Ieri sono stata a Firenze col marito, che questa settimana è in ferie e voleva assolutamente andare a vedere il Museo dell'Opera del Duomo recentemente risistemato. A me francamente la cosa non entusiasmava perchè, come ho già detto, è un periodo che preferisco gironzolare piuttosto che chiudermi in un museo, tuttavia viaggiare mi piace troppo per poter rinunciare a una gita. Le previsioni del tempo fra l'altro davano nebbia e quindi ci stava pure di andare al museo, invece c'è stato un sole smagliante accompagnato da una temperatura mite per tutto il giorno. Il colonnello Bernacca si starà rivoltando nella tomba.
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il tempietto del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti |
Per cominciare però siamo andati al Museo Marino Marini, non perchè ci fregasse nulla di Marino Marini (che a questo punto, offeso, si starà rigirando nella tomba pure lui), ma perchè il museo è stato ricavato all'interno di una chiesa sconsacrata che dell'originale conserva solo la cappella Rucellai. Mio marito difatti ci teneva a vedere quella e siccome le visite sono limitate a quando vi dicono messa nel tardo pomeriggio (orario in cui si è già sul treno verso casa), l'unica era appunto passare dal museo. La cappella contiene il tempietto del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti, che in effetti altro non è che la tomba di Giovanni di Paolo Rucellai. Devo dire che quest'opera è un vero gioiellino e mi hanno conquistato gli intarsi marmorei che ne decorano le pareti esterne.
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modello al vero dell’antica facciata del Duomo di Firenze all'interno del Museo dell'Opera del Duomo |
Siamo poi andati a questo benedetto Museo dell'Opera del Duomo e abbiamo fatto il biglietto comprensivo anche della visita di altri monumenti, rimanendo costernati dalla sorpresa quando abbiamo scoperto che con la tessera del FAI si aveva uno sconto di ben dodici euro a cabeza: incredibile!! Il museo ha riaperto nella sua nuova veste giusto pochi giorni fa, grazie al recupero di un vecchio teatro. Devo dire che è veramente bello, sia per i pezzi esposti che per la loro sistemazione; belli gli spazi e belle anche le molte tavole multimediali. Fa piacere vedere un museo italiano che, una volta tanto, non ha nulla da invidiare ai grandi musei stranieri.
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il campanile di Giotto |
Finita la visita, avevamo un certo appetito e così siamo andati in cerca di un posto che ci ispirasse; abbiamo trovato un ristorantino dove abbiamo mangiato bene e speso il corrispondente di quanto risparmiato sui biglietti d'ingresso al museo, ovvero ventiquattro euro. Ci siamo perciò sentiti nuovamente meravigliati, visto che nelle città a vocazione fortemente turistica è più facile mangiare male spendendo molto, perciò ci siamo annotati il posto in caso di visite future: Bonaugo, in Via dei Servi 60. A quel punto abbiamo continuato a sfruttare il biglietto cumulativo visitando, oltre al Battistero e all'interno del Duomo, anche i resti di Santa Reparata che si trovano sotto di esso, per poi salire i 414 scalini che arrivano alla sommità del Campanile di Giotto. Chi mi conosce sa quanto io ami arrampicarmi e ammirare le città dall'alto; ovvero, diciamo che di arrampicarmi farei anche a meno perchè è una faticaccia, però l'ascensore non c'è sempre e a quel punto tocca sacrificare i polpacci. Con la bella giornata poi valeva decisamente la pena salire ad ammirare il panorama.
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la sommità della Cupola del Brunelleschi |
Con i nostri biglietti si poteva anche salire sulla Cupola del Brunelleschi, ma il marito si è rifiutato dicendo che tanto c'era già stato altre due volte e che le scale erano troppo strette. Posso dire a sua discolpa che soffre un po' di vertigini e che già sul Campanile di Giotto lo avevo preso in giro perchè gli faceva senso guardare in basso attraverso una grata di ferro. Io, che stranamente ero propensa al sacrificio, ho deciso di andare e così ci siamo dati appuntamento dopo un'ora. A questo giro i gradini erano 463 e valevano tutti la pena, pure quelli angusti, perchè la cupola mi è piaciuta anche più del campanile.
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come si fa a resistere a simili tentazioni? |
Una volta scesa, del marito non c'era ancora l'ombra e così mi sono messa a guardare le vetrine. Una di queste era quella del negozio della Lindt. Giuro che non l'ho fatto apposta, ma un richiamo irresistibile mi ha trascinato dentro e, non so nemmeno io come possa essere successo, quando sono uscita avevo un sacchetto pieno di cioccolatini assortiti. Di sicuro devo essere stata posseduta! Lavandomi la coscienza con la motivazione che in fondo ieri era il mio compleanno e che, siccome cinquant'anni son pur sempre una bella cifra, mi meritavo un altro regalo, ho poi ritrovato il marito e insieme siamo andati in un bar a riposare un po' e ad approfittare del bagno (perchè a Firenze bagni pubblici non ce ne sono, almeno nella zona del Duomo... ma a dire il vero non ricordo di averne mai visti), e infine abbiamo gironzolato un po' rivedendo il Palazzo della Signoria e Ponte Vecchio prima di tornare in stazione.
Nessuna delle foto di questo post è stata scattata dalla sottoscritta, infatti, per quanto possa sembrare incredibile, non mi ero portata la macchina fotografica. Pentita? Anche no; dopotutto mi sono goduta in pieno le bellezze che ho visto, il che è ciò che conta veramente.