mercoledì 28 febbraio 2018

febbraio carnevalesco

tutti allegramente in groppa al ponte e in riva al canale

A febbraio va sempre a finire che succede qualcosa di negativo che prima mi fa frullare le palline e poi mi va venire il down, così ho voluto esorcizzare questa dinamica facendo un'attività che di solito evito: sono stata a una sfilata di carnevale. Nello specifico: il carnevale sull'acqua che si svolge a Comacchio. Poichè per miracolo sono riuscita a convincere il marito a venire con me, la gita è cominciata in quel di Porto Garibaldi, dove abbiamo fatto una breve passeggiata sul molo e poi mangiato deliziosamente al ristorante Milano da Pierino di via Ugo Bassi 7. Il carnevale è stato molto divertente proprio per via che si svolgeva sulle barche; un'allegra baraonda in cui è un miracolo se nessuno è finito a mollo.



La cosa più importante di febbraio è stata che ho ufficialmente dato il via allo sgombero (al quale seguirà ristrutturazione) della vecchia casa. In passato avevo provato a dedicarmi a questa cosa, ma per un motivo o per l'altro ogni volta mi ero arenata. Adesso però sento che i tempi sono maturi ed il grande progetto del 2018 è di arrivare finalmente in fondo. A causa del mal di schiena, mi tocca procedere a piccoli passi, ma anche così i progressi sono stati notevoli e sono arrivata alla meta che mi ero prefissata per queste quattro settimane. Resta solo da sperare che anche la parte che non dipende dalla mia volontà proceda senza intoppi. 

giovedì 15 febbraio 2018

aggiornamento del sistema


Alcuni anni fa è successo qualcosa che ha fatto crollare miseramente i presupposti sui quali avevo basato la mia vita presente e futura. Un po' come se avessi vissuto nell'attesa di costruire il secondo piano della mia abitazione  ma, al momento di farlo, avessi scoperto che le fondamenta erano marce e fosse crollato tutto, primo piano compreso. Una catastrofe, direte voi. Invece no, perchè quel crollo mi ha insegnato un'importante lezione, quella sulla quale ho ricostruito. Malgrado il grosso miglioramento, mancava però un tassello importante. Le batoste subite mi avevano insegnato perfettamente a vivere alla giornata, ma mi avevano tolto la capacità di progettare concretamente il futuro. Ed ecco che, come sempre mi è accaduto in vita mia, il cambiamento si è manifestato all'improvviso: da un giorno all'altro ho realizzato di poterlo fare di nuovo, di avere la volontà di impegnarmi perchè i sogni diventino realtà. Dunque Guchi versione 3.0 si è avviata e speriamo che continui a funzionare bene.


lunedì 12 febbraio 2018

Knightfall


Ho cominciato a vedere Knightfall perchè, finiti i libri della serie del Trono di Spade, mi era venuta una botta di nostalgia. Ovviamente le due cose non hanno nulla in comune a parte l'ambientazione medievale e la presenza di re, cavalieri e duelli. Knightfall, serie composta di 10 episodi, è ambientata all'inizio del 1300 e tratta della caduta dell'ordine dei Templari ad opera di Filippo il Bello. Una delle mie fisse di sempre è quella per il medioevo; tutto deriva dalla Guchi bambina/ragazzina che porta ancora tracce di sè nella Guchi vecchia e rimbambita (e sempre lo farà). Ho sempre oscillato tra desiderare di essere la principessa salvata dal cavaliere o il cavaliere stesso; in tempi più recenti effettivamente ho propeso più per quest'ultima evenienza. Comunque sia, film, telefilm e libri di ambientazione medievale continuo a gradirli molto, e forse questo ha a che fare anche con il mio gradimento per il genere fantasy, visto che appunto gli scenari fantasy sono quasi sempre molto simili al medioevo.

il cavaliere Landry

Tornando alla serie, il protagonista è il cavaliere Landry che si ritrova a capo dei Templari parigini dopo che Godfrey, suo mentore e precedente capo, viene ucciso in un combattimento. Ben presto è chiaro che dietro a questa morte e ad altri turbolenti avvenimenti c'è il Santo Graal, che pareva essere stato perso quindici anni prima durante il fallimento dell'ultima crociata e che invece è sempre stato nelle mani di Godfrey. Mentre Landry è impegnato nella ricerca, a corte il potente ministro Nogaret cospira alle spalle del re per aggiudicare il matrimonio più politicamente conveniente alla principessa Isabella. Landry stesso ha da due anni una tresca niente di meno che con la regina Giovanna che, come da copione, rimane incinta. Ovviamente queste sottotrame sono puramente inventate per rendere tutto più accattivante. Vabbè. 

