Agosto per me è il mese più brutto dell'anno. Il fatto è che raggiungo il mio livello massimo di sopportazione del caldo già a fine luglio e quando mi ritrovo davanti ancora un altro mese di caldoporco vorrei solo tagliarmi le vene. Quest'anno paradossalmente la mia residua scarsa sanità mentale è stata preservata dal fatto di aver continuato ad andare a camminare tutti i giorni, anche se a voler conservare tutto quello che ho sudato si sarebbe potuta risolvere la crisi idrica mondiale. Difatti anche quando le temperature non sono state estreme è stato però sempre umido, con quelle meravigliose percentuali che ti fanno grondare appena sposti un dito di mezzo centimetro. Il frutto delle mie fatiche si è tradotto in un calo di peso, cosa certamente gradita anche se non era il motivo che mi ha trascinato su e giù per i colli del circondario. Quello vero è che, sottoposta ad attacchi terroristici del mio medico di base che ha cominciato a blaterale di glicemia e pressione alta, ho deciso che preferisco l'attività fisica quotidiana alla dieta. E così sia: viva il semifreddo!
La vecchia casa, o almeno parte di essa, è stata inaugurata dal figlio piccolo che, di ritorno da Milano, ha ben pensato di dedicarsi alla gozzoviglia insieme ai suoi compagni di merenda. Ne sono seguite cene e bivacchi vari; degli schiamazzi notturni non so, i vigili non sono stati ancora chiamati e quindi ne deduco che i ragazzi si sono contenuti e che i vicini sono più pazienti di quanto pensassi, visto che in almeno un paio di occasioni i ragazzi sono andati a suonare i campanelli di tutti per farsi prestare apribottiglie e carta da forno. Nel frattempo, concluse le pulizie, ho finalmente dedicato tutto il tempo allo svuotamento della cantina. La quale al momento è tutt'altro che svuotata perchè io faccio parte del club del potrebbe sempre servire, ma almeno adesso ci si gira. L'armadio dei ricordi è completato e di qui in poi potrò pensare solo a giocare. Non ho potuto resistere a un tocco di Giappone e ho messo un noren all'entrata dello studiolo.
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casetta del book-crossing a Firenzuola |
A parte gli andirivieni in collina, non sono stata via se non per qualche ora durante un sabato pomeriggio, quando il marito (che patisce il caldo molto meno di me e che quel giorno lì riteneva si stesse bene) mi ha trascinato a Firenzuola e a Castel del Rio. Nella prima ci siamo fatti un giro per il paese del quale abbiamo appreso la storia grazie al simpatico e competente ragazzo della ProLoco, nella seconda abbiamo mangiato molto bene alla Sagra del Porcino.