giovedì 29 settembre 2016

Il segreto degli angeli - Camilla Läckberg


Avevano pensato di superare il dolore grazie ai lavori di ristrutturazione. Nessuno dei due era sicuro che fosse un buon piano, ma era l'unico che avessero. L'alternativa era sdraiarsi e lasciarsi deprimere lentamente.


Ho un rapporto schizofrenico con la Läckberg, nel senso che quando vedo uno dei suoi libri sugli scaffali di transito della biblioteca, lo prendo in prestito, senza però curarmi dell'ordine cronologico. So di sbagliare perchè i libri, oltre a occuparsi ciascuno di un nuovo caso, seguono anche l'evolversi delle vite e dei rapporti di un certo numero di personaggi fissi. Tuttavia, malgrado l'Alzheimer e il disordine cronologico, vedo che riesco abbastanza a raccapezzarmici. In questo romanzo il delitto ha ancora una volta origini in un passato abbastanza lontano da averlo fatto cadere in prescrizione, ma è comunque importante scoprire la verità. La sparizione misteriosa di un'intera famiglia trova così la sua logica spiegazione. Tutto molto gradevole come al solito, compresa la capacità della Läckberg di tenere il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. Devo dire a mio merito che uno dei misteri sono riuscita a intuirlo prima della rivelazione.

martedì 27 settembre 2016

sorrisi


La passerella pedonal-ciclabile che percorro spesso si erge su grossi pali di legno che si prestano all'affissione di volantini e foglietti. Per un certo periodo vi ha imperversato quasi esclusivamente un pensionato che si scagliava in filippiche contro il governo ladro, più di recente sono apparsi annunci di lavoro di badanti ucraine e foto segnaletiche di gatti perduti, fino a che non ci ho trovato questo volantino. A giudicare dal fatto che i sorrisi son quasi esauriti, si vede che ad almeno una manciata di persone d'idea è piaciuta; poi immagino ci saranno state anche quelle che, come me, non hanno preso il sorriso perchè tanto ne avevano già uno stampato in faccia come reazione. Sarò diventata una vecchia sciocca e ingenua, ma apprezzo molto questo genere di piccole cose; ne vorrei vedere di più e mi viene quasi la voglia di essere io la prossima ad appendere un volantino un po' pazzerello che faccia sorridere le persone (non è escluso che lo faccia!).

domenica 25 settembre 2016

Le torri di cenere - George R.R. Martin


La città era morta e le fiamme della sua fine diffondevano un alone rosso nel cielo grigio di giugno.
L'agonia era stata lunga. La resistenza era durata almeno una settimana e all'inizio la battaglia era stata aspra, ma poi gli invasori avevano spezzato le difese, come tante volte era successo in passato. Il cielo alieno, con il suo doppio sole, non li turbava. Avevano combattuto e vinto sotto cieli azzurri e cieli neri come l'inchiostro.

Faccio la conoscenza di Martin tramite una raccolta di racconti tutti scritti prima dei trent'anni. Si tratta di fantascienza e devo dire che sono rimasta impressionata dalla sua fervida fantasia che gli ha permesso di creare tanti mondi e creature diverse. La fantascienza è un genere che ho bazzicato molti anni fa ma che avevo abbandonato da tempo; sarà che in questo periodo mi trovo in vena di storie fantastiche piuttosto che di realismo, e così dal fantasy alla fantascienza il passo è breve. Che poi, a ben vedere, non è che perchè si parla di mondi alieni la morale non possa essere del tutto umana; in fondo è solo questione di ambientazione. Questi racconti mi sono piaciuti molto e mi hanno tolto ogni dubbio sul fatto che A Song of Ice and Fire mi possa deludere. Prossimamente dovrò tornare a svaligiare la biblioteca.

giovedì 22 settembre 2016

cartoline dalla Svezia

- Allora Guchi, quand'è che ti decidi a fare il post sul viaggio in Svezia?
- Ho sonno, accidenti.
- Avevi sonno anche ieri.
- E pure ieri l'altro se è per questo... In effetti negli ultimi giorni sono stata più rincoglionita di quando sono tornata dal Giappone, con tutto che stavo nello stesso fuso orario.
- Bè, almeno comincia... Al massimo, se ti cala la palpebra, ti ritrovo fra un paio d'ore con la faccia sulla tastiera.


Questa qui è una delle strade di Gamla Stan, che sarebbe la città vecchia di Stoccolma. La prima sera abbiamo fatto un breve giro preliminare dopo cena, tanto per renderci conto. Molto carina la città vecchia, mi è piaciuta!


Questo scatto l'ho fatto da uno dei lati del Palazzo Reale (che non abbiamo visitato); è una bella zona, con diversi edifici imponenti e, naturalmente, ponti e acqua.


