Il quarto giorno del mio viaggio è stato quello più turistico. Al mio risveglio pioveva: non tanto da farmi venire voglia di tornare a letto, ma abbastanza da dover usare l'ombrello. Ho deciso di scegliere qualcosa da fare al chiuso ed ho optato per le catacombe. Nell'uscire dalla metropolitana, benchè fosse prima dell'orario di apertura, ho trovato una lunga fila di persone davanti all'ingresso. Fare la coda è una cosa che cerco di evitare ogni volta che posso, ma poichè non mi veniva in mente nient'altro da fare sul momento, ho deciso di aspettare; è finita che sono stata in fila la bellezza di due ore!
Devo dire però che la visita valeva la pena, anche se non è consigliata a chi è facilmente impressionabile o claustrofobico. Si tratta infatti di aggirarsi per una serie di tunnel scavati nel sottosuolo che, a partire dalla fine del Settecento, ospitano i resti di circa sei milioni di parigini rimossi dai cimiteri perchè non c'era più posto per seppellire i nuovi morti. Le ossa, inizialmente gettate come venivano, sono poi state disposte in maniera estetica; sarà, ma la vista di queste fila sterminata di ossa ha rafforzato la mia convinzione di farmi cremare.
Dopo essere uscita a riveder le stelle, per così dire, ho notato con gioia che aveva smesso di piovere e ho deciso che mi meritavo un premio per consolarmi di una mattina improduttiva (quelle due ore sprecate in fila, che rabbia!), così ho fatto rotta verso Julien, in rue du Faubourg Saint-Denis 16. Si tratta di un locale storico di origini piuttosto antiche, il cui attuale aspetto è art nouveau ed è quindi una gioia per gli occhi, oltre che per il palato. Me ne sono infatti andata estremamente soddisfatta del pranzo.
Finalmente mi sono diretta al cimitero di Montparnasse, che però non mi ha entusiasmato perchè l'ho trovato più fighettino degli altri due. Sono riuscita comunque a trovare alcune tombe interessanti e a farmi quasi rimorchiare. Certo che solo i parigini possono invitare a prendere il caffè una Guchi che si aggira per un cimitero!
Che cosa si fa tipicamente di sabato pomeriggio? Shopping, naturalmente! Ovvero: di solito sto chiusa in casa a trafficare con lo scanner o a stirare, ma ero pur sempre a Parigi, vuoi non andare a fare shopping? E che cosa si può comprare a Parigi? Qualcosa di Dior, Louis Vuitton, Pierre Cardin? Ma no, qualcosa di giapponese, ovviamente. Difatti, invogliata dai manifesti pubblicitari che vedevo in giro, sono stata alla Fnac di rue de Rennes che ospitava un distaccamento di Uniqlo: trattasi di una catena di abbigliamento che in Giappone va per la maggiore. Dopo aver fatto razzia di pellicole istantanee Fuji e Impossible Project alla Fnac, ho iniziato la mia vasca tra i vestiti, decisamente molto carini e colorati, della Uniqlo e ho finito per scegliere un paio di pantaloni e una T-shirt da provare senza troppe aspettative visto che il mio girovita fatica a entrate nelle taglie standard. Invece, surprise: i capi mi andavano a pennello.
A quel punto era doverosa una sosta in albergo a mollare un po' di roba, dopodichè ho deciso di andare alla Défense a finire un paio di rullini. E' stata poco più che una toccata e fuga, a dire il vero.
Conclusione di giornata ancora una volta a mangiare crêpes - questa volta in stile parigino - e una buona zuppa di cipolla presso La Petite Bouclerie di Rue de la Harpe 33. La zona era molto animata, vista anche l'altissima concentrazione di locali, difatti dopo cena ho fatto altri due passi che mi hanno portato davanti alla Maison Georges Larnicol dove, solo per curiosità, lo giuro, ho acquistato quattro deliziosi macarons di gusti diversi che mi sono poi sgranocchiata in albergo.
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