venerdì 31 dicembre 2021

dicembre sottotono

Non presto attenzione agli oroscopi, li leggo più che altro per farmi una risata, ma mi viene da dire che le previsioni di dicembre per il mio segno ci hanno azzeccato in pieno perchè è stato un mese abbastanza meh. C'è da dire che il periodo delle feste per me è più fonte di stress che di piaceri. Anche se nel corso degli anni sono riuscita a ridurre al minimo le incombenze inevitabili, il solo sapere che siamo in quel particolare periodo dell'anno mi crea una sorta di irritazione latente e mi porta a fare il conto alla rovescia per il 7 gennaio. Sarebbe andato tutto meglio se non fossi nel mezzo di una crisi creativa. Niente di grave, nel senso che non sono completamente bloccata, però non mi vengono nemmeno le buone idee che mi venivano tempo fa. Ci sta che nella vita si abbiano degli alti e bassi perciò non sono preoccupata, spero solo che passi presto, anche perchè gennaio e febbraio sono due mesi noiosi per definizione dato che è invero e fa freddo e quest'anno abbiamo più cieli grigi che sole. Ultimamente stavo anche pensando che mi piacerebbe fare qualche cambiamento qui sul blog, ma per ora ho deciso solo di tornare alla filosofia con la quale lo iniziai anni fa. Niente, non mi resta che augurarvi un Felice Anno Nuovo - malgrado le prospettive future non siano esattamente rosee per nessuno - e ci vediamo qui l'anno prossimo! ^___^

mercoledì 29 dicembre 2021

letture di dicembre

 

Il brusio si levava dalla strada come un ronzio di mosche. I fotografi erano ammassati contro le transenne presidiate dalla polizia, i lunghi zoom delle macchine fotografiche puntati, i respiri che si condensavano come vapore.

A volte mi sembra proprio di arrivare con l'ultimo treno. Per esempio, non avevo idea che J.K. Rowling avesse scritto una serie di libri gialli con lo pseudonimo di Robert Galbraith. A parte la saga di Harry Potter, avevo letto un altro suo libro al di fuori di essa, ovvero Il Seggio Vacante, che mi era piaciuto molto, di conseguenza sapevo che non sarei rimasta delusa nemmeno questa volta perchè, polemiche sulla sua presunta avversione alle persone transessuali a parte, credo che nessuno possa mettere in dubbio la sua bravura come scrittrice. Tra l'altro ho anche saputo che dai libri dedicati al detective privato Cormoran Strike è pure stata tratta una serie TV, passata però su canali che non frequento. Dunque, questo Cormoran Strike in questa sua prima avventura parte maluccio: ha rotto con la fidanzata e di conseguenza si è trovato senza casa, visto che viveva a casa sua, non ha quasi clienti e quindi non può ripagare il prestito per l'ufficio, rischiando di perdere pure quello. Grande e grosso e con una protesi a una gamba - conseguenza del suo ferimento quando era militare in Afghanistan - si porta dietro una scomoda discendenza, in quanto figlio illegittimo di un famosissimo cantante. Le cose cambiano quando nel suo ufficio entrano prima Robin, la segretaria che gli ha spedito l'agenzia di lavoro interinale, e John Bristow, fratello adottivo di una top model recentemente suicidatasi, il quale vuole assumerlo per indagare in quanto convinto che la sorella sia in realtà stata uccisa. Cormoran dimostra di essere un investigatore abile e scrupoloso, tanto quanto Robin si rivela competente e intelligente; peccato che lui non abbia ancora abbastanza soldi per permettersi di tenerla a lavorare per lui, e lei abbia un fidanzato che non vede per nulla di buon occhio che lavori per Cormoran. Quanto al caso, verrà brillantemente risolto rivelando un colpevole del tutto inaspettato. Visto che il libro mi è piaciuto, penso proprio che proseguirò nella lettura dei successivi.

Era una fresca mattina di novembre. Dal soffitto di vetro della grande stazione piovevano saette di luce chiara e abbagliante sul frenetico andirivieni dei passeggeri e dei facchini, che correvano con i carrelli carichi di bagagli sui pavimenti di marmo bianco.

Era il 1991 quando uscì il film Pomodori Verdi Fritti, tratto dal best seller di Fannie Flagg; ricordo che il film mi piacque molto e successivamente lessi anche il libro. Questo The Wonder Boy of Whistle Stop, ultimo lavoro della Flagg, ci riporta in quei luoghi e, parzialmente, in quei tempi. Formato da molti brevi capitoli, non ha una struttura cronologicamente normale, in quanto saltella disinvoltamente tra diversi anni e diversi personaggi, anche se il filone più consistente riguarda Buddy Threadgoode, il figlio di Ruth. Diversi capitoli servono più che altro per farci sapere che fine hanno fatto gli abitanti di Whistle Stop, ormai abbandonata e in rovina, e per completare la storia di Buddy. Egli, ormai anziano, vive in una casa di riposo di lusso, è vedovo e gli resta solo la figlia Ruthie, vedova pure lei. Un giorno, vinto dalla nostalgia, Buddy fugge dalla casa di riposo per tornare a rivedere Whistle Stop, ma si perde; è grazie a questo incidente però che Ruthie conosce Evelyn e insieme le due donne s'imbarcano nel progetto di restauro e recupero della vecchia cittadina. Che dire? Niente a che vedere con il primo libro; i lettori americani l'hanno molto apprezzato soprattutto perchè è il sequel dell'altro, ma io l'ho trovato piuttosto inconsistente, per non dire che non ho gradito l'alto livello di zuccherosità.

I Cotswold, nelle Midlands, sono rinomati per la loro bellezza. Sono considerati tra i pochi luoghi dove la bellezza è opera dell'uomo, perchè la loro attrattiva risiede nei giardini e nei cottage con il tetto di paglia.

Ritrovo con piacere Agatha Raisin, la sboccata investigatrice privata cinquantenne con un debole per gli innamoramenti improvvisi e totalizzanti della quale avevo fatto la conoscenza un anno fa. Problema: il libro letto allora era il terzo della serie, questo è il ventinovesimo! Mi manca tutto ciò che sta nel mezzo, anche se ciò non ha influito sulla comprensione della presente storia. Qui Agatha si trova alle prese con alcuni appassionati suonatori di campane e un vescovo tanto attraente quanto truffaldino. Ci scappa più di un morto e la stessa Agatha - che non manca di innamorarsi perdutamente di un giornalista ahimè già sposato - finisce sepolta viva. Come un personaggio afferma ad un certo punto, il suo più che talento è culo, infatti non sembra mai impegnarsi più di tanto nell'indagare, ma gli indizi le piovono addosso. La gradevolezza di questo libro è data dall'insieme dei personaggi, molto British, dal senso dell'umorismo e naturalmente dal comportamento di Agatha.

It was a grey cold day in late November. The weather had changed overnight, when a backing wind brought a granite sky and a mizzling rain with it, and altough it was now only a little after two o'clock in the afternoon the pallor of a winter evening seemed to have closed upon the hills, cloaking them in mist.