Nogaret e Filippo il Bello

Ad ogni modo, a me questa serie è piaciuta molto, l'ho trovata molto ben realizzata; non so quando uscirà il seguito, spero di non dover aspettare un'eternità. Nell'ultima puntata tutto è rimasto in sospeso e non si è ancora andati vicino alla rappresentazione della tragica e ingiusta eliminazione dei Templari, vittime di giochi di potere e tornaconti economici. Una curiosità: la credenza che il venerdì 13 porti sfiga deriva dal fatto che fu proprio di venerdì 13 (ottobre 1307) che Filippo il Bello ordinò il simultaneo arresto di tutti i cavalieri Templari di Francia.

giovedì 8 febbraio 2018

Britannia


Su questa serie mi sento di sospendere il giudizio fino a che non avrò capito meglio dove vuole andare a parare. Quello che è chiaro finora è che non bisogna prenderla come un'accurata ricostruzione storica, ma come una sorta di fantasy ambientato nel 43 d.C.; così facendo se non altro ci si può divertire invece di sobbalzare continuamente sulla sedia. La premessa è quella dell'invasione della Gran Bretagna ad opera dei Romani. Il senatore Aulo Plauzio, uno dei protagonisti, è realmente esistito, il resto è tutto frutto del brainstorming o di qualche pinta di birra. Il romano viene a contatto con i locali in maniera ovviamente violenta, poi però cerca di stringere delle alleanze per conquistare il territorio senza troppi spargimenti di sangue. Nessuno lo accoglie a braccia aperte, ma alcuni capiscono che i propri interessi personali possono trovare soddisfazione assecondandolo. Ci sono poi di mezzi i druidi, una profezia misteriosa e una ragazzina rimasta senza nome che potrebbe essere la chiave di svolta.


In questa prima serie di nove puntate si fa più confusione che luce; la scelta editoriale, pur accennando alcune scene di sesso, è piuttosto volta al grand guignol. Nessun personaggio mi ha conquistato particolarmente, anche se ho avuto le mie simpatie, e forse questo è il problema principale. Comunque sia, come serie di puro intrattenimento ci può stare, anche se al momento non è tra le mie preferite.

lunedì 5 febbraio 2018

rintronati


Da quando uscì Il Codice da Vinci diffido di libri, film o quant'altro gode di molta popolarità. Non credo sia snobismo, quanto piuttosto il fatto che ho gusti particolari, spesso diversi da quelli della maggioranza della gente. Probabilmente è per questo che non avevo guardato Il Trono di Spade dai suoi esordi e ne avevo viste le prime due stagioni con molto ritardo. Quelle comunque mi avevano decisamente conquistata e così la scorsa estate insieme ai miei figlioli ci siamo visti tutte le sette stagione finora prodotte, facendoci un'abbuffata di intrighi e battaglie e immergendoci a tal punto in questo mondo che, per nostra stessa ammissione, sembravamo drogati. Mio marito dev'essersi sentito isolato per tutto il tempo che lo guardavamo visto che spesso e volentieri a tavola discutevamo tra di noi di questo o quel personaggio, oppure facevamo battute che lui non poteva capire. Il Trono di Spade è una serie eccessiva, ma è proprio lì che sta il bello: non mi riferisco solo al fatto che sia tanto esplicita da non lasciare quasi nulla alla fantasia, ma anche ai caratteri dei personaggi che sono appunto eccessivi. Buoni (pochi) buonissimi e cattivi cattivissimi, insomma, più altri che brillano per la loro ambiguità. Il risultato è che ci si ritrova a fare un tifo da stadio per tizio o ad applaudire quando caio finalmente incontra la fine che merita. Non esito ad affermare che è una delle migliori serie TV che abbia mai visto anche perchè sia il cast che tutto l'apparato tecnico sono ottimi. Ora attendo con ansia l'ottava e ultima stagione per vedere chi alla fine si accaparrerà quel benedetto trono. 


