sabato 30 giugno 2018

giugno orribile

la dama delle civette

Il mese è cominciato con un tuffo nel medioevo. No, non mi sto riferendo al nuovo ministro della famiglia, ma al fatto che col marito abbiamo fatto un salto alle Feste Medievali di Brisighella. Trattasi della riedizione in chiave molto ridimensionata delle Feste medievali che si facevano negli anni 80/90, quando non c'era la crisi e la cosa andava avanti per dieci giorni anzichè due. Brisighella è una città che si presta particolarmente perchè ha conservato l'aspetto antico. Noi comunque siamo andati la prima mattina, quando c'erano poca gente e anche poche attrazioni, preferendo evitare la folla che si sarebbe riversata la sera.




Sperando sia vero che il muratore inizierà i lavori alla vecchia casa in luglio, ho ripreso lo sgombero. E' stata molto dura, visto che alla fatica dello spostare le cose si è aggiunto il disagio del caldo (e io odio il caldo). Comunque la buona notizia è che sono quasi arrivata in fondo e quindi finirò lo sgombero in tempo. Relativamente... nel senso che ho spostato le cose da qui a lì, ma non ho buttato via granchè, ho giusto portato qualcosa al mercatino dell'usato. Al momento non ho nè la voglia nè l'energia di fare l'accurata cernita necessaria, perciò ci penserò con calma quando tornerà il fresco.



La breve vacanza in montagna è andata meglio del previsto: non solo per le meraviglie viste, ma anche perchè i problemi alle gambe che temevo li ho avuti solo al ritorno a casa e finchè ero là ho potuto girovagare come volevo. Mi sono anche meravigliata che il male alle ginocchia mi sia passato molto prima di quanto pensassi.



Perchè allora giugno è stato orribile? Per via dello scempio perpetrato nel mio quartiere, visto che la mattanza degli alberi ha interessato la mia strada e altre limitrofe. Purtroppo non ho foto che mostrino la bellezza che è andata perduta; nel mio repertorio ho recuperato solo questa con la neve che naturalmente non rende, visto che gli alberi erano spogli. Nel culmine della primavera formavano quasi un tunnel ed erano splendidi; forse con un piccolo sforzo di immaginazione riuscirete a vederli, così come li continuo a vedere io davanti agli occhi. Adesso non ci sono più e il quartiere è impoverito; se non mi sono ancora tagliata le vene è merito del verde sparpagliato nei giardini privati. Di passeggiare me ne è passata completamente la voglia, ogni volta che scendo in strada mi viene il magone. Può darsi che io sia troppo sensibile, che me la prenda troppo a cuore, ma pensare che non rivedrò mai più la mia strada bella com'era mi fa venire una tristezza immensa, sarà che nella mia personale lista di cose che definiscono la qualità della vita, la bellezza e la natura sono tra i primi posti. Anche se ripianteranno gli alberi come hanno assicurato (ma io ci credo quando lo vedo), hai voglia te prima che diventino alti abbastanza da essere decenti. La strada tornerà bella com'era - me lo auguro - solo quando io ormai sarò una vecchia.

mercoledì 27 giugno 2018

let me show you the world in my eyes_3

Lido di Venezia 2016

Ho cominciato a fotografare decenni fa e, come accade alla maggioranza di noi, le mie erano foto turistiche, scattate quando ero in vacanza. A quei tempi ero fissata con la foto-cartolina, cosa che al momento mi sembra assurda perchè se vuoi una foto così tanto vale che ti compri la cartolina, appunto. Tra l'altro un turista di passaggio raramente può emulare un fotografo professionista per una serie di ragioni che vi risparmio. Comunque parte della fissa era la mia determinazione a eliminare quanto più possibile l'elemento umano perchè lo ritenevo un disturbo dell'insieme. La cosa era ovviamente molto difficile da realizzare proprio perchè come turista mi ritrovavo in luoghi frequentati, e allora partivano i bestemmioni e le lunghe attese. Poi per fortuna succede che si cresce e si cambia, tanto che adesso sono del parere opposto, ovvero che l'elemento umano può arricchire un'inquadratura rendendo l'insieme molto più interessante che se non ci fosse nessuno. La foto qui sopra ne è un esempio lampante secondo me: se togliessimo la ragazza che si abbronza, il tutto risulterebbe molto più banale.

