Non so se l'ho già scritto, ma per me l'estate è la stagione del fantasy fin da quando, da adolescente, la passai leggendo La Spada di Shannara. Poi non vuole dire che in estate leggo soltanto fantasy, ma una bella saga ogni anno ci sta, anche perchè con il caldo m'impigrisco e dedico sempre molto più tempo alla lettura. A questo giro ho affrontato il ciclo chiamato The Riyria Revelations che si compone di sei libri. I primi quattro - The Crown Conspiracy, Avempartha, Nyphron Rising e The Emerald Storm - sono stati accorpati in due volumi, gli ultimi due - Wintertide e Percepliquis - sono stati editi singolarmente perchè l'editore ha capito che, così facendo, avrebbe guadagnato il doppio XD Polemiche a parte, sono un bel gnocco di roba da leggere. Trattandosi di una saga comunque preferisco recensire l'insieme piuttosto che i singoli libri. E' necessaria una premessa: Michael J. Sullivan, l'autore, ha scritto questa storia per sè stesso e la propria famiglia perchè voleva creare un fantasy di suo gusto. In seguito si è autopubblicato ed ha ottenuto un grande successo, tanto da finire sotto l'ala di un editore tradizionale che ha tradotto la saga in quattordici lingue. Sullivan quindi è la dimostrazione che non tutto ciò che è autoprodotto è il male; in mezzo a tanti che si credono grandi scrittori ma che fanno cagare in vario grado, lui ha prodotto un lavoro interessante e divertente. I criticoni dicono che non brilla per originalità; da un certo punto di vista posso dirmi d'accordo, ma sono anche convinta che viviamo in un mondo in cui si è già visto e sentito tutto, quindi ciò che conta veramente è la capacità di declinare la storia, non solo l'originalità, e Sullivan fa bene il suo mestiere, riuscendo comunque a inventare molti colpi di scena, tenendo sempre desta l'attenzione del lettore e dando ai suoi protagonisti la giusta dose di coraggio, simpatia e umanità. Il tutto si svolge in un mondo in cui dominano gli uomini, i nani sono trattati come esseri inferiori, gli elfi non si vedono da quasi mille anni e i loro discendentii mezzo-sangue sono disprezzati e perseguitati. Hadrian e Royce, gli eroi della situazione, sono due abili ladri che lavorano in società e riescono nelle più incredibili imprese. A dire il vero il ladro vero è Royce; Hadrian è un ex-mercenario, nonchè imbattibile guerriero. I due vengono assoldati per rubare una spada famosa, salvando così la vita a un nobile che è stato sfidato a duello e che perderebbe sicuramente. Quando però si introducono nella cappella reale, dove dovrebbe trovarsi la spada, Hadrian e Royce s'imbattono nel cadavere del re, che è stato appena assassinato, e vengono chiusi dentro, mentre qualcuno dà l'allarme accusandoli dell'omicidio. Salvatisi da tortura e capestro grazie alla principessa Arista, che sa che sono innocenti, si trovano coinvolti nella solita congiura più grande di loro e devono salvare il mondo. E sì, questo certamente non è originale perchè succede praticamente in tutti i romanzi fantasy... Comunque sia, io mi sono divertita molto a leggere questi libri e i personaggi mi sono piaciuti. I piccoli colpi di genio di Sullivan hanno ampiamente compensato gli eventuali difetti e ingenuità della trama.
Il detective privato J.T. Spanner sta appunto transitando sul Queensboro Bridge di notte quando l'auto davanti alla sua lancia fuori un cadavere con l'intenzione che finisca nel fiume. Il corpo però sbatte contro un pilone e finisce sulla strada. Spanner si ferma e si trova davanti il corpo nudo orrendamente torturato e mutilato di una giovane donna. Chiama la polizia, ma il furgone dell'obitorio dopo poco viene assaltato e il corpo viene trafugato. Questo impegno a fare sì che non si sappia chi sia la vittima lo incuriosisce, tanto più che viene assunto dalla madre di una giovane hostess scomparsa. Si tratterà o no di lei? Questo Vital Statistics – titolo uguale uguale alla traduzione italiana XD – risale al 1977 e si legge d'un soffio grazie al fatto che la storia è avvicente e il protagonista sufficientemente simpatico.
E appunto di funghi, del tipo allucinogeno, deve aver fatto uso Margaret St. Clair per scrivere questo romanzo. Essendo la signora appassionata di stregoneria, ha voluto creare una storia dall'abientazione fantascientifica che però si rivela teatro delle gesta di alcuni Wicca. Il risultato, per quanto mi riguarda, è un insieme di scene in cui i personaggi vanno non si sa dove a fare non si sa cosa, non si capisce per quale motivo. Sono arrivata alla fine sperando nella Grande Rivelazione Finale che, quando c'è stata, mi ha fatto cadere le braccia ancora più in basso.