Sempre quel giorno lì, che come si può vedere c'era un tempo magnifico, ammiriamo da lontano il Municipio con quella torre che sembra un faro.


Poi mi dicono che non sono tecnologica... Intanto penso che con una bella cartina e la faccia tosta di chiedere alle persone saremmo arrivate molto più facilmente a Skansen, mentre la mia amica è stata a smadonnare sullo smartphone per un'ora e alla fine siamo arrivate che il museo era chiuso...



Il terzo giorno, visto che il tempo continuava a essere bello, abbiamo fatto la gita fuori porta, e con treno e autobus abbiamo raggiunto Sigtuna, a quanto pare la città più vecchia della Svezia, che sta sul lago Mälaren. La Guchi posta in riva ad un lago, meglio se completato da cielo blu e nuvolette ciccione, è una donna felice. 


Rientrate a Stoccolma, abbiamo deciso di andare a Fotografiska e, prima di entrare, abbiamo ammirato il panorama; questo nella foto è Grona Lund, il parco di divertimenti di Skansen. Fotografiska ospitava quattro mostre; la mia preferita è stata quella di Anton Corbijn, mentre quella di Bryan Adams non mi ha esaltato.


Quarto giorno ancora di bel tempo (in effetti abbiamo avuto un gran culo) e perfetto per apprezzare la visita dello Skogskyrkogården, ovvero il cimitero nel bosco, che ospita anche la tomba di Greta Garbo.



Dopo un pranzo veloce, abbiamo preso il battello e con un'ora di navigazione abbiamo raggiunto il castello di Drottningholm, residenza dei re.



E questi sono invece due scatti fatti dal battello, il primo all'andata e il secondo al ritorno, con il tramonto che si avvicinava.


Lo so che sembra incredibile, ma pure il quinto e ultimo giorno c'era il sole. Avendo il volo nel tardo pomeriggio, ce ne siamo state un po' a zonzo e a fare shopping.

- E quindi? Tutto bene, no?
- Bè, decisamente il tempo ci ha assistito. A me i posti sono piaciuti molto, avrei voluto restare più a lungo perchè ci sarebbero state tante altre cose da fare e da vedere, ma diciamo che come primo assaggio è andato bene.

mercoledì 14 settembre 2016

fra i due litiganti...


...il terzo gode, e il terzo sarei io perciò va tutto bene XD

Allora: è successo che la mia amica F quest'estate avrebbe dovuto andare via con un'altra sua amica con la quale viaggia di solito (sono entrambe single), solo che prima non si sono messe d'accordo sulla meta, poi quando hanno deciso la meta la tizia ha incontrato un omarino ed è andata via con lui invece che con F (tra l'altro senza manco dirglielo), così è successo che F si è giustamente risentita e ha chiesto a me se l'accompagnavo da qualche parte. Chi sono io per negare un favore a un'amica, tanto più se si tratta di un favore così piacevole? Ho lasciato a lei la scelta, visto che la vacanza in fondo era la sua, e la scelta è caduta su Stoccolma. E niente, domani partiamo!

immagine tratta da questa pagina https://www.facebook.com/laziacida/


lunedì 12 settembre 2016

la prova definitiva



Queste due foto le ho scattante entrambe io, una con Penelope e l'altra con una macchina analogica degli anni Cinquanta. Per come la vedo io non c'è paragone: analogico per sempre.

Provate a indovinare qual è quella analogica e quale quella digitale: non è difficile XD

domenica 11 settembre 2016

I doni - Ursula K. Le Guin


Si era perduto, quando arrivò da noi, e temo che neppure i cucchiai d'argento rubati in casa nostra siano riusciti a salvarlo, quando fuggì per salire ai dominion più alti. Eppure, alla fine, fu proprio l'uomo perduto, il fuggiasco, a farci da guida.


La fascia d'età dei lettori di questo libro pare si collochi fra i dodici e i quattordici anni, anche se io l'ho letto per la prima volta che ero già abbondantemente adulta e l'ho voluto rileggere ora, che sono ancora più vecchia, senza che mi sia parso inadatto a una persona matura. La Le Guin è una scrittrice che trovo particolarmente densa; in questo romanzo lo è un po' di meno, forse perchè si rivolge ad un pubblico giovanile, eppure lo è abbastanza da risultare evocativa e interessante. La storia si svolge tra montagne che potrebbero essere le Highlands (del resto si fa accenno al fatto che gli uomini indossano il kilt); molte delle persone che vi abitano possiedono dei doni, ovvero dei superpoteri che sono quasi sempre letali. I poteri servono per difendere ogni casato dalle eventuali pretese di conquista degli altri perchè chiaramente più è forte il dono, più timore incute. Il protagonista è un sedicenne, erede di una casato che ha il dono di disfare (in pratica di distruggere) e che si è volontariamente reso cieco per timore di nuocere a chi gli sta vicino, in quanto pare che il suo potere sia molto forte e al momento impossibile da controllare. In realtà però non è ben chiaro se quel potere lui ce l'abbia davvero o no, anzi, ad un certo punto comincia a pensare di esserne privo e che in realtà dietro ai gesti eclatanti da lui compiuti ci sia suo padre, ansioso di assicurarsi un erede forte. La Le Guin riesce a creare un altro dei suoi mondi magici e a trascinarci dentro il lettore, irretendolo con la consueta maestria; descrive un mondo claustrofobico e spaventoso, ma che al contempo appare a tratti poetico e bucolico. Bello il finale, che apre le porte alla speranza.

