domenica 30 settembre 2018

settembre rivoluzionario


Il mese è cominciato tra le bancherelle di Argillà. Malgrado le catastrofiche previsioni meteo, le cose sono andate molto meglio del previsto, se non altro non ha piovuto ininterrottamente per due giorni. Anch'io non ho mancato di farmi una vasca quasi completa (ad un certo punto ho dato forfait perchè stavo collassando a causa del caldo umido) e devo dire che ho apprezzato. Col marito abbiamo anche fatto shopping.


La domenica successiva ce ne siamo invece andati a fare la solita passeggiata al mercatino della Sagra delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo. A parte morire di caldo (ancora... non ne posso più!!!!), ho comprato qualche vecchia foto, un giallo Mondadori del 1956 (come al solito mi piaceva la copertina) e un numero di Sorrisi e Canzoni TV di soli tre giorni più giovane di me, il tutto per la folle cifra di € 5. Mi sono anche divertita ad ascoltare il concerto dei Musicanti di San Crispino; a parte il fantastico look canottiera-fazzoletto a quadri, il loro repertorio vale la pena perchè spazia da These Boots Are Made for Walkin'Bëla burdèla con divagazioni nel can-can, per non dire che sono riusciti a cantare il ritornello di Romagna Mia sulle note di Just can't get enough dei Depeche Mode. Non sapevo che abbracciarli o tirargli una scarpa, di sicuro però li voglio rivedere.


Il figlio piccolo è decollato per Milano. Già da tempo aveva annunciato, tra la ferma opposizione di mio marito e una blanda accettazione da parte mia, la sua decisione di trasferirsi per frequentare là l'università, ma soprattutto per essere indipendente ed emanciparsi dalla famiglia. Mio marito ancora brontola, mentre io alla fine ho abbracciato la cosa con convinzione per diversi motivi, primo tra i quali il fatto che è meglio provare e fallire che avere rimorsi, per non dire che il figliolo ha un gran bisogno di farsi un bagno nella realtà della vita. L'esordio, quando ha fatto il primo breve soggiorno per affrontare due test di valutazione, è stato abbastanza catastrofico; prima ha perso il treno (e vabbè: avrà imparato che quando gli dicevo di andare in stazione con un certo anticipo un motivo c'era) e poi si è fatto rubare cellulare e portafoglio con soldi e documenti (malgrado gli avessi raccomandato in tutte le lingue di stare attento perchè Milano non è come la tranquilla cittadina di provincia dove è cresciuto). Ben gli sta, nel senso che un errore commesso personalmente insegna più di mille consigli materni. Comunque sia, la sua partenza è rivoluzionaria sia per lui che per me; non so se sono del tutto pronta ad affrontare l'allontanamento dal nido dei miei ragazzi. D'accordo che il grande sta ancora qui, ma non avere più l'altro intorno è un grosso cambiamento per me. Vedremo come andrà i prossimi mesi.

Per il resto il mese è trascorso relativamente calmo, malgrado per 3/4 del tempo abbia continuato a patire per il caldo; ho cominciato a pare fatture su fatture osservando tristemente il conto in banca che si assottiglia... I lavori alla casa comunque sembrano procedere spediti anche se ci sono stati piccoli contrattempi in corso d'opera - normali con le case vecchie - che però sono stati prontamente risolti con soluzioni alternative.

