lunedì 31 agosto 2020

agosto pigro

che bello sarebbe stato trascorrerlo tutto sul lago!

Mi chiedo seriamente come accidenti sono riuscita a sopravvivere alle scorse estati, visto che è bastato il solo mese di agosto a stendermi. Partita dalla montagna il cinque, che alle sette di mattina c'erano 5°, sono finita per doverne sopportare quasi una quarantina. Naturalmente tutto ciò si è ripercosso sul mio umore, visto che con il caldo divento antipatica, oltre che causarmi una grandissima crisi di pigrizia. In agosto dunque, a parte fare il minimo indispensabile, ho limitato i miei passatempi quasi esclusivamente alla lettura e alle serie TV. 


A parte i pochi giorni lontano da casa con il quale è iniziato il mese, per il resto sono stata via solo in un paio di occasioni a scopo puramente gastronomico. Dunque un altro mese che è trascorso in maniera tranquilla al limite della noia.

sabato 29 agosto 2020

letture di agosto


Non so se l'ho già scritto, ma per me l'estate è la stagione del fantasy fin da quando, da adolescente, la passai leggendo La Spada di Shannara. Poi non vuole dire che in estate leggo soltanto fantasy, ma una bella saga ogni anno ci sta, anche perchè con il caldo m'impigrisco e dedico sempre molto più tempo alla lettura. A questo giro ho affrontato il ciclo chiamato The Riyria Revelations che si compone di sei libri. I primi quattro -  The Crown Conspiracy, Avempartha, Nyphron Rising e The Emerald Storm sono stati accorpati in due volumi, gli ultimi due - Wintertide e Percepliquissono stati editi singolarmente perchè l'editore ha capito che, così facendo, avrebbe guadagnato il doppio XD Polemiche a parte, sono un bel gnocco di roba da leggere. Trattandosi di una saga comunque preferisco recensire l'insieme piuttosto che i singoli libri. E' necessaria una premessa: Michael J. Sullivan, l'autore, ha scritto questa storia per sè stesso e la propria famiglia perchè voleva creare un fantasy di suo gusto. In seguito si è autopubblicato ed ha ottenuto un grande successo, tanto da finire sotto l'ala di un editore tradizionale che ha tradotto la saga in quattordici lingue. Sullivan quindi è la dimostrazione che non tutto ciò che è autoprodotto è il male; in mezzo a tanti che si credono grandi scrittori ma che fanno cagare in vario grado, lui ha prodotto un lavoro interessante e divertente. I criticoni dicono che non brilla per originalità; da un certo punto di vista posso dirmi d'accordo, ma sono anche convinta che viviamo in un mondo in cui si è già visto e sentito tutto, quindi ciò che conta veramente è la capacità di declinare la storia, non solo l'originalità, e Sullivan fa bene il suo mestiere, riuscendo comunque a inventare molti colpi di scena, tenendo sempre desta l'attenzione del lettore e dando ai suoi protagonisti la giusta dose di coraggio, simpatia e umanità. Il tutto si svolge in un mondo in cui dominano gli uomini, i nani sono trattati come esseri inferiori, gli elfi non si vedono da quasi mille anni e i loro discendentii mezzo-sangue sono disprezzati e perseguitati. Hadrian e Royce, gli eroi della situazione, sono due abili ladri che lavorano in società e riescono nelle più incredibili imprese. A dire il vero il ladro vero è Royce; Hadrian è un ex-mercenario, nonchè imbattibile guerriero. I due vengono assoldati per rubare una spada famosa, salvando così la vita a un nobile che è stato sfidato a duello e che perderebbe sicuramente. Quando però si introducono nella cappella reale, dove dovrebbe trovarsi la spada, Hadrian e Royce s'imbattono nel cadavere del re, che è stato appena assassinato, e vengono chiusi dentro, mentre qualcuno dà l'allarme accusandoli dell'omicidio. Salvatisi da tortura e capestro grazie alla principessa Arista, che sa che sono innocenti, si trovano coinvolti nella solita congiura più grande di loro e devono salvare il mondo. E sì, questo certamente non è originale perchè succede praticamente in tutti i romanzi fantasy... Comunque sia, io mi sono divertita molto a leggere questi libri e i personaggi mi sono piaciuti. I piccoli colpi di genio di Sullivan hanno ampiamente compensato gli eventuali difetti e ingenuità della trama.




