sabato 30 settembre 2017

settembre indaffarato


Settembre è cominciato con la pioggia e con il calo delle temperature, finalmente, così sono potuta uscire dalla reclusione e ricominciare di buona lena le mie attività; è sbalorditivo vedere come divento arzilla non appena le condizioni climatiche mi sono favorevoli, anche se a dire la verità avrei potuto impegnarmi di più, si vede che dopo il lungo ozio estivo ho dimenticato come si fa. Difatti avrei potuto camminare di più, mentre per gli esercizi per la schiena ho la scusante che sono così anchilosata che farli mi procura un dolore laterale. Mi sa che dovrò tornare dal mio fisioterapista, sperando che non mi rompa tutte le ossa nel tentativo di rimettermele a posto. Ho anche proseguito la dieta fai da te inaugurata al ritorno dall'Inghilterra; in pratica seguo regole di buonsenso come limitare pane, pasta e dolci, mangiando cose più sane e in quantità ragionevoli. Non è semplicissimo riuscirci quando il resto della famiglia la dieta non la fa e mi sgranocchia davanti agli occhi ogni ben di dio gettandomi tra le braccia della tentazione almeno due volte al giorno, ma mi è sembrato di essere stata brava, e difatti quando mi sono messa sulla bilancia questa mattina ho scoperto che sono aumentata di un altro mezzo chilo. Ne sono rimasta così contenta che quasi quasi da domani ricomincio a ingozzarmi. 


tableau vivant ispirato al quadro Le bambine che fanno le signore

A settembre ci sono sempre molte cose da fare, per esempio una domenica siamo stati a Modigliana alle Le Feste dell'800 che hanno la particolarità di ospitare diversi quadri viventi ispirati ai lavori di Silvestro Lega, uno dei maggiori esponenti della corrente dei macchiaioli e gloria locale poichè nativo di questa città. Molte persone inoltre si aggiravano in costume ottocentesco e c'erano alcuni angoli con gli antichi mestieri, oltre a un mercatino gastronomico e a stand mangerecci. Se non altro una sagra diversa dal solito e con un risvolto culturale.


uno scorcio di Atri

Settembre però non è stato tutto rose e fiori, anzi, è stato piuttosto ricco di arterio, dato che l'abbiamo cominciato con la crisi del vecchietto e concluso col funerale del medesimo. In seguito a una leggera ischemia, lo zio di mio marito, novantaquattrenne, aveva improvvisamente sviluppato una forma di demenza senile accompagnata da un problema cardiaco; ci eravamo così trovati nella necessità di trovargli posto in una casa di riposo adeguata, ma ovviamente non c'erano posti liberi e il poveretto era stato rimpallato da un ospedale all'altro fino a che non avevamo trovato un buco in una struttura privata. Mio marito si è fatto carico della ricerca, di tutta la burocrazia e di moltissima dell'assistenza, ricavandoci diversi travasi di bile, litigate coi medici e tanto stress da bastargli per i prossimi dieci anni ed io, essendo empatica e convivente, non sono certo rimasta immune. Quando alla fine sembrava che la situazione fosse sotto controllo, il poveretto è morto nel sonno per arresto cardiaco (ed è ricominciato il circo della burocrazia tra organizzazione del funerale e pratiche legate alla successione). E' stata una vera fortuna che nell'unica settimana di tregua siamo riusciti ad andare via per quattro giorni: un modo per scaricare un po' di tensione, prima di procurarcene di nuova.

mercoledì 27 settembre 2017

cronaca di una vacanza improvvisata

Ascoli Piceno

Erano mesi che mio marito diceva di voler fare un breve viaggio a fine settembre, ma a causa della situazione famigliare non siamo stati sicuri di partire fino all'ultimo momento e pure lì abbiamo avuto un attimo di esitazione perchè le previsioni del tempo davano tuoni, fulmini & tempesta. Alla fine però siamo riusciti a partire e non abbiamo modificato l'itinerario. La nostra prima tappa è stata Ascoli Piceno che si è rivelata una bella città, con diversi scorci interessanti. Siccome ci eravamo portati un frugale pranzo al sacco, avevamo la scusa per andare a fare merenda, tanto più che volevamo vedere lo storico Caffè Meletti. Qui il marito si è deliziato con una torta al caffè mentre io ho preso un tiramisù che tirava veramente su. La piacevole sosta è stata rallegrata dalla presenza di una sposa coatta e della sua compagnia di parenti, tutti in gara per il vestito più pacchiano e la maggiore finezza di modi.

dettaglio di un lavoro di Bertozzi & Casoni: tutto in ceramica!

