domenica 28 febbraio 2021

febbraio fotocopia

Nel senso che è stato la fotocopia di gennaio: grandi dormite, sogni bizzarri, nessun evento particolare da riportare se non questo: Dolls of Guchi ha raggiunto e superato i trecento followers. Mi rendo conto che è una bazzeccola rispetto ad altri profili Instagram però per me è una grande soddisfazione perchè non sono mai scesa a compromessi e ho tirato dritto con le mie scenette sciocche (il figlio maggiore dice che sono uno spirito di patata), senza imitare nessuno e restando fedele al mio stile. Di certo ci ho messo più tempo di altri ad arrivare fin lì però sono molto grata a quelli che hanno cominciato a seguirmi e sono restati, visto il continuo follow/unfollow.

venerdì 26 febbraio 2021

letture di febbraio

Mattie non era mai stata davvero mia. Questa consapevolezza doveva essermi stillata dentro tanto in fretta quanto il latte del suo seno.

Virginia, 1837: alla nascita di Elizabeth, la schiava Mattie viene costretta ad abbandonare il proprio figlio neonato per farle da balia. Man mano che cresce, Elizabeth si affeziona sempre di più alla donna, che ricambia il suo affetto. Per Mattie è un vivere a metà; ogni volta che le viene concesso, fa ritorno agli alloggi degli schiavi dove ritrova il figlio, gli amici e periodicamente può incontrare il marito che vive in un'altra piantagione, e ogni volta è uno strazio lasciarli per tornare alla casa padronale. Elizabeth cresce frequentando gli schiavi, e grazie anche alla propria sensibilità si forma una coscienza abolizionista benchè non ne sia del tutto conscia. Mattie, che intanto è rimasta di nuovo incinta e ha partorito una bambina, decide di raggiungere in Ohio il marito e il figlio fuggiti prima di lei. Elizabeth, col cuore spezzato per aver perso la sua adorata balia, riuscirà a sua volta a trovare la propria strada anche grazie agli insegnamenti di Mattie. Questo romanzo lo si potrebbe definire la nemesi di Via col Vento XD La trama è certamente bella, però ho trovato lo stile un po' piatto e, avendo letto l'edizione italiana, non so se è a causa della traduzione o se è piatto anche il testo originale. Peccato, perchè con un diverso stile mi sarebbe piaciuto molto di più. Se non altro ha il grande merito di narrare le cose anche dal punto di vista della schiava Mattie, facendo comprendere a fondo tutta l'ingiustizia e la crudeltà della sua situazione.

La casa della signora Lynde sorgeva proprio nel punto in cui la via principale di Avonlea si immetteva in una valletta delimitata da alberi di ontano e ricca di prati in fiore, tagliata da un torrente che sgorgava nel bosco di proprietà dei Cuthbert.

Era letteralmente da un secolo che volevo leggere questo libro e non so come mai non l'avessi mai fatto. Ritrovandomelo compreso nell'abbonamento Kindle Unlimited, ho finalmente colto l'occasione. Non mi dilungherò sulla trama, visto che la conoscono anche i sassi perchè questo primo libro (la serie ne conta otto, anche se in realtà esistono altri tre libri con Anna, compreso uno pubblicato postumo nel 2009) è servito come base per tutte le varie serie TV che ne sono tratte. Quello che posso dire è che l'ho trovato semplicemente delizioso e che, oltre a farmi amare il personaggio di Anna ancora di più, mi ha riconciliato con quello di Marilla che invece mi è sempre stato leggermente sulle scatole. Libri del genere si possono apprezzare a tutte le età, cosa che vale per tutta la migliore letteratura per ragazzi.

Mercy Kilpatrick si chiese chi aveva fatto incazzare all'ufficio di Portland dell'FBI.