...Il Queensboro Bridge è un ponte a mensola che si erge sull'East River a circa quarantacinque metri di altezza. Completato nel 1909, è l'ottavo, in ordine di grandezza, degli otto ponti di New York, che sono tutti tra i più grandi del mondo...


Il detective privato J.T. Spanner sta appunto transitando sul Queensboro Bridge di notte quando l'auto davanti alla sua lancia fuori un cadavere con l'intenzione che finisca nel fiume. Il corpo però sbatte contro un pilone e finisce sulla strada. Spanner si ferma e si trova davanti il corpo nudo orrendamente torturato e mutilato di una giovane donna. Chiama la polizia, ma il furgone dell'obitorio dopo poco viene assaltato e il corpo viene trafugato. Questo impegno a fare sì che non si sappia chi sia la vittima lo incuriosisce, tanto più che viene assunto dalla madre di una giovane hostess scomparsa. Si tratterà o no di lei? Questo Vital Statistics – titolo uguale uguale alla traduzione italiana XD – risale al 1977 e si legge d'un soffio grazie al fatto che la storia è avvicente e il protagonista sufficientemente simpatico.




C'è un fungo commestibile che cresce sulle pareti. E' di colore viola, un viola rossastro, e ha un gusto fresco e dolce. Si va a raccoglierlo nelle fenditure.


E appunto di funghi, del tipo allucinogeno, deve aver fatto uso Margaret St. Clair per scrivere questo romanzo. Essendo la signora appassionata di stregoneria, ha voluto creare una storia dall'abientazione fantascientifica che però si rivela teatro delle gesta di alcuni Wicca. Il risultato, per quanto mi riguarda, è un insieme di scene in cui i personaggi vanno non si sa dove a fare non si sa cosa, non si capisce per quale motivo. Sono arrivata alla fine sperando nella Grande Rivelazione Finale che, quando c'è stata, mi ha fatto cadere le braccia ancora più in basso.


I'd never given much thought to how I would die – though I'd had reason enough in the last few months – but even if I had, I would  not have imagined it like this.

Ho sempre pensato che quello che mi frega è la curiosità.  Per esempio, quando mi sono trovata davanti questo libro a un mercatino di beneficenza, ho pensato che per un euro potevo pur cercare di capire perchè ha avuto così tanto successo; questo accadeva alcuni anni fa, infatti giunta a casa scoprii che il libro era in originale e in quel periodo non avevo voglia di leggere in inglese. Poi alcuni mesi fa mi sono lanciata in una campagna di rivitalizzazione del secondo neurone tramite appunto la lettura di libri in inglese e mi è capitato di nuovo tra le mani. E sì, lo so che ho rischiato di ammosciarlo per sempre il secondo neurone, ma vabbè... ho corso il rischio XD Che dire? Che almeno la Meyer è brava a scrivere e quindi non ti fa addormentare. Per il resto la storia è nota anche ai sassi, quindi non starò a fare il riassunto. Basta dire che alla ventesima volta che Bella ha detto quant'è bello Edward mi è venuto un discreto prurito alle mani, del tipo che volevo scaraventare via il libro, ed è incredibile che non l'abbia fatto, visto che accenni alla straordinaria avvenenza di Edward vengono fatti ogni due pagine – e in totale le pagine sono quattrocento. Conclusione: ridatemi i vampiri cattivi!!

giovedì 27 agosto 2020

la casa delle Blythe

Sono del parere che le cose belle vadano messe in mostra, ma che fare quando scaffali e vetrinette sono già tutte piene? O si riesce a fare posto spostando qualcosa o si crea un nuovo spazio. Per fortuna nella vecchia casa ho il mio angolo privato del quale posso disporre come mi pare, perciò ho pensato di costruire un diorama per metterci le Blythe e le loro cose. Non volevo fare una vera e propria casa delle bambole, quanto piuttosto creare un piccolo ambiente che potesse servire sia come contenitore che come sfondo per le foto, con nessuna struttura fissa in modo da poterlo svuotare e modificare a piacimento. 


Siccome avevo ancora parecchio cartone grosso rimasto dagli imballaggi dei mobili, ho costruito una sorta di scatola priva del soffitto e della parete anteriore. Ho ricoperto le pareti interne con della carta bella e ho voluto esagerare facendo il pavimento di legno, con tanto di battiscopa. Non riesco a descrivere quanto mi diverta a fare questo genere di cose!


Il soffitto e la parete anteriore li ho fatti smontabili; ad ogni modo meglio tenere chiuso quando non lo uso, così non mi si riempie tutto di polvere. Perchè la facciata non fosse troppo anonima, ho fatto una semplice decorazione con porta, finestra, cassetta della posta e bandierine, che ravvivano il tutto.