mercoledì 26 settembre 2018

The New Legends of Monkey


Questa serie australiana di dieci brevi episodi che si vedono tutti di fila (alla fine è come guardare un film di due ore abbondanti) pare sia stata ispirata da una serie TV giapponese andata in onda tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. L'originale non l'ho visto, ma questa è riuscita nell'intento di divertire stemperando l'eroismo con l'idiozia e utilizzando il trash in maniera autoironica. In realtà all'origine c'è il celeberrimo romanzo cinese Il viaggio in Occidente che è stato rielaborato in tutte le salse: anche Dragon Ball ne è un esempio. Il romanzo si basa su avvenimenti storici (intorno al 629 un monaco cinese sfidò la proibizione imperiale a intraprendere viaggi per recarsi in India a studiare i testi buddisti perchè non era soddisfatto della scarsa qualità delle traduzioni cinesi che giravano all'epoca), ma è arricchito di personaggi ed elementi fantastici che sono poi quelli che hanno catturato il favore del pubblico e che si possono facilmente sfruttare a scopo di intrattenimento. Dunque abbiamo il monaco (che nella serie australiana diventa una ragazzina travestitasi da uomo per salvarsi la pelle), il re scimmia (divinità molto potente che il monaco libera da una prigionia millenaria e che alterna momenti di frivolezza ad atti di eroismo - rari, a dire il vero), il maiale e il demone (anche quest'ultimo nella versione australiana è una donna). I quattro, oltre a cercare di recuperare dei preziosi rotoli, devono anche combattere contro feroci demoni che vogliono a loro volta impossessarsene. Alla fine non ho capito se questa serie fosse per tutti o se strizzasse in particolare l'occhio a un pubblico giovanile, sta di fatto che mi ha molto divertito e non sono mancate le risate.

lunedì 24 settembre 2018

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey


Siccome mi piacciono sia i libri che le patate, non potevo fare a meno di vedere questo film che, tratto a sua volta da un libro di successo, a una lettura superficiale della trama mi ha fatto subito pensare a 84 Charing Cross Road, visto che anche in quello c'entravano sia i libri che le lettere. Infatti in questo club della patata ciò che mette tutto in moto è proprio uno scambio di lettere. Siamo nel 1946 e la giovane scrittrice Juliet Ashton riceve una lettera dall'isolano Dawsey Adams, il quale le dice di aver trovato un suo libro che ora appartiene al club di cui fa parte; Juliet s'incuriosisce e viene così a conoscere le circostanze particolari che hanno portato alla creazione del club, nient'altro che una balla inventata su due piedi per salvarsi dall'arresto da parte dei tedeschi che, all'epoca, avevano invaso l'isola di Guernsey. La donna finisce per recarsi a Guernsey perchè vuole conoscere sia Dawsey che le persone delle quali lui le ha parlato nelle lettere, e finisce per lasciarsi coinvolgere dalle loro vicende oltre ad innamorarsi di Dawsey stesso, benchè abbia già un fidanzato a Londra. Dunque, malgrado il mio primo pensiero, con 84 Charing Cross Road questo film non ha nulla a che fare, ha invece rischiato l'effetto polpetta. Diciamo che si salva in corner perchè, nonostante il prevedibile finale, la materia è trattata con sufficiente maestria dal veterano Mike Newell. Suppongo che il romanzo sia migliore, come quasi sempre accade; del film mi sono rimaste sopratutto impresse le vedute dell'isola di Guernsey che mi hanno fatto venire una gran voglia di andarci.

giovedì 20 settembre 2018

pazienza

Masao e Miyako

La pazienza è un concetto bidimensionale, agisce diversamente a seconda che uno la porti o che ce l'abbia. Ecco perché uno paradossalmente potrebbe anche possedere un solo tipo di pazienza. In effetti questo è esattamente il mio caso: sono bravissima a portare pazienza ma ne ho molto poca. Mi spiego meglio: quando decido di fare qualcosa quasi sempre di pazienza non ne ho, la devo fare subito. Tuttavia riesco a portare pazienza quando si tratta, per esempio, di sopportare una certa situazione. Non so se sono riuscita a spiegarmi, comunque tutto questo per dire che qualche tempo fa ho letto un articolo sulla coppia sposata da più tempo al mondo (entrata di recente nel Guinness dei Primati): Matsumoto Masao ha 108 anni, la moglie Miyako 100 e si sono sposati nel 1937. Quando hanno chiesto a Miyako qual era il segreto di questo matrimonio così lungo, la risposta è stata: la pazienza. Io sono solo alle nozze d'argento, ma la capisco perfettamente... 
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martedì 18 settembre 2018