La domanda sorge spontanea, visto che Mercy si è tenuta accuratamente lontana da Eagle's Nest, la cittadina dov'è nata e cresciuta, per ben quindici anni, ma adesso è proprio lì che è stata spedita per investigare sull'omicidio di tre prepper e soprattutto sul furto di diverse decine di fucili dai luoghi dei delitti. Chi sono i prepper? Una come me che vive nel presente non può certo saperlo; ovvero, ero al corrente dell'esistenza di questi individui ignorando però come vengono chiamati in inglese. Si tratta infatti dei survivalisti, ovvero di coloro che sono convinti che prima o poi accadrà una catastrofe devastante di qualunque genere – dalla guerra nucleare all'invasione aliena – e che quindi si organizzano accumulando grosse scorte di viveri, acqua, carburante, medicine, armi, eccetera. In realtà pare che ci sia una differenza tra survivalisti e prepper, se avete voglia di approfondire fatevi un giro su Wikipedia perchè io preferisco tornare al romanzo. Dunque, la nostra Mercy torna a casa dopo quindici anni e ne farebbe a meno, sia perchè se n'è andata sbattendo la porta, diciamo così, sia perchè a monte c'è stato un episodio grave che ha coinvolto due dei suoi fratelli e che deve restare assolutamente segreto. Mentre indaga sulla morte dei prepper però salta fuori un collegamento con due casi di stupro e omicidio proprio di quindici anni prima e la donna, volente o nolente, è costretta a fare i conti col passato. A quanto pare questa Kendra Elliot vende milioni di libri; non mi meraviglia, perchè è una che il suo mestiere lo sa fare bene. Parlo di mestiere perchè sono dell'idea che moltissimi – per non dire tutti – i creatori di best sellers contemporanei saranno di sicuro dotati del talento di scrivere bene e inventare storie interessanti, ma sono anche in molta misura dei mestieranti. Non lo dico in segno di disprezzo, per carità: dobbiamo pur tutti campare. Tra l'altro c'è una bella differenza tra i vari autori. Per dire, a me questo libro è piaciuto perchè fa esattamente quello che mi aspetto: mi intrattiene piacevolmente. I personaggi sono ben costruiti, la trama regge fino all'ultimo, il risvolto romantico è discreto – a differenza di altri gialli in cui finisce per distrarre troppo dalla trama principale – e insomma è l'intrattenimento perfetto per distrarsi e divertirsi, l'equivalente letterario di una serie Netflix.

1957-58. Oosterby e dintorni

Marten Winckelstroop era cresciuto con due tare. Non aveva un padre ed era mancino.

Håkan Nesser è uno dei miei autori di gialli nordici preferito, anche se non ho letto la sua intera produzione. Questo romanzo, che benchè ambientato nel 2012 è uscito nel 2018, ha la particolarità di fare incontrare per la prima volta i due iconici personaggi da lui creati: il commissario Van Veeteren e l'ispettore Gunnar Barbarotti.  Van Veeteren, alla vigilia del suo settancinquesimo compleanno, è perfettamente contento della sua seconda vita come libraio, afflitto dal peso degli anni che passano e molto più preoccupato di evitare una eventuale festa di compleanno piuttosto che di risolvere un vecchio caso che gli viene messo sotto il naso. Ventun anni prima infatti quattro persone, riunitesi per una rimpatriata, erano perite in un incendio dopo essere state presumibilmente narcotizzate, mentre il quindi partecipante era sparito, lasciando concludere fosse lui il colpevole. Per  la polizia tutto era sembrato palese e il caso era stato chiuso rapidamente, se non che ecco spuntare il corpo del quinto, sepolto a poca distanza dal luogo dell'incendio e in stato di decomposizione tale da far capire che stava lì da vent'anni. Questo chiaramente significa che non era lui il colpevole;  Van Veeteren, stimolato dalla moglie, infine s'intestardisce a trovare il vero assassino anche perchè ne fa una questione di orgoglio professionale, ma si ritrova in un vicolo cieco. È a questo punto che si inserisce  Barbarotti, inviato a collaborare quando spunta fuori un cadavere collegato alla sorella di una delle vittime dell'incendio. Anche questo giallo mi è piaciuto, oltre che alla vicenda del plurimo omicidio mi ha divertito leggere le storie delle persone coinvolte, quelle che appartenevano alla Confraternita dei Mancini del titolo.

La primavera, a Scaisbrooke Hall, era senza dubbio il periodo più bello dell'anno. Lo dicevano tutte le ex allieve, ricordando i meli in fiore nel cortile quadrato e l'erba che cresceva alta e fresca accanto al ruscello, dove le ragazze celavano le bottiglie di bibite per mantenerle ghiacciate fino a sera, quando correvano a ritirarle e le bevevano di nascosto prima di rientrare nella sala dedicata allo studio.