La visita della Pinacoteca ci ha regalato la sorpresa della mostra di Bertozzi & Casoni, ceramisti che apprezzo moltissimo per il loro stile molto particolare, iperrealista (impossibile resistere e non toccare i loro lavori perchè risulta incredibile che sia tutto realizzato in ceramica) e pieno di dettagli trash, con un tocco di putrefazione. Vabbè, detta così non invoglia molto, però loro sono proprio bravi e sono stata contenta di essermi goduta i loro lavori dal vivo.

il duomo di Atri

Nel tardo pomeriggio siamo arrivati ad Atri e, sistemati i bagagli nel B&B, siamo subito partiti per una prima esplorazione della cittadina e per un giro di shopping a base di panducale, il delizioso dolce inventato proprio lì nel medioevo e offerto al duca di Acquaviva per ingraziarselo. Il nobile apprezzò (e meno male, visto che aveva fama di uomo crudele) e il dolce divenne famoso in tutta Italia, almeno fino a metà del Settecento. La passeggiata si è poi conclusa con un'ottima cena all'Hostaria Zedi, uno di quei posti che offrono una gustosa cucina casereccia a prezzi onesti, e nel quale siamo tornati anche per il pranzo del giorno dopo.

i calanchi

Atri, benchè piccina, vale sicuramente la visita. Oltretutto da vedere non c'è solo il centro storico con le sue chiese, l'interessante Museo Diocesano e le strade pittoresche, ma vi si può anche ammirare un bellissimo panorama, poichè da un lato c'è il mare e dall'altro si scorgono la Maiella e il Gran Sasso. Vi si trovano anche dei profondi calanchi che si possono ammirare facendo una passeggiata circolare (noi ne abbiamo fatto solo un pezzettino, godendoceli col sole che, la mattina dopo, splendeva ancora).

il duomo di Teramo; sulla destra si può notare
il nuvolone gonfio di pioggia che si stava inseguendo

Con la pancia piena e soddisfatti della mattinata appena trascorsa, ci dirigiamo a Teramo, col cielo che si fa sempre più scuro. Teramo ci lascia un'impressione molto diversa, la troviamo piuttosto trasandata. Ovviamente non mancano gli immobili sgombrati come conseguenza del terremoto e mai ristrutturati. Vorremmo visitare il duomo che apre alle 16, ma prima ci tocca cercare rifugio in gelateria perchè sta arrivando il temporale, che ammiriamo mentre mangiamo un affogato. Passata la pioggia e ultimata la visita, andiamo a svaccarci un po' al B&B intanto che si fa ora di cena. A questo giro andiamo di fianco al duomo di Atri, alla Campana D'Oro, dove finalmente assaggiamo i deliziosi arrosticini.

a spasso per Larino

Il terzo giorno si va ancora più a sud, cominciando da Larino, dove girovaghiamo per il pittoresco borgo medievale. E' quasi ora di pranzo, ma un po' perchè è lunedì e un po' perchè la stagione turistica è finita, non troviamo ristoranti aperti e quindi ripartiamo alla volta di Termoli, dove per prima cosa andiamo a rifocillarci al Ristorante Da Adele. Mangiamo pesce e beviamo un ottimo bianco locale. 

un trabucco a Termoli

Termoli ha di bello il borgo antico, tenuto benissimo anche perchè in alta stagione dev'esserci un discreto giro. Noi ce lo godiamo in tutta calma e con il sole che fa avanti e indietro, a volte permettendoci di ammirare anche uno splendido mare.

dalla passeggiata panoramica di Vasto

La giornata non è ancora finita, infatti mentre saliamo per tornare ad Atri facciamo un'altra sosta, questa volta in quel di Vasto. Anche qui ci rechiamo nella città vecchia, che sta in collina e offre, oltre al solito borgo con vicoli stretti e tortuosi, una magnifica vista sulla costa. Per la nostra ultima cena ad Atri, ci rechiamo al Vecchio Frantoio che è specializzato in pizze e arrosticini.

la piazzetta di Grottammare

Ultimo giorno di viaggio; ricominciamo a risalire verso casa e ci fermiamo a Grottammare, l'ennesimo borgo abbarbicato su un colle con vista sul mare. Piccino, ma molto carino. E ancora una volta apprezzo il fatto che la stagione turistica sia finita perchè posso passeggiare tra la pace delle viuzze deserte.