Dunque, finita questa parte ho cominciato ad arredare. In realtà non è che avessi molte cose, giusto un divano da due posti e una poltrona, così Akiko ed Elvira hanno potuto mettersi comode. 



Ho pensato poi di fare un tavolino e un mobiletto angolare usando i ritagli di legno che mi erano rimasti. Mi sembrava che il colore che si adattasse meglio dovesse essere chiaro, quindi li ho verniciati di bianco.


Per arredare mi sono tornati utili anche alcuni oggetti che avevo comprato anni fa per un altro progetto.


Insomma, mi sembra che Akiko ed Elvira non abbiano di che lamentarsi del risultato. Ho anche recuperato una bambolina che non ricordo più nemmeno dove avevo comprato e che mi ha ricordato una Blythe per via della testa sproporzionata. Così adesso c'è anche la bambola delle bambole XD

martedì 25 agosto 2020

get even


Quattro insospettabili liceali hanno fondato un'associazione segreta sotto l'acronimo D.G.M. (don't get mad) per vendicarsi dei bulli che infestano la loro scuola. Il loro ultimo obiettivo è l'allenatore della squadra di rugby, da tutti osannato, che in realtà spesso umilia i giocatori. Il prossimo invece è uno dei giocatori, Ronnie, che ha come missione quella di sbeffeggiare pubblicamente i compagni più deboli. La sua ultima vittima è la migliore amica di una delle quattro; fingendosi interessato a lei, le ha rubato dal cellulare alcune foto intime e ha cominciato a diffonderle fingendo che sia stata lei a spedirgliele. Le quattro vendicatrici stanno cominciando a lavorare al loro progetto di vendetta quando qualcuno le precede e Ronnie viene trovato morto; ciò che appare come un suicidio si rivela presto come un omicidio, ma la cosa peggiore è che il gesto viene rivendicato proprio dal D.G.M. Però, se non sono state loro, chi è stato? Le fanciulle si lanciano dunque in un'indagine per cercare di scoprire chi ha ucciso Ronnie cercando di dare la colpa a loro. Allora: da com'era cominciata, questa serie mi sembrava che promettesse molto bene, però alla fine mi ha lasciata un po' così. Del resto appartiene a quelle che in rete ricevono punteggi che vanno dall'1 al 10... la verità probabilmente sta nel mezzo, ovvero: serie carina, senza troppe pretese e adatta giusto per ammazzare il tempo, ma senza aspettarsi troppo.

domenica 23 agosto 2020

kingdom


Il principe Chang ha due problemi ugualmente seri: da un lato il potente primo ministro, capo del clan più forte del paese e padre della regina sua matrigna, trama per condannarlo come traditore e spodestarlo; dall'altro l'apocalissi zombie che si è originata nel sud del paese. Il re, ammalatosi di vaiolo, non compare in pubblico da molti giorni e tra i ministri comincia a correre voce che sia morto. In realtà è proprio così, solo che il primo ministro, utilizzando una pianta chiamata “erba della resurrezione” l'ha riportato in vita trasformandolo in zombie. Gli serve che il re sia considerato ancora in vita perchè attende che sua figlia - che è la regina - partorisca un nuovo erede maschio, strappado così il diritto al trono a Chang. Il quale Chang decide di andare al sud in cerca del medico che ha curato suo padre e chiedere a lui notizie dell'uomo, visto che non glielo fanno vedere. Là giunto, si trova davanti a uno scenario infernale, con famelici morti-viventi che al tramonto si rianimano e cominciano ad addentare tutti quelli che incontrano, trasformando anch'essi in zombie. Che dire? Spettacolo divertentissimo! E lo dico io che per gli zombie non ho mai nutrito simpatia. Questa serie però è molto ben riuscita perchè agli zombie unisce anche una trama fatta di congiure e segreti di palazzo che probabilmente avrebbe retto anche già da sola. Tra gli interpreti spiccano Ju Ji-hoon che interpreta Chang e Bae Doo-na che è una dottoressa impegnata a risolvere l'epidemia zombie. Il fatto che  la serie abbia un finale aperto e come ultima inquadratura un primo piano di Gianna Jun fa capire che ci sarà un'altra stagione, cosa della quale mi rallegro molto.