Quando venne pubblicato nel 1956, Chocolates for Breakfast divenne immediatamente un caso, vendette più di un milione di copie e divenne popolare anche all'estero. Il motivo fu naturalmente il contenuto, lontano anni luce dai puritani anni Cinquanta. Courtney, la protagonista, malgrado la giovanissima età si lascia andare a tutta una serie di comportamenti deviati: fuma, beve, fa sesso. Passata dal collegio a Hollywood, dove abita la madre attrice, diventa l'amante di un attore bisessuale dopo aver subito le avances di un amico di famiglia; in seguito al fallimento della carriera della madre, quest'ultima decide di trasferirsi a New York, dove vive anche il padre di Courtney dal quale ha divorziato. Qui Courtney ritrova l'amica Janet che la inserisce nel suo ambiente, fatto di giovani senza arte né parte che non fanno che bere, fumare, fare sesso. Insomma, due palle. Infatti questo romanzo mi ha fatto tornare in mente I Cugini, che mi aveva altrettanto fatto venire voglia di mollare qualche scapaccione ai protagonisti. La Moore acquisì molta notorietà per questo suo primo libro, anche perchè lei stessa era così giovane quando lo scrisse; i successivi lavori non ebbero altrettanto successo e lei si suicidò all'età di ventisei anni. Col senno di poi, si è pensato che soffrisse di disordine bipolare, malattia che negli anni sessanta ancora non esisteva.

Police Chief Truman Daly slammed the door of his Tahoe and raised a hand to protect his face from the heat of the fire.

Per rivitalizzare il mio secondo neurone, ho deciso di leggere un altro libro della serie dedicata a Mercy Kilpatrick, l'agente dell'FBI già protagonista di Una morte compassionevole. L'autrice chiaramente ha giocato con il suo nome per i titoli dei libri. Ambientato circa due mesi dopo il precedente, in questo romanzo Mercy ha chiesto il trasferimento nella sede FBI più prossima a Eagle's Nest per poter restare vicina al fidanzato e riallacciare i contatti con la famiglia, inoltre si è fatta carico della nipote adolescente come da ultime volontà del fratello ucciso. Se sul piano personale le cose non vanno poi così malaccio, su quello professionale si trova a doversi occupare dell'omicidio a sangue freddo di due poliziotti, avvenuto nel contesto di alcuni incendi seriali. Questi avvenimenti porteranno alla luce i piani di un uomo senza scrupoli che vuole costruire il proprio regno tra i monti dell'Oregon. Confermo il giudizio già espresso sull'altro libro e aggiungo che anche con questo la Elliot ha fatto centro riguardo all'argomento.


mercoledì 24 febbraio 2021

My Hero Academia

In un futuro non meglio precisato, l'80% della popolazione possiede un super-potere. Questo fa sì che fare i supereroi sia diventato un mestiere per tutti, o almeno per quelli abbastanza dotati (i poteri infatti variano e non sono tutti altrettanto potenti o efficaci). Midoriya Izuku fin da bambino ha desiderato diventare un eroe, seguendo le ombre del suo idolo All Mighty, che è l'eroe più forte di tutti. Il problema però è che Izuku fa parte di quel 20% privo di poteri; mentre si consola osservando e prendendo appunti, egli è però determinato ad essere comunque ammesso al prestigioso liceo Yuuei che prepara i migliori eroi. Izuku un giorno si trova davanti niente di meno che All Mighty, intervenuto per sconfiggere un malvagio che è troppo forte per gli altri eroi presenti e che poco prima aveva preso in ostaggio un suo compagno, il rissoso Bakugo. Prima che intervenisse All Mighty, mentre gli altri osservavano impotenti, Izuku stesso si era scagliato contro il cattivo, benchè di fatto impossibilitato a nuocergli in alcun modo. Izuku scopre il segreto di All Mighty, ovvero che, essendo stato gravemente ferito alcuni anni prima, egli ormai può sopportare la trasformazione in eroe solo per un massimo di tre ore al giorno; All Mighty dal canto suo è rimasto impressionato dal coraggio dimostrato da Izuku e così decide di eleggerlo quale suo successore. Salta fuori infatti che egli può donargli il proprio quirk (il superpotere). Izuku accetta entusiasta e, dopo un duro allenamento, riesce a entrare al liceo Yuuei. Anime tratto da un manga di grande successo (anche se non tanto di successo quanto Demon Slayer), questo My Hero Academia (僕のヒーローアカデミア Boku no hīrō akademia) è uno di quei prodotti molto godibili, con intense scene di combattimento e tutta una serie di personaggi interessanti, primo fra tutti ovviamente Izuku, che incarna la quintessenza dell'eroe e per il quale non si può non fare il tifo. Avevo visto i primi due episodi di questa serie qualche anno fa a Lucca Comix e, trovandoli molto divertenti, mi ero ripromessa di vederla; Netflix ne ha messo a disposizione le prime due stagioni, ma in Giappone sono arrivati alla quinta e hanno prodotto pure dei lungometraggi.