lunedì 25 giugno 2018

The Woman in White


Questa serie inglese in cinque puntate è tratta dall'omonimo romanzo di Wilkie Collins. Pubblicato nel 1859, riscosse un grandissimo successo di pubblico e da allora ne furono tratte diverse versioni teatrali, cinematografiche e televisive: questa è l'ultima in ordine di tempo. La storia vede come protagonista una giovane donna, Laura, che è stata promessa in sposa dal padre a Sir Percival Glyde; lei però s'innamora di Walter, il maestro di pittura, ma quando i due vengono riportati coi piedi per terra dalla sorellastra di lei, Mariam, si lasciano. Laura sposa Glyde come previsto e Walter parte per l'Honduras. E' presto chiaro che Glyde ha sposato Laura solo per denaro, tanto più che l'accordo prematrimoniale è del tutto a suo favore. Laura però, che non è una sprovveduta ed è sostenuta dall'altrettanto energica Mariam, rifiuta di firmare una delega al marito scatenando la sua ira. L'uomo, oltre ai debiti, ha anche un segreto da nascondere e teme che la misteriosa Anne Catherick, una donna fuggita dal manicomio che somiglia a Laura come una goccia d'acqua, possa rivelarlo. E poi basta: lasciamo il mistero sulla conclusione! Come sempre, trattandosi di una produzione inglese, non c'è nulla che non vada; questa serie dunque mi è piaciuta, anche se ho trovato il ritmo un po' lento. Sorpresona: nel cast c'è Riccardo Scamarcio che ovviamente recita in inglese. Chi l'avrebbe mai detto!

venerdì 22 giugno 2018

laghi e castelli


Salve! Sono Ken-chan, vi ricordate di me? Ho passato qualche giorno in montagna con Guchi che mi ha chiesto se scrivo io il post su questo viaggio, visto che lei è sotto shock. Il fatto è che al ritorno a casa abbiamo trovato la nostra strada completamente priva di alberi. Era una delle strade più belle della città e il merito era appunto degli alberi alti e folti, non certo dei palazzoni anni Settanta. Adesso è uno schifo indescrivibile e la cosa è peggiorata dal fatto che siamo in estate; non c'è più ombra nè fresco, le macchine bollono sotto al sole, gli uccellini chissà dove se ne sono volati via, mentre il gatto rosso cacciatore vaga sconsolato e privo di prede. Sono molto preoccupato per Guchi, c'è rimasta così male che probabilmente non si riprenderà più da questo colpo, anche perchè ogni volta che esce di casa si ritrova questo scempio davanti agli occhi. In realtà penso che non uscirà più, oltre ad aver pure smesso di guardare fuori dalla finestra. Meglio che cambiamo discorso...



Dunque, il breve viaggio in montagna è stato benedetto dal bel tempo che ci ha permesso di godere appieno di tante bellezze. La prima sosta è stata a Velturno, dove abbiamo visitato il castello - in realtà casa-vacanza - dei vescovi-principi di Bressanone. 



Gli interni del castello sono molto belli e a me hanno incuriosito particolarmente le serrature, naturalmente tutte originali del Quattrocento, che funzionano ancora perfettamente e che sono dei piccoli capolavori di meccanica.



Il giorno seguente siamo di nuovo andati a visitare un castello, questa volta a Campo Tures, in Valle Aurina. Si tratta di Castel Taufers. Ah, che bello pure questo! 



Qui abbiamo appreso di un originale metodo di tortura che consisteva nel fare pasteggiare le capre con i piedi dei sospettati; le capre non si fermavano al sale con cui venivano cosparsi, ma proseguivano a rosicchiare fino alle ossa. C'è qui Guchi che mi sta dicendo che le sembrerebbe un castigo adeguato per quelli che hanno deciso che gli alberi della nostra strada andavano tagliati.



Dopo esserci procurati i panini per il pranzo, ci siamo trasferiti ad Anterselva e abbiamo passeggiato intorno al lago omonimo. Si tratta di una valle tranquilla, almeno in questo periodo dell'anno. Sospetto che in alta stagione brulichi di turisti, come del resto tutti gli altri posti dove siamo stati. 



Il lago era uno specchio e la passeggiata è stata facile e molto piacevole. Anche i panini, mangiati sulla riva, sono sembrati più saporiti, o forse è stato solo per via del fatto che avevamo molto appetito.



La vera perla, non solo di questa seconda giornata ma dell'intera vacanza, è stato però il lago di Braies, dove ci siamo recati dopo. Abbiamo tutti concordato sul fatto che probabilmente è uno dei posti più belli del mondo. 



Qui non ci è stato possibile fare il giro completo perchè parte del sentiero era interrotto, ma abbiamo scarpinato un bel po' comunque, finendo di nuovo per mangiare panini sulla riva e ridendo per i pesci che balzavano spesso fuori dall'acqua. 