venerdì 21 agosto 2020

Doctor Foster


Ecco una serie in due stagioni che è la summa di tutto ciò che amo di certe produzioni inglesi: ottimi attori, solida sceneggiatura, trama interessante. Si cade in piedi, dunque. La storia ha per protagonista la dottoressa Gemma Foster, una donna all'apparenza dalla vita perfetta: ha un lavoro che la soddisfa e nel quale è brava, un figlio adolescente gentile e carino, un marito che la ama. Forse. Difatti un bel giorno, al ritorno da un viaggio di lavoro, Gemma trova sulla sciarpa del marito un lungo capello biondo che ovviamente non è il suo, visto che lei è bruna. Il seme del sospetto comincia a germogliare mentre Gemma cerca le prove dell'infedeltà del marito; ben presto non solo scopre che i suoi sospetti corrispondono a verità, ma che le bugie vanno avanti da molto e anche da parte di chi lei credeva suo amico. Siamo dalle parti della tragedia, quindi, con un personaggio femminile forte e al contempo sull'orlo di una crisi di nervi, combinazione che porta a diverse scene belle toste. Altamente consigliato.

mercoledì 19 agosto 2020

Elvira, la terza arrivata seconda


Mi rendo conto che è facile lasciarsi prendere la mano dalla mania del collezionismo, anche se per fortuna non sono ancora arrivata al punto di una tipa che di Blythe ne ha più di sessanta! E non dubito che al mondo ci sia chi ha fatto anche di peggio. A me queste bambole qui piacciono un sacco, che cosa ci posso fare? E almeno si trovano a dei prezzi ragionevoli, non c'è bisogno di dare via un rene come per altre. Perciò dopo Akiko ho preso una seconda Blythe e poi una terza e infine una quarta... e poi basta per il momento, perchè il diorama è pieno! A causa dei soliti misteri delle Poste, Elvira, che avevo comprata per terza, è arrivata subito dopo Akiko. C'è una cosa che accomuna le ultime tre Blythe prese: i capelli corti. Perchè se è vero che i lunghi capelli di Akiko sono bellissimi, è anche vero che mi fanno impazzire ogni volta. Elvira ha un bel caschetto di capelli castano scuro; nell'immagine qui sopra indossa un vestitino che il venditore ha allegato in omaggio e che sta bene con la sua carnagione abbronzata.


Il primo vestitino che ho fatto per Elvira è molto semplice; con la macchina da cucire si sarebbe fatto in poco tempo, ma io cucio con l'ago e le mie sante manine, e devo dire che mi dà più soddisfazione (oltre che a togliermi un bel po' d'ansia perchè la macchina da cucire la so usare poco e penso di riuscire ad essere più precisa lavorando a mano su dei modelli così piccolini). Il vestito comunque è venuto bene alla prima e mi pare che doni a Elvira. Lei non si è lamentata e dalla posa sbarazzina che ha preso quando l'ho fotografata direi che è soddisfatta. Elvira è un po' timida, e tuttavia riesce ad essere una rubacuori. Non c'è da meravigliarsi, perchè oltre che molto carina è anche molto dolce. Non ditelo ad Akiko, non vorrei che diventasse gelosa...


Elvira ha anche dimostrato di avere buon gusto; per esempio, mi ha aiutata a scegliere la carta per ricorprire questa scatola. Del resto le conveniva, visto che l'userò per metterci le sue cose.

lunedì 17 agosto 2020

Il segreto del lago - Higashino Keigo


Nubi simili a ovatta galleggiavano nel cielo davanti a lui. Nelle fessure fra una nuvola e l'altra si scorgevano sprazzi di limpido azzurro.

Quattro coppie, dopo aver assunto un insegnante, organizzano un ritiro di studio per i propri figli undicenni che devono affrontare l'esame di ammissione alle scuole medie. Tutti puntano a un prestigioso istituto privato, ecco perchè vogliono essere certi della preparazione dei propri rampolli. Namiki Shunsuke raggiunge la moglie, che si trova già sul posto, e dopo poco arriva anche la sua assistente, nonché amante, Takashina Eriko. La donna gli chiede di incontrarlo più tardi in un hotel della zona, ma quando lui vi si reca, lei non si fa vedere. Tornato al cottage dove si trovano tutti gli altri, scopre che Eriko è stata uccisa da sua moglie. La cosa più sbalorditiva però è che i presenti si offrono di insabbiare tutto, facendo sparire il cadavere e facendo come se Eriko non si fosse mai presentata. Non è un po' strano? Higashino costruisce la sua storia con la consueta maestria, però devo confessare che questo Reikusaido レイクサイド non mi ha convinto del tutto. O meglio: la motivazione mi è sembrata un po' tirata per i capelli. In realtà sospetto che il suo vero scopo fosse di mettere il dito nella piaga dell'ossessione per la scuola perfetta che affligge i giapponesi – e non solo. Si sa che chi esce da certe scuole ha la certezza di un buon impiego e di un futuro sereno, per questo c'è chi farebbe carte false per fare ammettere i propri figli, e infatti quasti genitori sono disposti proprio a tutto. 