lunedì 22 febbraio 2021

Ghoul

Non so per quale motivo avevo inserito questa miniserie indiana nella mia lista di cose da vedere su Netflix, sta di fatto che quando mi sono ritrovata davanti questo titolo e ho voluto approfondire, ho trovato una situazione simile a quella di The Promise, infatti mi sono accorta che quasi tutte le recensioni negative lasciate sul famoso portale di cinema IMDb non riguardavano la qualità dell'opera, ma erano a sfondo politico, accusando questa serie di essere propaganda di sinistra. Di conseguenza la tentazione di non guardarla perchè in fondo la trama non mi interessava particolarmente è stata sconfitta dalla mia solita curiosità. Ambientata in un'India del futuro, la storia ha un tono cupo e claustrofobico. Chi detiene il potere ha instaurato una rigida dittatura che perseguita, tortura e uccide tutti coloro che vengono classificati come oppositori, che si tratti di terroristi o di semplici intellettuali che reclamano la propria libertà di opinione. La giovane Nida, benchè sia musulmana e dunque appartenente a quelli che sono i nemici dello stato, ha però abbracciato entusiasticamente le visioni del regime, tanto che frequenta l'accademia di polizia e si preparara a diventare un'inquisitrice. Suo padre invece è un insegnante che cerca di fare vedere la luce ai suoi allievi, attività ovviamente proibitissima. La zelante Nida non trova di meglio che denunciare alle autorità il suo stesso padre, ma intanto attira l'attenzione delle autorità stesse perchè il suo nome viene pronunciato da un famigerato terrorista che è stato appena catturato. In uno squallido centro di tortura, Nida viene coinvolta nell'interrogatorio del progioniero, ma in realtà è tenuta d'occhio in quanto lei stessa sospettata di attività sovversive. Intanto però il prigioniero dimostra di avere dei poteri sovrumani. Allora: è chiaro che un film del genere non sia piaciuto ai nazionalisti indù, motivo per cui è scattata la shitstorm di cui sopra. A me, che da sempre cerco di guardare alla luna e non al dito, è semplicemente sembrato quello che è, ovvero una storia contro la dittatura intesa in senso lato. Quali fossero le intenzioni del regista naturalmente non lo so. Nobili o no che fossero, questa serie è certamente adatta a palati forti e ne ho apprezzato più il messaggio che la messa in scena.


sabato 20 febbraio 2021

Hollywood

Alla sua uscita, avevo letto delle critiche piuttosto tiepide a proposito di questa miniserie che invece a me è piaciuta parecchio. Penso che, nell'iniziarne la visione, sia importante tenere in mente la scritta che si vede in alto sulla locandina: what if you could rewrite the story? Perchè, per come la vedo io, il succo sta tutto lì. In realtà penso che questa serie abbia molte sfaccettature, che voglia essere un omaggio alla Hollywood dei tempi d'oro e contemporaneamente voglia mettere il dito nella piaga di tutto ciò che c'era di marcio, sottolineando anche le differenza tra il presente riguardo a certi argomenti e tentando una rivalsa. Mischiando abilmente personaggi reali e di fantasia, fatti realmente accaduti o presunti, Hollywood ci racconta di come certe persone siano disposte a tutto per la fama, di come altre approfittino di questo per sfruttarle e/o arricchirsi, e di come sarebbe bello se i sogni si avverassero. E siccome questa è una serie TV, i sogni si avverano eccome. Devo dire che ho trovato molto piacevole questo aspetto, in linea con certi film del passato in cui accadono cose improbabili e tutti vivono felici e contenti.