The Roman Spring of Mrs. Stone


Tratto da un lavoro di Tennessee Williams, questo film per la TV del 2003 era stato preceduto da una versione del 1961 che vedeva protagonisti Vivien Leigh e un giovanissimo Warren Beatty; questo l'ho visto perchè vi recitano due attrici che mi piacciono molto, Helen Mirren e Anne Bancroft. La storia è la solita declinazione del tema cinquantenne con il toy-boy. Karen Stone (Helen Mirren) è un'attrice americana sposata con un uomo molto ricco che l'adora; dopo il flop del suo ultimo lavoro teatrale, decide di abbandonare le scene e si mette a viaggiare insieme al marito che però muore di infarto lungo la via. Karen, ricca, vedova e senza più alcun impegno lavorativo e sociale, decide di restare a vivere a Roma per godere di questa libertà. Comincia a frequentare una contessa italiana decaduta che si mantiene presentando giovanotti di bell'aspetto a donne ricche e straniere e riscuotendo una commissione dalle cifre che i bellimbusti riescono a estorcere alla malcapitata di turno. La contessa presenta a Karen alcuni di queste marchette (come lei stessa li chiama), ma Karen ha abbastanza buon senso da mangiare la foglia, almeno fino a quando non si trova davanti Paolo di Lio (Olivier Martinez). Il corteggiamento va avanti per qualche tempo fino a che sembra che Karen riesca ad avviare la relazione alle proprie condizioni, ma resta il fatto che lui è lì solo per i soldi. Finirà naturalmente male, come da copione. Non potendo fare paragoni nè con il romanzo nè con il film del 1961, mi limiterò a dire che questo l'ho trovato dignitoso ma non entusiasmante; di sicuro la gran parte la fa Helen Mirren che è ottima come sempre. Non mi è ben chiaro che cosa voglia significare la figura del giovane vagabondo che segue Karen e al quale alla fine lei si concede (spero dopo averlo infilato nella vasca da bagno e strofinato per bene): forse  simboleggia la definitiva caduta nell'abisso? Mah!

domenica 16 settembre 2018

Bitten


Bitten sta ai licantropi come True Blood sta ai vampiri; tratta da una serie di romanzi di Kelley Armstrong (che in realtà hanno come protagonisti anche altri essere soprannaturali, non solo licantropi) ha al centro una figura femminile forte, ovvero Elena Michaels. Elena è un'eccezione perchè le donne-lupo non esistono: non riescono a sopportare la metamorfosi. Lei invece ci è riuscita eccome ed ora fa parte del branco di Jeremy, ma ciò che più desidera è una vita normale. Difatti si è trovata un fidanzato umano dopo aver lasciato Clay, il licantropo che l'ha trasformata. I problemi però la vanno a cercare; quando una rivolta dei lupi solitari scoppia e comincia a mietere vittime tra il suo branco, Jeremy la richiama a casa per partecipare alla lotta. Sarà solo l'inizio. Nel corso di tre stagione di vedono un bel po' di budella e di natiche, in stile True Blood appunto. Se devo dire la verità, non ho mai nutrito particolare simpatia per i lupi mannari, però questa serie mi è piaciuta, è tosta, spesso ricorda le faide e le lotte per il potere dei film sulla Mafia.

venerdì 14 settembre 2018

Shadowhunters


Ogni volta che finisco di vedere una serie che mi è piaciuta particolarmente non posso fare a meno di chiedermi se troverò qualcos'altro che mi coinvolga allo stesso modo. Per fortuna il mondo delle serie TV è ampio e così riesco sempre a guardare altre cose di mio gusto. Questa Shadowhunters è tratta da una serie di libri di categoria young adult; lo scrivo per la cronaca perchè, come ho probabilmente già affermato in passato, non mi piacciono le etichette. Difatti il solo motivo per cui questi libri ricadono in questa categoria è la giovane età dei protagonisti. Ne era stato tratto anche un film che a quanto pare non è piaciuto; per come la vedo io, quando c'è molto materiale da affrontare una serie TV è l'ideale, a meno che non si faccia una serie di film, cosa che però pare più difficile. Non avendo letto i libri non so se questa serie segue fedelmente la trama e se la conclusione è la stessa che sulla carta stampata (conclusione comunque rimandata al prossimo anno, quando verranno messi in onda gli ultimi dieci episodi), ma mi pare che abbia coerenza, che i personaggi siano adeguatamente caratterizzati e ben interpretati. Non sarà il massimo, ma l'ho trovata ben fatta, coinvolgente e interessante. Qui abbiamo, oltre ai soliti vampiri, licantropi e altri esseri fatati, una progenie di uomini dal sangue angelico che combattono in segreto per proteggere il mondo dai demoni. La protagonista Clary appartiene a questo gruppo, ma lo ignora perchè sua madre, per proteggerla, le ha fatto cancellare la memoria anni prima. Il fatto è che Clary è figlia del famigerato Valentine, un ribelle che vuole sterminare non solo tutti i demoni, ma anche tutti coloro che hanno una parte di sangue demoniaco, come appunto vampiri & Co. Per riuscirci l'uomo deve impossessarsi di tre strumenti che gli serviranno per evocare un angelo e per chiedergli di realizzare il suo desiderio. Abbiamo dunque la solita lotta tra il bene e il male, tra diverse fazioni politiche oltre che tra diverse creature, e il tutto ha al centro Clary che, una volta sbloccati i propri poteri, appare particolarmente dotata. Clary però è anche una diciottenne innamorata, cosa che la porta a mettere il cuore prima della ragione in più di una circostanza. Dunque, la old adult qui presente si è divertita e sta meditando di leggere i libri tenendo fede al famoso motto Guchi just wanna have fun, cosa che non pone limiti nè di età nè di generi. Che se mi dovessi sentire in imbarazzo per quello che guardo o leggo, poveri noi...