Daphne du Maurier è una scrittrice che mi piace moltissimo perchè unisce alle trame interessanti e coinvolgenti uno stile elegante e aggraziato. Naturalmente la cosa migliore è leggerla in originale, cose che a questo giro ho fatto, anche perchè era da un po' che non sottoponevo il secondo (o era il terzo?) neurone ad allenamento. Da questo Jamaica Inn è stato tratto uno sfortunato film diretto da Alfred Hitchcock - distribuito da noi col titolo Taverna alla Giamaica. Pure i migliori sbagliano, e pare che di questa pellicola si salvi solo l'interpretazione di Charles Laughton; io non ricordo di averla mai vista, malgrado il titolo suggestivo che con la Giamaica non ha nulla a che vedere. L'ambientazione è infatti quella della Cornovaglia; siamo all'inizio dell'Ottocento e Mary, rimasta orfana e costretta a vendere casa e proprietà per pagare i debiti, si reca a vivere con la zia Patience. Da parecchio non la vede e il ricordo della donna piena di vita viene sostituito dalla presente versione sottomessa e dall'aria di fantasma; Mary non tarda a capire che la colpa di questa trasformazione è del marito di Patience, nonchè padrone della taverna, Joss. Costui è uno strano misto di fascino e rudezza; dalla corporatura quasi da gigante, innamorato più della bottiglia che della moglie, sembra però provare una sorta di rispetto per Mary, che gli tiene testa. Joss è però anche un criminale; Mary pensa che sia dedito solo al contrabbando, ma poi salta fuori che è a capo di una banda di assassini che provocano naufragi e uccidono le persone a bordo delle navi per derubarle. Il libro dovrebbe ricadere nel genere gotico, e difatti le atmosfere sono spesso lugubri, le situazioni e i personaggi descritti con una buona dose di drammaticità, il paesaggio tormentato dal maltempo rispecchia l'umore di Mary, ma soprattutto è un libro che si legge d'un fiato, per la curiosità di sapere come andrà a finire. Grandissima nuovamente dunque la Du Maurier.

Mi ha lasciato. Quest'ultimo colpo, il più tremendo di tutti, mi ha messo al tappeto. Non riesco a soffermarmi su questo pensiero abbastanza a lungo da farmi un'idea pur vaga del perchè sia accaduto.

Grazie a questo romanzo ho fatto la conoscenza di Elizabeth Jane Howard, autrice che sicuramente frequenterò anche in futuro. Questo Falling, pubblicato nel 1999 e dal quale è stato tratto un film per la TV, mi è infatti piaciuto molto. Il romanzo viene narrato a due voci: quella in prima persona di Henry e quella in terza di Daisy. I due vengono analizzati con precisione chirurgica, che detto così potrebbe far pensare qualcosa di freddo e impersonale, ma ciò che intendo è che i loro pensieri sono esplicitati in modo da permetterci di capire che cosa alberga nei loro cuori. Entrambi non più di primo pelo, avviano una relazione. Una storia romantica quindi? Lo sarebbe, se Henry non fosse uno psicopatico che si è sempre servito delle sue relazioni con le donne per campare senza dover lavorare; ha dalla sua la capacità di individuare i punti deboli, l'abilità di sfruttare queste debolezze in un gioco che somiglia a una caccia orchestrata con grande abilità. In questo caso riesce a penetrare la corazza di Daisy, che invece ci appare fragile e umanissima nella sua iniziale rinuncia a relazioni future dopo che è stata lasciata dal compagno più giovane di lei. Il suo bisogno di amore però è troppo grande e così la vediamo cadere nella trappola di Henry. La storia è interessante proprio per la contrapposizione di questi due caratteri; è un po' come se leggessimo i pensieri di un serial killer e della sia vittima. E' uno di quei libri che da un lato si divorano e dall'altro non si vorrebbe che finissero.

Loro sono le figlie del fiume. Avanzano in punta di piedi verso le rapide durante le ultime ore della notte, mentre cantano i merli. Quando la terra è bagnata e soffice. Una fitta nebbia aleggia sulla superficie scura e tutto a un'aria magica.

A un certo punto mi sono accorta che i libri letti fino ad allora erano tutti opera di donne, quindi ho deciso di concludere il mese con un'altra scrittrice, la finlandese Elina Backman, e con il suo romanzo di esordio Kun kuningas kuolee (quando muore il re). La storia avanza su due binari paralleli che a un certo punto convergono; da un lato c'è Saana, da poco licenziata ed esaurita, che decide di passare l'estate a casa della zia, ad Hartola; dall'altro c'è Jan, detective con la madre sul letto di morte, che si trova per le mani un delitto bizzarro. Per ingannare il tempo, Saana si interessa alla morte di una quindicenne avvenuta trent'anni prima in circostanze mai chiarite; pensando di ricavarne un libro o un podcast, comincia a indagare in giro. Jan invece s'interessa di un altro cadavere comparso proprio ad Hartola, visto che le caratteristiche dell'omicidio sono le stesse del primo. E' facile intuire che i due casi sono collegati. Allora: parlare di nuova regina del giallo scandinavo è certamente esagerato, però la Backman ha fatto un buon lavoro. Quello che non mi ha convinto al 100% è stato l'indulgere nel finalino romantico, anche se non è certo la prima che farcisce le trame gialle di dettagli sulla vita privata dei suoi investigatori.


venerdì 24 dicembre 2021

auguri!

 

Buone Feste a tutti! Oggi devo fare i miei tradizionali biscotti di Natale, poi passerò domani e dopodomani a mangiare come un troll e collassare per metà pomeriggio XD 


mercoledì 22 dicembre 2021

Coyotes

 

Un gruppo di boyscout belgi si reca in Lussemburgo per un campo di due settimane. I ragazzi sono divisi per gruppi; quelli che interessano a noi sono i Coyotes. Ai quattro membri storici si unisce Kevin, migliore amico di uno di questi. Kevin è un ragazzo che ama sballarsi, ragion per cui il fratello - anch'egli scout - è incaricato di tenerlo sott'occhio continuamente dal padre. Malgrado ciò, già la prima sera del campo egli sgattaiola nella città vicina e passa la notte tra alcol e droga insieme a Marie, una ragazza del posto. E' ancora sballato quando si tuffa in un lago, trova una grotta sotto la superficie e quella che gli appare come una sirena gli regala una busta piena di diamanti. Naturalmente questo è l'inizio di tutti i guai, perchè la sirena in realtà è il cadavere di Toni, un altro ragazzo che un paio di giorni prima i diamanti li ha rubati a un doganiere che traffica in merci di valore contrabbandate e che è disposto a tutto per riaverli. Lo spunto di questa mini-serie è interessante, la realizzazione è invece un po' incartata, però malgrado questo non è certo da buttare. L'epilogo poi è di quelli che non ti aspetteresti, anche se una storia così sai comunque che non può finire bene.


lunedì 20 dicembre 2021

Lucifer

 

Finalmente ho finito di vedere Lucifer, ed è un finalmente che sta a significare che non ne potevo più! Ho rimandato la visione di questa serie per via della sua popolarità - per il solito motivo per cui le lodi altrui elevano le mie aspettative e per contro finisco delusa - e mi sono decisa a guardarla dopo aver saputo che la sesta stagione sarebbe stata quella finale: già che è una serie lunga, non volevo anche correre il rischio di restare ulteriormente in sospeso. La trama è nota: il diavolo si prende una vacanza dalle sue attività infernali e si trasferisce a San Francisco dove vive gozzovigliando e gestendo un locale di lusso, tutto ciò fino a quando non incontra la detective Chloe Decker della quale s'innamora. Allora: io sono una di quelle persone a cui i vampiri piacciono cattivi, non erbivori (tanto per fare un esempio), perciò finchè Lucifer è stato uno spensierato libertino, la cosa mi ha divertito. Certo, il piacere era dato dalle divertenti interazioni tra lui e gli altri personaggi, mentre la trama gialla era un flebile pretesto - fino alla quarta stagione i casi erano talmente semplicistici che bastava cercare il colpevole più improbabile: era sempre quello. La storia però si è evoluta, cosa certamente positiva perchè si è arrivati a un finale ragionato nel quale tutto torna; a me però continuava a piacere il Lucifero spensierato e libertino, per cui a mano a mano che le cose si complicavano ho cominciato a provare molta insofferenza. Insomma, sono arrivata alla fine per lo stesso motivo già descritto QUI: Tom Ellis, che interpreta Lucifer, è un gran bel pezzo di diavolo. Ha contribuito moltissimo a farmelo piacere la sua bella voce e l'accento british che sfoggia; tra l'altro, per curiosità, ho voluto sentirlo in versione doppiata e ho compreso che non sarei mai arrivata alla fine delle sei stagioni se l'avessi sentito parlare in italiano, con una voce del tutto anonima. Insomma, ancora una volta devo concludere che soffro della stessa sindrome di Wanda!