giovedì 18 febbraio 2021

Demon Slayer

Il manga dal quale è tratto questa serie -鬼滅の刃 Kimetsu no yaiba, ovvero la spada dell'ammazzademoni – in Giappone è stato un successo clamoroso; si calcola che alla fine del 2020 tra versioni cartacee e digitali ce ne fossero in circolazione centoventi milioni di copie. L'anime, che purtroppo copre solo una parte della storia, ha ottenuto il plauso sia del pubblico che della critica. Ero molto curiosa di vederlo e devo dire che mi è piaciuto molto. Tutto ineccepibile dal punto di vista tecnico, mentre la trama è di quelle che non possono non scatenare la simpatia del pubblico. La storia è ambientata durante il periodo Taishō (1912-1926) ed ha come protagonista il giovane Tanjirō; egli vive sui monti con la sua famiglia, composta dalla madre e da cinque fratelli minori, e spesso fa avanti e indietro con il villaggio del fondovalle per commerciare. In una giornata invernale in cui è caduta molta neve, Tanjirō non fa in tempo a rientrare entro sera e si ferma a dormire in casa di un anziano; la mattina successiva a casa lo attende una scena orribile. Tutti i suoi famigliari sono stati infatti sterminati da un demone; si è salvata solo la sorella Nezuko, che però è stata a sua volta trasformata in demone. Tanjirō la salva dall'intervento di Tomioka, un ammazzademoni; costui, colpito dalla sua determinazione e dal fatto che sia riuscito a tenergli testa, lo indirizza a un maestro che lo prepara per sostenere l'esame ed entrare a fare parte di un'organizzazione segreta che combatte i demoni. Tanjirō spera anche di trovare il modo di far tornare umana la sorella, che fortunatamente è dotata di grande autocontrollo e non aggredisce le persone, anzi, più di una volta aiuta il fratello nei suoi combattimenti. La forza della storia sta in diversi elementi: non solo le scene di combattimento molto ben realizzate, ma anche la simpatia e la particolarità dei personaggi (vedi i due amici di Tanjirō, Inosuke e Zen-itsu), mentre Tanjirō stesso incarna la figura dell'eroe che parte svantaggiato ma che, con la forza di volontà, riesce a superare i suoi limiti, mantenendo sempre una grande dose di umanità che spesso lo porta a empatizzare con i demoni che affronta. E' proprio questo tocco umanitario che secondo me costituisce la forza di questa storia e il motivo per cui è tanto amata. Ci sono dunque tutti gli ingredienti dei migliori manga/anime, con la solita alternanza di scene drammatiche e siparietti comici, e un messaggio positivo e incoraggiante di fondo. 

martedì 16 febbraio 2021

L'assassinio del commendatore - Haruki Murakami


Oggi, svegliandomi da un breve sonno pomeridiano, davanti a me ho trovato l'uomo senza volto. Era seduto sulla poltrona di fronte al divano dov'ero sdraiato e, con gli occhi irreali del volto che non aveva, mi fissava.