sabato 15 agosto 2020

Curon


Alla fine mi sono vista questa serie e mi viene da concludere con un grandissimo mah. Devo fare una premessa; frequento i luoghi dove è ambientata da che ho l'età della ragione, per cui non solo ho riconosciuto posti che vengono fatti passare per Curon ma che Curon non sono - vedi l'imbarcadero dove Mauro, uno dei protagonisti, ruba un pedalò: quello è nel lago di San Valentino, non in quello di Resia dal quale spunta il campanile sommerso. Non solo questo dunque, che ci può stare perché in fondo si tratta di trovare location adatte, ma per me il vero shock c'è stato non appena gli attori hanno aperto bocca. Chi frequenta quella zona infatti sa benissimo che nessuno parla italiano perfettamente; siamo in Alto Adige e la prima lingua è tuttora il tedesco, quindi tutti parlano italiano con un forte accento tedesco, e spesso manco lo parlano molto bene. Qui invece parlano tutti un italiano perfetto, salvo dire ogni tanto una frase in tedesco a caso. Insomma, mi ha fatto la stessa impressione che se avessi visto una serie ambientata a Palermo dove tutti parlano con accento torinese e ogni tanto dicono una frase in dialetto siciliano. Ok, mi sono detta, proviamo a non cercare il pelo nell'uovo, tanto il fatto che la storia sia ambientata a Curon in fondo è un dettaglio; i creatori probabilmente avranno semplicemente pensato di sfruttare un luogo che da tempo è una star di Instagram. Restando solo sulla serie quindi, la prima cosa che ho notato è l'impegno nel voler girare un prodotto che stia alla pari con le produzioni internazionali che appaiono su Netflix, cosa non da poco, considerando il panorama televisivo italiano. Tuttavia mi è anche sembrata un'occasione perduta. L'idea di base è anche buona; una maledizione non meglio specificata fa sì che si materializzi il lato oscuro delle persone. Chi, per esempio, è represso, prima ha mal di testa, poi sente le campane del campanile sommerso (cosa impossibile perché sono state rimosse) e infine si ritrova davanti una copia identica di se stesso, però cattiva e intenzionata a ucciderlo e prendere il suo posto. Questo scoprono i gemelli Daria e Mauro dopo che la madre, originaria di Curon, li riporta dell'hotel di famiglia. Il tutto dovrebbe risultare inquietante, però a me francamente non ha detto granché, e non so bene il motivo. Forse ero distratta dalle incongruenze di cui sopra. Concludendo: la serie non mi ha entusiasmata, e tuttavia non mi sento di bocciarla perché l'idea di base è buona e perché i protagonisti sono bravi. Si vocifera di una seconda stagione; a me andava bene anche quel finale lì che, proprio perché aperto, può risultare più inquietante.

giovedì 13 agosto 2020

oscuro desiderio


Mi sono fatta fregare nuovamente da Netflix con questa serie che credevo si concludesse e invece è una prima stagione. Trattasi di una produzione messicana che cerca di cattivarsi il pubblico non tanto con la trama gialla, quanto con le numerose scene di sesso. Pare che tutti i protagonisti abbiano dei segreti che ci vengono via via mostrati partendo da un inizio apparentemente da melodramma: Alma, una donna di mezza età che si sente trascurata dal marito e ne sospetta una relazione con la sua bella collaboratrice, dopo essere stata trascinata in un locale dalla sua migliore amica, finisce a letto con un venticinquenne. Tornata a casa, prima si ritrova il tipo davanti come alunno del seminario che sta tenendo, poi scopre che la sua amica si è suicidata. Sorvolando sul fatto che a interpretare dei 45/50enni ci hanno messo degli attori che hanno molti meno anni rendendo fin da subito implausibile il tutto, questa serie non mi ha granché convinto perché ho trovato la trama troppo farraginosa, con cose al limite dell'assurdo. Insomma, la definirei un pasticcio in camera da letto, visto che scopano tutti come ricci.