venerdì 17 dicembre 2021

intervallo natalizio

I am not a Christmas person

Da diversi anni sono diventata insofferente alle festività natalizie. Il fatto che si comincino a vedere decorazioni natalizie in giro già a fine novembre è qualcosa che mi fa venire regolarmente la nausea, lo stesso dicasi per la precoce apparizione di panettoni e pandori al supermercato. Quando ero giovane, l'albero si faceva l'8 dicembre, per dire. Insomma, per me è difficile sopportare tutto l'ambaradan natalizio, per cui cerco di comprare i regali con doveroso anticipo in modo da dover uscire solo per le normali commissioni a ridosso delle feste - e già così non è facile. Ho detto spesso che vorrei trasferirmi in cima a un monte fino al 7 gennaio, dato che non riesco a farlo supplisco restando ancora di più chiusa in casa. Per fortuna ho pochi parenti e pochi amici, per cui il giro degli auguri e dei regali si risolve velocemente, e anche i tradizionali pranzi delle feste sono limitati alla cerchia più stretta. 

Il regalo perfetto

I regali sono una dolente nota ai giorni nostri, visto che noi viziati abitanti del primo mondo abbiamo già tutto. Per questo  in famiglia abbiamo due opzioni: il regalo su richiesta - che almeno ci si prende - e/o il regalo cretino - quella è una mia specialità, perchè mi piace vedere la faccia che fanno quelli che lo ricevono. A me però regali cretini non ne fanno mai, quindi volevo proporre una piccola selezione di cose che mi piacerebbero:


Sono anni ormai che desidero questo zerbino! Il marito però non è nerd come me e si rifiuta categoricamente di comprarmelo.


A dire la verità non sono una fan dei libri da colorare, però questo qui che è piano di gattini che mostrano il sedere potrebbe riuscire a coinvolgermi.


Mi ci vedo benissimo ad andare in giro per casa con questa felpona! E magari ad aprire alla vicina o a scendere a ritirare un pacco...


Ho già parecchie mug in casa, ma questa al momento riassume perfettamente il mio pensiero XD


Il mitico calendario dei pompieri australiani. Tra l'altro i proventi vanno in beneficenza, quindi uno può consolarsi pensando di aver fatto una buona azione.

E voi cosa avete chiesto a Babbo Natale?

Certi paesi sono avanti


La notizia non è freschissima e qualcuno di voi potrebbe averla già sentita: per celebrare i cinquant'anni da che l'omosessualità è legale in Norvegia, le Poste Norvegesi hanno realizzato uno spot (potete vederlo QUI). Si tratta di un vero e proprio cortometraggio che a me è piaciuto molto (confesso che la prima volta che l'ho visto mi è pure scappata la lacrimuccia sul finale). Non ho potuto fare a meno di pensare al putiferio che si scatenerebbe in Italia se uno spot così passasse in TV. Noi purtroppo di strada da fare su certi argomenti ne abbiamo ancora moltissima.


mercoledì 15 dicembre 2021

Basta un caffè per essere felici - Kawaguchi Toshikazu

 Erano ventidue anni che Gotaro Chiba mentiva alla figlia.

Come ha scritto Fëdor Dostoevskij: «La cosa più difficile nella vita è vivere senza mentire».

Non ho molto da dire su questo libro, seguito di Finchè il caffè è caldo, perchè ripropone la stessa ambientazione e le stesse dinamiche di quello. Siamo ancora nel bar dove si trova la sedia speciale dalla quale è possibile viaggiare nel tempo; in questo secondo libro sono quattro le vicende narrate, accomunate dal fatto che c'è una bugia dietro ogni storia. Difatti il titolo originale è この嘘がばれないうちに  kono uso ga barenai uchi ni, ovvero prima che questa bugia sia rivelata. Chiaramente il titolo dell'edizione italiana ha voluto giocare sulla continuità col primo libro. Penso che a chi è piaciuto quello, piacerà anche questo. Personalmente l'ho trovato gradevole, ma mi è venuto meno l'effetto sorpresa, per così dire. Preparatevi, perchè ne è stato scritto un terzo.

lunedì 13 dicembre 2021

Earwig e la strega

 

アーヤと魔女 Aaya to majo è una produzione dello Studio Ghibli per la televisione, diretta da Gorou Miyazaki (il figlio di Hayao) e tratta dall'omonimo libro postumo di Diana Wynne Jones. Realizzato con l'animazione di tipo 3D - dunque molto diverso da ciò a cui ci ha abituati lo Studio Ghibli - questo film ha come protagonista una bambina, Erica nell'edizione italiana, che viene abbandonata davanti alle porte di un orfanotrofio quando è ancora in fasce. Anni dopo Erica, che è tanto furbetta quanto carina, in pratica fa il bello e il cattivo tempo all'orfanotrofio, dove spera di restare sempre in compagnia del suo amichetto del cuore. Un giorno però arriva una strana coppia che l'adotta; lei è una strega e lui un demone, ed Erica in realtà dovrà fare da serva per la strega. La ragazzina però ha altri piani e, a furia di brigare, prenderà il potere anche a casa dei due. Allora: se non avessi visto il familiare logo dello Studio Ghibli in apertura non avrei mai e poi mai immaginato che questo film sia uscito da lì, se non altro appunto per il discorso dell'animazione. Di sicuro non è ai livelli dei lavori migliori, si colloca piuttosto tra quelli riusciti peggio - con tutto che il peggio dello Studio Ghibli è relativo. Resta comunque un prodotto carino, ma senza particolari meriti, appartenente alla categoria dei senza infamia e senza lode. Quanto al cast dei doppiatori, abbiamo la giovane attrice Hirasawa Kokoro nel ruolo di Erica, Terajima Shinobu (la strega), Toyokawa Etsushi (il demone) e Hamada Gaku (il gatto). 

sabato 11 dicembre 2021

Bright: Samurai Soul

 

Ho saputo dell'esistenza di questo anime perchè seguo Miyavi su Facebook e lui l'ha segnalato in quanto ha prestato la voce a uno dei personaggi, il malvagio Kouketsu. Ispirato al film Bright (di cui avevo parlato QUI), ripropone un'alleanza tra un umano e un orco, ma a questo giro gli elfi sono dalla parte dei buoni. Ambientato in epoca Meiji, ha come protagonisti l'ex-samurai Izou e l'orco Raiden (doppiato da Hirakawa Daisuke); entrambi si trovano a proteggere una ragazzina elfa, Sonya, dalle mire di una setta che vuole sfruttare il potere di Sonya per i propri fini. Se devo dire la verità, questo anime non mi ha entusiasmato. Non è nemmeno che mi abbia fatto schifo, per carità, solo che non mi ha trasmesso niente a livello emozionale. La trama è abbastanza prevedibile e non mi ha coinvolto. L'animazione invece lascia un po' a desiderare, si è visto di molto meglio. Sul fronte dei doppiatori invece, oltre ai due già citati, ci sono diversi nomi noti, anche se in ruoli minori: Sakamoto Maaya (Chihaya), Tsuda Kenjiro, Miyano Mamoru e Suzumura Kenichi. 