Haruki Murakami è uno dei miei scrittori preferiti, cosa che non cessa mai di stupirmi perchè di solito scrive il tipo di storie che mi fanno venire il nervoso, ovvero trame in cui in quella che sembra una realtà ordinaria fanno irruzione elementi  che possono essere soprannaturali, onirici o in generale strani, e non è detto che ci sia una spiegazione razionale. Murakami però racconta il tutto con tale grazia e naturalezza che lo straordinario appare quasi normale; credo che sia per questo che alla fine mi piace, perchè fa sembrare plausibile che nella quotidianità possano succedere cose strane che però alla fine non la alterano necessariamente, anche se servono per portare alla luce eventi e sentimenti. Non fa eccezione questo suo lavoro diviso in due libri: 騎士団長殺し 第1部: 顕れるイデア編 Kishidanchō Koroshi. 1: Arawareru idea-hen/ 騎士団長殺し 第2部: 遷ろうメタファー編 Kishidanchō Koroshi. 2: Utsurou metafā-hen. Il protagonista è un pittore trentaseienne; la sua specialità è il ritratto, ma in realtà esegue questi lavori solo perchè gli permettono di sbarcare il lunario. E' comunque un professionista ricercato perchè ha la capacità di cogliere l'essenza delle persone che ritrae. La moglie del nostro pittore di punto in bianco se ne esce dicendo che vuole divorziare; lui praticamente non ribatte, prende giusto poche cose ed esce di casa, iniziando poi un vagabondaggio che si protrae fino a che la sua vecchia auto non lo lascia a piedi. A quel punto accetta di abitare nella casa del padre del suo migliore amico, un famoso pittore recentemente ricoverato in un ospizio per via della demenza senile. In questa casa il pittore trova nascosto un quadro eseguito dal padre dell'amico; si tratta di una scena nel suo solito stile, ma con un soggetto del tutto alieno al suo lavoro, L'assassinio del commendatore appunto. La scena rappresentata mostra in primo piano un giovane che infilza con la spada un vecchio; in secondo piano una fanciulla e un servitore osservano attoniti, mentre uno strano personaggio fa capolino da una botola che si apre nel terreno. Sarà il ritrovamento di questo quadro a mettere in moto tutta una serie di eventi strani e surreali che francamente non ho capito bene quale scopo abbiano, a parte quello di riempire le pagine di due volumi XD Scherzo, infatti il libro mi è piaciuto molto anche se alla sua uscita non è stato accolto con il consueto entusiasmo dai fan di Murakami. Sorvolo sul magone che mi viene ogni volta che leggo un libro giapponese ambientato in qualche posto dove sono stata durante i miei viaggi.


domenica 14 febbraio 2021

intervallo

Arsenio Lupin

No, non la serie TV... Qualche tempo fa col marito ci stavamo lamentando che si diventa vecchi, si dimenticano le cose e/o si fanno idiozie per colpa della sbadataggine. Detto fatto, l'idiozia l'ho fatta io il giorno dopo. Suona il campanello; è il corriere che mi lascia un pacco all'ingresso. Afferro il cutter e scendo per portarlo in cantina e aprirlo, e non appena esco sul pianerottolo lo sbam della porta di casa che si chiude alle mie spalle mi fa immediatamente accorgere che non ho con me le chiavi. Grandioso! E adesso che accidenti faccio? Sono le 11 di mattina, il marito lavora in un'altra città e prima delle 18 non torna a casa, il figlio maggiore è anche lui al lavoro, il figlio minore è a trecento chilomeri di distanza. Suono dai dirimpettai, una coppia poco più che settantenne per fortuna sempre molto gentile e disponibile, spiegando loro l'accaduto. L'idea è di telefonare al marito e farci dare il numero del figlio maggiore (il mio cellulare ovviamente è dentro casa e io non ricordo i loro numeri a memoria). La vicina per fortuna ha il numero di mio marito, lo chiama ma non risponde; pensiamo di provare con whatsapp e intanto che lei smanetta, il marito fa avanti e indietro fino a che non torna dentro tutto raggiante. E' riuscito ad aprire la porta di casa mia abbassando la linguetta di metallo della serratura con un pezzo di plastica. Wow! Non sapevo di avere un vicino di casa scassinatore!

Lo dice anche Nick Cave



I gattomontaggi di Fransdita Muafidin

Ho scoperto grazie a Facebook il profilo Instagram di questa tizia che si diverte a fare dei fotomontaggi, inserendo gatti in scenari urbani; la cosa divertente è che i gatti sono giganteschi, come si vede da questa foto:

Se avete voglia di vedere i suoi lavori, la trovate QUI.

Quello che più mi manca

A voler fare la lista delle cose che ci mancano da che è scoppiata la pandemia, penso che ognuno troverebbe molte voci. Personalmente mi sono resa conto già da un po' che la cosa che mi manca in assoluto di più è andare a ravanare ai mercatini delle pulci. In particolare mi è mancato quello che si tiene tra Santo Stefano e Capodanno nella mia città; è un mercatino per beneficenza che avviene in tempo reale alle donazioni, infatti so di gente che ci va anche più volte al giorno perchè di roba ne arriva sempre. Io ci facevo principalmente scorta di libri, quest'anno avrei buttato un occhio anche al reparto giocattoli, e invece niente. 


