mercoledì 30 marzo 2016

zanzare


Ci sono momenti che hai atteso per anni e che poi, quando arrivano, ti accorgi che non ti fanno più nè caldo nè freddo. Può darsi che quella lunga attesa abbia funzionato come un esorcismo oppure che le tue priorità siano cambiate. Quello che ho imparato di certo è che quasi sempre le cose che sembrano stravolgere del tutto la mia vita si ridimensionano fino a diventare solo fastidiose punture di zanzara. Dovrei tenerlo a mente ed evitare di agitarmi tanto ogni volta che ne succede una.


giovedì 17 marzo 2016

la zingarata numero due



Una volta non andavo a Milano volentieri; mi riferisco ai tempi in cui mio marito (allora semplicemente mio fidanzato) faceva il servizio militare a Legnano e per Milano ci dovevo transitare per cambiare treno quando lo andavo a trovare, oltre ad andarci alcune volte insieme ad ammazzare il tempo. Me la ricordo grigia, fredda, caotica e molto triste. Negli ultimi anni invece tra concerti e mostre è finita che a Milano almeno un paio di volte l'anno ci vado e la cosa non mi pesa affatto, anzi. Quando posso poi ne approfitto per incontrare i miei amici A e S, il che rende il tutto ancora più piacevole. A questo giro il pretesto è stata la mostra dedicata ad Alfons Mucha, ormai quasi conclusa. Adoro l'art nouveau e quindi per me la visione dei suoi lavori, insieme a quella dell'altro materiale in esposizione (tra cui diverse ceramiche del museo della mia città) è stata una festa. Meno male comunque che ho deciso di andare tra settimana, per i miei gusti fra visite guidate e audioguida-muniti c'era già abbastanza casino così!




Finita la mostra, mi sono recata a pranzo; avevo già deciso dove, in quanto qualche tempo fa avevo letto di un ristorante che fa okonomiyaki ed ero curiosa di provarlo. Per arrivarci ho visto una cosa nuova, ovvero il ponte pedonale che collega la stazione metro di Porta Genova con Via Tortona. Lungo il percorso si trovano alcune paia di pantaloni cementificati e moltissimi volantini/bigliettini attaccati alle pareti.


l'interno del ristorante Maido

il mio okonomiyaki!

Quanto al ristorante, si tratta di un piccolo locale sito in Via Savona 15 e chiamato Maido. A dire la verità non metterei la mano sul fuoco sul fatto che i cuochi siano giapponesi, anche se si è fatto tutto il possibile per rendere il più giapponese possibile l'insieme, compresa la musica di sottofondo. L'okonomiyaki comunque era buono e, se fossi stata più in forma, avrei provato ad assaggiare altre cose, visto che il menù contemplava anche onigiri, yakisoba, mochi, ecc.



una casa in Via Vigevano

Dopo pranzo mi restava ancora un po' di tempo prima dell'appuntamento con i miei amici, quindi ho fatto giusto due passi giù per Via Vigevano, fino ai Navigli, dopodichè sono andata alla stazione di Porta Garibaldi dove, mentre li aspettavo, sono stata avvicinata da almeno quattro diversi vù cumprà muniti di libri (che insieme ai due che mi avevano fermato la mattina porta la media giornaliera a cifre decisamente elevate XD). 



A seguire una bella passeggiata e altrettanto belle chiacchiere, con sosta presso la Libreria del Mondo Offeso che è stata una delle prime a coniugare libri e caffetteria. Insomma, ho passato una bella giornata e ne sono stata doppiamente felice, visto che il giorno prima di partire non stavo per niente bene. A dire la verità, sospetto di essere andata via di casa con alcune linee di febbre, oltre che con tosse e raffreddore, e che sia stato grazie alle due aspirine prese se sono arrivata a sera senza problemi. Confesso anche di aver fatto la madre/moglie degenere perchè sono partita abbandonando marito e figli a letto con l'influenza! 


In realtà questa avrebbe dovuto essere la zingarata numero tre, però è successo che a febbraio sono stata travolta dall'influenza prima e dalla pigrizia poi e quindi non sono andata da nessuna parte.

lunedì 14 marzo 2016

Yun Dong-Ju


I hope to live with a conscience clear
until my dying day
And yet like the windblown leaf
I have suffered

I must love all those close to death
with a heart that sings of the stars.
And take the path
I have been called to walk

Even tonight, the stars are being touched by the wind. 