martedì 11 agosto 2020

The old guard


Come ho già detto, non amo particolarmente i film coi supereroi, però questo mi ha incuriosito perchè il superpotere è l'immortalità; sarà perchè ho finito di vedere da poco The Protector dove pure ci sono degli immortali. In questa pellicola, che è tratta da un fumetto, c'è appunto un gruppetto di persone che non muoiono mai, non importa quante volte e in quale modo li ammazzi – anche se personalmente ritengo improbabile una resurrezione nel caso gli venga mozzata la testa XD Leader indiscussa è Andy, ovvero Andromaca di Scizia; immortale fin dall'antica Grecia, è una combattente fenomenale però si sente al momento demotivata perchè le sembra che il genere umano vada sempre peggiorando, malgrado i tentatvi fatti da lei e soci per migliorare le cose. Accetta quindi di malavoglia un incarico che le propone Booker, immortale dall'inizio dell'Ottocento. Sente puzza di bruciato e non sbaglia, perchè quando insieme agli altri due membri del gruppo, Nicky e Joe – due Crociati omosessuali che si erano conosciuti e innamorati a Gerusalemme – entra nella casa dove dovrebbe trovarsi un gruppo di bambini rapiti, si ritrova invece davanti un gruppo di soldati che li mitraglia. Questa è la prova del nove che cercava Copley, l'uomo che da tempo seguiva le loro tracce sospettando qualcosa di innaturale e che è in contatto con un avido magnate farmaceutico alla ricerca di un farmaco per allungare la vita. Quale sistema migliore per sintetizzarne uno se non attingendo al DNA dei quattro immortali? Se non che nel frattempo sono diventati cinque, l'ultima arrivata essendo una marine morta per la prima volta in Afghanistan. Orbene, ammetto che lo spettacolo è stato divertente e quindi sono arrivata fino alla fine senza cali di palpebra, benchè mi abbia un po' annoiata la lunga sparatoria finale; preferisco infatti le parti in cui i personaggi interagiscono tra di loro mostrando la loro umanità. Si tratta comunque di un bel film, dove tra l'altro il political correct non mi ha disturbato – in realtà mi disturba solo quando mi appare inserito a forza, qui invece è tutto perfettamente naturale. In gambissima Charlize Theron che veste i panni combattivi di Andy.

domenica 9 agosto 2020

Norsemen


Norsemen è una serie umoristica norvegese ambientata nell'immaginario villaggio vichingo di Nordheim. Si tratta di una delle cose più esilaranti che ho visto ultimamente, tanto che spero vivamente che ne producano una quarta stagione. La serie è tanto più apprezzabile se si è visto la più seria Vikings – e anche The Last Kingdom in certa misura. Le citazioni sono moltissime e su molti livelli – vedi make Nordheim great again XD – e così l'inserimento di elementi anacronistici, operazione fatta con tale maestria da non sembrare mai forzata, ma da regalare invece un mucchio di risate. Le prime due stagioni sono cronologicamente consecutive, la terza invece è un prequel e contiene alcune battute che fanno ancora più scompisciare proprio perchè sappiamo già come andranno le cose. Quanto alla trama: quando quasi si sono perse le speranze, torna a Nordheim la nave del capo Olav che si era recato in esplorazione a Ovest. Olav arriva carico di bottino e di schiavi, e con una promessa da mantenere: dare a Jarl Varg, un altro capo crudele e psicopatico, la mappa per l'Ovest. Olav però viene ferito a morte e, dopo aver espresso la sua intenzione di nominare come suo successore Arvid, il suo braccio destro, anziché il proprio pavido ed effeminato fratello Orm, viene ucciso proprio da Orm che non vuole rinunciare al potere. Jarl Varg intanto pretende la mappa, che però è stata messa sulla barca insieme al cadavere di Olav e alle altre ricchezze che lo accompagneranno nel Valhalla. Ciò che segue dunque è da un lato la lotta per il comando del villaggio tra Arvid e Orm, dall'altro la contesa della mappa per l'Ovest. I vichinghi di Norsemen sono molto diversi da quelli delle serie sopra citate; appaiono come dei bonaccioni, benchè non si facciano mancare scoppi di violenza. Sempre divertenti sono i dialoghi tra i vari personaggi, vero punto di forza grazie alle citazioni e agli anacronismi di cui dicevo. Insomma, meritatissimi i riconoscimenti internazionali, dei quali vorrei citare quello di The Guardian perchè mi pare il più calzante: quando Monthy Piton incontra Il Trono di Spade.