venerdì 9 settembre 2016

La spada delle Highland - David Gemmell


Allora mi conosci? Lo supponevo, perchè è raro che un viaggiatore si rechi nelle Highlands all'inizio dell'inverno. Cosa sei... uno studioso, uno storico o entrambe le cose? So che non sei un mago e sembri essere disarmato... ah, un cantastorie! Ebbene, c'è onore anche nel fare questo mestiere.

Questo è l'ultimo libro che recensirò di questo autore in quanto ho finito di svaligiare la biblioteca della mia città, dando fondo a tutti i suoi titoli. Purtroppo ne mancano, ma pare che siano introvabili in cartaceo e il fatto che dopo mesi non abbia ancora cominciato a leggere l'unico ebook che possiedo, mi fa concludere che mi posso risparmiare la fatica di cercarli in questa forma. Per fortuna ho chiuso in gloria con questo Morningstar che mi è piaciuto particolarmente. E' stato notato che gli eroi di Gemmell non sono mai perfetti; hanno sempre qualche pecca che comunque ce li fa sentire più vicini perchè in questo dimostrano la loro fallibile umanità. Il protagonista di questo romanzo, Jarek Mace, è la quintessenza di ciò: un ladro cinico ed egoista che però diventa suo malgrado l'eroe della situazione. La sua storia è narrata da uno dei suoi compagni, testimone oculare delle vicende che lo hanno reso un mito e che, raccontate da lui, si dimostrano molto diverse da come le ha indorate la leggenda. Mi è piaciuto questo modo di costruire la trama; peccato solo che da un certo punto in poi si intuisca chiaramente come andrà a finire Morningstar.

mercoledì 7 settembre 2016

Il romanzo di Parmenion / Il principe nero - David Gemmell


Tutto cominciò a causa del morboso desiderio di conoscere il giorno della propria morte. Percorse gli illimitati sentieri del futuro, Seguendo la miriade di linee che portavano ai possibili domani, scoprendo che in alcuni futuri era morta di malattia o di una pestilenza, in altri di un attacco cardiaco o di un assassinio. In uno in particolare era caduta da cavallo, anche se cavalcare le riusciva tanto sgradevole che non riusciva a immaginare come avessero potuto persuaderla a montare su quella bestia.



Il bambino dai capelli dorati sedeva solo come di consueto, chiedendosi se quel giorno suo padre sarebbe morto. Ad una certa distanza da lui, dall'altra parte dei giardini reali, la sua nutrice stava parlando con le due sentinelle che lo sorvegliavano durante le ore notturne; i due soldati, guerrieri dall'espressione temprata, evitavano di guardarlo e si agitavano con fare nervoso se soltanto si avvicinava.

Se qualche tempo fa ho tirato in ballo Stevenson, con questi due romanzi mi viene naturale il parallelo con Valerio Massimo Manfredi. Ho già detto di come David Gemmell fosse un appassionato di storia e qui riproduce fedelmente l'antica Grecia, inserendovi però personaggi di fantasia accanto ad altri realmente esistiti. Se in Lion of Macedon la verosimiglianza storica è la caratteristica principale, in Dark Prince prevale l'elemento fantastico e spuntano fuori sia la teoria del multiverso che le pietre del potere. In effetti c'è chi considera questo breve ciclo come facente parte di quello delle pietre del potere; io non posso  che accontentarmi di leggere questi perchè gli altri quattro libri della serie mancano dalla mia biblioteca. Il personaggio presente in entrambi i libri è Parmenion, un fantomatico generale macedone per parte di madre e spartano per parte di padre che, diventato ad un certo punto un mercenario, diventa il pretesto per introdurci nelle varie città e civiltà dell'epoca. Confesso che ho apprezzato di più il primo libro, forse perchè, essendo partito appunto come romanzo storico, non mi aspettavo che finisse svolazzando in un universo parallelo popolato da creature mitologiche. Con questo però non voglio dire che non mi sia piaciuto! E poi nel secondo libro c'è Alessandro Magno, mica per niente.