Un amico di Guchi ci aveva consigliato di aspettare il tramonto, cosa che abbiamo fatto insieme a diverse altre persone, compresi una ventina di cinesi che si erano abbarbicati sul monte con treppiedi e teleobiettivi. Non ci è stato chiaro quale prodigio stessimo aspettando, nel senso che il cielo non si è tinto di rosso, ma, a parte ciò, era tutto talmente bello che non si aveva proprio voglia di andare via.



Il terzo giorno abbiamo fatto un breve giro per San Candido e poi siamo stati in Val Fiscalina, dove il sentiero era tutto al sole e Guchi ha ringraziato il cielo di essersi ricordata di prendere crema solare e cappellino, sennò povera lei. 



La via fino al primo rifugio, che era a circa mezz'ora dal parcheggio, era una fila continua di persone, tanto che ci siamo chiesti che delirio dev'esserci in agosto se già ora è così affollato, ma fortunatamente si sono fermati tutti lì, mentre noi procedevamo impavidamente per un'altra oretta.



Dopo un momento di svacco e un caffè pomeridiano in appartamento, abbiamo fatto un'altra bella passeggiata tra i boschi sopra Perca, in Val Pusteria, per andare a vedere le piramidi di pietra, che ci hanno strappato grida di ammirazione: chissà come resistono in equilibrio quelle pietre!



Ammirazione anche per il panorama che si godeva lungo la via. Essendo prossimi al ritorno a casa, questa è stata l'occasione per cominciare a farci venire il magone.



L'ultimo giorno abbiamo ripreso la via di casa, facendo sosta a Ponte Gardena per visitare un altro castello: Trostburg. Visita che sicuramente meritava, ma che è costata a Guchi l'uso delle ginocchia perchè per raggiungere il castello occorreva fare una ripida mulattiera.



Ne valeva comunque la pena, però!

mercoledì 20 giugno 2018

13 reasons why


Si può ben dire che questa serie è l'antitesi del film carino di cui parlavo qualche giorno fa: qui gli adolescenti protagonisti sono incasinati forte. La prima serie è tratta da un libro, mentre la seconda è stata inventata sull'onda del grande successo ottenuto. Dico subito che la prima mi è piaciuta di più; pure la seconda è bella e ha senso, però alla fine tutti i vari retroscena finiscono quasi per alterare quanto viene esposto nella prima riguardo alla protagonista, quindi avrei preferito che si fossero limitati a una sola stagione. I temi trattati sono forti: suicidio, bullismo, stupro. Tutti sembrano innocenti fino a che non viene mostrato che sono altrettanto colpevoli. Ciò che ho apprezzato nella prima serie infatti è il fatto che, al di là dei gesti eclatanti come lo stupro, a volte sono cose apparentemente di poco conto a ferire le persone sensibili; cose che per chi le fa non hanno peso perchè sono fatte come semplici dispetti o addirittura senza voler nuocere diventano pietre tombali. La storia ci viene raccontata dal punto di vista di Hannah, la ragazza che si suicida e che lascia tredici audiocassette, in ognuna delle quali indica un colpevole per tutto il male che le è piovuto addosso. Nella seconda stagione invece col pretesto del processo intentato contro la scuola di Hannah dai suoi genitori emergono altre verità sulla ragazza e sui suoi compagni. Entrambe le serie sono certamente molto buone dal punto di vista tecnico e della recitazione e, come dicevo, la prima stagione è migliore. Ben venga anche il fatto che si tratti di certi argomenti, visti i problemi che si sono verificati negli ultimi anni a causa dei social networks. Pare che una terza stagione seguirà, del resto il finale della seconda è aperto.


domenica 17 giugno 2018

Tuo, Simon


Ogni tanto ci vuole un film carino, uno di quelli che sai che andranno a finire bene anche quando è appena successo qualcosa di brutto, sarà che sto vedendo una serie che vede allo stesso modo come protagonisti degli adolescenti, ma che è decisamente deprimente (ne parlerò poi). Il protagonista, Simon, è uno di quei ragazzi che pare non avere il minimo problema: bello, bravo, buono, con una splendida famiglia e alcuni amici ai quali è molto affezionato. Egli però ha un segreto: sa da diverso tempo di essere gay, ma non ha il coraggio di confessarlo proprio perchè teme che la cosa alteri l'equilibrio che ama. Succede però che sul blog del suo liceo un altro ragazzo confessi in forma anonima di essere gay; Simon lo contatta, altrettanto anonimamente. Comincia così un fitto scambio che però viene scoperto da un compagno di Simon, il quale non trova di meglio che ricattarlo per poter uscire con una delle sue amiche. Come dicevo, alla fine vivono tutti felici e contenti; nel mezzo ci sono alcuni bravi giovani attori e una regia leggera e spumeggiante insieme, che sa fare ridere e commuovere al momento giusto.

giovedì 14 giugno 2018

La prima regola del mago - Terry Goodkind


Era un rampicante bizzarro. Il gambo, dal quale pendevano delle foglie scure, si era avvinghiato allo snello tronco dell'abete del balsamo come se volesse strangolarlo. L'albero, che aveva la corteccia macchiata dalla sua stessa linfa e i grossi rami secchi piegati verso il basso, sembrava che stesse cercando di lanciare un lamento nella fresca e umida aria del mattino.

