Il mese è cominciato in mezzo all'allegro caos di Lucca Comics, ma per il resto è stato piuttosto tranquillo e volto alla riflessione. Con i lavori alla vecchia casa che stanno volgendo al termine (anche se, come prevedibile quando si va a restaurare degli immobili con molti anni sulle spalle, è saltata fuori una rogna nuova), ho cominciato a pensare a come organizzare il locale che ho riservato per me. Ho le idee piuttosto chiare, non so però se lo spazio sarà sufficiente perchè il figlio maggiore vuole per sè la grande libreria dello studio di mio padre e quindi a me toccherà il solito Billy. Ciò che non potrò mettere nella mia stanza, finirà in cantina; il lato positivo è che lì di posto ce n'è tanto. La riflessione ha riguardato anche me stessa perchè, dopo il trasferimento del figlio piccolo a Milano, finita la casa avverrà anche il trasferimento del figlio grande nel suo appartamento (sempre che continui a lavorare, ovviamente). Non è un cambiamento da poco perchè i figli sono stati al centro del mio mondo negli ultimi 23 anni, con la loro emancipazione al centro ci tornerò io e non so bene che pesci pigliare al momento.
Malgrado la pigrizia generalizzata, c'è stato tempo per una gita a Venezia, programmata tempo fa appositamente per novembre perchè, da brava incosciente, mi sono detta: Venezia con l'acqua alta potrebbe essere interessante. In realtà di acqua alta non ce n'era per nulla, invece ho beccato una bellissima giornata di sole. Lo scopo primario di questa gita è stata la visita alla mostra dedicata a Willy Ronis presso la solita Casa dei Tre Oci alla Giudecca. Ronis era un fotografo francese (morto qualche anno fa quasi centenario) che, come altri di quella generazione, mi piace molto, difatti ho apprezzato la mostra e anche le sue parole (Tutta l'attenzione è concentrata sul momento unico, quasi troppo bello per essere vero, che può soltanto svanire nell'istante successivo e che provoca un'emozione impossibile da ottenere con gli artifici di una messa in scena: la fotografia come l'intendo io, insomma).
Prima della mostra c'è stato tempo per girovagare e per perdermi, difatti sono partita dalla stazione in direzione San Marco e alle 12.30 ancora non c'ero arrivata... In compenso mi sono ritrovata casualmente davanti alla Libreria dell'Acqua Alta e così è stato d'obbligo un giro; ho anche gustato un ottimo pranzo a base di pesce all'Osteria Alla Staffa in Calle Ospedaletto 6398, altro posto che ho trovato casualmente e che, vista la capacità che ho di perdermi e l'assetto labirintico di Venezia, di certo non ritroverò mai più XD
Non era invece stata programmata la gita a Firenze che ho deciso all'ultimo e che è stata motivata dalla festa della Lailac, l'associazione culturale giapponese che conosco da anni e che da quest'anno purtroppo non si occupa più della ristorazione a Lucca Comics. Ammettiamolo: i loro takoyaki meritano cento chilometri in treno. Dopo aver riempito la pancia, comprato l'umeshu e aver partecipato alla pesca sono stata a zonzo per il resto della giornata, che si è però rivelata molto deludente dal punto di vista fotografico a causa della noiosa pioggerella che mi ha tormentato fino a sera. Difficile anche il ritorno, col treno strapieno che mi ha costretta in piedi per quasi metà del tragitto.
Malgrado la pigrizia generalizzata, c'è stato tempo per una gita a Venezia, programmata tempo fa appositamente per novembre perchè, da brava incosciente, mi sono detta: Venezia con l'acqua alta potrebbe essere interessante. In realtà di acqua alta non ce n'era per nulla, invece ho beccato una bellissima giornata di sole. Lo scopo primario di questa gita è stata la visita alla mostra dedicata a Willy Ronis presso la solita Casa dei Tre Oci alla Giudecca. Ronis era un fotografo francese (morto qualche anno fa quasi centenario) che, come altri di quella generazione, mi piace molto, difatti ho apprezzato la mostra e anche le sue parole (Tutta l'attenzione è concentrata sul momento unico, quasi troppo bello per essere vero, che può soltanto svanire nell'istante successivo e che provoca un'emozione impossibile da ottenere con gli artifici di una messa in scena: la fotografia come l'intendo io, insomma).
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Dove sono? Boh... Però che bel posto! |
Prima della mostra c'è stato tempo per girovagare e per perdermi, difatti sono partita dalla stazione in direzione San Marco e alle 12.30 ancora non c'ero arrivata... In compenso mi sono ritrovata casualmente davanti alla Libreria dell'Acqua Alta e così è stato d'obbligo un giro; ho anche gustato un ottimo pranzo a base di pesce all'Osteria Alla Staffa in Calle Ospedaletto 6398, altro posto che ho trovato casualmente e che, vista la capacità che ho di perdermi e l'assetto labirintico di Venezia, di certo non ritroverò mai più XD
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non fatevi ingannare: pioveva anche quando ho fatto questa foto |
Non era invece stata programmata la gita a Firenze che ho deciso all'ultimo e che è stata motivata dalla festa della Lailac, l'associazione culturale giapponese che conosco da anni e che da quest'anno purtroppo non si occupa più della ristorazione a Lucca Comics. Ammettiamolo: i loro takoyaki meritano cento chilometri in treno. Dopo aver riempito la pancia, comprato l'umeshu e aver partecipato alla pesca sono stata a zonzo per il resto della giornata, che si è però rivelata molto deludente dal punto di vista fotografico a causa della noiosa pioggerella che mi ha tormentato fino a sera. Difficile anche il ritorno, col treno strapieno che mi ha costretta in piedi per quasi metà del tragitto.