mercoledì 8 dicembre 2021

true story

Lo confesso: ultimamente un grosso peso nel decidere quali serie guardare è costituito dalla durata delle stesse, infatti mi sono impelagata nella visione di una che ha sei stagioni con molti episodi e non finisce più, per cui alterno con cose brevi. Questa qui per esempio è di soli sette episodi di mezzo'ra, a parte il pilot; non sapevo bene che cosa aspettarmi e sono felice di poter dire che è stata un'altra bella sorpresa. La potremmo definire una commedia nera, anche giocando sul fatto che neri sono i protagonisti. The Kid è un popolarissimo comico che torna a Philadelphia, sua città natale, per una serie di impegni di lavoro. The Kid ha un passato burrascoso e incontrare il fratello maggiore Carlton lo riporta subito indietro. Tanto per cominciare, Carlton ha di nuovo bisogno di soldi perchè il suo ristorante è fallito, poi spinge Kid a bere benchè egli sia sobrio da diverso tempo. Il risultato è che Kid si sveglia con accanto la ragazza che aveva rimorchiato morta per overdose. Che fare? Se denunciasse la cosa, la sua carriera ne risentirebbe pesantemente, per non dire che i neri a Philadelphia non hanno vita facile. Ecco quindi che Carlton trova la soluzione; chiama un suo conoscente, appartenente alla mafia greca, per sbarazzarsi del corpo. E' solo l'inizio della catastrofe. Davvero molto bella questa serie e ottimi gli attori, da Kevin Hart (che è realmente un comico e per giunta nato a Philadelphia) a Wesley Snipes e a tutti i comprimari.

lunedì 6 dicembre 2021

elves

 

La protagonista di questa mini-serie danese sarebbe stata da prendere a sberloni e/o calci nel sedere dalla prima all'ultima puntata. So di essere una persona empatica, eppure c'è una categoria di individui che proprio non riesca a sopportale; in genere sono quelli che agiscono deliberatamente contro il buon senso, non perchè abbiano qualche nobile causa da difendere, ma semplicemente perchè non accettano che esistono regole da rispettare. Ovviamente però se la protagonista fosse stata una persona ragionevole e obbediente, non ci sarebbe stata la serie XD Dunque: la storia è quella di una famiglia di Copenhagen che si reca a trascorrere le vacanze su un'isola per allontanarsi dal caos cittadino e godersi la pace della natura e la reciproca compagnia. Ciò che ignorano è che su quest'isola vive da sempre una comunità di elfi, che non sono i pucciosi personaggi con le orecchie a punta dell'immaginario comune nè quelli fighi dell'immaginario fantasy, bensì delle creature che sembrano ricoperti di corteccia e che fono forniti di denti affilati, oltre ad avere una netta predilezione per la carne cruda. I pochi abitanti dell'isola li tengono chiusi all'interno di una recinzione elettrificata e offrono loro qualche mucca da sgranocchiare per tenerli tranquilli; l'arrivo dei quattro forestieri però romperà questa fragile tregua e tutto per colpa di Josephine, la ragazzina di cui sopra. Ragazzina che, trovandomela davanti, uno scapaccione e/o un calcio nel sedere glielo darei volentieri...


sabato 4 dicembre 2021

sexify

Ecco una di quelle serie che comincio a vedere senza sapere che cosa aspettarmi e che si rivelano delle belle sorprese. Sono anche contenta di sapere che verrà prodotta una seconda stagione perchè sono molto curiosa di vedere che cos'altro combineranno le tre protagoniste. Natalia, Paulina e Monika frequentano la stessa università, ma non potrebbero essere più diverse di così. Natalia è bravissima negli studi, nei quali ha risposto tutte le sue energie dando retta alla madre che da sempre le raccomanda di tenersi alla larga dai ragazzi; Paulina, la sua migliore amica, è invece fidanzata da tempo immemore e convive col suo ragazzo all'insaputa dei genitori che la credono risiedere negli alloggi per gli studenti; Monika, viziata figlia di papà, ha abbandonato gli studi da sei mesi per dedicarsi a una sfrenata vita sessuale dopo che si è lasciata col suo ragazzo. Le ragazze finiscono per collaborare al progetto di Natalia, un'app che concorrerà per essere finanziata dal Ministero e che potrebbe cambiarle la vita, se vincesse. E di cosa si tratta? Di trovare le condizioni giuste per agevolare l'orgasmo femminile. Chiaramente occorre fare delle ricerche sul campo per impostare i parametri necessari, e qui cominciano i problemi. Questa non è solo una serie molto divertente e che, al contempo, fa riflettere; questo è un manifesto politico. E mi fa ancora più piacere che si tratti di una produzione polacca, visto che negli ultimi anni il governo polacco non è stato amico nè delle donne nè della comunità LGBT. Non solo questo: infatti i problemi sollevati dalle ragazze sono universali, benchè più difficili da affrontare nelle società più maschiliste.


giovedì 2 dicembre 2021

un mese in quattro foto: novembre

 

Qua in famiglia continuiamo ad aumentare: dopo Cicci è arrivato Titti. Colpa della pappagallina di mio suocero che continua a sfornare uova come se non ci fosse un domani. Non tutte si schiudono e non tutti i pulcini sopravvivono. Titti ce l'ha fatta malgrado le beccate che si è preso sulla testa, forse per via del colore chiaro. Non è albino, ma è di un giallo tanto pallido da sembrare bianco. Sinceramente temevo che anche Cicci non ne gradisse la compagnia, ma ora sembra che la convivenza proceda senza problemi.

Novità anche a casa del figlio maggiore che, dopo i due gatti maschi presi l'anno scorso, ha deciso di adottare questa micina che ha chiamato Amelie. La piccola è stata trovata insieme al suo fratellino dentro a un cassonetto. E qui ci sarebbe da aprire una parentesi sulla crudeltà di gente che getta i gattini nel cassonetto, ma lasciamo perdere...

Approfittando degli sconti del Black Friday, ho comprato questa luce circolare che sto trovando molto comoda. Prima usavo due faretti, cosa che richiedeva il doppio del tempo per trovare l'angolazione giusta, e uno dei due aveva cominciato a darmi dei problemi, spegnendosi a tradimento quando pareva a lui. Questa luce la trovo molto comoda, sono soddisfatta del mio acquisto.

