Un giorno pensavo: come saranno i cimiteri di Parigi? A parte che lo dovrei sapere perchè anni fa al Père-Lachaise c'ero stata, solo che a quell'epoca non ero interessata all'arte funeraria come lo sono ultimamente e quindi non ne conservo ricordi particolari. Insomma, da cosa nasce cosa, di farmi una gita in primavera ne avevo anche voglia e i quattro giorni previsti all'inizio sono diventati sei per via del fatto che volevo viaggiare a orari umani e non tutti i giorni c'erano voli adatti ai miei gusti. Lo so, sono sacrifici, ma io mi sacrifico sempre volentieri in questi casi.
Siccome a Parigi ci sono stata più di una volta e i compiti li avevo già fatti, a questo giro ho deciso di fare piuttosto la barbona: andare dove mi portava l'ispirazione del momento prediligendo posti che non avevo ancora visto, preferibilmente lontano dagli assembramenti dei turisti. Dopo un viaggio di andata che tutto sommato è andato bene, a parte la bambina indemoniata sull'aereo che attaccava a strillare con quanto fiato aveva in gola a intervalli di cinque minuti e l'italiota sulla navetta che incarnava perfettamente il motivo per cui quando sono all'estero evito come la peste i miei connazionali, a volte fingendo addirittura di essere straniera, ho deciso di inaugurare il mio soggiorno parigino con una tranquilla passeggiata tra il verde, godendomi la primavera lungo la Coulée verte (o Promenade plantée). Si tratta di una strada pedonale sopraelevata adibita a giardino, uno di quei posti dove ci si può rilassare leggendo su una panchina. Di turisti non ce n'erano, solo parigini spalmati a godersi il sole o intenti a fare jogging, inoltre alberi e aiuole erano in piena fioritura: una meraviglia sotto tutti i punti di vista, insomma.
Prima di partire mi ero fatta una lista di posti dove mangiare e ce ne sarebbe stato uno in quella zona, ma erano solo le 18 e di tempo per girare ce n'era ancora, tra l'ora legale e il fatto che a nord fa buio più tardi, allora sono andata sul classico raggiungendo Notre-Dame. Non sono entrata, me la sono goduta nella luce calda di fine giornata, dopodiché ho raggiunto Place Dauphine. Mi ha colpito subito l'assenza di erba; la terra battuta si spiegava col fatto che diversi gruppi di persone stavano giocando a bocce. Ecco un altro posto con pochi turisti, prevalentemente ad uso e consumo dei locali. Dopo aver gironzolato un po' tentando di fotografare i giocatori, ho notato che si era fatta ora di cena. Quando ho cercato di geolocalizzarmi sulla mappa off line che mi ero scaricata a casa, ho scoperto che la app era una ciofeca e non mi trovava; a quel punto però senza una cartina non mi era possibile nemmeno trovare il ristorante dove volevo andare, così ho approfittato di uno che si affacciava sulla piazza e che sfoggiava il certificato di eccellenza di TripAdvisor, segno sicuro che male non avrei mangiato. Difatti al Restaurant Paul ho mangiato benissimo e ho ricevuto un conto altrettanto eccellente, ma via, era la mia prima cena a Parigi dopotutto!
Non ancora desiderosa di concludere la giornata, avendo felicemente ciuppato la connessione a non so chi mentre ero al ristorante, ho raggiunto senza perdermi la libreria anglofona Shakespeare & Company; si tratta di una libreria storica fondata negli anni Venti per la quale hanno transitato molti personaggi famosi. E' stato un gran peccato che non si potesse fotografare all'interno visto che era molto pittoresco; mi sono consolata comprando un libro vintage dalla buffa copertina che è stato opportunamente marchiato col timbro del negozio, e sono infine tornata in albergo, riuscendo anche a perdermi perché ho usato un'uscita diversa della metro e non mi raccapezzavo più sulla direzione. Sono collassata finalmente a letto, stravolta ma soddisfatta.
Siccome a Parigi ci sono stata più di una volta e i compiti li avevo già fatti, a questo giro ho deciso di fare piuttosto la barbona: andare dove mi portava l'ispirazione del momento prediligendo posti che non avevo ancora visto, preferibilmente lontano dagli assembramenti dei turisti. Dopo un viaggio di andata che tutto sommato è andato bene, a parte la bambina indemoniata sull'aereo che attaccava a strillare con quanto fiato aveva in gola a intervalli di cinque minuti e l'italiota sulla navetta che incarnava perfettamente il motivo per cui quando sono all'estero evito come la peste i miei connazionali, a volte fingendo addirittura di essere straniera, ho deciso di inaugurare il mio soggiorno parigino con una tranquilla passeggiata tra il verde, godendomi la primavera lungo la Coulée verte (o Promenade plantée). Si tratta di una strada pedonale sopraelevata adibita a giardino, uno di quei posti dove ci si può rilassare leggendo su una panchina. Di turisti non ce n'erano, solo parigini spalmati a godersi il sole o intenti a fare jogging, inoltre alberi e aiuole erano in piena fioritura: una meraviglia sotto tutti i punti di vista, insomma.
Prima di partire mi ero fatta una lista di posti dove mangiare e ce ne sarebbe stato uno in quella zona, ma erano solo le 18 e di tempo per girare ce n'era ancora, tra l'ora legale e il fatto che a nord fa buio più tardi, allora sono andata sul classico raggiungendo Notre-Dame. Non sono entrata, me la sono goduta nella luce calda di fine giornata, dopodiché ho raggiunto Place Dauphine. Mi ha colpito subito l'assenza di erba; la terra battuta si spiegava col fatto che diversi gruppi di persone stavano giocando a bocce. Ecco un altro posto con pochi turisti, prevalentemente ad uso e consumo dei locali. Dopo aver gironzolato un po' tentando di fotografare i giocatori, ho notato che si era fatta ora di cena. Quando ho cercato di geolocalizzarmi sulla mappa off line che mi ero scaricata a casa, ho scoperto che la app era una ciofeca e non mi trovava; a quel punto però senza una cartina non mi era possibile nemmeno trovare il ristorante dove volevo andare, così ho approfittato di uno che si affacciava sulla piazza e che sfoggiava il certificato di eccellenza di TripAdvisor, segno sicuro che male non avrei mangiato. Difatti al Restaurant Paul ho mangiato benissimo e ho ricevuto un conto altrettanto eccellente, ma via, era la mia prima cena a Parigi dopotutto!
Non ancora desiderosa di concludere la giornata, avendo felicemente ciuppato la connessione a non so chi mentre ero al ristorante, ho raggiunto senza perdermi la libreria anglofona Shakespeare & Company; si tratta di una libreria storica fondata negli anni Venti per la quale hanno transitato molti personaggi famosi. E' stato un gran peccato che non si potesse fotografare all'interno visto che era molto pittoresco; mi sono consolata comprando un libro vintage dalla buffa copertina che è stato opportunamente marchiato col timbro del negozio, e sono infine tornata in albergo, riuscendo anche a perdermi perché ho usato un'uscita diversa della metro e non mi raccapezzavo più sulla direzione. Sono collassata finalmente a letto, stravolta ma soddisfatta.
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