venerdì 12 febbraio 2021

estate di morte

Dopo aver visto e apprezzato The Stranger, ho scoperto che su Netflix c'era un'altra miniserie tratta da un libro di Harlan Coben: The Woods. In questo caso si tratta di una produzione polacca; lo stile è diverso, ma è una serie ugualmente valida e che mi è piaciuta quanto la prima. La vicenda si svolge su due piani temporali: il 1994 e il presente. Il procuratore Paweł Kopiński venticinque anni prima aveva partecipato come sorvegliante a un campo estivo di liceali, in realtà ragazzi quasi suoi coetanei. Il campeggio si era concluso tragicamente con l'omicidio di due ragazzi e la sparizione di altri due - tra i quali la sorella di Paweł. All'epoca lui stesso era stato tra i sospettati perchè una sua maglietta era stata trovata insanguinata; la polizia aveva poi finito per attribuire i delitti a un altro dei sorveglianti che in passato aveva ucciso una donna. Nel presente Paweł viene convocato dalla polizia quando sul corpo di un uomo assassinato vengono rinvenuti diversi ritagli di giornale su di lui; il nome gli risulta sconosciuto, ma quando gli mostrano il corpo egli riconosce grazie a una cicatrice Artur, uno dei due scomparsi, ma i di lui genitori, a loro volta convocati, negano che si tratti di loro figlio. Paweł però è sicuro e, con l'aiuto di Laura, che in passato era stata la sua ragazza, riesce a procurarsi un campione di DNA che conferma l'identità dell'ucciso. Perchè i genitori hanno mentito? E, soprattutto, se Artur era sopravvissuto, che ne è di sua sorella? Sì, decisamente mi è piaciuta questa serie, e mi è pure venuta la curiosità di leggere qualcosa di Coben.


mercoledì 10 febbraio 2021

Extracurricular

Abbandonato dai genitori, per mantenersi e per risparmiare i soldi per l'università, il liceale Ji-Soo non trova niente di meglio da fare che diventare un pappone. Nessuno conosce questa sua attività perchè le gestisce tramite un'app e, quando comunica, la sua voce risulta deformata, inoltre lui svolge un semplice ruolo di coordinamento e a fare il lavoro sporco è il suo collaboratore, un ex-barbone versato nel combattimento. Ji-Soo ha già accumulato un bel po' di soldi e tutto potrebbe andare bene se non si mettesse nel mezzo Gyu-Ri, una compagna di classe di cui s'innamora. A differenza sua, Gyu-Ri viene da una famiglia ricca, ma questo non significa che sia serena e soddisfatta. E' invece molto stressata perchè i genitori pretendono che sia perfetta e danno per scontato che seguirà le loro orme in campo lavorativo. Anche se non lo fa per cattiveria, le interferenze di Gyu-Ri portano al disastro, in un crescendo di incidenti sempre più tragici. Una serie amara, stranamente breve per i canoni coreani (solo dieci episodi), che mostra una società ossessionata dal denaro e afflitta dalla mancanza dello stesso - in qualche misura quindi affine al famoso Parasite. Anche qui ai protagonisti non viene niente di buono per aver cercato di uscire dalla propria povertà. Non avevo mai visto prima i quattro personaggi più giovani, mentre tra i veterani ci sono Choi Min-Soo (il braccio destro di Ji-Soo) e Park Hyuk-Kwon (il suo sensibile insegnante). Alla regia Kim Jin-Min che ha diretto anche Time Between Dog and Wolf.


