lunedì 20 giugno 2016

partenza!


Sono praticamente sull'uscio di casa, pronta a partire per una settimana di montagna insieme al marito. Come al solito, decidere quali macchine fotografiche e rullini prendere si è rivelato molto più impegnativo della scelta dei vestiti XD Spero che il tempo non sia infame, che di fotografare ho una gran voglia perchè sono in crisi di astinenza (e ho una gran voglia anche di montagna, se è per questo...).


venerdì 17 giugno 2016

come rovinare una bella amicizia con delle brutte foto


La mia amica saggia ieri si è sposata. Pare che dopo gli anta si venga colpiti da una sindrome matrimoniale che spinge all'altare o davanti al sindaco coppie di conviventi storici sulla solidità delle cui unioni nessuno nutre alcun dubbio. Io, che mi sono tolta il pensiero fin da principio e che ho ufficializzato solo per accontentare il consorte e i parenti, faccio un po' fatica a comprendere la ragione di ciò, a meno che non ci siano dietro motivi pratici, nel qual caso sottoscrivo. Ad ogni modo, la mia amica saggia mi chiese ancora mesi fa se avrei potuto fare qualche foto al suo matrimonio. Non potevo dirle di no, soprattutto mi rendo conto che è difficile far capire a chi non fotografa che tra un matrimonio e una spiaggia deserta intercorre un'enorme differenza. A me le spiagge deserte vengono benissimo, per dire. L'unico altro matrimonio al quale abbia mai fatto foto fu quello dall'amico fraterno di mio marito; anche lì non potevo dire di no. Erano i tempi del rullino e ricordo che vissi nella più profonda angoscia fino a che non andai a ritirare le foto, convinta di avere fatto un macello. In quell'occasione stetti talmente in ansia che mi ripromisi di non fare mai e poi mai più foto matrimoniali (nè di battesimi, comunioni e altri accidenti simili). A questo giro se non altro avevo la tranquillità del digitale, ma le cose non sono andate molto bene. Intanto io odio il flash, ma dentro la sala comunale non c'era luce sufficiente a poterne fare a meno; ho anche provato alcuni scatti senza, ma i tempi erano così lunghi che sono venute quasi tutte mosse. Ero indecisa tra la vecchia reflex e Penelope; il giorno prima ho fatto qualche prova di flash con la reflex e, non so per quale accidenti di motivo, si inceppava ogni due per tre. Per questo ho ripiegato su Penelope, che però ha un flash meno potente e, siccome non volevo stare con il fiato sul collo a sposi, testimoni e assessore, alcune sono venute piuttosto scure. C'è poi il fatto che certe foto si auto-eliminano per via che il soggetto ha gli occhi chiusi o un'espressione orrenda, e insomma, alla fine di roba decente ne resta quasi niente. Così adesso dovrei consegnare il misfatto e temo che la mia amica saggia e suo marito fresco di conio non mi rivolgeranno più la parola.

Le foto che mi piacciono sono pochi ritratti che ho scattato loro dopo averli rapiti ai parenti che s'ingozzavano di tarallucci e olive, fatte come pareva a me e non come ero costretta dalle circostanze. In particolare sono contenta che sia venuto bene il ritratto fatto con la Polaroid 340 e una delle ultime pellicole piane Fuji a bianco e nero in mio possesso (sono quelle uscite di produzione anni fa), perchè avevo appunto in mente di fare loro una foto in qualche modo speciale e questa, essendo un'istantanea, risulta anche unica.


domenica 12 giugno 2016

la serenità


Arrivata alla metà dei miei cent'anni da pecora, mi sento di dire che le cose vanno abbastanza bene. O abbastanza male, perchè dipende sempre dai punti di vista, tuttavia io ho deciso di prendere come termine di paragone i rifugiati siriani e quindi sì, va abbastanza bene  ^__^  In questo periodo mi viene sempre in mente la canzone di Checco Loy e Massimo Altomare - e la vita scorre liscia e piatta come il vento sopra l'acqua -  il che mi va benissimo, intendiamoci, anche se ho una certa tendenza ad annoiarmi facilmente, ma visto che i brividi di solito derivano dalle cartelle dell'Agenzia delle Entrate o da una recrudiscenza del mio problema di salute cronico, preferisco immaginarmi come Sandra Mondaini quando, nel letto, attaccava con la sua litania che noia, che barba, che barba, che noia.



Sarà per questo che nell'ultimo anno mi sono dedicata all'esplorazione della cucina. Sempre con moderazione (perchè sono una pigrona senza speranza) e spesso con l'ausilio di mezzi meccanici (non solo per via della pigrizia, ma soprattutto per via del mal di schiena), perciò ho sperimentato con il pane (che delizia quello appena sformato!) e ho allargato il mio repertorio di dolci (perchè sono golosa e non riesco a rinunciarvi del tutto, anche se dovrei mettermi seriamente a dieta). L'ultimo esperimento è stato in stile giapponese; da parecchio avrei voluto provare a fare i maki shushi, ma mi preoccupava la cottura del riso che mi sembrava richiedesse una perizia a me aliena. Alla fine mi è venuto in soccorso il Lidl che vendeva la macchina cuoci-riso alla modica cifra di € 19,90;  ho pensato che un modico investimento si poteva fare, ed è stata la scelta giusta perchè con quella il riso viene cotto alla perfezione e con impazzimento pari allo zero. I primi maki che ho fatto peccavano dal punto di vista estetico (difatti non li ho fotografati XD) perchè mantenere il ripieno perfettamente al centro mentre arrotolavo si è rivelato più difficile del previsto, in compenso però sono stati spazzolati via alla velocità della luce, e considerato che mio marito non ama molto il cibo etnico, mentre mio figlio piccolo è più schizzinoso della principessa sul pisello, questo significa che è stato un gran successo.