Macerata

E infine eccoci a Macerata che, come Teramo, non ci dice granchè anche se è molto migliore. Facciamo comunque il nostro dovere di turisti visitando il centro storico e pure la Pinacoteca, ma soprattutto ci godiamo un buon pranzetto alla Trattoria da Rosa, che ha l'unico neo di non avere prezzi da trattoria XD


Insomma, sono stati quattro giorni intensi durante i quali per fortuna il tempo non è stato terribile come previsto, anzi. Abbiamo mangiato come porcelli all'ingrasso, ma come si fa a resistere a tante bontà? E io sono stata contenta anche perchè ho incontrato tanti gatti!

martedì 26 settembre 2017

Un incantevole aprile - Elizabeth von Arnim


Tutto ebbe inizio a Londra in un club per signore, un pomeriggio di febbraio - per nulla confortevole il club, malinconico il pomeriggio -, quando Mrs Wilkins, arrivata da Hampstead per fare acquisti, dopo aver pranzato al club prese il «Times» da un tavolo della sala fumatori e, dando un'occhiata distratta alla colonna degli annunci personali, vide questa inserzione:

Per gli estimatori dei glicini e del sole.
Piccolo castello medievale italiano sul mediterraneo affittasi ammobiliato, per il mese di aprile. Servitù essenziale inclusa. Z, C.P. 1000, «The Times».

Elizabeth von Arnim è stata una prolifica e popolare autrice di romanzi a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Questo romanzo è del 1921 e ne è stato tratto un film che, ammesso l'abbia visto quando è uscito, ho avuto venticinque anni di tempo per dimenticare. A dire la verità, quando ho preso il libro tra le mani in biblioteca e, come mio solito, ho scorso la trama, a farmi decidere a prenderlo è stato appunto il fatto che sia stato scritto nel 1921, in quanto da principio ho temuto ricadesse nel genere donna anglosassone sola e disillusa che va in Italia e riscopre l'ammmore e la gioia di vivere e altre polpette del genere. A dire la verità qualcosa del genere accade anche in questo gradevole romanzo, che è molto british e quindi farcito di un certo fine umorismo. Ad andare in Italia qua sono quattro donne, tre giovani e una anziana, ciascuna per motivi diversi. Se Mrs Wilkins e Mrs Arbuthnot, malmaritate e annoiate (benchè la seconda abbia sublimato il tutto nella religione e nell'assistenza dei poveri) decidono che meritano una pausa dall'essere state fino ad allora troppo buone, l'anziana e rigida Mrs Fisher cerca solo una tregua al pessimo clima inglese e l'aristocratica Lady Caroline una fuga dalla vita di società che sente come opprimente. La primavera italiana piena di fiori e l'ameno castello sortiranno il miracolo di rimetterle in pace col mondo e coi mariti (nel caso delle prime due). Certo, il fatto che il libro sia stato scritto nel 1921 ha appunto il limite di inquadrare la donna in uno spazio ben preciso - ovvero accanto ad un legittimo consorte - unica condizione che le si addice e che la può rendere felice, e questo in fondo è l'unico difetto di questo finale alla vissero tutti felici e contenti.

domenica 24 settembre 2017

Licia Troisi, la reginetta del fantasy italiano


Il sole inondava la pianura. Era un autunno particolarmente clemente: l'erba era ancora d'un verde vivido e ondeggiava contro le mura della città come un mare in bonaccia.



Una sacca con qualche libro e pochi abiti era tutto il suo bagaglio. Sennar se lo caricò sulle spalle e uscì all'aria aperta. 
Sotto il mantello indossava una tunica nera lunga fino ai piedi, ornata da intricati fregi rossi che culminavano in un grande occhio spalancato sul ventre.



Nihal si coprì fino al naso con il mantello. Nel bosco faceva freddo per quel periodo. I pini frusciavano sotto le sferzate di un vento gelido e il fuoco stava per spegnersi.