mercoledì 12 settembre 2018

il ciclo de La Spada della Verità


Ho trascorso molte settimane nelle Terre Centrali, con occasionali spostamenti tra il Vecchio e il Nuovo Mondo. Dieci volumi di 6-700 pagine l'uno sono stati una bella sfida, ma per fortuna io non mi faccio impressionare. Ho così completato, come mi ero ripromessa, il ciclo della Spada della Verità del quale avevo molto apprezzato il primo volume. Recensire singolarmente i seguenti dieci volumi mi pare fuorviante; preferisco vederli come un unico insieme. Com'è naturale aspettarsi, in tutta questa massa di roba un po' di alti e bassi ci sono, ma in generale la qualità è molto alta. Penso che questi libri abbiano due livelli di lettura: il puro intrattenimento e l'intento didattico - se vogliamo definirlo così. L'autore Terry Goodkind infatti è seguace della teoria filosofica denominata Oggettivismo, ideata dalla scrittrice e filosofa russa Ayn Rand. Mi sembra cristallino che egli fornisca tutta una serie di lezioni morali attraverso le parole e le azioni dei protagonisti, soprattutto quelle di Richard Rahl. Le stesse regole del mago si possono intendere come insegnamenti volti non solo a Richard stesso, ma ai lettori. Così dicendo, non voglio che si pensi che questi libri siano una palla: tutt'altro. La tensione è sempre molto alta e l'azione non manca mai. Le sfide appaiono spesso impossibili, ma non c'è nulla che non si possa risolvere con tenacia, intelligenza e un pizzico di magia. Non ultimo, Goodkind ha una notevole vena di sadismo che condisce ottimamente le vicende che narra. Conclusione: un dieci meritato in pieno. Vi lascio con la prima regola del mago, che trovo particolarmente illuminante di questi tempi:

«Le persone sono stupide: date loro una motivazione appropriata e quasi tutti crederanno a quasi tutto ciò che direte loro. Proprio perché le persone sono stupide, esse crederanno ad una menzogna perché lo vogliono, o perché hanno paura che possa essere vera. La testa delle persone è piena di fatti, notizie e credenze che nella maggior parte dei casi sono false, tuttavia continuano a crederci. Le persone sono stupide: raramente riescono a distinguere tra il vero ed il falso, tuttavia hanno tanta fiducia in loro stessi che credono di poterlo fare sempre, ecco perché è così facile ingannarle.»


