la dama delle civette |
Il mese è cominciato con un tuffo nel medioevo. No, non mi sto riferendo al nuovo ministro della famiglia, ma al fatto che col marito abbiamo fatto un salto alle Feste Medievali di Brisighella. Trattasi della riedizione in chiave molto ridimensionata delle Feste medievali che si facevano negli anni 80/90, quando non c'era la crisi e la cosa andava avanti per dieci giorni anzichè due. Brisighella è una città che si presta particolarmente perchè ha conservato l'aspetto antico. Noi comunque siamo andati la prima mattina, quando c'erano poca gente e anche poche attrazioni, preferendo evitare la folla che si sarebbe riversata la sera.
Sperando sia vero che il muratore inizierà i lavori alla vecchia casa in luglio, ho ripreso lo sgombero. E' stata molto dura, visto che alla fatica dello spostare le cose si è aggiunto il disagio del caldo (e io odio il caldo). Comunque la buona notizia è che sono quasi arrivata in fondo e quindi finirò lo sgombero in tempo. Relativamente... nel senso che ho spostato le cose da qui a lì, ma non ho buttato via granchè, ho giusto portato qualcosa al mercatino dell'usato. Al momento non ho nè la voglia nè l'energia di fare l'accurata cernita necessaria, perciò ci penserò con calma quando tornerà il fresco.
La breve vacanza in montagna è andata meglio del previsto: non solo per le meraviglie viste, ma anche perchè i problemi alle gambe che temevo li ho avuti solo al ritorno a casa e finchè ero là ho potuto girovagare come volevo. Mi sono anche meravigliata che il male alle ginocchia mi sia passato molto prima di quanto pensassi.
Perchè allora giugno è stato orribile? Per via dello scempio perpetrato nel mio quartiere, visto che la mattanza degli alberi ha interessato la mia strada e altre limitrofe. Purtroppo non ho foto che mostrino la bellezza che è andata perduta; nel mio repertorio ho recuperato solo questa con la neve che naturalmente non rende, visto che gli alberi erano spogli. Nel culmine della primavera formavano quasi un tunnel ed erano splendidi; forse con un piccolo sforzo di immaginazione riuscirete a vederli, così come li continuo a vedere io davanti agli occhi. Adesso non ci sono più e il quartiere è impoverito; se non mi sono ancora tagliata le vene è merito del verde sparpagliato nei giardini privati. Di passeggiare me ne è passata completamente la voglia, ogni volta che scendo in strada mi viene il magone. Può darsi che io sia troppo sensibile, che me la prenda troppo a cuore, ma pensare che non rivedrò mai più la mia strada bella com'era mi fa venire una tristezza immensa, sarà che nella mia personale lista di cose che definiscono la qualità della vita, la bellezza e la natura sono tra i primi posti. Anche se ripianteranno gli alberi come hanno assicurato (ma io ci credo quando lo vedo), hai voglia te prima che diventino alti abbastanza da essere decenti. La strada tornerà bella com'era - me lo auguro - solo quando io ormai sarò una vecchia.