Era da un po' che volevo fare la conoscenza di questa autrice dato che il fantasy è un genere che mi piace e che la Troisi pare sia piuttosto popolare. Questi volumi costituiscono la trilogia delle Cronache del Mondo Emerso; mi viene inevitabile il confronto con il ciclo di Eragorn di Christopher Paolini, anche se quest'ultimo ha debuttato a quindici anni mentre la Troisi ne aveva ventiquattro alla pubblicazione del primo libro della sua serie (non so quanti anni aveva quando l'ha scritto, però). L'impressione tutto sommato è stata buona: i canoni del genere fantasy vengono rispettati, lo stile è scorrevole, la lettura fila via liscia e con l'adeguato grado di coinvolgimento da parte del lettore, pur non essendoci particolari picchi di pathos (a meno che non fosse un problema mio; infatti credo che la maniera in cui reagiamo a una storia dipenda moltissimo dal nostro umore mentre la leggiamo). La presenza di alcune ingenuità e semplificazioni mi fa pensare che il target sia quello giovanile piuttosto che adulto. Rispetto a Paolini si è mantenuto un ritmo più sostenuto (gli ultimi due volumi di Paolini sono stati tirati troppo per le lunghe, a mio parere). Insomma, direi che si tratta dei perfetti libri-passatempo, quelli che si leggono per cacciare via i cattivi pensieri e intrattenersi piacevolmente sul balcone mentre si digerisce il pranzo.

giovedì 21 settembre 2017

tre lavori di Yu Hua


Nel 1965 il bambino che io ero cominciò a temere in modo inesplicabile l'oscurità della notte. Ho riportato alla memoria quella sera pervasa da una sottile pioggia fluttuante: m'ero già addormentato; ero così piccolo, mi avevano poggiato sul letto come si fa con un giocattolo.


Quella mattina, non diversamente dalle altre, cadeva una pioggia sottile. Pioveva da oltre una settimana, anche se con qualche breve interruzione, e i due fratelli, Shangang e Shanfeng, avevano l'impressione che il bel tempo si fosse trasformato in un lontano ricordo, come gli anni della loro infanzia.


Quand'ero dieci anni più giovane, ottenni un bel lavoro da scansafatiche, andar per le campagne a raccogliere ballate popolari. Per tutta l'estate errai come un passero vagabondo tra casette e campi inondati di sole e di cicale.

Così come mi ero ripromessa di fare, ho letto gli altri libri di Yu Hua presenti nella biblioteca cittadina. Ne ho ricavato impressioni diverse. L'eco della pioggia è nuovamente la storia di un bambino/ragazzino, con un tono più malinconico e pacato rispetto ai due Brothers. Torture si compone di quattro racconti, dei quali uno non mi è piaciuto perchè l'ho trovato troppo sconclusionato, mentre ho apprezzato gli altri tre. Li accomuna appunto un indulgere in temi sanguinolenti. La vera perla è Vivere!, romanzo dal quale Zhang Yimou trasse un bellissimo film che all'epoca vidi e amai profondamente. La storia del libro è leggermente diversa e narra la storia di un uomo che perde tutto - beni materiali e affetti - ma continua a vivere, addirittura sorridendo. Me lo sono letto d'un soffio in un pomeriggio piovoso e alla fine quella in lacrime ero io.

domenica 17 settembre 2017

sette dolori


Qualche giorno fa, in occasione dell'11 settembre, su Facebook girava un post con la foto delle torri gemelle in fiamme e la scritta: scommetto che tutti si ricordano quello che stavano facendo quel giorno. Difatti me lo ricordo pure io che in fatto di memoria ultimamente ho le capacità di un criceto. A parte lo sbigottimento davanti alla TV quando vidi la notizia e il successivo SMS inviato al marito, ricordo che la sera avevamo in programma di andare a cena alla Fira di Sett Dulur di Russi. Ci interrogammo sull'opportunità o meno di farlo e alla fine decidemmo di provarci comunque, partendo senza la certezza che ci dessero da mangiare visto che mezzo mondo era sotto shock. Difatti finimmo sotto un tendone semi-deserto in una città che invece che in preda a una sagra paesana pareva reduce da una massiccia emigrazione. Da mangiare comunque ce lo diedero, e ce lo hanno dato pure venerdì sera, che per sbattere un po' l'arterio il marito ha voluto andare fuori a cena. 


il bel e cot, variante locale del cotechino

Confesso che non sono una fan delle sagre di paese visto che non amo il casino, e che aspettare un'ora per mangiare un piatto di cappelletti che ti fanno pagare come al ristorante con la differenza che stai seduto scomodo su una panca non costituisce esattamente il mio ideale di cena. Per fortuna a questa sagra esistono anche sistemazioni più comode, difatti noi siamo andati al circolo Anspi e la schiena l'abbiamo potuta appoggiare. Causa pioggia c'era poca gente in giro e molte bancherelle erano chiuse, ma tanto a noi interessava più che altro mangiare e fare due chiacchiere con la coppia di amici che ci ha accompagnato; prima che ricominciasse a piovere siamo anche riusciti a vedere gli sciucaren e un'esibizione di tango. Son cose.