Questa bellissima Cinquecento famigliare l'abbiamo vista parcheggiata in stato d'abbandono in un granaio in collina. Che gran peccato lasciarla in queste condizioni! Meriterebbe di essere restaurata e magari rimessa su strada.


martedì 30 novembre 2021

novembre fiorito

A novembre compio gli anni e così ho chiesto al figlio piccolo di tornare a casa qualche giorno in modo che potessimo festeggiare tutti insieme. E' finita che è rimasto due settimane, l'ultima delle quali è stato raggiunto dalla sua ragazza (pare che questi due non possano stare separati a lungo). La sua ragazza è allergica ai gatti e per evitare il solito smatezzo di quando sono ospiti dal figlio grande (pulizia a fondo di tutta la casa e lavaggio di tutto il lavabile, più trasferimento dei gatti in altro luogo), a questo giro lei e il figlio piccolo sono rimasti qui. Pare che Mafalda non le dia fastidio, anche se ha preso l'antistaminico tutti i giorni a scopo precauzionale; comunque sia, la loro permanenza è stata un delirio gastronomico, nel senso che da brava mamma ho viziato il figliol prodigo con i suoi piatti preferiti. I ragazzi hanno passato tutto il tempo studiando come matti, ma ci sono scappate anche delle belle chiacchierate. Per fortuna la ragazza mi sta molto simpatica, anche perchè per me non è facile condividere i miei spazi a lungo. Ormai sono abituata a fare l'eremita e ci sto benissimo XD

Dicevo del mio compleanno: non siamo molto regalosi in famiglia, ma il figlio piccolo mi ha sorpreso con una piantina di rose, anche per ringraziarmi dell'aiuto che gli ho dato per superare l'esame d'inglese, da sempre materia che lo fa penare. Con la mia amica C abbiamo l'abitudine di festeggiare i compleanni reciproci in gelateria e naturalmente anche quest'anno la tradizione è stata rispettata, con l'unica eccezione di esserci trovate nel tardo pomeriggio anzichè dopo cena. Ho poi scoperto che il cambio d'orario è stato motivato dal fatto di tendermi un'imboscata, difatti dopo poco che ci eravamo sedute hanno fatto la loro apparizione a sorpresa i nostri amici G e M con un grande mazzo di fiori per me. Non me l'aspettavo per niente e quindi è stata una cosa molto gradita, anche se piuttosto imbarazzante. Diciamo che non è stata una vera e propria festa a sorpresa, ma per come sono fatta io questo è il massimo che potevo sopportare ^___^


domenica 28 novembre 2021

letture di novembre

 

All'una e quindici di una notte d'inizio maggio, alla centrale di polizia del Fujian giunse una telefonata anonima.

Qiu Xiaolong, originario di Shangai, si trovava negli Stati Uniti come studente quando scoppiarono i fatti di Piazza Tian' an Men e il governo cinese, considerandolo nemico, lo costrinse a restare lì. Diventato scrittore e traduttore, Qiu Xiaolong deve la sua fama all'invenzione del personaggio dell'ispettore Chen, protagonista di una serie che al momento conta dodici libri; questo A Case of Two Cities è il quarto in ordine cronologico. Devo dire che una volta tanto il titolo italiano è azzeccato, benchè diverso dall'originale. In questo libro infatti Chen viene chiamato a indagare su un caso di corruzione e i ratti rossi altro non sono che i membri del Partito Comunista corrotti. Siamo alla fine degli anni Novanta e la Cina è in pieno sviluppo economico, ma questo significa appunto che gira un sacco di denaro sporco. Il governo decide di lottare contro la corruzione e si concentra su di un uomo d'affari fuggito all'estero; Chen deve individuare i suoi complici. Egli è un uomo integerrimo, motivato a compiere al meglio il proprio dovere, ma si trova a dover combattere contro personaggi dal grande potere che sembrano essere sempre un passo avanti a lui a che arrivano a minacciarlo. Molto bello questo libro, mi ha fatto pensare a Markaris nel senso che anche qui la trama gialla serve come pretesto per descrivere uno spaccato di vita sociale. Il personaggio di Chen, che oltre che poliziotto è anche poeta e traduttore, è uno di quelli che rimane impresso, e poichè il libro stesso lascia le porte aperte a un seguito, sono intenzionata ad approfondire la sua conoscenza.

Nonostante quella mattina, prima di uscire, Macit avesse avvertito Sabiha che sarebbe rientrato tardi, la sua buona educazione lo fece sentire a disagio quando si rese conto che erano già le otto passate.

Ecco il secondo libro di Ayşe Kulin che volevo leggere. L'ambientazione è quella degli anni centrali della Seconda Guerra Mondiale e si tratta di nuovo di una storia di ebrei salvati dai turchi. In particolare ci si concentra su una famiglia spaccata; la primogenita Sabiha ha fatto il tipo di matrimonio che ci si aspettava da lei, mentre la più giovane Selva ha sfidato tutti per sposare un giovane ebreo, cosa che l'ha portata a fuggire con lui in Francia. La Francia sembrava una buona idea, poichè nessuno aveva idea di che cosa sarebbe successo di lì a poco, ovvero che il governo di Vichy avrebbe collaborato con i nazisti per identificare e deportare gli ebrei. Ed ecco quindi gli eroici funzionari dell'ambasciata turca in Francia intervenire a difesa di quelli che hanno un passaporto turco, arrivando poi ad allargare la protezione anche ad altri. Il clou è il treno del titolo, organizzato per portare in salvo persone che sarebbero altrimenti finite nei campi di concentramento (in realtà ne furono fatti partire in totale una dozzina tra il 1943 e il 1944). Il libro è di quelli che si legge agevolmente; è basato su fatti realmente avvenuti, anche se i personaggi li ha creati la fantasia della scrittrice. Ci sono forse un po' troppe divagazioni rispetto alla trama principale, in certi casi funzionali all'insieme, in altri superflui (vedi il rapporto tra Sabiha e il suo psicanalista). Mi è venuto da sorridere per l'apologia dell'umanità dei turchi salvatori di ebrei; per carità, tanto di cappello a coloro che si sono messi a rischio in prima persona per questo scopo, penso solo che pochi decenni prima quegli stessi turchi avevano accoppato un milione e mezzo di armeni, e anche in seguito non si sono certo comportati in maniera impeccabile. Non facciamo di ogni erba un fascio, suvvia, e limitiamoci agli episodi narrati nel libro che meritano certamente di essere ricordati.

«Oh, mannaggia» esclamò Linus Baker, asciugandosi il sudore dalla fronte. «Questo sì che è insolito».

Non è la prima nè sarà l'ultima volta che leggo un libro fuori dalla mia fascia d'età, del resto sono da sempre allergica alle etichette, quindi poco importa che questo romanzo sia classificato come letteratura per ragazzi, a me è piaciuto un sacco. Siamo in un mondo in cui a volte nascono bambini magici; alcuni hanno poteri, altri sono delle vere e proprie creature magiche, come gnomi, fate e cose così. La magia però è vista con paura e quindi questi bambini sono tutti allevati in orfanotrofi - con praticamente nessuna speranza di essere adottati, a dire il vero. A gestire la situazione c'è un apposito ente che invia regolarmente gli assistenti sociali a fare ispezioni e scrivere rapporti; il protagonista è appunto uno di questi. Il quarantenne Linus Baker è un uomo mite e onesto che ha sempre cercato di vedere le cose con la massima obiettività, e proprio per questo i suoi capi gli affidano l'ispezione di un orfanotrofio particolare. Li si trovano sei bambini talmente strani che è meglio tenerli nascosti. Linus della sua obiettività ha fatto un paio di paraocchi, nel senso che non è cattivo, però non si preoccupa di ciò che succederà dopo che avrà consegnato il suo rapporto. Quando si reca sull'isola di Marsyas però si lascia a poco a poco coinvolgere da questi bambini e dal direttore. TJ Klune, autore americano, inserisce sempre tematiche LGBT nei suoi romanzi e ha vinto due premi per questo The House in the Cerulean Sea. E' scritto con garbo e una certa dose di umorismo e la storia è davvero molto carina.

«Mia cara Tasia, ti trovi davanti a una lunga strada.»

«E' una salita?»

