mercoledì 11 aprile 2018

Il ponte degli assassini - Arturo Pérez-Reverte


Due uomini si battevano nella luce incerta dell'alba, stagliati contro il grigio chiarore che si diffondeva lentamente da est. L'isola - in realtà poco più di un isolotto - era piccola e piatta. Le sue rive, messe a nudo dalla bassa marea, sfumavano nella bruma che la notte aveva lasciato dietro di sé dando l'impressione di un paesaggio irreale, come se quel pezzo di terra nebbiosa fosse parte stessa del cielo e dell'acqua.

Avevo fatto la conoscenza del Capitano Alatriste diversi anni fa, alla lettura del romanzo omonimo. Ne era stato tratto anche un film e francamente non ricordo molto nè dell'uno nè dell'altro, anche se ne devo avere avuta un'impressione positiva, visto che quando mi è capitato di dover scegliere un libro in regalo l'occhio mi è caduto subito su questo. Difatti non mi ha deluso. Pérez-Reverte è più vicino alle atmosfere di Carlos Ruiz Zafón che a quelle di Ildefonso Falcones: malinconico e con un tocco dark. L'ambientazione veneziana di questo libro pare accentuare questi due aspetti. Alatriste, con quel nome che pare un destino, viene ingaggiato insieme ad altri per partecipare a una congiura che dovrebbe consegnare Venezia in mano agli Spagnoli; tutto viene organizzato al meglio, ma il destino ci metterà lo zampino. Romanzo di cappa e spada dove c'è più intrigo che azione, ma il tutto risulta gradevole e avvincente.

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