Per ingannare l'attesa, mi sono procurata i libri. E' stato un discreto investimento, ma in teoria li dovrebbero leggere anche i ragazzi, visto che disdegnano Manzoni ma amano il fantasy; si tratta comunque di una soluzione relativa, visto che George R.R. Martin non ha ancora finito di scrivere tutto; leggevo che la serie è proseguita seguendo le intenzioni future dell'autore perchè aspettare l'uscita dei libri successivi avrebbe significato mettere il tutto in standby a tempo indeterminato. Di Martin avevo letto una raccolta di racconti che mi avevano lasciato una gran buona impressione, quindi sapevo di affrontare un materiale che non mi avrebbe deluso. I libri mi sono piaciuti molto e rispetto alla serie ci ho trovato meno tette e una maggiore dimensione umana. Ho riscontrato diverse differenze rispetto alla serie mano a mano che il racconto procede, ma nulla che abbia realmente stravolto il succo della storia. Dei cinque libri, quello che mi è piaciuto di meno è stato il quarto, ma forse è dipeso dal fatto che è quello che segue la dipartita di Rob, avvenimento che mi prostrato, e che non si parla tanto dei miei personaggi preferiti perchè l'azione si concentra in una particolare area geografica. Insomma, ritengo che si tratti di un lavoro veramente epico. Martin ha creato un mondo, anzi più di uno, e lo ha reso tanto ricco di personaggi e di particolari che a tratti si rischia di perdercisi. Il primo libro è uscito nel 1996, quindi significa che Martin lavora su questo progetto da più di vent'anni; considerato che quest'anno compie settant'anni, c'è solo da sperare che si mantenga abbastanza in salute per portarlo a compimento.

venerdì 2 febbraio 2018

un mese in quattro foto: gennaio

Qualche anno fa, quando credevo di fare la blogger, avevo alcune rubriche fisse. Ne avevo alternate diverse, visto che anche nella vita quotidiana mi piace cambiare (si vede che mi annoio facilmente). Adesso uso il blog più che altro per non dimenticare le cose viste e fatte, limitando al minimo l'esternazione del mio pensiero, che tanto non interessa a nessuno. Mi è però venuta voglia di riprendere, anche se in maniera diversa, una delle vecchie rubriche; a suo tempo era la foto della settimana, adesso è un mese in quattro foto. Il criterio è molto semplice: siccome prosegue il mio 365 Project, scelgo le quattro foto del mese in questione che ho voglia di condividere con i miei due lettori (più Hiroki: non dimentichiamo Hiroki!). Bando alle ciance e vediamo le quattro foto di gennaio.



La prima foto è uno scempio: so che come simpatizzante di Amnesty International dovrei essere contro i  trattamenti inumani e degradanti, ma mi piacerebbe avere per le mani il deficiente che ha imbrattato questo affresco e mettergli la bomboletta dove dico io, possibilmente sulla pubblica piazza, che così magari facciamo passare la voglia di replicare ad altri.



Dell'esistenza di My Bookmark ho appreso tramite Internet. Si tratta di una ditta artigianale fondata dall'ucraina Olena Mysnyk che realizza a mano dei simpatici segnalibri come quello qui sopra. Me ne sono innamorata e adesso giro per casa orgogliosissima del mio nuovo segnalibro.



Mio marito, nato e cresciuto in campagna, ci tiene a mantenere certe tradizioni, per cui a casa nostra ogni anno si festeggia Sant'Antonio con qualche leccornia. Quest'anno ho preparato la ciambella, dolce tipico romagnolo semplice ma delizioso. Ricetta realizzata secondo i dettami delle azdore, con lo strutto invece che col burro. Tanto per restare leggeri, insomma.



Concludo con questo scorcio di Marina Romea. Questo è il mare che mi piace, con questa luce e soprattutto con la spiaggia praticamente deserta. Di questo mare qui non ne ho mai abbastanza, mentre non riesco nemmeno a concepire di recarmici in estate, sia per via del caldo che per via dell'affollamento.