Volevo recuperare gli ultimi lavori di Markaris, autore che apprezzo, ed ecco questo libro che segue l'ultimo da me letto e che risale già a qualche anno fa. In questa storia Charitos è particolarmente rilassato perchè si ritrova con un superiore che lo lascia lavorare in pace, e anche sul piano personale tutto va bene e un nipotino è in arrivo. Quanto al caso da risolvere, si tratta degli omicidi di alcuni professori universitari passati alla politica. Non è ben chiaro se gli autori dei delitti siano terroristi o no, quello che è certo è che sembrano molto bene organizzati. Charitos non sa dove sbattere la testa fino a quando un'informazione fortuita gli apre gli occhi. Alcune persone hanno lamentato il fatto che Markaris ha perso lo smalto e che le sue ultime storie sono troppo infarcite della vita personale del suo protagonista. Personalmente a me la cosa non disturba affatto perchè dopo tanti libri mi sembra che Charitos e famiglia siano dei conoscenti e quindi mi diverte sapere anche cosa fanno nel privato. Poi sì, è vero che certi libri del passato sono migliori, ma finora Markaris non mi ha mai deluso al punto di dire, come qualcuno, che non lo comprerò più.

 

venerdì 26 novembre 2021

Che fine ha fatto Sara?

Benvenuti al momento polpetta - o al momento schifezza. Infatti anche se manca ancora più di un mese alla fine dell'anno, posso già serenamente includere questa serie tra le cose più idiote viste nel 2021. ¿Quién mató a Sara? è una produzione messicana girata con il pathos tipico delle telenovele - che chiamarlo pathos fa intellettuale, ma vorrei rassicurarvi sul fatto che in questo caso faceva ridere (parere personale, eh) - e una sequenza di colpi di scena  e rivelazioni scioccanti probabilmente dovute all'abuso di tequila da parte degli sceneggiatori. Basti dire che il protagonista, che nella prima puntata ci viene presentato come un eroe vendicatore, in realtà si fa menare per il naso spesso e volentieri. Alex, così si chiama, ha passato diciotto anni in prigione e ovviamente è innocente. Si è preso la colpa dell'incidente in cui è morta sua sorella per salvare il culo del suo amico, figlio di una famiglia facoltosa e potente, e convinto di restare dentro al massimo due mesi per negligenza, invece il tribunale lo condanna a trent'anni. Inutile dire che medita vendetta e approfitta del soggiorno dietro le sbarre per impratichirsi col computer. Uscito prima per buona condotta, comincia subito a prendersela con la famiglia che l'ha rovinato, salvo poi venire contattato subito dopo da un anonimo che lo informa che a uccidere la sorella non è affatto stato il suo vecchio amico, come credeva. E di lì è tutta una girandola di situazioni improbabili, personaggi al limite del risibile per quanto sono esagerati e per quanto agiscono in modo assurdo, eccetera eccetera, Però si vede che a qualcuno tutto ciò è piaciuto perchè ho letto che è stata confermata la terza stagione...


mercoledì 24 novembre 2021

strappare lungo i bordi

 

In questi giorni di questa serie animata ne stanno parlando anche i sassi, tanto che è un miracolo che l'abbia vista ora. Difatti in genere rifuggo dai prodotti di cui tutti parlano, ma per Zerocalcare nutro una stima profonda da tempo ed ero quindi molto curiosa di vedere questo suo lavoro. Però, proprio perchè di questa serie ne stanno parlando anche i sassi, ho deciso che non ha senso che scriva una vera e propria recensione nè che ne faccia un'analisi. Basta dire che mi è piaciuta un sacco, che mi ha fatto spesso sganasciare dalle risate, ma anche commuovere nell'ultima puntata.


lunedì 22 novembre 2021

The defeated/Shadowplay

 

La cosa che mi è piaciuta di più di questa serie è l'ambientazione: siamo a Berlino, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La città è già divisa in settori, ci sono cumuli di macerie ovunque, la gente fatica a sopravvivere ma, in mezzo a tutto questo casino, si sta cercando di ricostituire un corpo di polizia. Al detective americano Max McLaughlin è assegnato il compito di aiutare in questa riorganizzazione; egli ha accettato l'incarico perchè spera di ritrovare il fratello Moritz che, partito due anni prima come soldato, ora risulta assente ingiustificato. Moritz ha una storia di problemi mentali alle spalle e pare che la visita al campo di concentramento di Dachau lo abbia fatto sbroccare definitivamente. A Berlino si muovono anche, spesso nell'ombra, una serie di personaggi da galera. C'è, ad esempio, un ginecologo che aiuta le donne ad abortire e chiede favori in cambio; ha avviato un giro di prostitute che gli servono a raccogliere informazioni sui clienti, tutti militari. Ci sono anche i Russi, che vogliono sapere tutto ciò che succede per ottenere potere, e c'è chi aiuta i nazisti a fuggire in cambio di opere d'arte. Insomma, c'è molta carne al fuoco e per questo non si corre il rischio di annoiarsi, ma al contempo si corre quello di perdersi un po' per la strada, difatti secondo me questa serie, benchè mi sia piaciuta, non è perfettamente riuscita.


sabato 20 novembre 2021

Crimson Peak

 

Edith, orfana di madre, vive col ricco padre e sogna di fare la scrittrice. Non sembra interessata al matrimonio fino a quando non conosce un affascinante baronetto inglese, Thomas Sharpe, in viaggio negli Stati Uniti insieme alla sorella. Thomas, che da principio corteggiava un'altra ragazza, come la vede comincia a corteggiare lei e il padre di Edith, a cui Thomas non piace fin da quando gli ha presentato una proposta d'affari, assume un investigatore privato che scopre qualcosa di inaspettato e sufficiente a convincerlo a lasciare Edith e andarsene. Peccato però che il padre subito dopo muoia in quello che sembra un incidente; rimasta sola, Edith sposa Thomas e va con lui in Inghilterra, nella di lui dimora avita che, solo dopo un po', scopre essere soprannominata Crimson Peak. Il fantasma della madre di Edith le era già apparso due volte avvisandola di starne alla larga, ma che fare? Ambientato all'inizio del Novecento, questo film ha pure vinto alcuni premi, tuttavia a me non ha entusiasmato. Ovvero: nulla da eccepire sulla bella ambientazione gotica, molto bravi gli attori (nel ruolo di Thomas c'è Thomas Hiddlestone), la trama pure è bella, almeno sulla carta, perchè secondo me quello che manca è proprio la dimensione horror. A me non ha fatto proprio paura, e dire che si vede quanto si sono impegnati per rendere orripilanti i fantasmi. Forse il problema sta nel fatto che sia tutto esplicito; le pellicole di fantasmi che mi hanno spaventato di più sono state quelle in cui non si vedeva nulla o quasi. Dal regista Guillermo del Toro mi sarei aspettata di più.


giovedì 18 novembre 2021

Dogs of Berlin

 

Un famosissimo calciatore di origine turca che gioca per una squadra tedesca viene ucciso. Il detective Kurt Grimmer nota per caso la scena del crimine dall'appartamento della sua amante, si reca sul posto e, quando capisce chi è il morto, immediatamente impedisce che si diffonda la notizia e cerca di farsi affidare l'indagine. Grimmer è bravo nel suo mestiere, ma ha il vizio del gioco e deve restituire una grossa somma che non ha. Siccome l'omicidio del calciatore è avvenuto alla vigilia di un'importante partita di campionato, prima ancora di cominciare a indagare egli si reca dal suo allibratore nella speranza di vincere la cifra dovuta, pensando che l'assenza del fuoriclasse porterà alla sconfitta della sua squadra. Comincia così e ne succedono davvero di tutti i colori in questa miniserie tedesca; la Berlino che viene qui mostrata è piena di tensioni tra gruppi mafiosi di nazionalità diversa, criminali che vogliono farsi le scarpe a vicenda o semplicemente vendicarsi, neonazisti all'attacco, eccetera. A me è piaciuta proprio per questa visione della Germania molto lontana da quella del mio immaginario; a Berlino ci sono stata qualche anno fa e mi è apparsa pacifica. Inoltre il personaggio di Grimmer è di quelli disposti a tutto pur di ottenere ciò che vuole, eppure è animato da una propria morale e capace anche di gesti generosi. Gli fa da controparte il collega di origine turca Erol Birkan che invece si è sempre comportato in maniera integerrima. La domanda è: se è vero che i criminali sono disposti a tutto, perchè non dovrebbero esserlo anche i poliziotti, soprattutto quando l'intento è di metterli in galera?


martedì 16 novembre 2021

intervallo

Empowerment

Da Wikipedia: il termine empowerment indica un processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.

