domenica 31 marzo 2019

marzo incompleto

Nel caso vi chiedeste il motivo della definizione di marzo, eccolo: incompleto perchè al momento in cui scrivo il bilancio del mese ne manca un terzo, quello trascorso in Giappone. Non sapevo se fare un bilancio parziale o aspettare di tornare per farlo completo, e alla fine ho deciso per una pubblicazione regolare benchè incompleta. Dei primi due terzi di marzo non c'è da dire molto. Ho proseguito con le pulizie, il riordino e il mal di schiena, e se vi state chiedendo perchè ci metto così tanto il motivo è proprio nell'ultima voce. Se non avessi i problemi che ho alla schiena avrei finito molto prima e con meno sofferenza, ma tant'è. In realtà anche riguardo alla campagna di pulizia ho dovuto riflettere. In vista del viaggio avrei forse dovuto mettermi a riposo e cercare di partire senza dolori, però non mi andava di lasciare le cose a metà. Benchè non fossi sicura che sarei riuscita a finire tutto prima di partire, ho voluto comunque darci sotto in modo da avere il meno possibile da fare al mio ritorno. Acciacchi a parte, devo ammettere che ho provato molto soddisfazione a rimuovere i quintali di polvere per fare tornare letteralmente tutto a risplendere. Alla fine però ho dovuto arrendermi, anche perchè nella settimana in cui avrei potuto finire sono tornati alcuni artigiani e dovendo badare a loro non ho potuto pulire.

alcune foto di Masahisa Fukase

Sul fronte delle gite, sono stata a Milano perchè sennò chiudevano una mostra che volevo vedere. Ovviamente ne ho approfittato per incontrare anche il figlio minore che però, ancora sotto i fumi dell'alcool ingollato la sera precedente, aveva scordato dove e quando dovevamo incontrarci e mi ha lasciata ad attenderlo per mezz'ora davanti al duomo, dove almeno mi ha attaccato bottone solo una signora che mi ha fatto una lezione di storia dell'arte, fortunatamente gratuita. Prima di vedermi col figliolo ero stata alla Galleria Carla Sozzani a visitare la mostra di Masahisa Fukase, fotografo recentemente scomparso, amico di Daido Moriyama. La mostra mi è piaciuta molto, in particolare ho apprezzato la serie dei corvi (per cui è famoso), le foto scattate dalla finestra alla moglie Yoko e i meravigliosi ritratti di gruppo della sua famiglia. Per restare in tema, a pranzo siamo stato all'Oasi Giapponese, in via Montecuccoli 8, un altro posto dov'è possibile mangiare la vera cucina giapponese; il figlio ha preso un misto di sushi e io mi sono scofanata il set ramen (che comprendeva anche pollo fritto e gyoza), concludendo con una coppa di gelato al tè verde. Gnam!

scatto molto imperfetto fatto col cellulare

Infine siamo andati al MUDEC a vedere la mostra “A Visual Protest. The Art of Banksy”, e abbiamo avuto una botta di culo perchè non abbiamo pagato il biglietto in quanto era offerto da non ricordo quale sponsor. Avendo scelto il giorno per visitarla in modo del tutto casuale è stata una bella sorpresa, oltre che un risparmio di €32! La mostra ci è piaciuta; non è autorizzata dall'autore che notoriamente difende il proprio anonimato con le unghie e coi denti, ma è stata una bella occasione per vedere diversi suoi lavori tutti insieme.

mercoledì 20 marzo 2019

in Giappone


Salve a tutti! Sono Hiroki. Anche se è la prima volta che mi vedete, di certo vi ricorderete di me perchè ogni tanto Guchi mi nomina su questo blog. Sono qui per una comunicazione di servizio. Quella sbadata di Guchi infatti non vi ha avvisato che è di nuovo partita per il Giappone. Al momento in cui leggete in realtà sarà ancora sull'aereo, ma tant'è. Io l'aspetto ad Haneda e l'accompagnerò nel suo viaggio, ma siccome non sarà in grado di aggiornare il blog mentre è via, mi ha pregato di informarvi che se volete un'anteprima dei suoi vagabondaggi potete buttare un occhio al suo Instagram. Ciao a tutti!

lunedì 18 marzo 2019

the protector


Questi turchi si stanno rivelando una fonte di sorprese! Infatti ho scoperto che su Netflix c'è un'altra serie turca e siccome è di genere fantastico, ho voluta vederla. Tratta da un libro di İpek Gökdel, Karakalem ve Bir Delikanlının Tuhaf Hikayesi, mi ha piacevolmente stupita. E' la storia di un giovane che scopre di essere il discendente di una lunga genealogia di protettori, una sorta di eroi che devono proteggere Instanbul dagli attacchi malefici degli immortali. Di questi immortali in origine ce n'erano dieci, ma ne è rimasto solo uno. Hakan, che indossando una veste mistica diventa invulnerabile, con l'aiuto dei fedeli, una setta segreta votata al servizio dei protettori, deve ritrovare un anello la cui pietra brilla vicino a un immortale e un pugnale, che è la sola arma in grado di uccidere un immortale. I suoi sospetti si concentrano su un ambiguo bodyguard al servizio di un potente magnate, e intanto trova anche il tempo di innamorarsi della segretaria del magnate stesso. Non so se è merito del fatto che si tratta di una produzione di Netflix, ma questa serie è proprio bella e anche gli attori mi sono piaciuti. Peccato che sono rimasta a bocca asciutta sul finale, difatti al momento è disponibile solo la prima stagione e non mi è chiaro quanto tempo dovrò aspettare prima di scoprire se Hakan riuscirà a sconfiggere gli immortali.