lunedì 10 settembre 2018

Insatiable


Ecco una serie che negli Stati Uniti è molto controversa e che invece a me ha fatto ridere parecchio. Anche tutti i commentatori  italiani l'hanno stroncata, non so se perchè sono veramente convinti di quello che dicono o se si sono accodati all'opinione generale. Ancora una volta mi chiedo infatti se la mania del politicamente corretto non sia alla base delle critiche ricevute; ci sarà di certo chi si è sentito sinceramente offeso, ma penso che molti abbiano fatto coro perchè esprimere un'opinione diversa significa rischiare di essere visti come delle brutte persone. Per curiosità mi sono letta diverse recensioni, sia nostrane che americane, ed ho così scoperto che ci sono anche molte persone che, come me, hanno gradito. Insomma, probabilmente si tratta di una di quelle serie che o si ama o si odia (e che si critica anche senza averla vista perchè tutti ne parlano). So bene di essere solo una persona semplice e dalla bocca buona, però non penso nemmeno di essere una completa deficiente e quindi non ho riscontrato tutti i difetti che le sono stati attribuiti; l'ho presa per una commedia dark dai toni volutamente esagerati, per cui ho riso e basta. La cosa che ha fatto arrabbiare maggiormente gli spettatori statunitensi è il modo a dir loro superficiale e fuorviante in cui viene trattato il problema della protagonista che all'inizio della storia è pesantemente in sovrappeso. Ripeto: qui l'intento è umoristico, inoltre più di una volta si fa cenno al fatto che se anche una persona cambia il proprio aspetto esteriore, interiormente rimane la stessa, perciò un certo tipo di messaggio passa comunque. La protagonista Patty, o Fatty Patty come la chiamano i compagni di scuola, è sempre stata cicciona, fino a quando non s'azzuffa con un senzatetto che le spacca la mascella con un pugno; tre mesi di dieta liquida la liberano di tutti i chili in eccesso. Scoprirsi magra (e bella) porta Patty a volersi prendere una rivincita nei confronti di tutti quelli che la prendevano in giro; per farlo decide di entrare nel circuito dei concorsi di bellezza e viene aiutata da Bob Armstrong, avvocato effeminato con l'hobby di fare il coach per le aspiranti miss. Patty però ha una vocazione per combinare pasticci di varia gravità, quasi sempre causati dal risentimento e dalla voglia di vendetta; vuole essere una vincente, ma continua a sentirsi una perdente e reagisce a ciò nel modo sbagliato. Bob, dal canto suo, si trova ad affrontare una grave crisi personale quando scopre di essere bisessuale. A questo proposito, mi chiedo come mai non ci sia stata una levata di scudi anche da parte della comunità LGBT, visto che avrebbero potuto sentirsi offesi da certi luoghi comuni proposti nella serie. Forse le persone sovrappeso sono più suscettibili dei gay? Mah! Certo, nella serie si mette molta carne al fuoco (soprattutto quella di Christopher Gorham che passa metà del tempo a petto nudo XD) ma, ripeto, l'intento è quello di fare ridere e secondo me è perfettamente riuscito. 

sabato 8 settembre 2018

the end of the f *** ing world


Questa serie ha un solo difetto: è troppo breve. Solo otto episodi e per giunta di venti minuti ciascuno. La buona notizia è che pare che una seconda stagione sia stata prevista, anche perchè il finale di questa prima è apertissimo. La storia è tratta da un fumetto; i protagonisti sono i diciassettenni James and Alyssa. James, traumatizzato per il suicidio della madre avvenuto davanti ai suoi occhi quando era un bambino, è diventato completamente apatico e crede di essere uno psicopatico; dopo aver ucciso un discreto numero di animali, ha deciso di provare a uccidere un essere umano. La scelta cade proprio su Alyssa, che è cresciuta nel mito del padre, andatosene di casa quando lei era piccola, ed è profondamente insofferente nei confronti della madre e del suo nuovo compagno. Alyssa è una provocatrice; si avvicina a James perchè è strambo e pensa che possa essere meno noioso degli altri. I due finiscono per fuggire insieme di casa mettendosi pesantemente nei pasticci, mentre i sentimenti di James finalmente si risvegliano. Dieci e lode per tutto: la trama, la bravura dei due protagonisti (Jessica Barden e Alex Lawther, quest'ultimo un mix riuscitissimo tra Neil Tennant e Stan Laurel), la regia, l'ironica colonna sonora e soprattutto lo stile, se vogliamo definirlo così. Trattandosi di una produzione inglese infatti la serie è ricca di tanti piccoli particolari che invece gli americani non metterebbero mai. E poi vogliamo parlare dell'accento british? Ultimamente ho visto cose americane e sentire parlare il vero inglese mi ha quasi eccitato, un po' come Otto in Un Pesce di Nome Wanda.