venerdì 15 settembre 2017

L'enigma di Flatey - Viktor Arnar Ingólfsson


Il vento soffiava da est sull'alba del Breiðafjörður e una pungente brezza primaverile sollevava onde spumose nei bracci di mare tra le isole dell'Ovest. Una fratercula sfrecciava intrepida a volo radente sulla cresta dei marosi, e un cormorano curioso si sgranchiva le ali su uno scoglio piatto.

Tutte le volte che leggo un giallo ambientato in Islanda mi sembra di partire per un mondo alieno. Anche se la gente è la stessa a tutte le latitudini, il solo immaginare certi paesaggi me li fa sembrare così lontani da quella che è la mia esperienza da rendere il tutto quasi surreale. Questa storia poi è ambientata su un'isola minuscola nel 1960 e per tutto il tempo in cui l'ho letta ho continuato a chiedermi se la carne di foca è buona XD Scherzi a parte, mi è piaciuto, anche se si tratta di un giallo un po' anomalo (ma dell'anomalia non posso dire, sennò rivelerei il mistero degli omicidi).

martedì 12 settembre 2017

Settembre, andiamo. E' ora di rimboccarsi le maniche.


Ovvero: questa era l'intenzione, ma in pratica la settimana scorsa è finita che non ho combinato granchè. Dopo la lunga inattività, quando ho provato a fare gli esercizi per la schiena mi è venuta la solita fitta di lato, quindi li sto facendo in numero ridotto e fermandomi appena ho male; quanto al passeggiare, ci sono andata solo una volta perchè poi si è rifatto caldo. Anche su quello ci sarà da lavorare, visto che non sono più allenata. Invece ho fatto shopping perchè necessitavo di alcuni indumenti adatti a contenere la mia ciccia, e sto seguendo le solite rogne, che però al momento sono ancora in fase di stallo (non per mia volontà). Ieri invece sono stata a Bologna per un breve incontro con una mia amica di penna ungherese, una delle poche con la quale continuo a scambiare lettere. L'appuntamento era per le 12 davanti alla fontana del Nettuno; sono arrivata dieci minuti prima e già mi aspettava, solo che la fontana era sotto restauro (bella figura). La mia amica, che ha 65 anni, da un paio d'anni non ha più il boyfriend e viaggia insieme a un amico quarantenne. Ha nuovamente sottolineato che sono solo amici e siccome sono buona ci credo. L'amico ha il fisico dell'omino Michelin e fa il taxista. Dopo i saluti di rito, sono voluti andare subito a mangiare; la sera prima avevo studiato per trovare un posto buono in zona (ovvero non troppo turistico, dove si mangiasse bene e i prezzi fossero onesti) visto che la trattoria dove vado di solito quando sono a Bologna era a 10 minuti dalla piazza. Non ho fatto in tempo a fare strada che l'amico ha preso il comando e si è diretto deciso in Via Pescherie Vecchie e si è infilato nel primo posto che ha visto. Non posso dire che abbiamo mangiato male, anche perchè per mangiare male in Italia ce ne vuole!, però non era certo il ristorante che avrei scelto io. Loro comunque erano in sollucchero e così ho deciso che due che mangiano tortellini e lasagne accompagnandole con la Coca e la Fanta in effetti non meritavano di meglio XD Dopo pranzo, lo shopping. La mia amica cercava un CD che abbiamo trovato subito, mentre nulla da fare per il calendario con le foto di Bologna che evidentemente non esiste. Il tipo invece si è infilato in diversi negozi di abbigliamento alla ricerca di un giubbotto che alla fine non ha trovato, quindi si è consolato spendendo € 306 da Foot Locker per due paia di scarpe, pagate con la carta di credito uscita dalla borsa della mia amica, che per tutto il tempo ha sbuffato e ha rivolto gli occhi al cielo brontolando perchè lei odia fare shopping. A quel punto eravamo a metà di via dell'Indipendenza e hanno chiamato il taxi perchè la mia amica ha problemi alle ginocchia e non ce la faceva più; siccome avevano parcheggiato dietro la stazione, sono montata pure io. E insomma, sono ancora qui che mi chiedo se la carta di credito era davvero quella della mia amica o se si limitava a tenerla lei perchè non si perdesse...

martedì 5 settembre 2017

letture sparpagliate

Non avere pregiudizi è un bel vantaggio; penso che consenta anche di divertirsi di più perchè lascia tutte le porte aperte. Difatti quando mi sono messa a sbirciare nella casina del book-crossing alla ricerca di qualcosa da leggere e mi sono trovata davanti certi titoli, anzichè storzare il naso e passare oltre ho deciso di provarci, non foss'altro che per farmi due risate. Ed ecco un breve resoconto di queste letture estemporanee.