E' stata una bella fortuna che abbia visto la serie La Spada della Verità prima di aver letto il libro; nella mia ignoranza la serie mi era piaciuta, mentre paragonata al libro è una discreta cagata. Questo romanzo invece mi ha conquistata e quindi proseguirò nell'impresa (sono in attesa che mi arrivi il secondo volume). Rispetto alla serie i caratteri dei protagonisti vengono molto più approfonditi e ne vengono spiegate meglio le caratteristiche; siamo in un mondo dove esiste la magia e le cose spesso non sono come appaiono. Secondo me Goodkind ha fatto un gran bel lavoro e non ha lasciato nulla al caso. Per esempio, una cosa che balza agli occhi e che a volte mi ha leggermente irritato è l'abuso del termine amico/a; mi era addirittura venuta la curiosità di cercare il testo in originale per capire quale parola avesse usato e se non si trattasse di una svista nella traduzione. Giunta in fondo invece mi sono convinta che la cosa abbia la sua giustificazione nel fatto che a questi personaggi dotati di enorme potere e temuti per questo risulta quasi impossibile instaurare un rapporto alla pari con qualsivoglia loro simile a meno che la loro reale natura non sia tenuta nascosta, perciò un'amicizia disinteressata ha particolare valore. Ad ogni modo, questo primo libro potrebbe anche concludersi così, con un e tutti vissero felici e contenti, tanto più che Richard e Kahlan, a differenza che nella serie, possono infine fidanzarsi perchè Richard risolve il problema del potere di Kahlan. Il fatto che ce ne siano altri dieci mi fa capire che ne devono succedere ancora delle belle. Non faccio riferimento alla serie perchè ho già visto che si sono inventati metà delle cose e l'altra metà l'hanno modificata, quindi chissà cosa mi aspetta...

martedì 12 giugno 2018

Haven


Ecco una serie che mi ha intrigato parecchio, forse perchè sta a metà strada tra gli X-Files e Lost. Tratta molto liberamente da un romanzo di Stephen King, è ambientata in una immaginaria città del Maine, Haven appunto. Qui ogni ventisette anni molti abitanti vengono colpiti da quelli che sono stati chiamati i problemi: eventi soprannaturali che le persone scatenano involontariamente quando provano forti emozioni. L'agente dell'FBI Audrey Parker, venuta a conoscenza della cosa, decide di fermarsi per aiutare a risolvere la situazione, in quanto sembra avere un talento particolare per scoprire chi sta all'origine di ogni fenomeno e per trovare la maniera di riportare le cose alla normalità. Audrey assomiglia come a una goccia d'acqua a una donna, Lucy, che si trovava a Haven ventisette anni prima; essendo orfana, lei pensa che si possa trattare di sua madre e comincia a investigare per scoprire la sua identità. Salterà fuori invece che lei e Lucy sono la stessa persona. Questo è solo il primo dei molti misteri che dovrà affrontare. La serie risulta avvincente sia per via dei singoli problemi che si verificano che per la ricerca della verità e della soluzione del grande pasticcio che affligge gli abitanti di Haven; non manca la traccia romantica, per fortuna trattata con il giusto equilibrio. Direi che tutti gli elementi sono bilanciati al punto giusto e il risultato è interessante; positivo anche il fatto che la cosa non sia stata tirata troppo per le lunghe, sempre che cinque stagioni non siano troppe (per me sono la misura giusta).