Un grazie agli incontri casuali e alla mia faccia tosta, che si manifesta solo di rado ma che quasi sempre porta buoni frutti. Ho da sempre l'impressione che la mia anima stia meglio quanto più si trova lontano da qui, come se fossi nata nel posto sbagliato, tra la gente sbagliata. O magari è l'ennesima illusione. Resta il fatto che è giusto che io cerchi di vivere nella maniera che mi fa soffrire di meno e che ricerchi la compagnia di quelle persone che accendono un sorriso sul mio volto.



venerdì 11 marzo 2016

(non) faccio cose, (non) vedo gente


Siamo già bene addentro al mese di marzo e, come volevasi dimostrare, il maltempo che non si era manifestato finora ha deciso di mostrarsi proprio adesso che le giornate si allungano e c'è voglia di uscire a godersi il sole. Ci fosse, più che altro. Bè, guardiamo il lato positivo: c'era bisogno di acqua. Adesso direi che siamo a posto. Lunedì scorso sono stata a smantellare la mostra delle mie foto, che si è protratta fino al 5 di marzo, ovvero per un mese oltre la data prevista, perchè la persona che doveva esporre dopo di me ha dato buca e le proprietarie della libreria che mi ospitava mi hanno chiesto se potevo restare al suo posto, tanto più che a loro le foto piacevano e, a quanto hanno detto, anche lo scarso pubblico ha gradito. Scarso o no, di caramelle ne sono state mangiate parecchie, in numero decisamente superiore alle firme lasciate sul quaderno apposito. Alcune persone mi hanno lasciato anche una frase di commento, per fortuna nessuna di insulti XD, perciò mi posso dire soddisfatta di questa esperienza che almeno una volta nella vita valeva la pena di fare. Con le mie ospiti ci siamo lasciate tra reciproci ringraziamenti e, da parte loro, l'invito a tornare, anche se non ho davvero la più pallida idea di che cosa fare in futuro. A dire la verità, per circa dieci secondi mi ha sfiorato l'idea di dedicare una pagina Facebook a Ken-chan, però poi ho capito che non voglio farmi del male... Nel senso che farla per me stessa non ha senso, dato che io Ken-chan me lo posso godere in altri modi, e farlo con lo scopo di catturare quanti più likes possibile non è nel mio carattere. Direi che a cinquant'anni suonati ormai mi è molto chiaro il fatto che sono e sempre resterò di nicchia, e devo pure confessare che nella mia nicchia (o meglio, nella mia grotta) ci sto molto bene, dunque perchè mi dovrei mettere a starnazzare per attirare l'attenzione altrui quando so già che l'altrui attenzione è interessata ad altre cose? Per il resto, non è successo niente di che; sono giusto andata un paio di volte a teatro con una mia amica, e questo è stato il massimo della vita sociale dell'ultimo mese, insieme a una cena con una coppia di amici. La prossima settimana inauguro la stagione delle gite e spero di ricominciare a mettere il naso fuori di casa un po' più spesso, per esempio per fare qualche passeggiata e qualche foto.


mercoledì 9 marzo 2016

Savage Grace


Da che ho cominciato a fotografare in analogico con macchine fotografiche vintage mi sono innamorata della bachelite, ma non avevo idea che questo film parlasse dei discendenti del suo inventore, Leo Baekeland. La storia in realtà gira attorno a quella che era la moglie di suo nipote, Barbara Daly. Il film dice e non dice, per cui varrebbe la pena andarsi a leggere la sua biografia su Wikipedia perchè se ne potrebbe trarre una telenovela da cinquanta puntate, altro che un film di novantasei minuti! Nel film ciò che si vede è una ricca e oziosa coppia di americani che poltriscono in giro per l'Europa. Barbara stravede per il figlio Tony, mentre il marito Brooks pare insofferente. Non più bambino, Tony mostra di essere bisessuale ma si fa fregare la fidanzata dal padre, che in seguito divorzia da Barbara. Lei tenta il suicidio e fa sesso con il figlio, fino a quando lui non l'accoltella nella loro casa di Londra. Ecco, a grandi linee le cose vanno così. Il film mi è sembrato dignitoso, ma non eccelso; ancora una volta è la bravura degli attori - ovvero Julianne Moore (Barbara) ed Eddie Redmayne (Tony) - a salvare la baracca. La Moore è veramente eccellente.