sabato 16 marzo 2019

Immortals


Ma vai un po' tu a pensare che anche i turchi si mettono a fare le serie con i vampiri! Difatti Immortals (in originale Yasamayanlar, che vuole dire non morto) è una storia dall'ambientazione dark che vede come dei protagonisti alcuni vampiri. Ci sono tutti gli elementi del melodramma: segreti, vendette, amori travolgenti. Lo sceneggiatore magari poteva essere meno ostico in certi punti, ma bene o male si capisce tutto quello che è necessario capire. La triste vicenda ha inizio quando Mia torna a Instanbul in cerca di vendetta; non ha mai perdonato il vampiro che l'ha trasformata e ora lo cerca per ucciderlo e bere il suo sangue, cosa che dovrebbe farla tornare umana. Il problema è che Dmitry, quello che lei crede colpevole, in realtà non c'entra niente e a trasformarla è stato Numel, all'epoca innamorato di lei e disposto a tutto pur di non farla morire. Dmitry è impegnato in una lotta per il potere, mentre Numel vuole fermarlo e salvare la convivenza con gli esseri umani; questi ultimi sono a loro volta sul piede di guerra. Insomma, una trama che finisce per coinvolgere e che per fortuna si risolve in otto episodi (potrebbe esserci un seguito a seconda del successo riscosso da questa prima stagione).

giovedì 14 marzo 2019

the order


In tempi di scuola di scrittura creativa, mi viene da pensare che anche le sceneggiature delle serie TV derivino da corsi simili. E' un po' come la ricetta per la torta: aggiungi questo e quell'ingrediente, lo mescoli abilmente e non puoi non ottenere qualcosa di gradevole al palato. Attenzione, perchè adesso arriva il "ma". Ma: alla fine a me sembrano tutte uguali! Insomma, anche qui abbiamo la solita storia del ragazzo che si trova coinvolto in un'associazione segreta dedita alla magia, poi viene trasformato in lupo mannaro ed entra a fare parte della società segreta dei lupi mannari trovandosi così a fare il doppio gioco, s'innamora della ragazza sbagliata e deve salvare il mondo, o giù di lì. E va tutto benissimo per passare il tempo e scaricare il cervello, solo che poi quando è finita ti rendi conto che non ti ha lasciato dentro niente. 

martedì 12 marzo 2019

La società della performance - Maura Gancitano e Andrea Colamedici


Da alcuni mesi su Facebook seguo la pagina di Tlon, alla quale sono arrivata casualmente grazie a uno dei miei contatti che ne aveva condiviso un video. Ecco un altro esempio di come qualcosa accaduto casualmente si sia rivelato perfettamente adatto al momento. Il momento era quello in cui mi veniva un travaso di bile ogni volta che andavo su Facebook - appunto - o semplicemente leggevo i titoli dei giornali. Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondatori di Tlon, sono una coppia di filosofi e leggere le loro osservazioni è come prendere una boccata di aria fresca tornando a respirare in mezzo al marciume. Condivido quasi tutto quello che affermano e spesso lo trovo potenzialmente stimolante la mia crescita personale - alla quale al momento non riesco a dedicarmi quanto vorrei perchè ho ancora le mani impegnate con stracci e spruzzini. Comunque sia, quando ho letto che sarebbe uscito un loro libro ho voluto prenderlo. Questo "La società della performance" fa parte di una trilogia ed è insieme un'accurata disanima dell'uomo ai tempi dei social networks e un tentativo di fornire delle vie di uscita e di quella che loro chiamano fioritura personale. C'è da dire che per fortuna sono già avanti col lavoro, nel senso che sono fuori da certe dinamiche, ma ho trovato comunque di che riflettere. Per esempio è molto interessante la distinzione che fanno tra talento e vocazione, raccomandando di trovare quest'ultima perchè è su quella che si costruisce la propria ragione di vita. Di certo non è una lettura da fare sotto l'ombrellone, ci vuole concentrazione e un minimo di cultura di base (immagino mettere questo libro in mano a un analfabeta funzionale!!), per questo non escludo di rileggerlo per cogliere dettagli che magari mi sono sfuggiti. 

domenica 3 marzo 2019

un mese in quattro foto: febbraio


Due carpentieri d'eccezione: i miei figli intenti a montarmi uno dei Billy. E meno male che hanno detto che si divertono a trafficare e a usare le mani, almeno mi hanno aiutato volentieri!



A febbraio ho ripreso in mano Polaroid e simili; questa è la mia gloriosa Land Camera 340 che non usavo ormai da due anni (fondamentalmente perchè ero troppo pigra per dedicarmi all'opera di sostituzione della pile; visto che quella originale è fuori produzione, occorre fabbricarne una assemblandone alcune di altro tipo). Le foto istantanee mi divertono e questa macchina è tra le più affidabili che ho.



Non solo libri nel mio nuovo studio: questo è uno degli abitanti, naturalmente assegnato alla biblioteca giapponese.



Nel secondo Billy invece staranno libri fantasy o giù di lì; accanto alla serie de Il Trono di Spade mi è sembrato giusto collocare questa scatola col drago.