giovedì 6 settembre 2018

Riverdale


E' dai tempi di Peyton Place che tutti sanno che le tranquille cittadine di provincia nascondono in realtà tutta una serie di scabrosi segreti. Riverdale non fa eccezione. A scoperchiare il vaso di Pandora è la sparizione, che poi si rivela omicidio, di un ricco e popolare adolescente. Chi sarà stato ad ucciderlo e perchè? A cercare di scoprirlo sono alcuni suoi coetanei più o meno coinvolti con lui. Riverdale è tratto da un fumetto e, se vogliamo, tutti i suoi personaggi sono leggermente eccessivi, proprio come personaggi di carta. Che l'effetto sia voluto o no, l'ho apprezzato. Poi ci sarebbe da discutere sul livello di maturità dei diciassettenni americani; a quella età i miei figli erano dei patatoni a confronto. Ma vabbè, siamo nel mondo della fantasia. Comunque sia, questa serie mi ha molto divertito e attendo la seconda. Che frustrazione però! Per molto tempo ho visto serie complete, adesso sto vedendo delle produzioni molto recenti che quindi sono ancora in corso e così non so mai come vanno a finire...

martedì 4 settembre 2018

Dark


Restando in argomento di serie fantastiche, i tedeschi ne hanno prodotto una con i controcazzi. Dark si muove su tre linee temporali - 1953, 1986 e 2019 - e finisce addirittura nel 2052. Infatti nell'immaginaria cittadina in cui si svolge l'azione accadono cose strane: ragazzini spariscono e vengono ritrovati nel passato o nel futuro. Difficile dipanare la matassa; in diversi ci provano, ma la verità è troppo contorta per essere appresa appieno. Oltretutto due strani personaggi appaiono e cercano di influenzare gli eventi, ma non si sa chi di loro opera per il bene e chi per il male. Tutto questo porta alla luce anche gli scheletri negli armadi delle famiglie coinvolte. In sintonia con il titolo, il tono della storia è appunto dark. Secondo me hanno azzeccato alla grande sia il ritmo che l'atmosfera. Leggevo che c'è chi ha avanzato paragoni con Stranger things, ma ritengo che siamo su due livelli distinti; sono prodotti ugualmente molto validi, ma già c'è una differenza in partenza per il solo fatto che lo stile europeo e quello americano sono molto diversi da sempre, anche quando quello americano è ai massimi livelli come in Stranger Things. Comunque sia, sono stata contenta di sapere che anche di questo Dark verrà prodotta una seconda serie visto che questa prima si conclude col famoso palmo di naso.

domenica 2 settembre 2018

un mese in quattro foto: agosto


Non so se è a causa del periodo particolare che sto attraversando, ma negli ultimi tre mesi sto ascoltando quasi esclusivamente le mie canzoni preferite degli anni Ottanta. Me le sono scaricate sul cellulare e, per esempio, le sento in cuffia la notte quando ho le crisi di insonnia o il pomeriggio quando mi viene di conseguenza sonno e mi stendo un po' sul letto. Per sentirle meglio quando faccio altre cose, tipo cucinare o stirare, mi sono comprata questo amplificatore che funziona col bluetooth. Il tutto è talmente piccolo che è facilmente trasportabile; prevedo che lo userò parecchio anche tra qualche mese, quando dovrò riprendere l'opera di cernita e riordino nella vecchia casa.



La vigilia di Ferragosto, durante un temporale (inutile, perchè ha rinfrescato un po' giusto il giorno dopo) un fulmine è caduto a pochi metri da casa mia stroncando la cima di un albero. Ero al computer e il risultato è stato che mi si è bruciato il modem. Fra una cosa e l'altra, sono rimasta senza telefono e senza connessione per quasi una settimana, ma siccome sono un'asociale non me ne sono quasi accorta XD



In famiglia ci stiamo chiedendo che cosa sono questi affari che un vicino ha prima lavato e poi appeso ad asciugare sul balcone. Sembrano degli acchiappasogni giganteschi. In effetti lui è molto in sovrappeso, forse lo sono anche i sogni che fa. 


Mafalda sarebbe il mio soggetto preferito, se solo collaborasse. Il più delle volte, quando tento di fotografarla, o mi viene incontro e quindi non riesco a scattare, o mi ignora platealmente e non guarda l'obiettivo. Per fortuna capitano anche le volte in cui invece collabora.