali basati sulla fiducia che lega grossisti e clienti. Vengono infatti intervistati sia alcuni grossisti che alcuni cuochi. Ne esce fuori un panorama umano singolare, dove ancora una volta la dedizione al lavoro e la ricerca dell'eccellenza balza agli occhi. E' curioso come sembri ancora tutto analogico - vedi i block notes che ogni grossista porta con sè, per annotare le caratteristiche dei pesci che vuole acquistare. Non è comunque tutto rose e fiori, infatti viene spiegato anche come le abitudini alimentari dei giapponesi stiano cambiando; con l'aumento dei single e delle persone che preferiscono dedicare il tempo ad altre attività anzichè alla cucina, il consumo di pesce fresco sta sempre più calando. Mi chiedo che ne sarà di Tsukiji tra cinquant'anni; peccato che non ci sarò più per saperlo XD
sabato 6 marzo 2021
Japanese Film Festival - seconda parte
Railways
Reiruweizu: 49-sai de densha no untenshi ni natta otoko no monogatari
RAILWAYS 49歳で電車の運転士になった男の物語
Ecco un altro film che mi è piaciuto un sacco. E' del 2010 e, come recita il titolo originale, si tratta della storia un un uomo che è diventato conducente di treno a 49 anni. Tsutsui Hajime è manager in un'importante società; è uno di quegli uomini che non fa altro che lavorare e passa poco tempo con la famiglia. Due accadimenti però gli fanno rivedere le sue priorità: la madre si sente male e si scopre che è malata di cancro, mentre un suo caro amico muore in un incidente stradale. Hajime da bambino voleva guidare i treni; e allora perchè non provare a mettere in pratica quel sogno? Dopotutto la vita è breve, ha senso viverla facendo quello che davvero amiano. E così lui corona il suo sogno, i rapporti con moglie e figlia migliorano e il film è servito. Raccontato così non sembrerà un granchè, ma si tratta di una pellicola diretta con grande garbo e con la giusta misura, difatti non cade mai nel melodramma malgrado qualche scena commovente, e soprattutto trasmette un messaggio che non dovremmo mai dimenticare.
Peace
Questo documentario del 2010 ha ricevuto tre premi ed è opera di un regista, Soda Kazuhiro, che è appunto specializzato in documentari. Qui segue una coppia di settantenni che lavorano per un centro socio-sanitario che si occupa di assistenza ad anziani e disabili. Benchè le persone che ci lavorano ricevano una paga, in realtà la cifra è così bassa che copre a malapena le spese e quindi tutti si considerano volontari. Mentre l'uomo svolge principalmente la mansione di autista con un'auto adatta a trasportare le sedie a rotelle, la moglie fa assistenza anche a casa. Entrambi ci vengono mostrati nelle loro attività quotidiane; la moglie si prende cura di un novantenne malato di cancro ai polmoni che però continua a fumare imperterrito (ed ha tutta la mia comprensione, visto che ad un certo punto dice che nella vita non gli è rimasto praticamente nulla, se gli tolgono anche il gusto di una sigaretta che cosa rimane?), mentre il marito ama i gatti e da circa vent'anni si prende cura di almeno 4-5 felini per volta nel giardino di casa. Ma perchè "pace"? Intanto il documentario ci mostra un Giappone molto diverso dall'immaginario del paese moderno e tecnologico; le persone riprese sembrano piuttosto rilassate e vivono godendo di piccole cose e dell'aiutare gli altri. Forse loro hanno davvero trovato la "pace"?