Han tirato fuori questo termine in un articolo su Sarah Jessica Parker, dicendo che per le donne tenersi i capelli naturalmente bianchi o grigi ne sarebbe un simbolo. Il discorso era iniziato con gli attacchi che l'attrice ha subito sui social alla presentazione della miniserie And Just Like That, spin off di Sex and the City; molti infatti hanno criticato le sue rughe. Insomma, c'è ancora tanto da fare in termini di parità anche sotto il profilo dell'invecchiamento. Resto della mia idea: che dovremmo fare tutti un lavoro di accettazione e consapevolezza nei confronti di noi stessi, a qualunque età (prima si comincia e meglio è). Da più di dieci anni io lavoro su ciò che mi fa star bene e faccio il possibile per eliminare dalla mia vita ciò che mi fa soffrire. In questo senso non mi fa nessuna differenza avere i capelli bianchi o le righe o parecchi chili di troppo, perchè sto molto bene con me stessa e chi mi critica per queste cose evidentemente si ferma solo alla superficie. Ho sentito il termine empowerment per la prima volta pochi giorni fa e francamente non mi cambia molto conoscerlo, visto che le cose che indica sono arrivata a farle per i fatti miei e senza chiamarle con un nome particolare. 

Cambiando discorso, non so se anche questo è empowerment, ma condivido e sottoscrivo quanto sotto:



domenica 14 novembre 2021

La fabbrica - Oyamada Hiroko

La fabbrica era grigia. Quando aprii la porta del piano interrato, ebbi l'impressione di sentire odore di pennuti.

Se devo dire la verità, non ci ho capito un granchè di questo libro, anche se mi è piaciuto. Comincia in modo normale, con tre persone che vengono assunte a lavorare in questa fantomatica fabbrica. Si tratta di un complesso enorme e prestigioso che attira gente anche da molto lontano. Ai tre vengono assegnati lavori molto al di sotto delle loro capacità, ma fanno buon viso a cattivo gioco, vuoi perchè con la crisi non c'è tanto da andare per il sottile, vuoi perchè - nel caso di uno di loro - il lavoro gli è stato praticamente imposto dal suo professore. Nella fabbrica c'è anche un bosco, vi passa un fiume e vi si trovano nutrie giganti e una speciale razza di cormorani tutti neri. E qui è dove viriamo al surreale. Il ruolo dei cormorani neri ha un senso che si svela in parte sul finale, anche se, come dicevo, non ci ho capito molto. E' comunque una di quelle storie che probabilmente mi piacciono proprio perchè non hanno un verso. Persone più intelligenti di me probabilmente il verso l'hanno anche trovato. Volevo anche menzionare il traduttore, Gianluca Coci, che ho già avuto modo di apprezzare in altri lavori. Il giapponese è una lingua che, oltre che tradotta, va in larga misura riscritta e quindi il ruolo del traduttore è fondamentale. Quanto all'autrice di questo 工場  koujou, si tratta di una giovane, ma già multipremiata scrittrice di Hiroshima; pare che si sia ispirata alla propria esperienza di lavoratrice precaria. Mi piacerebbe molto leggere l'altro suo libro uscito in Europa, che però non è ancora stato tradotto in italiano.


venerdì 12 novembre 2021

50m2

 

Shadow non sa qual è il suo vero nome. La versione ufficiale è che è stato trovato a vagare per strada da Servet, l'uomo che poi lo ha allevato e fatto diventare un sicario perfettamente addestrato al suo servizio. Shadow però non ha mai smesso di cercare la verità sul proprio conto e quando un giornalista lo avvicina offrendogli informazioni in cambio del tradimento del suo mentore, la tentazione di accettare è forte. In effetti sembra proprio che Servet abbia avuto un ruolo attivo nella morte dei genitori di Shadow, tanto che è disposto a tutto per impedire che si sappia la verità. Shadow infine incontra il giornalista, ma Servet gli ha messo alle costole un altro sicario che uccide il giornalista e tenta di uccidere anche lui; fuggito, la sua unica speranza è nascondersi nel negozio di un uomo deceduto da poco che, per un equivoco, si crede essere suo padre. Comincia così una nuova vita nella quale cerca di redimersi salvando il quartiere dalle mire di Servet. Serie turca che coniuga momenti più seri con altri di pura commedia, ma che funziona per l'autenticità dei personaggi e grazie anche a un pizzico di melodramma. Purtroppo si conclude con una di quelle scene che lasciano più interrogativi che risposte; non ci resta altro che attendere la seconda stagione.

mercoledì 10 novembre 2021

Guida astrologica per cuori infranti

 

Caro Netflix, perchè diavolo non hai messo a disposizione tutti i dodici episodi di questa miniserie? Invece me ne hai fatti vedere solo sei, lasciandomi col famoso palmo di naso. Dopo zombie, vampiri e asteroidi che distruggono la Terra, avevo bisogno di vedere una di quelle robe scarsamente profonde e atte a spegnere il cervello. Il titolo mi ha incuriosito, anche perchè non sapevo che questa serie è tratta da un libro di successo. Ambientata a Torino, narra le vicissitudini di una trentacinquenne, Alice, che da principio non riesce a passare sopra al fatto che il suo ex abbia messo incinta la fidanzata e stia per sposarsi, e che poi passa da una serie di incontri non proprio positivi. Il tutto mediato dalle previsioni astrologiche di Tio, un attore che Alice conosce e del quale diventa molto amica. Ho trovato la storia simpatica, in alcuni momenti ho riso parecchio, anche se c'è sempre la maledizione dei prodotti italiani, ai quali manca quella scintilla in più per essere all'altezza di quelli di altri paesi. Questione di gusti, naturalmente, ma una serie che nasce come commedia per me meriterebbe ritmi e stili diversi. Staremo a vedere come finirà la storia non appena arriveranno gli episodi mancanti

lunedì 8 novembre 2021

Trieste Science+Fiction Festival: terza parte

 Witch Hunt (USA 2021)

In una versione immaginaria degli Stati Uniti contemporanei, le streghe esistono ancora e sono perseguitate. Il governo effettua test su bambine e ragazze per scoprire preventivamente se sono streghe, mentre chi pratica la magia muore sul rogo. Si è formata una rete segreta di persone che aiutano le streghe a fuggire in Messico, dove invece vivono tranquille. La madre della protagonista fa infatti parte di questa rete e offre un temporaneo rifugio sicuro per le streghe in viaggio. Claire non è certo entusiasta dell'attività della madre, ma quando si trovano ad ospitare una coppia di giovani sorelle, la sua posizione sembra ammorbidirsi. Alle loro costole si mette però un agente speciale che ha intercettato una strega in fuga e l'uomo che la trasportava. Film carino, anche se non certo eccezionale. La cosa più originale è il rimando al finale del film Thelma e Louise.

