Io manco sapevo che esistesse... Ancora una volta è merito del Covid-19 e del fatto che i festival del cinema si sono trasferiti online se ho appreso di questo e se ho avuto la possibilità di godermi alcuni film muti. Godermi davvero, eh. Perchè in tempi di tecnologia digitale, dove tutto viaggia su nuvola e se viene meno la connessione ti attacchi e tiri fortissimo, questi piccoli gioielli analogici, quasi sempre restaurati e vecchi come la mia bisnonna, hanno ancora qualcosa da dire. Sono stata proprio contenta di aver fatto questa esperienza, anche perchè al di là della semplice visione ho trovato molto interessanti le presentazioni dei film e i brevi filmati introduttivi dedicati ai vari istituti di restauro e conservazione, inoltre mi hanno divertito certi aneddoti che ho scoperto. Ecco che cos'ho visto:
Penrod and Sam
Pellicola del 1923 a firma William Beaudine, prolifico regista attivo dal 1915 al 1955, e tratto da un libro di Booth Tarkington, un altro mostro sacro dell'epoca, dai cui lavori furono tratti molti altri film (vedi Primo amore/Alice Adams, uno dei miei film preferiti di Katharine Hepburn), è uno spaccato sulla vita quotidiana di un gruppo di monelli in una piccola città. Penrod è il capobanda, anche perchè suo padre possiede un terreno incolto accanto a casa e la baracca che vi sorge è il suo quartier generale. Le cose si complicano quando Penrod fonda una società segreta dalla quale esclude l'effeminato Georgie e il prepotente/piagnucoloso Roddy. Quest'ultimo però è figlio dell'uomo più ricco della città che, per accontentarlo, acquista il terreno; così Roddy estromette Penrod, che oltretutto è inconsolabile per la morte del cane, investito proprio dall'auto del riccone e sepolto accanto a casa. Tutto finisce bene quando il padre di Penrod, resosi conto di quanto il terreno era importante per il ragazzino, lo ricompra, pur rimettendoci, e lo intesta al figlio. Semplicemente delizioso! Mi sono divertita ai giochi dei bambini, in certi casi facendomi grasse risate, inoltre sottoscrivo quanto sentito nella presentazione, ovvero che i bambini di colore sono trattati alla stregua degli altri, mancando gli stereotipi razziali che in quel periodo erano normali.
Guofeng (Costumi nazionali)
Le sorelle Lan e Tao sono entrambe innamorate del cugino Zuo all'insaputa l'una dell'altra. Zuo contraccambia i sentimenti della seria e responsabile Lan, e le chiede di sposarlo; la sera stessa però Tao confessa alla sorella di amare Zuo così tanto che, se non potesse averlo, ne morirebbe. Lan, che ama la sorella tanto quanto il fidanzato, rifiuta la proposta e accetta un posto come insegnante in una scuola lontana. Tre mesi dopo Tao e Zuo si sposano. Intanto la scuola presso la quale è preside Jie, la madre delle ragazze, decide di offrire una borsa di studio alla diplomata migliore, che è stata Lan. Tao, quando lo viene a sapere, pretende a sua volta di andare all'università. A Shangai, Lan studia duramente mentre la capricciosa e volubile Tao inizia a frequentare il frivolo Boyang, trascurando gli studi. Ottenuta la laurea mentre Lan è in ospedale per un esaurimento nervoso, Tao fa ritorno a casa, divorzia da Zuo, sposa Boyang e manda in malora insieme a lui la scuola della madre. Questo film cinese del 1935 è di propaganda e volto a promuovere i valori del Movimento Nuova Vita, fondato nel 1934 e sostenuto da Chiang Kai-shek. Il movimento era anticomunista e voleva diffondere i quattro principi del confucianesimo: correttezza, rettitudine, onestà e giustizia. Nel film a portare avanti questi valori sono Lan, Zuo e Jie. Nel film, quando la società si fa corrompere dalla smania per le mode occidentali, si crea un movimento che rivendica i valori di cui sopra e che riporta tutti alla ragione, compresi Tao e Boyang. A interpretare le due sorelle furono due attrici all'epoca molto popolari: Li Lili e Ruan Lingyu. Quest'ultima si suicidò a venticinque anni poco prima dell'uscita di questo film, a causa della grande pressione alla quale era sottoposta; i mass media dell'epoca infatti si accanivano contro di lei per via della sua vita privata. La sua morte causò enorme commozione in Cina; i funerali durarono tre giorni e durante il trasporto della bara al cimitero tre donne si suicidarono. Fu un tale evento che ne parlò perfino il New York Times, definendolo il funerale più spettacolare del secolo. Difatti le scene di isteria furono perfino superiori a quello di Rodolfo Valentino.
The Brilliant Biograph: Earliest Moving Images of Europe (1897-1902)
Questo in effetti non è un film, ma una raccolta di spezzoni messi insieme dall'Eye Filmmuseum di Amsterdam. La Mutoscope and Biograph Company venne fondata da William Kennedy-Laurie Dickson, collaboratore di Thomas Edison e inventore del kinetoscopio, il prototipo dei successivi sistemi di proiezione per i film. Staccatosi da Edison, in seguitò Dickson inventò il mutoscopio in rivalità col kinetoscopio, e il proiettore Biograph, superiore a quello creato da Edison. Con la sua società, utilizzando una pellicola di grande formato (68mm) cominciò a produrre una serie di documentari. Per lungo tempo il materiale su 68mm non fu visibile perchè mancavano i supporti per proiettarlo; infine l'Eye Filmmuseum è riuscito a digitalizzarli, rendendolo finalmente disponibile. Grazie al grande formato, la qualità è eccellente e i filmati risultano straordinariamente nitidi.
Where lights are low/Il principe T'su
Il cinema muto è una forma espressiva che mi fa lo stesso effetto dell'opera: da un lato mi rendo conto che ha una potenza immaginifica tutta sua, dall'altro mi spaventa la mia prevedibile incapacità di sostenere una lunga visione. Forse però devo provarci ugualmente, magari riesco a superare questo limite mentale.
RispondiEliminaTi dirò che temevo anch'io il calo della palpebra, ma mi sono ricreduta perchè le scene sono molto dinamiche, gli attori molto espressivi e le musiche di accompagnamento molto gradevoli. Dopo questa esperienza mi è venuta volgia di vederne altri.
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