Tora-san in Gotou
Gotô no torasan 五島のトラさん
Bellissimo dumentario che segue per ben ventidue anni - partire dal 1993 - la famiglia Inuzuka, concentrandosi soprattutto sul capofamiglia, Torao, il Tora-san del titolo. L'arcipelago di Gotou si trova nel sud del Giappone e fa parte della prefettura di Nagasaki. Ci sono cinque isole principali abitate più tutta una serie di isolotti intorno; si tratta di luoghi paesaggisticamente interessanti, però sono il genere di posti dai quali i giovani scappano non appena diplomati perchè sono pur sempre remoti e non offrono molte opportunità lavorative. Tora-san, che ha incontrato la sua anima gemella sui banchi di scuola e, sposatosi a ventitre anni, ha messo al mondo sette figli, ha messo su una fabbrichetta in cui produce udon, un tipo di pasta molto poplare nella cucina giapponese (a me piace un sacco!). La fabbrichetta è a gestione famigliare nel senso più letterale del termine, in quanto Tosa-san ci ha messo ad aiutare tutti i figli, compreso Sebun, il minore, che ha addirittura iniziato a due anni. Per lui l'educazione dei figli include trasmettere loro valori anche attraverso il lavoro e crede che prendere buoni voti a scuola non sia la cosa principale. I figli hanno sentimenti diversi rispetto al lavoro di famiglia; c'è chi si adegua appunto per amore della famiglia, chi invece non vede l'ora di andarsene. E' il caso di una delle figlie, Hanae, che a diciannove anni se ne va malgrado il padre si opponga; i due finiscono per ignorarsi per alcuni anni. Tora-san mette anche su un piccolo impianto per l'estrazione del sale marino. Nel corso degli anni che il documentario ci mostra vediamo i figli crescere e a loro volta sposarsi e procreare, mentre Tora-san lavora come un mulo, beve troppo e finisce per rovinarsi la salute causa il diabete, tant'è che si spegne a soli sessantadue anni, circondato da moglie e figli. Ne esce fuori il ritratto di un uomo di soliti principi e convinzioni, che tira dritto per la sua strada facendo sempre quello che ritiene più giusto; i suoi modi rigidi e severi a volte sono sopportati a fatica dai figli, che però lo rispettano e gli vogliono bene. Ne esce fuori anche la descrizione di una vita semplice, che sfrutta le risorse del territorio in modo non invasivo e rispettoso. E' il tipo di storia che a raccontarla non rende; molto meglio passare un po' di tempo con Tora-san e rendersene conto di persona.
giovedì 4 marzo 2021
Japanese Film Festival - parte prima
Il Japanese Film Festival è un evento di recente istituzione (2016) volto a promuovere il cinema giapponese all'estero. I film presentati non sono necessariamente i più recenti, infatti ci si è piuttosto concentrati nel mostrare dei lavori significativi e quindi alcuni hanno già diversi anni sulle spalle. Non ho idea se si svolgesse online anche gli anni scorsi, quest'anno naturalmente non si poteva fare diversamente causa pandemia. Naturalmente mi sono rallegrata quando ho saputo della cosa, anche se poi una serie di disavventure tecniche mi aveva fatto temere di non riuscire a vedere un accidente, però per fortuna sono riuscita a risolvere. Faccio dunque la solita carrellata di recensioni, in questo caso in ordine cronologico.
Project Dreams: How to Build Mazinger Z's Hangar
前田建設ファンタジー営業部 Maedakensetsu fantajī eigyōbu
La Maeda Corporation è una società di costruzioni. Asagawa, il direttore del marketing, ha un'idea per promuovere la ditta: progettare l'hangar dal quale esce Mazinga Z. Ovviamente l'intenzione non è di costruirlo veramente, si tratta di una trovata pubblicitaria per dimostrare che la Maeda sarebbe in grado di farlo. Asagawa mette quindi insieme un team di volontari che seguano il progetto; mentre lui e il collega Chicada sono appassionati di lunga data di Mazinga Z, gli altri tre lavorano svogliatamente e con l'impressione di perdere tempo per un progetto inutile. A mano a mano però finiscono tutti per appassionarsi e per impegnarsi nel trovare una soluzione ogni volta che si presenta un nuovo problema apparentemente irrisolvibile. Film molto divertente e sicuramente consigliato agli amanti di Mazinga Z, e non solo. Si tratta di una pellicola che ha almeno due letture, in quanto da un lato è un omaggio alla cultura di anime e manga, dall'altro è una satira delle grandi società e delle loro politiche aziendali, senza dimenticare l'esaltazione dell'impegno che spinge a dare il meglio di sè e anche di più. Io mi sono fatta diverse risate. Nel cast ho riconosciuto Tagasugi Mahiro (l'informatico Doi) e Kamiji Yusuke (l'ingegnere Bessho), mentre mi è sfuggito il cameo di Go Nagai (vergogna!).
Stolen Identity
Sumaho o Otoshita dake nanoni スマホを落としただけなのに
Il titolo originale di questo film significa ho solo perso lo smartphone, difatti è proprio a causa del fatto che Tomita dimentica il cellulare sul sedile di un taxi che inizia tutta una serie di sfortunati eventi. Il telefono viene trovato da un hacker psicopatico che, prima di restituirlo, si premura di clonarlo. Partendo da questi dati, riesce ad hackerare anche il telefono della fidanzata di Tomita e comincia a seminare zizzania tra i due per farli separare. Il tizio però è davvero matto come un cavallo; è infatti anche un serial killer che ha già accoppato diverse donne accumunate dal fatto di avere lunghi capelli neri. Per fortuna tra le file della polizia c'è un giovane che, oltre ad essere anche lui esperto di computer, ha subito durante l'infanzia un trauma simile a quello del pazzoide, cosa che lo aiuta a rintracciarlo. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Shiga Akira che poi ha scritto anche un seguito, anche quello diventato un film. Mi ha intrigato fin da subito perchè ero curiosa di vedere che cosa succede quando qualcuno ci ruba l'identità digitale; la storia naturalmente ha subito una brusca virata quando è saltato fuori che l'hacker era pure uno psicopatico assassino, per non dire che anche la fidanzata di Tomita, Asami, ha un passato complicato. Nel cast Tanaka Kei (Tomita), Kitagawa Keiko (Asami), Chiba Yudai (il giovane poliziotto), Narita Ryo (l'hacker), Kaname Jun (una vecchia conoscenza di Asami) e Harada Taizo (un detective); dirige Nakata Hideo, il regista del celebre Ringu.