Let the wrong one in (Irlanda 2021)

Deco è la pecora nera della famiglia. Tossicodipendente, combinaguai, la madre l'ha cacciato di casa; per giunta si è pure fatto mordere da una vampira. Il fratello però cede alle suppliche e lo fa entrare in casa, non sapendo della sua condizione, ma ben presto i suoi sintomi rivelano che Deco è diventato un vampiro pure lui. Intanto arriva un ammazza-vampiri, che però viene neutralizzato. I due fratelli però hanno guai ancora peggiori da affrontare. Decisamente a questo giro sono le commedie quelle che mi stanno piacendo di più; questa è decisamente demenziale e in certi momenti mi ha fatto morire dal ridere, per non dire che nei primi minuti la colonna sonora ha riprodotto due canzoni che mi piacciono moltissimo. Insomma, non sarà un capolavoro, ma è il tipo di film adatto per una sera di divertimento leggero.

Vampir (Regno Unito/Serbia/Germania 2021)

Arnaud è serbo di nascita, ma è cresciuto all'estero. Torna in patria, in fuga da non si sa bene cosa, e va a risiedere in un villaggio isolato dove gli viene concesso di vivere in una casa in cambio del suo lavoro come custode del cimitero. Subito comincia a notare strane cose e a fare sogni orribili. Sono veramente sogni o gli sta succedendo qualcosa di brutto veramente? Adattissimo per cagarsi addosso, questo film pare sia ispirato a fatti realmente accaduti nel Settecento. Riesce bene a trasmettere un senso di disagio e orrore, quindi a saperlo prima avrei anche fatto a meno di guardarlo XD Però fa il suo lavoro, non c'è che dire.

Salvadis (Italia 2021)

Ennesima dimostrazione che per fare qualcosa di buono sono più importanti le idee del budget. Questo piccolo film (dura meno di un'ora) è stato girato da Romeo Toffanetti che di mestiere disegna fumetti (Nathan Never), ma che si è già cimentato dietro la macchina da presa in passato. Siamo in un paese del Friuli Venezia Giulia, Barcis. Solo tre abitanti rimangono: due fratelli e un loro amico. I tre sono barricati nel paese, unica oasi di salvezza in un mondo ormai devastato da un'apocalisse zombie. Se però uno dei ragazzi è convinto di restare lì e addirittura insiste con l'amico perchè metta incinta sua sorella, in modo da ripopolare la razza umana, amico e sorella sono invece più scettici e non credono di essere gli unici sopravvissuti. Intanto però gli zombie continuano ad arrivare e loro devono difendersi. Non rivelo il finale, che per me è stata la ciliegina sulla torta che mi ha fatto apprezzare ancora di più il tutto.

Warning (Stati Uniti/Polonia 2021)

Ecco uno di quei film che non hanno una trama strutturata, ma presentano diversi personaggi in diverse situazioni per descrivere un futuro nel quale non vorrei mai vivere. Tutto sembra in realtà molto simile al presente, non fosse per la massiccia intrusione della realtà virtuale e della tecnologia nelle vite delle persone. C'è chi ha registrato la propria relazione e la rivive morbosamente dopo che è finita, chi prega un'app che chiama Dio e che registra i peccati commessi, chi è diventato immortale, chi scambia il proprio corpo con quello di un'altra persona per un paio di giorni durante i quali realizzare le proprie fantasie. E c'è uno sfigato di un manutentore spaziale che per un guasto si trova a fluttuare nello spazio senza che nessuno possa salvarlo, ma che alla fine sarà l'unico uomo sopravvissuto al mondo. Bello, però che angoscia!!


sabato 6 novembre 2021

Trieste Science+Fiction Festival: seconda parte

 El nido (Italia/Argentina 2021)

Maremma maiala, quanto ho patito questo film! Chiaramente figlio della pandemia, visto che c'è in giro un virus letale che trasforma le persone in bestie cannibali. Una diciottenne morsa da un infetto viene portata in un rifugio da un volontario che tenta di curarla; il rifugio però era in lista per la demolizione e quindi il cibo all'interno è quasi esaurito, è necessario che il volontario esca a cercare da mangiare, ache se sembra che fuori ormai siano più i malati dei sani. E poi boh. Claustrofobico è il miglior complimento che posso fare a questo film che decisamente non è nelle mie corde.

The pink cloud – A nuvem rosa (Brasile 2021)

Una coppia di amanti occasionali resta bloccata a casa di lei quando una serie di letali nuvole rosa appaiono in tutto il mondo. Basta respirarle per dieci secondi e si muore. La popolazione viene invitata a rinchiudersi in casa finchè non si riuscirà a trovare una soluzione, intanto però il tempo passa e nulla cambia. Il governo organizza la distribuzione di cibo e merci tramite tubi isolati collegati alle finestre e l'uso di droni. Passano gli anni, la coppia – che per fortuna va abbastanza d'accordo – fa addirittura un figlio, ma poi anche la loro relazione comincia a scricchiolare per via della diversa maniera di affrontare la situazione. E niente, pure questo film lo si potrebbe definire claustrofobico come il precedente, ma non ha una dimensione da horror, quanto piuttosto da dramma psicologico ed è interessante vedere come si evolvono le dinamiche interpersonali tra individui costretti a stare rinchiusi a lungo in uno spazio relativamente ristretto; mi è piaciuto molto di più del precedente. I finali sono in qualche modo simili, la conclusione diversa. Quello che è sorprendente di questo è che stato scritto nel 2017 e girato nel 2019, quando non c'erano né la pandemia né il lockdown.

Jakob's wife (USA 2021)

Anne, la remissiva moglie del pastore Jacob, è stufa & stanca del suo ruolo di casalinga senza arte né parte. Il ritorno in città della sua vecchia fiamma le accende una scintilla di vita negli occhi, ma quando si ritrova con lui in un vecchio mulino abbandonato che dovrebbero restaurare insieme, un vampiro l'aggredisce. La fase di transizione tra umana e vampira la porterà a riflettere ulteriormente sul suo matrimonio e su ciò che vuole dalla vita. Questa commedia gore sembrava interessante sulla carta, ma devo dire che non mi ha detto granchè, malgrado alcuni momenti interessanti. Ha passato più tempo incartata su se stessa che procedendo, e forse la cosa che mi ha urtato di più è stata la scelta di Anne, viste le premesse.

Rose: a love story (Regno Unito 2020)

Una coppia vive isolata nei boschi; lui esce per andare a caccia e prima chiude lei a chiave dentro casa. E' la prima stranezza. Poi lui si applica delle sanguisughe e lei le mangia, insieme al brodetto di sangue, e così apprendiamo che Rose è affetta da una non meglio identificata malattia che la costringe a nutrirsi di sangue per sopravvivere e anche per mantenere un aspetto normale. Il marito se ne prende cura perchè, come suggerisce il titolo, la ama. Infatti il loro rapporto, benchè appaia appeso a un filo, bene o male funziona, almeno fino a quando fa la sua comparsa un'adolescente scappata di casa. Mi è piaciuto molto questo film, perchè mescola sapientemente tutti gli ingredienti: la parte, se così vogliamo dire, horror e il rapporto tra i due protagonisti.

Gaia (Sudafrica 2021)

Gabi, una guardia forestale, mentre è alla ricerca di un drone del quale ha perso il segnale, viene ferita al piede da un trappola e soccorsa da due uomini- padre e figlio – che vivono allo stato selvaggio nella foresta. Durante la sua permanenza nella loro capanna, scopre che venerano un fungo come se fosse Dio. E niente, ecco un altro film che ho patito parecchio. Se da un lato ho apprezzato gli effetti speciali e l'atmosfera a tratti da horror, dall'altro ho trovato la trama talmente priva di senso che sono arrivata alla fine sbadigliando.