domenica 8 aprile 2018

un Po di Gnocca


Quando eravamo stati a Porto Garibaldi a febbraio, avevamo notato una motonave che offriva gite sul delta del Po e così, annotatici il numero di telefono, ci eravamo ripromessi di approfittarne. L'occasione si è presentata sabato scorso e la cosa è andata così bene da far quasi paura (la mia paranoia dice che c'è sempre un prezzo da pagare, quindi se qualcosa va molto bene mi aspetto la botta di rimando): tempo splendido, temperatura ottimale, poca gente. Ci siamo presentati puntuali all'attracco e dopo una mezz'oretta siamo partiti.



La prima visita è stata agli allevamenti di cozze che si trovano al largo della costa e che si distinguono grazie alle numerose boe. Il capitano ha avvistato dei pescatori di sua conoscenza e dopo poco la nostra barca e la loro si sono quasi sfiorate per permettere di prendere a bordo un sacco di cozze appena raccolte che sono state poi cucinate per pranzo e mangiate con molte lodi poichè erano davvero deliziose.


A seguire il capitano si è diretto verso il Po di Gnocca, uno dei rami in cui il fiume si suddivide in prossimità del delta, ramo che si dovrebbe chiamare più finemente Po della Donzella, ma donzella e gnocca in fondo sono lo stesso concetto XD Non è arrivato ad avvisarci che in questa stagione la navigazione in questi corsi d'acqua è resa molto difficoltosa dai banchi di sabbia che eccoci allegramente arenati! Mentre lui cercava di liberarsi, il suo secondo ci dirigeva tutti prima a poppa, poi a prua, poi di nuovo a poppa per cercare di sfruttare il peso delle nostre persone. Per fortuna si era un gruppo assortito di taglie XL, per giunta di buon carattere, così ci siamo tranquillamente spostati avanti e indietro confidando che, nella peggiore delle ipotesi, avremmo aspettato l'alta marea.


Sbloccata l'imbarcazione, abbiamo risalito per un po' il braccio del fiume, salutando i vecchietti che ingannavano il tempo pescando, e siamo quindi tornati verso il mare passando accanto alla Sacca di Scardovari dove si reggono ancora in piedi i ruderi di un casamento agricolo, l'unico rimasto dopo che, a causa della subsidenza, il mare ha inondato quelli che erano campi coltivati.



A quel punto siamo stati scaricati sull'isola dell'Amore, che ospita il faro di Goro - molto importante per la navigazione in quella zona - e una spiaggia piena di tronchi, bottiglie di plastica e schifezze varie che però pare sia di grande interesse naturalistico. La libera uscita era di appena mezz'ora, quindi dopo aver pascolato sulla sabbia a raccogliere conchiglie (il marito) e a scattare foto (indovinate) siamo tornati alla nostra motonave dove ci attendeva un ottimo pranzetto; oltre alle cozze di cui ho già detto, ci siamo fatti fuori due piatti di risotto alla marinara a testa, fritto misto con verdure (bis anche di quello) e pure la ciambella, il tutto annaffiato da un bianco che qualcuno ha definito birichino perchè in effetti andava giù bene e ha messo tutti di ottimo umore e in vena di chiacchiere.



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