sabato 9 giugno 2018

let me show you the world in my eyes_2

Sigtuna (Svezia) 2016

Non ricordo quando ho cominciato a fotografare le persone di spalle. Probabilmente è cominciato tutto in modo casuale, diventando via via un processo consapevole. Ho detto ancora che mi piacerebbe fotografare di più le persone, ma la mia timidezza mi impedisce di piantare l'obiettivo in faccia agli sconosciuti per strada come fanno molti (a meno che non ci siano delle condizioni particolari) e anche la volta che un'amica si è prestata a farmi da modella le cose non sono andate come speravo. Ovvero: le foto sono venute bene anche perchè lei è fotogenica, è stata proprio la situazione a non entusiasmarmi. In quell'occasione ho scoperto che preferisco fotografare le persone nella loro spontaneità anzichè quando si mettono in posa. A proposito di persone riprese di schiena, mi viene in mente un dorama giapponese visto anni fa che si concludeva proprio con una foto di questo tipo: chi la scattava affermava che per lui si trattava come di voler proteggere quella persona, osservandola da lontano. Quella però era una storia d'amore che finiva con lei che sposava un altro e quindi non è certo il mio caso! Per quanto mi riguarda, credo che ci siano in gioco due fattori; il primo è quello che spesso un'inquadratura mi piace di più se c'è un elemento umano (e di questo ne riparlerò) e il secondo è una sorta di vocazione ad un voyeurismo di tipo innocente, il gusto di osservare gli altri senza essere vista. La nostra maschera è diversa quando non ci sentiamo osservati; nel caso di persone sedute, c'è una rilassatezza e un abbandono che mi piacciono perchè mi trasmettono una sensazione di tranquillità. Riguardando quelle immagini ne sono come contagiata; guardo nella loro stessa direzione, rivedendo quel panorama che mi ha colpito, ed è un po' come se su quella panchina ci fossi io.

giovedì 7 giugno 2018

Il marciume - Siri Pettersen


Sedeva nel tunnel che partiva dalla piattaforma, con un cartello di cartone appoggiato alle ginocchia. I capelli unti gli nascondevano il viso, ma non c'era alcun dubbio: era lui. E la porta della metropolitana stava per chiudersi.

Non ho fatto in tempo a lamentarmi che chissà quanto avrei dovuto aspettare per proseguire la trilogia della Pettersen che ecco fresco fresco in libreria il secondo volume. Me lo sono accaparrato al volo e, altrettanto al volo, l'ho letto perchè quando mi faccio prendere dalla curiosità non ho freni. Confermo il giudizio espresso relativamente al primo tomo: la storia è avvincente. In particolare qui do atto alla Pettersen di avere davvero una grandiosa immaginazione, visto che è riuscita a rimescolare miti e leggende ricombinandoli in una materia nuova. Hirka si è ritrovata nel nostro mondo (il marciume siamo noi, sorry!) e alla fine riparte per un altro mondo ancora, dove dovrà sistemare le cose definitivamente e, si spera, salvare capra e cavoli (questo ovviamente dipende dal livello di sadismo dell'autrice). Niente, adesso mi rimetto in attesa del terzo volume...

martedì 5 giugno 2018

Il cavaliere dei sette regni - George R.R. Martin


Le piogge primaverili avevano ammorbidito il terreno e Dunk non ebbe problemi a scavare la fossa. Scelse un punto sul versante occidentale della collina, per il vecchio che aveva sempre amato i tramonti.

Questo libro contiene tre storie, tutte ambientate circa cent'anni prima delle vicende de Il Trono di Spade. Ne sono protagonisti il giovane e gigantesco cavaliere Duncan, detto Dunk, e il suo scudiero, che altri non è che un principe Targaryen in incognito. Duncan è un sempliciotto, ma è un uomo d'onore, cosa che lo distingue da molti degli altri cavalieri erranti come lui, e non solo. L'insieme risulta piacevole e più rilassato rispetto alle vicende della famosa saga; le vicende  che coinvolgono il protagonista mostrano sempre il suo carattere retto e coraggioso. Ser Duncan l'Alto viene citato ne Il Trono di Spade, così come si parla del suo piccolo scudiero, futuro sovrano col nome di Aegon V nonchè fratello minore di Maestro Aemon. L'edizione in mio possesso è arricchita da 160 illustrazioni di Gary Gianni, famoso disegnatore americano.

sabato 2 giugno 2018

un mese in quattro foto: maggio


Una delle ceramiche Lenci viste alla mostra. Questa era una delle mie preferite.


Veduta del lago di Lugano dalla terrazza della villa Fogazzaro-Roi. Vorrei essere schifosamente ricca solo per potermi permettere di vivere in un posto così.



Tradizionale visita al roseto di Persolino; quest'anno le rose erano leggermente meno frolle del solito, probabilmente perchè a maggio le temperature sono state più basse della media.



E' incredibile la ricchezza del patrimonio artistico e culturale italiano. Perfino in mezzo alla campagna è possibile trovare dei gioiellini come questo campanile che si regge in piedi da mille anni; è quello della chiesa di Campanile, a Santa Maria in Fabriago di Lugo.