Il primo marzo, invece delle avvisaglie della primavera, sono arrivati gelo, neve e raffiche di vento dalla Russia. Per un paio di giorni pareva di stare sul set di Frozen, ma solo una settimana dopo sul balcone della cucina al sole c'erano 21°: alla faccia degli sbalzi di temperatura... Il tempo è stato molto incostante per tutto il mese e il termometro non ha fatto che andare su e giù.
Per esempio, il giorno che sono tornata a Milano a trovare i miei amici la pioggia non ci ha dato tregua; considerando anche il ritardo di 78 minuti del treno all'andata (causa guasto sulla linea) non è stata una delle mie gite migliori, però lo scopo era fare delle chiacchiere e non del turismo e quindi è andata bene anche così. Dopo un'ottima pizza, siamo stati quasi sempre alla Triennale, dove abbiamo ammirato la bella mostra fotografica Artico, Ultima frontiera, gli abiti di un tale Rick Owens (mai sentito nominare, ma decisamente scocomerato), alcuni lavori di Peter Demetz, una installazione di fotografie intitolata Mi ricordo la strada e una retrospettiva sul lavoro di Ettore Sottsass. Insomma, ho imparato qualcosa di nuovo perchè il mondo del design mi è sconosciuto.
Sono stata a Bologna per ben tre volte; la prima è stata in occasione del concerto dei Franz Ferdinand e mi sono limitata a quello, la seconda sono andata a farmi un giro fotografico al cimitero monumentale della Certosa, seguito dalla visita della piccola mostra dedicata a Utagawa Kunisada, nonchè da un ottimo pranzo presso l'Osteria dell'Orsa di Via Mentana. Al cimitero mi ha attaccato bottone una signora anziana che mi ha raccontato la storia della sua vita o quasi, mentre all'osteria è partita una divertente conversazione in italiano, inglese e francese tra me, la signora francese che mi sedeva accanto e il ragazzo della Basilica che avevo di fronte poichè, come in un'osteria di una volta, ci si siede tutti alla stessa tavola per riempire ogni posto. Sulla via della stazione, visto ero in anticipo per il mio treno, ho perso tempo ad un mercatino delle pulci e alla fiera del libro, resistendo alla tentazione di comprare qualcosa e procurandomi invece alcuni numeri di telefono di espositori: visto che sto sgombrando casa, chissà che non riesca a vendere qualcosa!
La terza gita a Bologna è stata dedicata a due mostre, una di cui sapevo da un paio di mesi e una appena inaugurata. Giappone. Storie d’amore e guerra è ospitata Palazzo Albergati e l'ho trovata eccellente; i pezzi esposti sono bellissimi e c'è pure una saletta dedicata agli shunga. La gran parte della mostra è composta da ukiyo-e, alcuni dei quali anche contemporanei (e non meno belli); ho avuto la fortuna di godermi il tutto in santa pace perchè c'era poca gente. La seconda mostra invece era a Palazzo Pallavicini e dedicata a Vivian Maier; avevo già visto una sua mostra a Milano perciò mi aspettavo di rivedere più o meno la stessa roba, anche se non mi importava perchè quando qualcosa mi piace non mi stanco mai di rivederla; invece quasi tutte le foto esposte erano diverse. A questo giro il pranzo l'ho fatto alla Trattoria Osteria Buca Manzoni di Via Manzoni, locale più elegante e di conseguenza più salato dell'altro, ma comunque ottimo, mentre la sessione fotografica si è consumata tra Piazza Maggiore e Via Pescherie Vecchie.
Devo dire che è stato un mese bello tosto e impegnativo, visto che quando non ero a zonzo ero a sgombrare casa o a conferire con muratori, idraulici, falegnami, elettricisti, architetti, ecc. La cosa buffa è che mi è sembrato lunghissimo; strano, avrei detto che a essere così indaffarati il tempo dovesse passare più velocemente.
Sono stata a Bologna per ben tre volte; la prima è stata in occasione del concerto dei Franz Ferdinand e mi sono limitata a quello, la seconda sono andata a farmi un giro fotografico al cimitero monumentale della Certosa, seguito dalla visita della piccola mostra dedicata a Utagawa Kunisada, nonchè da un ottimo pranzo presso l'Osteria dell'Orsa di Via Mentana. Al cimitero mi ha attaccato bottone una signora anziana che mi ha raccontato la storia della sua vita o quasi, mentre all'osteria è partita una divertente conversazione in italiano, inglese e francese tra me, la signora francese che mi sedeva accanto e il ragazzo della Basilica che avevo di fronte poichè, come in un'osteria di una volta, ci si siede tutti alla stessa tavola per riempire ogni posto. Sulla via della stazione, visto ero in anticipo per il mio treno, ho perso tempo ad un mercatino delle pulci e alla fiera del libro, resistendo alla tentazione di comprare qualcosa e procurandomi invece alcuni numeri di telefono di espositori: visto che sto sgombrando casa, chissà che non riesca a vendere qualcosa!
La terza gita a Bologna è stata dedicata a due mostre, una di cui sapevo da un paio di mesi e una appena inaugurata. Giappone. Storie d’amore e guerra è ospitata Palazzo Albergati e l'ho trovata eccellente; i pezzi esposti sono bellissimi e c'è pure una saletta dedicata agli shunga. La gran parte della mostra è composta da ukiyo-e, alcuni dei quali anche contemporanei (e non meno belli); ho avuto la fortuna di godermi il tutto in santa pace perchè c'era poca gente. La seconda mostra invece era a Palazzo Pallavicini e dedicata a Vivian Maier; avevo già visto una sua mostra a Milano perciò mi aspettavo di rivedere più o meno la stessa roba, anche se non mi importava perchè quando qualcosa mi piace non mi stanco mai di rivederla; invece quasi tutte le foto esposte erano diverse. A questo giro il pranzo l'ho fatto alla Trattoria Osteria Buca Manzoni di Via Manzoni, locale più elegante e di conseguenza più salato dell'altro, ma comunque ottimo, mentre la sessione fotografica si è consumata tra Piazza Maggiore e Via Pescherie Vecchie.
Devo dire che è stato un mese bello tosto e impegnativo, visto che quando non ero a zonzo ero a sgombrare casa o a conferire con muratori, idraulici, falegnami, elettricisti, architetti, ecc. La cosa buffa è che mi è sembrato lunghissimo; strano, avrei detto che a essere così indaffarati il tempo dovesse passare più velocemente.