la vera Barbara con un neonato Tony

il vero Tony

Come dicevo, la realtà una volta tanto supera la fantasia e ho trovato singolare che il regista abbia tenuto un tono così basso; forse non voleva cadere nel melò. Nella realtà non è chiaro se Barbara e Tony abbiano davvero avuto una relazione incestuosa, di certo però avevano entrambi dei problemi psichiatrici.

lunedì 7 marzo 2016

Festival dell'Oriente a Bologna


Se devo essere sincera, non ero convinta al 100% di andare a questo festival, anche se non so spiegarne il motivo. Il Festival dell'Oriente gira per le principali città italiane già da almeno un anno, difatti a Bologna c'era pure l'anno scorso, ma per motivi di pigrizia prima e di salute poi, non ero riuscita ad andarci. Alla fine mi sono decisa più per rompere il circolo vizioso dell'inattività che mi attanaglia da settimane che per una reale voglia di andarci, ma tant'è. La situazione mi ha ricordato la Mostra dell'Artigianato di Firenze, nel senso che i padiglioni erano prevalentemente pieni di bancherelle, in più c'erano due palchi per gli spettacoli, un'area dedicata alle dimostrazioni di arti marziali, due-tre spazi per i massaggi, alcuni ristoranti etnici e alcune piccole mostre. Di certo c'era di che trascorrere alcune ore, anche se io ho resistito per poco più di due perchè le situazioni da padiglione fieristico mi distruggono (e pensare che non ho nemmeno patito il caldo... però lo stare nel chiuso con tanta gente per me è pesante). Alla fine la cosa più positiva è che ho trovato da comprare il matcha e anche qualche dolce giapponese (dorayaki, manju e il mitico Kit-Kat al tè verde, mentre non ho comprato i mochi perchè erano made in Taiwan); con lo shopping mi sono limitata al massimo, difatti ho preso giusto un paio di sciarpine di seta (le tiravano dietro a € 5 l'una e avevano dei colori bellissimi, quindi ho scelto due dei miei preferiti: viola e bordot) e una canottiera con un disegno di una kitsune che era troppo carino (e chi se ne frega se i ragazzi che la vendevano erano thailandesi!). Ho fatto poche foto e poco belle, ma ne metto comunque alcune:


qui e sotto alcuni degli spettacoli



questo era il settore medio-orientale

un ceramista marocchino (credo!)

qua ti scrivevano il nome in arabo e ti ci mettevano pure sopra i brillantini

questo monaco metteva dei braccialetti, ma non ho capito a cosa servivano


dimostrazione di kendo

abiti tradizionali coreani; in effetti speravo ci fosse qualcosa di coreano
e invece nulla a parte questi! 
non credo siano originali... o no?

intarsio di frutta


martedì 1 marzo 2016

il caso Spotlight


Credo che quello del giornalista investigativo sia uno dei mestieri più belli del mondo; richiede passione, onestà e dedizione, e porta spesso alla luce storie importanti, come quella raccontata in questo film. Spotlight infatti mette in scena l'inchiesta portata avanti da alcuni giornalisti del Boston Globe che nel 2002 scoperchiarono il vaso di Pandora dei casi di pedofilia avvenuti ad opera di un grande numero di sacerdoti della diocesi di Boston. La cosa più nauseante fu l'opera di insabbiamento perpetrata dalla Chiesa; nel film inizialmente i giornalisti si trovano davanti un muro di gomma che pare quasi impossibile da abbattere, ma questo non li scoraggia, anzi, li rende ancora più tenaci. Il film è girato in maniera molto misurata, nel senso che non si è fatto ricorso alla lacrima facile e non ci sono scene sensazionalistiche; del resto è tutto l'insieme ad essere sensazionale e di ogni nuova scoperta vediamo le reazioni sui volti degli interpreti. il cast comprende Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber e Stanley Tucci (tanto per citare i principali). Non so se è stato il miglior film dell'anno perchè io nel 2015 di film ne ho visti pochini e non sono quindi in grado di confermare, ma di certo si tratta di una gran bella pellicola e sono contenta che abbia vinto l'Oscar.

il team Spotlight al lavoro