lunedì 8 febbraio 2021

Fate - The Winx Saga

Quando le Winx debuttarono sugli schermi nel 2004 avevo due figli maschi ai quali non potevano fregare di meno, di conseguenza conosco le cinque fatine solo per averle viste riprodotte su zaini e quaderni negli anni successivi. Non avevo nemmeno idea che avessero raggiunto il successo mondiale, al punto che nel 2019 Netflix ha deciso di produrre una serie ispirata a questa saga; dico ispirata perchè da quel poco della trama del cartone che ho letto mi sembra evidente che ci siano parecchie differenze. Nella serie la giovane fata Bloom arriva ad Alfea, una prestigiosa scuola magica che si trova a Solaria, ovvero nel mondo fatato parallelo a quello umano. Bloom non sapeva di avere dei poteri finchè una sera, in preda alla rabbia dopo l'ennesimo litigio con i genitori, non ha dato fuoco alla casa. Ogni fata infatti è legata a un elemento naturale e il suo ovviamente è il fuoco. Nella scuola Bloom incontra le sue future amiche, si scontra con la principessa Stella, attira l'attenzione di Sky, l'ex di Stella, eccetera, ma soprattutto con la sua cocciutaggine nel voler scoprire le proprie vere origini dopo che qualcuno le ha detto che è una changeling si fida delle persone sbagliate e combina una serie di casini. Che dire? Essendo completamente a digiuno dell'originale non posso dire se questa serie sia all'altezza, quello che posso dire è che si tratta di una cosa carina, certamente adatta a un pubblico giovanile, ma che non brilla particolarmente malgrado nel cast ci siano alcuni bravi attori veterani.


sabato 6 febbraio 2021

The stranger

Che cosa fareste se una sconosciuta vi avvicinasse e vi dicesse che due anni prima vostra moglie ha simulato una gravidanza? E' quello che succede al protagonista di questa miniserie, tratta dal libro omonimo di Harlan Coben. Naturalmente lui, da principio incredulo, segue gli indizi che gli ha dato la sconosciuta e scopre che effettivamente la moglie ha fatto acquisti su un sito specializzato in false gravidanze. Confrontatosi con la consorte, lei ammette la cosa però aggiunge che c'è altro, dopodichè sparisce. Mentre l'uomo comincia a cercarla, la sconosciuta prosegue nella sua opera, che consiste in alcuni casi nel rivelare segreti per aprire gli occhi alle persone, in altri nel ricattarle per tenere la bocca chiusa. La polizia locale intanto deve vedersela con un'alpaca decapitata e un ragazzino ritrovato nudo e svenuto nel bosco. Ecco la combinazione ideale per me: bravi attori, storia avvincente e un numero limitato di episodi, almeno sappiamo come va a finire senza dover aspettare cinquanta stagioni.


giovedì 4 febbraio 2021

Pose

Non ho che parole di lode per questa serie che al momento conta due stagioni ed è ambientata a New York in un arco temporale che va dal 1987 al 1991. Al centro c'è la comunità LGTB dei neri e degli ispanici, all'epoca doppiamente discriminati. Proprio la frustrazione ha portato queste persone a creare un ambiente dove sentirsi accolti e compresi: è la cosidetta ballroom culture. In locali dedicati, ci si sfidava a colpi di lustrini, parrucche e mosse di ballo all'interno di diverse categorie. Era il momento della rivalsa, quello in cui gli emarginati diventavano protagonisti. A competere spesso erano le case, poiché un'altra espressione di quel movimento fu la creazione di nuclei famigliari non basati su legami di sangue, ma su fratellanza e solidarietà, in cui ci si aiutava a vicenda. Nella serie vediamo tutto questo grazie alle vicissitudini di un gruppo di personaggi fuori dal comune per più di un motivo. Non ci sono solo gli affari di cuore, la lotta per la sopravvivenza quotidiana e i numeri di ballo strepitosi, c'è anche il terribile spettro dell'AIDS che in quegli anni mieteva vittime a tutto spiano. Una serie dunque che alterna allegria e lacrime, ma che conquista proprio per la forza e il coraggio con cui i protagonisti affrontano la vita. Attendo con ansia la terza stagione e intanto mi sono ripromessa che nella prossima vita farò la drag queen XD


martedì 2 febbraio 2021

un mese in quattro foto: gennaio

Ho provato a rifare i cioccolatini: esteticamente non saranno perfetti, ma erano deliziosi!

Incredibile quante cose puoi fare con un solo paio di mutande! Oltre ai vestiti della foto qui sopra, la scorsa estate avevo anche fatto un costume da bagno intero e mi è rimasta stoffa abbastanza per una t-shirt.

Finalmente sono riuscita a fare una foto decente a Kirara, la gatta della mia amica saggia. Questa volta non è fuggita appena mi sono avvicinata, stiamo migliorando.

Il premio dolcetto puccioso lo vincono di nuovo i giapponesi! Questi biscottini ricoperti di cioccolata al gusto di fragola hanno ognuno una faccina diversa. Tanto carini che quasi quasi non avevo il coraggio di mangiarli... quasi XD