Non riesco invece ad uscire dall'impasse fotografica. In realtà il 365 Project procede bene, tant'è che sto pensando di portarlo avanti a tempo indeterminato come ha fatto un altro fotografo che seguo. Alla fine la cosa diventa un vero e proprio diario fotografico e mi diverte molto riandare alle foto scattate tempo fa e ricordare che cosa c'era dietro, per questo motivo penso che sia una buona idea proseguirlo. Se non altro, serve da stimolo quotidiano a fare almeno una foto. Sì, perchè in generale sto fotografando poco. Ovvero, fotografo quando faccio qualche gita, ma per il resto nix. Di fotografare ho molta voglia, ho pure comprato delle macchine nuove che adesso vorrei provare (cioè, nuove nel senso che non le avevo prima, visto che sono i soliti pezzi vintage trovati su Ebay, a parte la Holga qui sopra), ma non riesco a trovare soggetti vicino a me. Per almeno due anni, probabilmente tre, ho passato a setaccio la mia città e la campagna circostante; parliamo di un comune di nemmeno 60.000 abitanti, mica di New York. Che se uno abita in una grande città sono convinta che per setacciarla tutta di anni ce ne vogliono 20, però io quante foto della piazza posso fare? Mi sono stufata, ecco. E così mi alzo la mattina con una gran voglia di fotografare e vado a letto la sera che ho fatto solo lo scatto (per giunta digitale) del 365 Project - a proposito, le foto che vedete qui ne fanno parte. 



A parte tutto però il titolo del post ci azzecca, nel senso che in generale mi sento molto serena. Certo, a volte perdo la pazienza, ma questo è un tratto del mio carattere, e comunque per la mia salute mentale è meglio che io sbrocchi per 5 minuti e poi mi calmi, piuttosto che mi ritrovi in uno stato di arterio permanente come anni fa. Credo che la menopausa in questo senso mi abbia fatto bene; non solo per causa sua, ma anche per quel benedetto problema di salute, ho chiuso definitivamente alcune porte. Si potrebbe obiettare che questa non è una cosa positiva, che non bisognerebbe precludersi nulla, ma a me quegli usci socchiusi facevano solo soffrire; alla fine è giusto scegliere la soluzione che ci fa sentire meglio.

martedì 7 giugno 2016

Malice, la guerra degli dei - John Gwynne


Le foglie morte del bosco crocchiavano sotto i piedi di Evnis e il suo fiato produsse una nuvoletta mentre sussurrava un'imprecazione. Deglutì. Si sentiva la bocca asciutta.
Era spaventato, doveva ammetterlo, ma chi non lo sarebbe stato ? Ciò che stava per fare quella notte l'avrebbe reso un traditore del suo re. E non solo.

Questo romanzo fantasy è l'ambizioso esordio del britannico John Gwynne, il quale ha prodotto una corposa quadrilogia (della quale questo è il primo volume) dichiarando esplicitamente di essere stato ispirato da George R. R. Martin. Non ho letto A Song of Ice and Fire, anche se vorrei farlo perchè seguo la serie che ne è stata tratta, la celeberrima Il Trono di Spade, di conseguenza non sono in grado di dire fino a che punto si spinge la sua influenza; so solo che Malice è costruito nello stesso modo, da quel che ho capito, ovvero con diversi capitoli, ciascuno dei quali riporta il punto di vista di uno specifico personaggio. Difatti all'inizio ci ho messo un po' a ingranare con tutta questa gente, probabilmente a causa del mio incipiente Alzheimer. La storia mette in campo una serie di buoni e cattivi, come da copione, e in questa prima parte getta le basi di quell'annunciata guerra degli dei del sottotitolo italiano. Io l'ho presa come una preliminare presentazione dei personaggi, oltre che come una prima traccia per capire chi è buono e chi è cattivo. Ci sono già alcune perdite importanti (ma sospetto che un paio di personaggi dati per morti rispunteranno fuori vivi e vegeti più avanti... staremo a vedere se ci ho azzeccato!) e il libro naturalmente si conclude con un finale sospeso. Che dire? Da parecchio non leggo fantasy, benchè abbia sempre apprezzato il genere. Ho letto questo libro perchè me l'ha passato il figlio piccolo, il quale l'ha preso credo casualmente e ne è risultato entusiasta. Il figlio piccolo, come la maggioranza degli italiani, non legge, ma credo che non lo faccia per mancanza di libri che lo appassionano perchè le volte che ne trova uno che gli piace non lo molla finchè non lo ha finito, leggendo anche di notte. Posso capire che a lui sia piaciuto molto perchè in fondo questo libro s'inserisce perfettamente nel contesto delle moderne produzioni, che siano cinematografiche o televisive o, appunto, letterarie, ovvero prodotti gradevoli, costruiti in modo da cattivare l'attenzione e stuzzicare la curiosità, con molte scene d'azione e di sesso (anche se, riguardo a quest'ultimo argomento, non è il caso di questo libro), insomma l'intrattenimento fine a se stesso. Ebbene sì, faccio la snob come al solito! Perchè, per quanto anch'io me lo sia letto senza problemi e anzi divertendomi, trovo che manchi qualcosa. Certamente l'introspezione, che è quasi sempre solo accennata. E poi non so, ho sempre l'impressione che questi libri siano in qualche modo costruiti, come se seguissero una scaletta ben precisa, una formula di sicuro successo. Poi, per carità, tanto di cappello a chi riesce bene nell'impresa, soprattutto producendo un così grande numero di parole. I miei libri preferiti però restano altri XD