venerdì 7 agosto 2020

a spasso con Daisy


Ciao! Io sono Daisy, l'ultima arrivata - per ora - a casa di Guchi. Mi piace molto viaggiare, infatti vengo dalla Francia, e quando ho sentito che Guchi stava per partire per la montagna, le ho chiesto se potevo unirmi a lei. Dato che peso poco, ha acconsentito. Tra l'altro, visto che da quando è tornata a casa giace in stato catatonico a causa del caldo e della nostalgia, mi ha incaricato di scrivere il post sulla vacanza in montagna. Qui sopra mi vedete sul balcone della nostra stanza; l'hotel si affacciava sul lago, ma noi di lago ne vedevamo solo un pezzettino. In compenso però ci siamo godute la vista dell'Ortles.


Guchi conosce molto bene questi luoghi perchè li frequenta fin da quando era bambina; mi diceva che per lei tornarci è come tornare a casa. Mi ha quindi portato nei suoi posti preferiti, primo del quale è il piccolo ma bellissimo lago di San Valentino alla Muta.



La passeggiata intorno al lago è un classico, ma basta salire un po' per trovare altre cose belle, come il minuscolo laghetto Fauler che è l'ideale per rilassarsi in tutta tranquillità.



Si affaccia sul lago la chiesetta di San Martino, che risale al 1700 e che è in un punto panoramico dal quale si possono ammirare sia il lago di San Valentino che quello di Resia.



Guchi durante questa vacanza non ha fatto altro che ripetere che non siamo venuti al mondo per soffrire; in effetti ha tenuto un ritmo da tartaruga zoppa e praticamente ogni giorno ha avuto come meta una malga, nella quale mangiare e riposare. Questa marmottona ad esempio ci ha accolte alla Malga Brugger che si trova a 1921 metri di altitudine.



Qui mi trovo sulle sponde del già citato lago di Resia, molto più grande di quello di San Valentino e di origine artificiale; alla fine degli anni quaranta venne infatti ultimata la diga che formò il bacino d'acqua che alimenta la centrale elettrica e che sommerse il paese di Curon.



E difatti eccolo qua, ciò che resta del vecchio paese: il famoso campanile sommerso. Un luogo di grande fascino nonchè richiamo per i turisti, ma che di certo per gli abitanti del posto è simbolo di sofferenza.



Da Curon si arriva in poco tempo a Melago, l'ultimo paese della Vallelunga. Lasciata l'auto, si prosegue a piedi attraverso la valle, costeggiando il fiume. In questa foto si vede in fondo proprio Melago.



La passeggiata è facile sia nel tratto che arriva fino alla malga sia in quello che segue; da quel lato abbiamo incontrato molte mucche al pascolo.



Non siamo arrivate fino in fondo perchè non ci eravamo portate da mangiare e quindi Guchi ha voluto tornare indietro per nutrirsi. Che meraviglia di posto, eh?



Questa invece è la Val Roja, che si può raggiungere sia da Resia che da San Valentino. Questa valle è sempre piena di farfalle ed è costellata da costruzioni in legno usate dai contadini della zona. Quando ci siamo state c'era un gran traffico perchè stavano tagliando l'erba per il fieno.



A 1720 metri di altitudine, vicino a San Valentino, si trova l'abitato di Piavenna, uno di quelli rimasti più intatti nella zona perchè non ci sono attività turistiche. La costruzione più caratteristica è il palazzotto che risale niente di meno che al dodicesimo secolo - anche se l'aspetto attuale è dell'ottocento - e che venne eretto dai conti Plawenn che tuttora lo possiedono.



Che sole forte oggi! E fa anche caldo, per gli standard di San Valentino. La differenza rispetto a casa però è che basta sedersi all'ombra per poter subito godere del fresco.



Di malga in malga, arriva anche il turno di quella di Resia, a poco più di 2000 metri di altitudine; da lassù naturalmente si ha una bellissima vista del lago e, proseguendo lungo il sentiero, ci si ritrova in Austria.



Questo invece è un tratto delle mura di Glorenza, il comune più piccolo dell'Alto Adige, tuttora circondata dalla cinta muraria del cinquecento, rimasta intatta fin d'allora. Glorenza è molto pittoresca, un vero gioiellino. Guchi ci ha trascorso molte estati durante la sua infanzia ed ha quindi un posto speciale nel suo cuore.