Key Of Life
Kagi Dorobo no Mesoddo 鍵泥棒のメソッド
Cos'hanno in comunque la direttrice di una rivista, un killer professionista e un aspirante suicida? Normalmente niente, ma visto che si tratta di un film, le loro vite finiranno intersecate. Sakurai, attore fallito, ha appena fallito anche nel suicidarsi: il lampadario al quale aveva appeso il cappio si è infatti staccato dal soffitto sotto il suo peso; l'uomo decide allora di recarsi a un bagno pubblico per lavarsi e rilassarsi. Quasi contemporaneamente, arriva lì anche Kondo, che solo qualche ora prima ha assassinato un uomo. Kondo, che nel suo lavoro è estremamente meticoloso, si è infatti accorto di avere una macchia di sangue sul polso e vuola farla sparire. Il problema è che, non appena entra nel bagno, vola letteralmente dopo aver messo il piede su una saponetta persa da Sakurai. Batte la testa, perde la memoria e Sakurai, che è povero e pieno di debiti, scambia la propria chiave dell'armadietto dello spogliatoio con la sua, così i soccorritori prendono Kondo per lui. Kondo ha perso la memoria per la botta, quindi nessun problema per Sakurai, almeno fino a che non realizza qual è il mestiere dell'altro... Una commedia che mi è piaciuta molto, difatti ha vinto alcuni premi. Il cast vede la bella e brava Hirosue Ryoko nel ruolo della direttrice della rivista, che conoscerà casualmente lo smemorato Kondo; Kondo stesso è interpretato da Kagawa Teruyuki, Sakurai da Sakai Masato e c'è pure Arikawa YosiYosi nel ruolo di uno yakuza. Merita senz'altro una menzione il regista Uchida Kenji che è anche autore della sceneggiatura.
Cafe Funiculi Funicula
コーヒーが冷めないうちに Kohi ga Samenai Uchi ni
Io comunque non so che cosa darei per essere presente quando si mettono intorno a un tavolo (o in teleconferenza, di questi tempi) e decidono con quale titolo distribuire un film. Questo infatti è tratto dal famoso romanzo Finchè il caffè è caldo e vista la sua popolarità anche all'estero mi sarebbe sembrato giusto e logico conservare il titolo originale anziché aggiungere una sfumatura partenopea che non c'entra un piffero. Ad ogni modo, il film ovviamente ha subito modifiche e aggiustamenti rispetto al romanzo; non è un brutto film, però non so come il messaggio del libro si perde. Probabilmente è per via del fatto che viene spinto il piede sul pedale del melodramma nella seconda parte e così ci si distrae sul rimpianto di Kazu per la madre perduta. A me il libro era piaciuto, per cui era facile che rimanessi un po' delusa dal film. Per carità, avrebbero potuto fare di peggio! Di sicuro però certe cose vengono meglio su carta.
martedì 2 marzo 2021
un mese in quattro foto: febbraio
Questo è Zorba, uno dei gatti del figlio maggiore. E' giovane, curioso e con una spiccata tendenza a combinare guai XD Anche se non abbiamo prove, è stato quasi certamente lui ad allagare una stanza e a lasciare tutta la casa senz'acqua calda dopo aver mordicchiato (e quindi allentato) la valvola dell'acqua del termosifone, con conseguente calo di pressione della caldaia.
Tre dei Sonny Angel della mia collezione. Quando vidi per la prima volta questi bambolotti, in Italia erano praticamente introvabili e costavano parecchio, difatti i miei li ho comprati tutti durante i miei viaggi in Giappone dove il prezzo era basso.
Restando in tema felino, ho regalato al marito un tappetino per il mouse che riproduce una foto di Mafalda.
Con la stagione in anticipo di tre settimane causa le temperature più elevate della media, abbiamo tolto la copertura invernale alle piante del terrazzo. I due limoni sono pieni di frutti, ma mi sa che nemmeno quest'anno ci sarà qualcosa di commestibile.