Ho sempre pensato che quello che mi frega è la curiosità. Per esempio, quando mi sono trovata davanti questo libro a un mercatino di beneficenza, ho pensato che per un euro potevo pur cercare di capire perchè ha avuto così tanto successo; questo accadeva alcuni anni fa, infatti giunta a casa scoprii che il libro era in originale e in quel periodo non avevo voglia di leggere in inglese. Poi alcuni mesi fa mi sono lanciata in una campagna di rivitalizzazione del secondo neurone tramite appunto la lettura di libri in inglese e mi è capitato di nuovo tra le mani. E sì, lo so che ho rischiato di ammosciarlo per sempre il secondo neurone, ma vabbè... ho corso il rischio XD Che dire? Che almeno la Meyer è brava a scrivere e quindi non ti fa addormentare. Per il resto la storia è nota anche ai sassi, quindi non starò a fare il riassunto. Basta dire che alla ventesima volta che Bella ha detto quant'è bello Edward mi è venuto un discreto prurito alle mani, del tipo che volevo scaraventare via il libro, ed è incredibile che non l'abbia fatto, visto che accenni alla straordinaria avvenenza di Edward vengono fatti ogni due pagine – e in totale le pagine sono quattrocento. Conclusione: ridatemi i vampiri cattivi!!
...Il Queensboro Bridge è un ponte a mensola che si erge sull'East River a circa quarantacinque metri di altezza. Completato nel 1909, è l'ottavo, in ordine di grandezza, degli otto ponti di New York, che sono tutti tra i più grandi del mondo...
Il detective privato J.T. Spanner sta appunto transitando sul Queensboro Bridge di notte quando l'auto davanti alla sua lancia fuori un cadavere con l'intenzione che finisca nel fiume. Il corpo però sbatte contro un pilone e finisce sulla strada. Spanner si ferma e si trova davanti il corpo nudo orrendamente torturato e mutilato di una giovane donna. Chiama la polizia, ma il furgone dell'obitorio dopo poco viene assaltato e il corpo viene trafugato. Questo impegno a fare sì che non si sappia chi sia la vittima lo incuriosisce, tanto più che viene assunto dalla madre di una giovane hostess scomparsa. Si tratterà o no di lei? Questo Vital Statistics – titolo uguale uguale alla traduzione italiana XD – risale al 1977 e si legge d'un soffio grazie al fatto che la storia è avvicente e il protagonista sufficientemente simpatico.
C'è un fungo commestibile che cresce sulle pareti. E' di colore viola, un viola rossastro, e ha un gusto fresco e dolce. Si va a raccoglierlo nelle fenditure.
E appunto di funghi, del tipo allucinogeno, deve aver fatto uso Margaret St. Clair per scrivere questo romanzo. Essendo la signora appassionata di stregoneria, ha voluto creare una storia dall'abientazione fantascientifica che però si rivela teatro delle gesta di alcuni Wicca. Il risultato, per quanto mi riguarda, è un insieme di scene in cui i personaggi vanno non si sa dove a fare non si sa cosa, non si capisce per quale motivo. Sono arrivata alla fine sperando nella Grande Rivelazione Finale che, quando c'è stata, mi ha fatto cadere le braccia ancora più in basso.
I'd never given much thought to how I would die – though I'd had reason enough in the last few months – but even if I had, I would not have imagined it like this.
Ho sempre pensato che quello che mi frega è la curiosità. Per esempio, quando mi sono trovata davanti questo libro a un mercatino di beneficenza, ho pensato che per un euro potevo pur cercare di capire perchè ha avuto così tanto successo; questo accadeva alcuni anni fa, infatti giunta a casa scoprii che il libro era in originale e in quel periodo non avevo voglia di leggere in inglese. Poi alcuni mesi fa mi sono lanciata in una campagna di rivitalizzazione del secondo neurone tramite appunto la lettura di libri in inglese e mi è capitato di nuovo tra le mani. E sì, lo so che ho rischiato di ammosciarlo per sempre il secondo neurone, ma vabbè... ho corso il rischio XD Che dire? Che almeno la Meyer è brava a scrivere e quindi non ti fa addormentare. Per il resto la storia è nota anche ai sassi, quindi non starò a fare il riassunto. Basta dire che alla ventesima volta che Bella ha detto quant'è bello Edward mi è venuto un discreto prurito alle mani, del tipo che volevo scaraventare via il libro, ed è incredibile che non l'abbia fatto, visto che accenni alla straordinaria avvenenza di Edward vengono fatti ogni due pagine – e in totale le pagine sono quattrocento. Conclusione: ridatemi i vampiri cattivi!!
Interessante la saga di Sullivan, ci farò un pensierino. L'ultima saga fantasy che ho letto è stata I segreti di Nicholas Flamel, l'immortale, di Michael Scott, sei libri concentrati in due trilogie.
RispondiEliminaMi segno quella da te citata, vedi mai che un giorno non mi ci butti.
Ciao :-)
E io mi segno la tua!
EliminaTi capisco perfettamente, io mi sono data alla lettura del nuovo libro della saga Twilight, che si è rivelato essere identico al primo volume della saga originale solo che sta volta la sdolcinatezza è nelle mani di Edward quindi è lui che ogni 3x2 dice quanto sia meravigliosa Bella! Ti lascio immaginare lo stato dei miei neuroni! XD
RispondiEliminaAhahahah, si vede che è il marchio di fabbrica della Meyer. Sì, è sfinevole che lo ripetano continuamente.
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