Ed ecco come trascorrevamo il dopocena: all'imbarcadero, godendoci la quiete del lago e l'occasionale starnazzare delle folaghe che ancora non si erano ritirate per la notte. E' stata proprio una bella vacanza!

martedì 4 agosto 2020

la Barbie in carriera

la prima foto di Hillary, con addosso i vestiti originali

La prima Barbie che ho preso è stata frutto di un impulso. Erano i bei tempi di prima la pandemia, quando ingannavo il tempo in attesa che chiamassero il mio numero al banco della gastronomia stoccazzando mezzo supermercato (scherzo, non sono una stoccazzatrice complusiva); tra i crescioni e l'intimo da uomo stava uno scaffale pieno di Barbie, probabile residuo delle ultime Feste. Mi sono messa a curiosare e ho deciso di prenderne una; la scelta è caduta su questa, sia perchè mi piaceva il viso sia perchè era bruna. Quando sono andata a curiosare sul sito ufficiale della Mattel, ho scoperto che in occasione del sessantesimo anniversario del marchio è stata creata una serie di Barbie dedicata a vari mestieri e la mia era una candidata politica. Ovviamente la mia prima reazione è stata "che schifo!" - la mia simpatia per i politici è nota - mentre la seconda è stata "ecco perchè mi ricorda Hillary Clinton". E così l'ho battezzata Hillary.

camicetta e pantaloni realizzati come prototipi, anche se
questi in particolare erano venuti decenti

Il problema di Hillary è che non è una made-to-move, bensì una normalissima Barbie ingessata che non la puoi nemmeno mettere decentemente a sedere perchè se ne sta con le gambe dritte che sembra un cadavere in pieno rigor mortis. Il viso però continua a piacermi molto. Per qualche tempo l'ho quindi parcheggiata in altra sede, per fortuna lei non ci ha fatto caso, immagino fosse impegnata a pensare a come conquistare il mondo. Intanto ho scoperto che esisteva la possibilità di decapitarla e trasferire la testa su un corpo articolato, cosa che mi avrebbe permesso di giocarci come con le altre Barbie. 



Trattandosi di un investimento per la folle cifra di € 2,50, ho deciso che valeva la pena provarci. Arrivato il nuovo corpo, si trattava di procedere con la decapitazione. Visto che era la prima volta che lo facevo, per non rischiare di rovinare la testa di Hillary ho prima provato con una Barbie scrausa (anni fa ne avevo prese due ai mercatini che servivano solo per fare scena dentro il mio armadio dei ricordi; non provo per loro il minimo affetto) e non ci sono riuscita. Che fare? Cercare in rete, ovviamente. Sul solito Youtube vengono spiegati vari metodi; il succo è che bisogna riscaldare la plastica in modo da ammorbidirla, e c'è chi lo fa con il phon o chi addirittura caccia la bambola in acqua bollente. Che crudeli! Io ovviamente ho scelto il phon.



Ed eccola qua Hillary, ora perfettamente snodata! Sono stata contenta di vedere che il corpo nuovo ha le stesse misure di quello della Barbie, quindi i vestiti che le avevo fatto le entrano perfettamente, e anche la tonalità della pelle si adatta a quella del viso.



L'unico problema è che, come nel corpo originale, anche in questo i piedi sono sagomati come se indossassero il tacco dodici. Conclusione n.1: penso che non starà mai in piedi da sola. Conclusione n.2: dovrò comprarle qualche scarpa, di andare al mare con queste scarpette eleganti non mi sembra il caso XD


domenica 2 agosto 2020

un mese in quattro foto: luglio


Mafalda dopo la consueta tosata estiva. Lo facciamo su consiglio del veterinario che dice che in questo modo le si pulisce lo stomaco da tutto il pelo che normalmente inghiotte quando si lecca per le pulizie. Quest'anno, visto che è stato più fresco del solito, per lei è stato un po' un disagio, tant'è che è venuta a dormire nel lettone quasi tutte le notti in cerca di calore.


Buonissima la panna cotta al caffè che ho mangiato al Ristorante la Rocca di Brisighella! A dire il vero era buonissimo anche tutto il resto, non a caso andiamo quasi sempre a mangiare lì quando ci rechiamo in quella cittadina.


Dai cinesi pensavo di aver comprato un paio di mutande, invece ho preso un mutante! L'etichetta sarà anche sbagliata, ma in realtà è una premonizione di ciò che avverrà a queste mutande, ovvero muteranno in qualcos'altro (provate a indovinare XD).


Mio suocero ha compiuto la bellezza di novantacinque anni (e si sarebbe mangiato tutta la torta, a lasciarlo fare XD).