Risale al 1988 questo volumetto che contiene due racconti lunghi. Il genere western, che credo sia caduto nel dimenticatoio da un pezzo, non è mai stato uno dei miei preferiti, eppure mi è familiare, probabilmente a causa della visione di molti film di questo tipo durante la mia infanzia. Leggendo questi racconti, li ho visualizzati come se stessi guardando dei film e forse questo ha contribuito a farmi divertire. Il primo è quello che mi è piaciuto di più; La Banda Morgan (The Raiders) è il primo lavoro di un tale Richard Ferber che, a detta del curatore della collana, è un autore molto prolifico, tuttavia in rete non ho trovato sue notizie. E' la storia della cattura di una banda di fuorilegge ad opera di un investigatore obeso che alla fine lascia fuggire due di essi. Il Nido dell'Aquila (Pale Moon) è invece opera di W.R. Burnett, scrittore e sceneggiatore dai cui lavori sono stati tratti dei film famosi. Qui si narra di un avvocato in fuga da un'accusa di omicidio che s'innamora di una femme fatale mezzosangue.


Too much too soon, tradotto in italiano con Troppo troppo presto, è un lavoro di Jacqueline Briskin, popolare autrice di best-sellers deceduta solo pochi anni fa. Magari non è il tipo di libro per cui spenderei dei soldi, anche se devo ammettere che in una certa misura mi ha preso. Parla di tre sorelle inglesi che si trasferiscono negli Stati Uniti nel 1949 e di come il loro legame viene spezzato a causa delle relazioni che intessono. Questa trama la vedrei bene in una mini-serie TV degli anni Ottanta, un po' stile Beautiful.


C'è stato un periodo della mia vita in cui anch'io ho acquistato il Giallo Mondadori e anche uno dei miei zii ne era un affezionato lettore e ne aveva una discreta collezione (che ignoro che fine abbia fatto alla sua morte). Dopo aver letto non so quanti gialli nordici, è stato decisamente piacevole calarsi in un'ambientazione diversa, tanto più che in questa storia i protagonisti sono ancora esseri umani normali. A Grave Talent è il primo romanzo di un'autrice che in seguito ha riscosso un discreto successo e difatti già questo esordio è interessante.


Alla fine ho ceduto alla tentazione e mi sono appropriata del libro per ragazzi del quale mi piaceva la copertina e, già che c'ero, l'ho letto. Ecco, era meglio se mi fermavo alla copertina. La storia è un delirio di rapimenti, zii avidi e malvagi, successivi pentimenti con tanto di ritiro in convento, il tutto farcito da frequento invocazioni al Signore che a paragone sul libro del Catechismo lo si nomina di meno. L'autrice di questa polpetta è una tale Marguerite Goudareau.


Concludo con il nome forse più noti di tutti, ovvero Mark Twain, del quale ho letto un racconto intitolato Viaggio in Paradiso. Si tratta di una storia satirica in cui si descrive una versione del paradiso dalla quale desidero restare il più alla larga possibile. 

venerdì 1 settembre 2017

Cigni selvatici - Jung Chang


All'età di quindici anni mia nonna divenne concubina di un signore della guerra, un generale capo della polizia di un inconsistente governo nazionale cinese.


Siccome non c'è due senza tre, eccomi al terzo autore (in questo caso autrice) cinese. Il romanzo di Jung Chang è una saga familiare che attraversa gli anni salienti dell'ascesa del comunismo, tra idealismo e Rivoluzione Culturale. Parte dalla nonna, per poi dedicare la gran parte della narrazione alla madre (e al padre) e infine a sè stessa. Ho trovato il libro molto interessante, sia perchè ho imparato molto su un capitolo di storia recente che conoscevo solo per sommi gradi, sia perchè tutte e tre le donne protagoniste sono caratteri forti e indipendenti, in contrasto alla gran massa di pecoroni e di opportunisti che le circonda.